Cantavano così i Ricchi E Poveri (quando ancora c'era il buon BAFFO) e la frase spiega anche perché continuo a seguire questa serie nonostante la confusione che Chris Chibnall ha portato nel mondo di DOCTOR WHO da quando ha preso in mano la gestione, per fortuna conclusasi con questo episodio speciale dalla lunghezza cinematografica.
La seguo solo perché la amo con i suoi alti e i suoi (tantissimi recenti) bassi, ed avviene qui infatti la rigenerazione (in verità più di una) del Dottore con una sorpresa che ormai è il segreto di Pulcinella perché, grazie al maledetto internet, tutti ormai saranno al corrente del ritorno del grande David Tennant. Tuttavia è anche risaputo che nel nuovo corso delle avventure il nostro viaggiatore del tempo avrà TUTT'ALTRO ASPETTO, quindi ci troviamo ancora in un momento di transizione, oltre che transgender anche transetnic (se si dice così).
Nella baraonda finale Chibnall ci mette tutto quello che aveva sottomano e che aveva già utilizzato durante la sua gestione, aggiungendo pure i camei dei Dottori passati con i veri attori che li interpretavano, quelli mai visti in Italia, persino il primissimo dell'era in bianco e nero, ma qui (per ovvie ragioni) ha il volto di David Bradley che già lo aveva impersonato in un gran bel film tv sulla nascita della serie alla BBC.
Furbata nostalgica in vista dei 60 anni della serie tv che cadranno nel 2023, il che mi fa aprire una parentesi per ricordare anche l'anniversario di un'altra serie, però americana, cioè quella di Buck Rogers che compie invece proprio oggi i 90 anni della sua prima trasmissione, ma alla radio perché era questo il primo formato in cui venne prodotta, ovviamente dopo il fumetto degli anni 20;
Furbata nostalgica in vista dei 60 anni della serie tv che cadranno nel 2023, il che mi fa aprire una parentesi per ricordare anche l'anniversario di un'altra serie, però americana, cioè quella di Buck Rogers che compie invece proprio oggi i 90 anni della sua prima trasmissione, ma alla radio perché era questo il primo formato in cui venne prodotta, ovviamente dopo il fumetto degli anni 20;
anche Buck Rogers diventerà una serie tv kitschissima dove il protagonista viaggia nel tempo, ma solo a senso unico perché viene ibernato e si risveglia nel futuro, e ne abbiamo GIÀ PARLATO in questo blog un paio di anni fa.
Ma chiudo la parentesi e proseguo tornando al viaggiatore di Gallifrey, con il quale l'effetto nostalgia viene utilizzato anche con alcune companions del passato che vengono richiamate all'appello a dare man forte al Dottore di Jodie Whittaker, che, lo dico sempre, fa un lavoro egregio per quanto possa fare con sceneggiature pasticciate (ma sai com'è, il contratto l'hai firmato e se lo rescindi paghi una penale mostruosa).
Quindi adesso lasciamoci indietro il passato (frase emblematica in una serie così) e vediamo nel prossimo 2023 i risultati della nuova gestione segnata dal ritorno alla guida di Russell T. Davies. Come il titolo di un bel brano dei Pink Floyd: HIGH HOPES.
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.