domenica 12 gennaio 2025

QUEL FREDDO GENNAIO A FIRENZE

 Nei prossimi giorni, anche se adesso stiamo godendo di nuovo (a tratti) di qualche giornata di sole, pare che tornerà il gelo ad investire l'Italia.


D'altronde siamo a gennaio e, insieme con febbraio, sono da sempre due mesi piuttosto freddi, molto spesso anche con la neve pure a bassa quota. 
Sarà comunque difficile che si ripeta quella temperatura record registrata esattamente il 12 gennaio di 40 anni fa a Firenze nel 1985, quando la minima era scesa fino a -23,2 °C e l'Arno diventò una pista di pattinaggio che manco TONYA aveva mai visto.


Fosse adesso (uuuh!) ci sarebbero pronti migliaia di esperti (anche improbabili) a dire la loro in tv, mentre allora non si parlava ancora del cambiamento climatico e delle soluzioni da prendere. Soluzioni di allora? 
Giacche pesanti, sciarpe e guanti... e non chiudevano nemmeno le scuole (beh, per quella volta in realtà si), anzi vai così che va bene...

sabato 11 gennaio 2025

FRANCESCO DE GREGORI: CINQUANT'ANNI DI RIMMEL

 Disco del sabato molto vintage oggi poiché il gennaio di mezzo secolo fa vedeva la pubblicazione di un LP che al 90 per cento sta (o è stato) nelle case di tutti gli italiani sotto forma di vinile, cassetta o anche cd, e il suo titolo è RIMMEL, ovvero il terzo album di Francesco DeGregori.


Terzo, ma sarebbe il quarto lavoro su vinile perché il primissimo Theorius Campus era stato invece condiviso a metà con Antonello Venditti che allora pareva un po' il Tomas Milian/Nico Giraldi (erano tutte canzoni soliste eccetto IN MEZZO ALLA CITTÀ dove duettavano, e stava lì anche la mitica Roma Capoccia)

dato che la RCA non era del tutto convinta che i due potessero reggere un disco interamente da soli, cosa che nel futuro sarà smentita da entrambi. 
Sulla copertina di Theorius Campus poi c'è la curiosità che riporta un particolare di quel dipinto che ispirerà il videoclip di WHERE THE WILD ROSES GROW, la splendida canzone di Nick Cave & Kylie Minogue a cui avevo dedicato un POST molto tempo fa. 
Ma torniamo al nostro Rimmel, disco breve, infatti dura solo mezz'ora (ma anche Battiato aveva questo standard) dove ogni canzone vale la sua presenza senza rischiare di essere un filler, e lavoro che fece però storcere il naso ad alcuni critici dell'epoca turbati da certi testi come quel valzerino musette di Buonanotte Fiorellino ispirato a WINTERLUDE di Bob Dylan (non è una cover, ma poco ci manca).

Una curiosità del disco è che l'iconografia relativa a DeGregori lo ritrae spesso con la chitarra imbracciata, ma in realtà era usata da lui solo come ritmica di accompagnamento, mentre tutte le altre chitarre acustiche nel disco erano state suonate da Renzo Zenobi, bravissimo nel finger picking (suona anche nei dischi precedenti, per esempio in NIENTE DA CAPIRE)

dove invece Francesco peccava un bel po' e trovò in Renzo un valido maestro per migliorare la sua tecnica. 
I due sono anche lasciati da soli, voce e chitarra, come unici esecutori della ballad tutta arpeggiata PEZZI DI VETRO, canzone che verrà anche citata da Francesco in seguito molti anni dopo in Povero Me.

Appunto nei testi delle varie canzoni poi tanti si sono sbizzarriti a trovare riferimenti a colleghi del cantautore, da Venditti a Patty Pravo (in Piano Bar e Quattro Cani), ma sempre regolarmente smentiti da Francesco mentre era dichiarato nelle note di copertina che IL SIGNOR HOOD era Marco Pannella citato però solo dalla M puntata. 
Il bello di questo disco vintage è che a rimetterlo su adesso riesce a farti affiorare tanti ricordi come il ritorno della musica live proprio grazie al tour di Francesco e Lucio (Dalla) dopo quel periodo in cui nessuno più voleva esibirsi dal vivo per colpa dei disordini che c'erano stati, e anche questo lo trovate raccontato nel PRIMISSIMO POST che ho pubblicato ormai quasi sei anni fa. 
Perché scripta manent... anche sul web... 

venerdì 10 gennaio 2025

QUELLA CANZONE MI RICORDA QUALCOSA...

 Tramite un parente acquisito grazie ad una mia cugina che si era maritata con un personaggio avventuroso sempre in giro per il mondo, verso la fine degli anni 70 avevo scoperto un po' di musica che non conoscevo ancora e che potevo ascoltare sul suo compatto Philips, 


oggetto che ai cultori dell'hi-fi faceva certamente ribrezzo perché aveva degli altoparlanti biconici invece delle tre vie necessarie per assaporare la completa gamma di frequenze emesse, ma quello c'era (lo so che chi ha avuto in casa tali apparecchi non lo ammetterà mai nemmeno sotto tortura) e per me era pur sempre superiore al piccolo registratore K7, sempre della Philips, in mio possesso. 
La musica che per me era allora ancora da scoprire era quella racchiusa nei vinili della signora Joni Mitchell, degli elettrici THE BYRDS, e inoltre ho approfondito conoscenze che già gravitavano nel mio mondo tipo Elton John, di cui avevo solo un 45 giri, Cat Stevens, i primissimi Bee Gees, i Beatles (avevo raccontato TEMPO FA anche della loro cassetta col nastro riparato) e The Shocking Blue, cioè quelli originali di Venus che le Bananarama hanno poi fatta loro negli anni 80 (e che molti pensano invece che sia tutta farina del loro sacco).

Fra quelli che invece mi erano completamente sconosciuti c'era il trio folk statunitense Peter, Paul & Mary, battezzati così con i loro nomi come più tardi si firmeranno anche Crosby, Stills & Nash (ma loro coi cognomi), e specializzati soprattutto nelle cover di Bob Dylan, ma con all'attivo anche quella IF I HAD A HAMMER scritta da Pete Seeger e portata al successo da Trini Lopez, e che inoltre in Italia sarebbe diventata Datemi Un Martello cantata dalla tutto pepe Rita Pavone con un testo che perdeva ogni riferimento politico.

Del trio purtroppo è mancato nei giorni scorsi Peter Yarrow, 86 anni, per un tumore alla vescica, e quindi adesso rimane solo Paul dato che anche Mary se n'era andata nel 2009.
Un'altra curiosità sul trio è che nel 1960 usciva il loro primo album che conteneva STEWBALL, una classica canzone tradizionale folk che dalle prime strofe dovrebbe ricordare a tutti qualcosa che magari avete riascoltato proprio sotto le scorse festività.

Si, infatti è identica a HAPPY X-MAS (WAR IS OVER) di John Lennon, ma all'epoca non erano nemmeno ancora nati (artisticamente) i Beatles, perciò quello di John si può dire che fosse stato un plagio bello e buono, senonchè, siccome quel brano, essendo tradizionale, non era gravato da diritti d'autore, Lennon dichiarò poi di essersi solo "ispirato" a tale canzone e quindi non se ne fece nulla.

Anche Rino Tommasi ci ha lasciato a 90 anni. 
Il giornalista e commentatore sportivo televisivo era noto soprattutto per boxe e tennis.

Non solo addii comunque oggi poiché compie i suoi bei 80 anni Rod Stewart di cui ho parlato proprio pochi giorni fa per quel suo FAMOSO RECORD.

Quindi auguri Rod e addio Rino e Peter. 

giovedì 9 gennaio 2025

THE WALKING DEAD - THE ONES WHO LIVE, CIOÈ IL RITORNO DI RICK E MICHONNE

 Avevo mollato The Walking Dead durante le ultime stagioni, dopo la morte di Carl, il figlio di Rick Grimes, un po' perché c'erano tante altre cose migliori da vedere, ma soprattutto perché ormai tutto stava rigirando su se stesso senza andare a parare da nessuna parte.


Nel frattempo sono usciti SPINOFF, prequel e sequel che ho provato a guardare, ma con pochissimo interesse. 
Poi in questi giorni è arrivato bello bello su Sky Atlantic The Walking Dead - The Ones Who Live, un ennesimo capitolo ideato da Andrew Lincoln e Danai Gurira (Rick e Michonne) dove li ritroviamo entrambi, ma, non avendo seguito quello che era accaduto nel frattempo nella serie madre, ho dovuto con molta difficoltà cercare di rimettere insieme un po' di pezzi della storia. 
Purtroppo non ci sono riuscito neanche con l'aiuto di spiegoni e flashback, così tutto mi è rimasto parecchio nebuloso per cui (ma non credo solo per quello) non sono riuscito a trovare interesse in quello che vedevo. 
Al che ho detto "ma chi me lo fa fare?". 
Oh, magari poi andando avanti diventa una serie bellissima di quelle da cui non riesci a staccarti (molte recensioni sono positive), ma (io la butto lì) secondo il mio parere ormai sta faccenda dei vaganti ha stufato. 
O sbaglio? 

mercoledì 8 gennaio 2025

ABOUT A BOY - UN RAGAZZO (E UNA LEZIONE DI VITA)

 Dopo la rassegna di film natalizi più o meno scrausi (tanti scrausi) ne ho ripescato uno del 2002 dove c'entra ancora il Natale, ma in maniera diversa dal solito film tutto musichette e decorazioni.


About A Boy ha come protagonista Hugh Grant nel ruolo di uno che non ha mai lavorato (beato lui) grazie ai diritti d'autore di una canzone natalizia scritta dal padre, e la cui unica preoccupazione è rimorchiare il più possibile inventando pure storie strampalate come un figlio inesistente per poter partecipare ad un incontro di mamme single. 
Da quello partirà una serie di conseguenze che faranno entrare nella sua vita Marcus, un ragazzino pieno di complessi a causa di una madre con grossi problemi. 
Tra i due nascerà qualcosa che cambierà profondamente le vite di entrambi e di quelli che stanno intorno a loro. 
Cast di grossi nomi di quel periodo dove oltre a Grant ci sono Toni Collette e Rachel Weisz, nonché un giovanissimo Nicholas Hoult

che ritroveremo anni dopo un pochino più grande nei panni pelosi e blu di Bestia degli X-Men. 
E, nonostante la musica sia sempre importante nel cinema, qui ci sono moltissimi momenti in cui non c'è nessun sottofondo sonoro al contrario di quei film invece fatti in serie di cui ho già parlato. 
Musica che qui arriva distillata solo nei punti giusti con anche la canzone di BADLY DRAWN BOY che torna più volte


e anche adesso che sto scrivendo me la sto riascoltando con le immagini del film ancora nella mia mente dato che l'ho rivisto ieri sera.
Già che siamo nella musica apro una piccola parentesi off topic per ricordare che oggi, 8 gennaio, The King Elvis Presley avrebbe compiuto 90 anni, ma nell'immaginario collettivo ormai rimane come ce lo mostrano le immagini d'epoca

e quel bel FILM di Baz Luhrmann (ok, tralasciamo l'ultimo periodo sovrappeso, dai), e, come la sua musica quindi, invecchia benissimo. 
Comunque chiudo una parentesi non del tutto campata in aria poiché, anche se questo film ha più di vent'anni, sembra pure lui non invecchiare per niente e ti fa notare una volta di più che nel 2002 era tutto un'altro modo di fare cinema. 

martedì 7 gennaio 2025

GOLDRAKE U: SI, "UUU" È QUELLO CHE HO PENSATO IO

 Rai 2, con grande ritardo rispetto alle PREVISIONI/ANTICIPAZIONI che lo davano entro lo scorso anno, ha finalmente mandato in onda ieri sera il nuovo Goldrake, non più Atlas Ufo Robot perché quello era stato un ERRORE CLAMOROSO dell'epoca.


La nuova serie è un vero e proprio reboot dove, al fianco di personaggi noti come i cattivi di Vega, appaiono altri che danno un'origine ad Actarus, origine che invece nella serie originale non veniva mai spiegata bene, e se guardandola avete avuto l'impressione di vedere Sailor Moon, beh non siete da soli perché anch'io ho pensato la stessa cosa.

Le nuove animazioni sono spettacolari, molto più fluide di quelle molto scattose di quella prima volta in tv alla fine degli anni 70, grazie anche a parti in CGI come anche è stato fatto da Hideaki Anno per le versioni cinematografiche della saga di Evangelion. 
Ed ecco infatti che ci ho trovato certe analogie/similitudini in questa nuova edizione come il Mazinga Z che viene semidistrutto durante il combattimento e ricoverato in un hangar identico a quelli che ospitavano gli Eva in attesa di andare in azione. 
Oppure l'origine di Goldrake che viene definito come un Dio e non solo un robottone. 
Anche certe immagini con gli occhi di Goldrake illuminati da una luce inquietante mi hanno fatto ricordare la serie di Anno dove gli Eva NON erano in realtà dei semplici robottoni meccanici, ma anzi all'occorrenza agivano di propria iniziativa andando in berserk. Questa somiglianza potrebbe essere dovuta al fatto che la produzione, oltre che all'autore originale Go Nagai (solo come presenza virtuale poiché è mancato), è stata affidata alla Gaina, cioè la casa di produzione nata dalle ceneri dello Studio Gainax che, in realtà, era una società abbastanza piccola situata in questo edificio a Tokyo,


e che aveva appunto realizzato Neon Genesis Evangelion creando una serie mitica che metteva in discussione addirittura il Vangelo e la Bibbia.
Mentre la serie originale di Goldrake era abbastanza lineare nello svolgimento degli episodi (e anche abbastanza ingenui, diciamolo pure), qui invece si è lavorato sulla sceneggiatura per dare più spessore, ma rendendola forse anche un po' troppo arzigogolata.

Di sicuro quello che ho trovato fastidioso è stato il doppiaggio curato da Giorgio Bassanelli Brisbal (non è la prima volta che lavora sugli anime, anzi) dove le frasi vengono pronunciate in maniera frettolosa perdendo ogni senso di enfasi che qualche pausa in più avrebbe invece dato. 
Questo è dovuto al fatto che in giapponese con poche parole viene espresso un concetto che invece in italiano necessita di una frase molto più lunga, per cui per farci stare dentro la frase intera tradotta nella nostra lingua essa deve essere detta velocemente... 
O sennò fai un adattamento un po' più curato dei dialoghi dove snellisci la frase tradotta per poterla pronunciare con il giusto tono e ritmo e, con tutti i suoi difetti, credo proprio che il ben noto GUALTIERO CANNARSI avrebbe lavorato meglio. 
Sembrano cavolate, ma contano... 

lunedì 6 gennaio 2025

CINEMA NATALIZIO IN TV (SEMPRE LA MITICA TV8)

 Per adesso siamo ancora nel mood delle feste, ma da domani cambia tutto e si torna truculenti, trash e quant'altro che anche quest'anno è arrivata la Befana eh...


Scherzo dai... ricordo però che eravamo alla sera della vigilia di Natale con la tv che faceva da sottofondo in attesa della mezzanotte per aprire i regali e quella volta Tv8 mi ha piacevolmente sorpreso con Un Principe Sotto L'Albero, film per la tv con Megan Park (era nel cast di La Vita Segreta Di Una Teenager Americana) e Julian Morris, volto visto in mille altre serie tv sempre come guest. 
Film molto prevedibile, certo, ma superiore a tante cose dozzinali viste sotto le feste come appunto quello in onda subito dopo, Un Natale Da Cenerentola, cioè una moscia rilettura della fiaba, irritante già dalle voci dei doppiatori espressive come quelle dell'intelligenza artificiale.

Pure Leslie-Anne Down (il solo nome di spicco della pellicola) parlava con una voce italiana tremenda. 
Apro parentesi che non c'entra quasi nulla... ricordate lo sketch sul nome di un'altra Leslie, cioè Ann Warren, che i Muppets storpiavano con Leslie & Warren, oppure Les, Lee & Warren pensando che si trattasse di un duo o un trio? 
Quello si che era divertente! 
Qui la regista del brutto film è una certa Tosca Musk, ovvero la sorella minore di Elon (giuro). 
Beh, Natale è passato, perciò posso essere un po' meno buonista, no? 
Ah... casualmente ho poi visto che Un Principe Sotto L'Albero (quello più carino dei due film) son due anni che é anche stato pubblicato integrale su YouTube in hd e finora nessuno ha chiesto di rimuoverlo, ma preferisco non mettere il link perché qualcuno della blogosfera ha già avuto una brutta disavventura facendo ciò. 
Vero Cassidy? 

QUEL FREDDO GENNAIO A FIRENZE

 Nei prossimi giorni, anche se adesso stiamo godendo di nuovo (a tratti) di qualche giornata di sole, pare che tornerà il gelo ad investire ...