lunedì 20 ottobre 2025

IL CASO KODAK DISC AL CINEMA

 Adesso tutti abbiamo nella tasca o in borsetta un cellulare ultrapiatto che ci permette di scattare fotografie in ogni momento e pure con una qualità più che decente. Negli anni ’80 invece, per fare delle foto serviva ancora la classica macchina fotografica piuttosto ingombrante anche se economica, mentre, se volevi la qualità massima, ti dovevi armare di grosse macchine professionali con teleobiettivo e quant'altro.


Fu così allora che la Kodak provó a rivoluzionare la fotografia lanciando il formato Disc, che voleva superare il vecchio e scomodo rullino, con un disco piatto da 15 fotogrammi, abbinato a una fotocamera piatta e tascabile facile da usare. 
Intanto già i compact disc facevano la loro comparsa in Giappone e questo poteva sembrare il futuro anche per la fotografia. 
Tuttavia c'erano alcuni cavilli poiché il sistema era compatibile solo con le macchine Kodak costruite appositamente, oppure di altre marche come la Minolta che aveva prodotto un modello compatibile, e le foto su ogni disco, come detto prima, erano solo 15. 
Inoltre i negativi erano molto più piccoli di quelli tradizionali con una conseguente perdita della qualità dell'immagine stampata e pure i laboratori avrebbero dovuto adeguarsi a tale formato, ma non tutti decisero di sostenere una simile spesa. 
Insomma tutto si rivelò un grosso flop per la Kodak 

e infatti, a mia memoria, ricordo di aver visto qualcosa di simile a tale apparecchio nei film solo nel 1992 in Mio Cugino Vincenzo con Marisa Tomei e Joe Pesci, e inoltre all'epoca il prodotto era già finito fuori produzione.

Per la precisione quella usata da Marisa dovrebbe essere una Le Clic rosa e nel film Joe Pesci è eccezionale, con forse il doppiaggio siciliano di Leo Gullotta anche fin troppo marcato per cui sarebbe meglio l'audio originale. 
Ralph Macchio invece è uno dei due ragazzi che finiscono in carcere accusati di omicidio anche se loro credono che sia per il furto di una scatoletta di tonno. 
Sono gli equivoci e i doppi sensi che infatti fanno la forza del film che è una legal comedy diretta da Jonathan Lynn che, oltre a fare il regista, vanta anche una laurea in giurisprudenza, per cui era sicuramente la persona più adatta e chi bazzica tra le pellicole di quarant'anni fa lo ricorderà anche per aver diretto Signori, Il Delitto È Servito. 
Se poi vi vengono in mente altre pellicole o serie tv dove si vede quella macchina fotografica magari ditemelo, grazie. 
Ecco... 
Tutto questo discorso per far entrare anche oggi il cinema nei miei post senza parlare solo ed esclusivamente di cinema, ma uff... che fatica!!! 

domenica 19 ottobre 2025

JAMES BOND DISARMATO!

 Anche questo ottobre 2025 è tornata disponibile gratuitamente su Prime Video in tutto il mondo la collezione dei film della saga di 007 in occasione del James Bond Day, e questo accade ormai dal 2022 dopo l’acquisizione del marchio di 007 da parte di Amazon e dopo che il colosso di Jeff Bezos ha preso in toto il controllo creativo della saga (facendo tremare un po' i fans di lunga data) e annunciando ufficialmente il 26esimo film dell'agente segreto diretto da Denis Villeneuve e scritto da Steven Knight.

La cosa strana però è che le locandine mostrate su Prime Video, seppure riprendano i font originali dell'epoca in cui erano usciti i film abbinati ad immagini correlate in genere prese da foto promozionali, mostrano paraculatamente uno 007 senza più le armi in pugno come invece eravamo sempre stati abituati a vedere fin dalla prima scena in cui l'agente puntava e sparava contro la macchina da presa (tranne che nel primissimo episodio).


Questo cambiamento probabilmente è stato deciso per non istigare alla violenza e all'uso delle armi, ma al tempo stesso questa immagine "ripulita" però ha già fatto discutere molto in rete e spero anche che non siano stati modificati anche i contenuti dei film come invece la Disney aveva fatto in alcune sue pellicole come SPLASH - UNA SIRENA A MANHATTAN

Guarda Jeff che potrei anche fare una maratona di tutti e 25 i film per verificare fotogramma per fotogramma... Ti avverto... 

sabato 18 ottobre 2025

QUEL CHE RESTA DELLA MELODIA

 Dopo le elucubrazioni sulla melodia e l'armonia esposte da Francesco Gabbani ad X-Factor (francamente un po' rompiballe e Jake La Furia lo ha fatto notare giusto un po'), oggi metto sul piatto PIAZZA SAN MARCO, il nuovo singolo di Annalisa e Marco Mengoni


che, devo dirlo, mi piace davvero tanto e secondo me sono loro le due più belle voci attuali della musica italiana. 
Poi è vero che può capitare che, nella carriera, non sempre la canzone che i due propongono valorizzi al meglio l'artista (è successo ad entrambi). 
Canzone questa invece ultra romantica che, anche se da come è stata spiegata non c'entra perché parla di un venerdì, a me ha ricordato due a Venezia dopo quel famigerato CONCERTO dei Pink Floyd del 1989 che invece si era tenuto di sabato.
Anche il nuovo singolo di Taylor Swift,THE FATE OF OPHELIA,

mi piace molto forse perché inizia che pare sputata Lana Del Rey e poi si apre nel ritornello ricordando Paparazzi di Lady Gaga, quindi in entrambi i momenti la melodia c'è eccome. 
Ma no, tirando in ballo le altre due cantanti non sto parlando di plagio, bensì di ispirazione, magari anche ravvicinata, certo, ma non credo che si possa parlare di plagio. 
Cambiando artista, ma restando nella musica con la melodia cantata e suonata secondo il vecchio stile, magari farà strano parlare adesso di un disco uscito diversi mesi addietro, ma, bisogna dirlo, questo è stato l'anno (non ancora terminato) di Lucio Corsi,

compresa l'estate nella quale ha portato in giro le sue canzoni anche in quelle trasmissioni in tv che sostituiscono il Festivalbar (tra l'altro uno dei pochi che si è esibito assolutamente live in tali contesti) e canzoni che, prima del Festival, nessuno conosceva nonostante il ragazzo faccia dischi da più di dieci anni.
Sull'album che contiene la hit sanremese io mi sono trovato un po' diviso come opinione, nel senso che al primo ascolto le canzoni paiono quasi tutte uguali (tranne VOLEVO ESSERE UN DURO)

e a tratti Lucio mi ricorda Ivan Graziani senza però quel falsetto caratteristico del cantautore di Lugano Addio. 
Da questo si sente che per creare la canzone del Festival c'era stato un lavoro molto più approfondito per assemblare i vari cambi che ci sono all'interno del pezzo che partendo da piano e voce diventa poi ballata rock a due chitarre, mentre sulle altre tutto scorre uguale dall'inizio alla fine del brano, e questo mi fa supporre che la cifra stilistica di Lucio sia più vicina a questa seconda soluzione. 
Il che non è un male, anzi di solito si chiama coerenza. 
Ma certo, ci voleva il guizzo, il lampo di genio per farsi notare ed emegere in questo mare di "immondizie musicali" (cit.). 
Missione compiuta, ma adesso restare a galla sarà ancora più dura. 

venerdì 17 ottobre 2025

ANCORA CINEMA E ARTE GRAFICA E ANCHE MUSICA

 Quello che avevo definito poco tempo fa come "cinema dipinto", dopo i suoi grandi rappresentanti italiani ha perduto anche uno dei nomi internazionali che hanno contribuito a rendere mitiche le saghe di Indiana Jones e di Ritorno Al Futuro.


Sto parlando di Drew Struzan che è mancato a 78 anni perché erano suoi infatti i poster originali disegnati che accompagnavano quei film, insieme a molti altri, come I Goonies, le riedizioni del 1997 della saga di Star Wars e i successivi film, La Cosa, ma non per l’edizione italiana, Hook e tanti ancora.

Per cui, come nel caso dei suoi colleghi italiani ENZO SCIOTTI e RENATO CASARO, ecco una galleria delle opere realizzate da Struzan, qui sopra autoritrattosi, e che, guarda caso, sono tutti relative a film che tengo stretti nel cuore.





È con grande dispiacere poi che ho appreso della morte di Ace Frehley, 74 anni, chitarrista co-fondatore dei mitici Kiss che spesso capitano su queste pagine web.

Ace (The Spaceman) aveva lasciato la band all'inizio degli anni 80 senza essere certo il più grande chitarrista del mondo, ma sicuramente aveva creato con i compagni il sound e l'immagine della band. 
Altro nome della musica mancato di recente è quello di D'ANGELO, cantante soul probabilmente poco conosciuto in Italia (sicuramente i Kiss hanno avuto più popolarità, per dire), ma invece con un grande seguito negli stati uniti.

Il suo vero nome era Michael Eugene Archer e aveva solo 51 anni.
Goodbye Ace, Drew and D'Angelo.

giovedì 16 ottobre 2025

SIAMO STATI TUTTI ECOLOGISTI, MA RESTIAMO UMILI

 È vero, adesso si fa di tutto per mostrarci ecologici e attenti all'ambiente , tanto per cominciare propagandando le auto elettriche, ma nel frattempo, come già TEMPO FA ne era stata ventilata l'ipotesi, si sta chiedendo una proroga a quella data definitiva del 2035 entro la quale non sarebbero più prodotte le auto tradizionali a combustione.


Questo perché il boom delle auto elettriche in realtà non c'è stato e quindi le case produttrici si ritrovano a fare dei conti non proprio positivi. 
Eppure anche molto tempo fa con le auto così maledettamente inquinanti che manco usavano la benzina verde, si pensava lo stesso all'ambiente, ma in altri modi. 
Tipo che all'epoca si restituivano  le bottiglie di vetro al negozio con il cosiddetto "vuoto a rendere". 
Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. 
La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. 
Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali, perlomeno chi li possedeva.
Si salivano quasi sempre le scale a piedi: non avevamo certo le scale mobili dei centri commerciali in casa e c’erano solo pochi ascensori, e infatti, guarda caso, non c'era dove abitavo io in tenera età. 
Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all'angolo, che camminare poi fa pure bene e lo ribadisco sempre. 
Non si conoscevano i pannolini usa e getta: si lavavano i pannolini dei neonati. 
Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda e personalmente lo faccio tuttora ascoltando musica in cuffia. 
Avevamo una sveglia che, facendo cric cric, caricavamo la sera e al mattino ti faceva saltare sul letto. 
In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva degli aggeggi elettrici specializzati per cucinare senza sforzi e che però mangiano tutti i kw che Enel o chi per esso produce. 
Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dell’ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica. 
Se avevamo dei terreni non avevamo i tosaerba a benzina e nemmeno tutti avevamo i trattori: si usava l'olio di gomito per falciare il prato. 
Lavoravamo fisicamente, non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l'elettricità, e se fai tutto quanto riportato sopra, della palestra non ne hai bisogno. 
Bevevamo l'acqua alla fontana quando avevamo sete. 
Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare. 
Si riempivano le penne d'inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta o, al limite, si usavano le cartucce per le penne stilo. 
Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi. 
Le persone prendevano il bus o il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24 parcheggiando in seconda fila (o anche terza) congestionando il traffico. 
I bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all'altro, le matite, le gomme, i temperamatite e gli altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni nuovi  gettati a fine giugno, così come matite e gomme con uno slogan diverso ad ogni occasione. 
C’era in genere solo una presa di corrente per stanza e non una serie di multiprese per alimentare tutta la valanga di accessori elettrici indispensabili ormai per tutti anche per vedere film, serie tv e ascoltare musica. 
Insomma, erano altri metodi per risparmiare e rispettare l'ambiente e francamente non sono del tutto sicuro che adesso sia meglio di prima...

mercoledì 15 ottobre 2025

GEN-V STAGIONE 2: QUANDO GLI EVENTI REALI FANNO LA SCENEGGIATURA

 Su Prime Video è tornato il secondo fiore all'occhiello della piattaforma di Amazon dopo THE BOYS, ovvero lo spinoff GEN-V, che a tratti supera anche l'originale.


La particolarità della seconda stagione è che è tutta basata su una sceneggiatura creata per giustificare l'assenza di Andre Anderson interpretato da Chance Perdomo purtroppo morto a soli 28 anni in un incidente in moto. 
Nel primo episodio della nuova stagione infatti un personaggio fa uno spiegone di dieci minuti (come i vocali che manda Tommaso Paradiso per dirti com'è felice) per raccontare cos'è successo mentre cercavano di fuggire e Andre avrebbe usato i suoi poteri (non sto spoilerando), ma con troppa forza provocandosi un danno letale.

E da lì in ogni episodio ci sono continui riferimenti al personaggio che non c'è più, tanto che ti pare di averlo comunque in questa stagione che non risparmia nuovi arrivi, sorprese, colpi di scena e anche improvvisi switch tra i personaggi. 
Ma su questo non dico nulla.
A voi la visione, che ne vale la pena davvero. 

martedì 14 ottobre 2025

ADDIO AD "ANNIE" E A "LEONARDO DA VINCI"

 Da queste pagine web arriva oggi un doveroso ultimo saluto a Diane Keaton: aveva 79 anni.


Tra le tantissime cose memorabili che aveva fatto in carriera c'è il ruolo di Kay Adams, la moglie di Michael Corleone ne Il Padrino, e molti film diretti da Woody Allen
 suo compagno per lungo tempo, tra cui Io E Annie, per cui vinse l'Oscar (tra l'altro Annie era il suo soprannome da piccola e nel film il suo personaggio aveva il suo vero cognome Hall), e Manhattan.

Sono poi sono da ricordare In Cerca Di Mr. Goodbar, film che ha lanciato Richard Gere, Reds
 con Warren Beatty e Jack Nicholson e diverse commedie come Il Club Delle Prime Mogli, perché essere un'attrice eclettica era proprio una caratteristica di Diane che le permetteva di rendere bene in qualsiasi genere. 
L'addio di oggi va anche a Paolo Bonacelli,

ovvero il Leonardo Da Vinci che Benigni e Troisi incontravano nel passato in Non Ci Resta Che Piangere e al quale provavano a far capire come si gioca a carte, ma con scarsi risultati. 
Paolo è stato anche diretto da Pasolini in quel controverso Salò O Le 120 Giornate Di Sodoma,

film che definire pieno di perversioni non rende l'idea, specie se rapportato al 1975, l'anno in cui uscì al cinema poiché adesso con certe serie tv ti capita spesso di vedere anche di peggio. 
Bonacelli, deceduto la scorsa settimana, aveva 88 anni.
Anche la moda italiana ha un lutto con la scomparsa a 67 anni di Cesare Paciotti, lo stilista del celebre marchio di calzature.

Addio Diane e Paolo. 

IL CASO KODAK DISC AL CINEMA

 Adesso tutti abbiamo nella tasca o in borsetta un cellulare ultrapiatto che ci permette di scattare fotografie in ogni momento e pure con u...