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sabato 13 settembre 2025

PER VIVERE INSIEME FELICI E CONTENTI, COME NELLE FAVOLE

 Chi non conosce HAPPY TOGETHER dei The Turtles,


magari nella versione italiana dal titolo PER VIVERE INSIEME cantata dai Quelli, ma anche da Jimmy Fontana e qualcun altro ancora? 
Canzone a ritmo di marcetta beatlesiana che convoglia, proprio come dice il titolo, un sentimento di felicità collettiva con quel papapappà ripetuto ad libitum.

E canzone che capita qui dalle mie parti oggi a causa del suo autore, Mark Volman, fondatore degli statunitensi The Turtles (è loro anche la versione originale di Scende La Pioggia di Gianni Morandi) insieme a Howard Kaylan con cui avrà anche un periodo di militanza nel gruppo di Frank Zappa per poi mettere insieme il duo Flo & Eddie.
Mark infatti, che, da tipo bizzarro qual'era, inizialmente aveva chiamato il gruppo The Tyrtles un po' come The Byrds avevano storpiato la traduzione inglese di Uccelli, è mancato nei giorni scorsi a 78 anni,

in quei giorni dominati dalla scomparsa di GIORGIO ARMANI e poco prima anche di EMILIO FEDE, e probabilmente la sua dipartita sarà passata in secondo piano. 
Esattamente come pochi avranno notato anche la scomparsa di Oliviero Malaspina, cantautore e scrittore del pavese noto per la collaborazione con Cristiano De André in molti dei suoi dischi e anche per quell'album mai completato a cui stava lavorando Fabrizio De André poco prima di morire e che avrebbe avuto come tema conduttore la notte.

Oliviero, che aveva 63 anni, poi lo avremmo visto partecipare al concerto commemorativo Faber Amico Fragile insieme a tanti altri nomi della musica italiana (anche Celentano che si era impantanato su La Guerra Di Piero) dove ha eseguito CANZONE DEL PADRE
Più recente invece la morte di Rick Davies uno dei due fondatori/voci dei SUPERTRAMP di cui Roger Hodgson era quello dei falsetti, mentre Rick cantava con voce più profonda canzoni come questa GOODBYE STRANGER

(divisa comunque con Roger) dal loro album di più grande successo che è stato Breakfast In America e che ognuno deve avere in casa in qualsiasi forma, ma ci deve essere. 
Rick, 81 anni, era malato di tumore del sangue e per tale motivo era saltata la reunion che avrebbero dovuto fare nel 2015.
Sempre legato alla musica era il produttore irlandese Nicky Ryan

(da non confondere con il regista sempre irlandese Nick), scopritore dei Clannad dai quali arriva Enya che, grazie a lui, inzió a metà degli anni 80 la sua carriera da solista prendendolo come agente e produttore dopo che entrambi conclusero la collaborazione con la band.
Ryan, come si sente qui sotto nella canzone più famosa di Enya, ORINOCO FLOW

era un appassionato delle sovrapposizioni vocali con le quali creava atmosfere molto particolari e che richiedevano un enorme lavoro in studio, cioè una cosa che gruppi come i QUEEN conoscevano perfettamente già da tempo (per maggiori chiarimenti ascoltate i loro dischi fino alla svolta baffuta di Mercury). 
Nick aveva 79 Anni. 
Non termina qui la triste lista delle dipartite, ma stavolta non c'entra la musica perché a 78 anni, dopo una lunga malattia degenerativa che non gli premettava più di comunicare, è mancato anche Stefano Benni,

il noto scrittore autore di titoli come La Compagnia Dei Celestini e Bar Sport. 
Quest'ultimo diventerà anche un film con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston e molti altri a dar vita ai personaggi del libro. 
E in coda purtroppo anche l'assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, attivista influencer conservatore ucciso da un killer 22enne già arrestato.

Addio Charlie, Stefano, Nick, Rick, Oliviero e Mark. 

lunedì 8 settembre 2025

8 SETTEMBRE 1955: NASCE IL DUCK WALK

 Si, è vero, Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd e tutti gli altri che occupano un posto nel mio cuore avranno sì definito i canoni del rock, psichedelico o blues che sia così come oggi lo conosciamo, ma senza l'idolo di John Lennon e Keith Richards, ovvero Chuck Berry, tutto ciò non sarebbe esistito.


È lui che nel 1955 (per la precisione era proprio l'8 settembre di settant'anni fa) durante uno show si era pure inventato il Duck Walk, si dice per coprire un problema che aveva sulla giacca. 
O forse non è andata esattamente così poiché noi invece sappiamo bene che era stato Marty McFly a suggerire quella mossa, insieme al rocknroll, al fratello di Chuck... 
O no? 
Chissà cosa ne pensa Angus Young... 

mercoledì 13 agosto 2025

AUGURI A TUTTI I MANCINI

 Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo, come, per esempio, che oggi è la giornata internazionale dei mancini.


Mancini che nella musica di un certo livello hanno lasciato il segno come nella figura di Paul McCartney per dire, lui da solo o con i Beatles imbracciando quel basso Hofner a forma di violino, idolatrato dai cultori musicisti, ma in realtà Paul ammise che aveva usato quello semplicemente perché era economico e all'epoca non poteva permettersi altro.

Tra i miti mancini poi c'è sicuramente Jimi Hendrix la cui chitarra era realizzata per destrorsi, ma il genio di Seattle ne aveva ribaltato le corde. 
E poi ci sono anche batteristi mancini, cioè che tengono rullante e charleston invertiti rispetto ai loro colleghi, e uno di loro è Phil Collins,

mentre un altro, anche lui "abbastanza famoso", è Ringo Starr. 
Tornando ai chitarristi mancini famosi abbiamo Tony Iommi dei Black Sabbath,

quanto mai d'attualità in questo periodo in cui anche chi fino a ieri ascoltava solo Alessandra Amoroso e Tony Effe, adesso si dice fan sfegatato della band di Ozzy Osbourne.

Anche Mark Knopfler sarebbe mancino, ma suona la chitarra da destrorso, con però una manualità particolare sul manico dovuta alla sua caratteristica, come sarebbe mancino anche Noel Gallagher degli Oasis,

ma anche lui imbraccia lo strumento come destrorso così come lo fa anche Steve Morse il successore di Richie Blackmore nei Deep Purple.

Era invece destrorso Kurt Cobain, ma preferiva usare chitarre mancine.

Mancino era anche Ziggy Stardust, il personaggio alterego di David Bowie (anche lui era un mancino che suonava da destrorso) e lui stesso infatti lo dice nella canzone che porta quel nome come titolo,

quella canzone che avevo conosciuto prima nella versione un po' più dark dei Bauhaus in QUEL PERIODO degli anni 80 in cui gravitavo tra paninari e DARK, appunto, e solo in seguito sono andato a scoprire l'originale del White Thin Duke. 
Ma vedi che anche le cover, se fatte bene, sono utili alla crescita musicale? 
Quindi, come lassù nel titolo, tanti auguri ai tanti mancini!!! 

giovedì 26 giugno 2025

ANCHE I BEATLES VANNO AL MARE

 Si, nel loro TOUR ITALIANO il 26 giugno del 1965 i Beatles sono passati anche da Genova (belin!) esibendosi, dopo aver assaggiato la focaccia e la pasta al pesto (pare avessero esclamato OMG!), in quel terrificante palasport che visto da fuori pareva un'astronave aliena atterrata in riva al mare, e dove molto tempo dopo avrei visto e sentito suonare (o meglio, rimbombare) i RAMONES a manetta con i loro "one, two, three, four!".


Perlomeno, se soprassedevi sull'acustica pessima, potevi però godere del concerto anche in caso di pioggia. 
Il capoluogo ligure, certamente meno avvezzo alle celebrità rispetto a Milano e Roma dove invece gli eventi mondani con i VIP sono sempre stati all'ordine del giorno, ricorda sempre con piacere (stavolta nella data di ieri cioè l'arrivo effettivo dei quattro) quella giornata del doppio concerto, pomeridiano e serale, dei Beatles e lo fa con rassegne musicali ed eventi dove la musica naturalmente è il piatto principale e a tal proposito posto anche la simpatica locandina del 2015 dove venivano utilizzati i disegni della serie animata.


Sempre in tema "genovese" è questa VERSIONE IN DIALETTO LIGURE di Yesterday (dopo quella NAPOLETANA) ad opera di Franco Bampi, che purtroppo non posso postare in una qualità migliore perché non si trova.

Forse meno avversa contro i "capelloni" rispetto alla STAMPA MILANESE , la Superba Genova ricorda un grande entusiasmo del pubblico seppure seduto composto e senza crisi isteriche, mentre per i Ramones negli anni 80 eravamo lì, nello stesso identico posto, ma tutti in piedi a pogare, altroché seduti.

Ma, lo dico sempre che sempre di musica si tratta e musica da vivere standoci "dentro". 

martedì 24 giugno 2025

I BEATLES ALLA CONQUISTA DELL'ITALIA

 Era il 24 giugno del 1964 e a Milano quel giorno di sessant'anni fa viene ricordato come quello in cui i Beatles si esibirono per la prima volta in Italia al Velodromo Vigorelli.


Altre due città, Genova e Roma, verranno toccate dai quattro di Liverpool con depistaggi creati ad hoc per deviare i fans, tipo i falsi binari di arrivo del treno dato che incredibilmente si spostavano con quel mezzo di trasporto. 
Incredibile magari per oggi, ma già l'anno prima nel film TUTTI PER UNO (A Hard Day's Night) c'era una scena con loro quattro più il nonno di Paul in viaggio sul treno. 
A Gianni Minà spettó il compito di fare 
gli onori di casa e i ragazzi oltre alle interviste fecero, da bravi turisti, anche tutta una serie di scatti con sullo sfondo il Duomo Di Milano.

Due i concerti di poco più di mezz'ora per ogni data, uno al pomeriggio e uno alla sera, con l'apertura affidata ad alcuni artisti in carico alla Carish, casa discografica dell'epoca, fra i quali Peppino Di Capri, Fausto Leali e Maurizio Arcieri futuro KRISMA che all'epoca era con i New Dada, e qualcuno di loro gonfierà pure la cosa dicendo "ho suonato con i Beatles" come se avessero fatto una jam session collettiva. 
Comunque era un altro modo di considerare i concerti già con le due esibizioni giornaliere, con un continuo brulicare di persone dell'entourage intorno al palco, e poi per la breve durata, nonché per i prezzi che partivano da 750 lire fino a 3000 lire per i posti migliori.

Per chi c'è stato, se chiedete in giro, è rimasto comunque un bel ricordo emozionante nella sua mente e anzi so di gente che ne parla come di un fracasso esagerato del pubblico che copriva la musica anche perché i sistemi di amplificazione non erano come quelli attuali che ti rivoltano le budella. 
Tuttavia la stampa, che partiva già con qualche pregiudizio sui "capelloni", tendeva a minimizzare tutto e non si disse molto entusiasta dalle risposte che i Beatles diedero ai giornalisti, come fece lo stesso anche la Rai che non si prese la briga di riprendere l'evento che "tanto di questi qui presto non si ricorderà più nessuno" (ma quante ne sanno certi capoccioni). 
E qui infatti si dovrebbe verificare quanto c'è di vero nel dichiarato dai giornalisti sulla "tiepida accoglienza" del pubblico italiano dato che i numeri di allora dicono il contrario e che tante volte anche adesso si raccontano balle solo per fare il titolo d'effetto come QUELLA VOLTA che pareva che Blanco fosse caduto rovinosamente dal palco e invece...
Se poi, sempre qui, apriamo una parentesi, si potrebbe parlare dei sold out esaltati dalle testate giornalistiche (argomento d'attualità),

ma falsi e che riguardano i concerti recenti dei big, cioè biglietti costosissimi rimasti in realtà invenduti e regalati dal management per riempire lo stadio sennò l'artista fa brutta figura ad esibirsi per poche centinaia di persone. 
Eh..., ma allora qui si finirebbe a parlare male di grossi nomi dove tutto viene abilmente pilotato? 
Possibile? 
Posso dire personalmente di essere stato alla fine degli anni 80 dietro le quinte di una manifestazione musicale dove c'erano alcuni artisti esordienti e un nome mooolto big di punta che però rifiutava di esibirsi se non vedeva il palatenda pieno, e così lui personalmente ha fatto entrare gratis decine e decine di persone alla faccia di chi aveva pagato il biglietto che comunque aveva di suo un costo ancora molto contenuto.

Ma non voglio far nomi perciò chiudo la parentesi, anche perché oggi si parla delle tre date dei Beatles (la foto qui sopra è stata scattata al palasport di Genova ben noto per la pessima acustica essendo circolare) documentate solo su un 45 giri registrato live pare proprio a Milano (e introvabile) per i quattro quasi esordienti che piano piano sarebbero diventati, insieme ai Rolling Stones, dei veri miti della musica, riferimento per ogni artista negli anni a venire. 
E non sono affermazioni mie a vanvera... questa è storia. 

sabato 21 giugno 2025

60 ANNI PASSATI A NON ESSERE SODDISFATTI

 Un disco con un grosso errore grammaticale può diventare un mito, un manifesto, anzi magari è proprio la canzone che ti fa pensare ai Rolling Stones.


Si tratta naturalmente di (I CAN'T GET NO) SATISFACTION, dove l'errore sta nel fatto che in una frase così si dovrebbe dire "any" satisfaction, sennò così com'è scritto si ha una doppia negazione che, come i prof. insegnano, porta ad un'affermazione. 
Ma siamo nella musica ovvero la moderna poesia e certe licenze capitano anche adesso come nel singolo di Alfa con (di nuovo) un titolo errato, cioè A ME MI PIACE,

canzone che sfrutta un campione di Me Gustas Tu di Manu Chao e anche la sua partecipazione, e che, come canta il ragazzo genovese, detto così rende l'idea in maniera molto più efficace. 
Ma torniamo invece alla band di Jagger & Richards (poiché sono loro gli autori di tutte le loro canzoni escluse le numerose cover) che il 4 giugno del 1965 vedeva pubblicato proprio quel singolo, però stranamente solo negli U.S.A., poiché la Decca (quella che si era fatta scappare i Beatles) stava già preparando un loro EP e l'uscita della canzone sul mercato avrebbe provocato un contrasto nella promozione. 
Così per il Regno Unito tale uscita fu rimandata al 20 agosto. 
Si racconta che dopo la pubblicazione e la conseguente scalata delle classifiche ci fu un enorme incremento della vendita del FuzzTone Gibson,

cioè l'effetto che Richards aveva usato sulla chitarra per creare quel particolare suono che, nella sua testa, doveva imitare delle trombe, e anzi le avrebbe volute sovraincise. 
Andando ancora più dentro la canzone, come accadde per YESTERDAY scritta da Paul McCartney più o meno nello stesso periodo, anche Keith avrebbe sognato il riff mentre dormiva, così l'ha registrato in fretta su un nastro dopodiché si è riaddormentato e sullo stesso nastro sono rimasti 40 minuti del suo russare che magari potremmo ascoltare in qualche raccolta postuma della band dove ci cacciano dentro tutto quello rimasto nei cassetti tipo la Anthology dei (di nuovo loro) Beatles. 
Fatto sta che quella canzone, che conta moltissime cover, è diventata la sigla finale dei concerti dei Rolling Stones che se non la fanno non li lasciano uscire vivi.
L'unica cosa da chiedersi adesso è se davvero in tutti questi anni qualche piccola soddisfazione non se la saranno tolta? 
Io direi proprio che se la son tolta eccome... 

sabato 14 giugno 2025

YESTERDAY... QUELLA CANZONE NAPOLETANA DI MASSIMO TROISI

 Era il 14 giugno del 1965 e quel giorno Paul Mc Cartney entrava solo soletto in sala di registrazione agli Abbey Road Studios, lui con la sola chitarra per registrare una canzone breve, ma che diventerà una delle più famose nel repertorio dei Beatles.


Si trattava di YESTERDAY, l'unica canzone dove non compare nessun altro dei Beatles dato che Lennon aveva solo dato un piccolo contributo al testo provvisorio che portava come titolo Scrambled Eggs ed era tutto giocato sul goliardico dicendo cose come "oh my baby how I love your legs" (ma rimarrà poi comunque firmata da entrambi) al punto che alla casa discografica venne il dubbio se fosse meglio pubblicarla come canzone solista di Paul dato che differiva molto dal genere dei Beatles e dell'album dove sarà poi inserita, cioè Help!, colonna sonora del film. 
Ma su questo dubbio Paul era irremovibile e voleva che restasse una canzone dei Fab Four, che di dividersi ancora non ci si pensava minimamente. 
Due furono le registrazioni della canzone durante una delle quali a Paul scappò una risatina perché aveva invertito due frasi e infatti venne scelta l'altra alla quale George Martin sovraincise poi un quartetto d'archi per renderla nella versione come tutti la conosciamo, ovvero lo stesso lavoro fatto, stavolta con un ottetto d'archi, su ELEANOR RIGBY

dove i Beatles mettono solo le loro voci (Ringo escluso) e forse pezzo ancora più anomalo dato che i quattro non toccano alcuno strumento (siamo già nelle sperimentazioni di Revolver). 
Si racconta che la melodia di Yesterday venne in mente a Paul durante il sonno, ma poi rimase tormentato dal dubbio che potesse essere qualcosa che aveva ascoltato e inconsciamente assimilato, così prima di mettersi al lavoro fece un vero e proprio sondaggio fra gli addetti ai lavori per capire se qualcuno riconoscesse in tale melodia un brano già noto. 
Qualcuno di recente infatti ha insinuato che ci sia una VECCHIA CANZONE NAPOLETANA molto simile a Yesterday e che non solo quella canzone dei Beatles avrebbe dei debiti verso la tradizione partenopea.


Tant'è che gli Shampoo incisero davvero quella canzone napoletana cantandone il testo sulla musica di Yesterday come si vede nel video qui sopra, video che confronta appunto diverse loro canzoni. 
Certo, è vero che nello spezzone si dice che Lennon ascoltasse molta musica proveniente da ogni parte del mondo, anche musica napoletana, ma il fatto è che John non aveva minimamente contribuito alla composizione della melodia. 
Oppure potrebbe essere che quella volta lì c'era anche Paul con lui e... 
O magari vuoi vedere che sarà stata mica colpa di MASSIMO TROISI quella volta che è finito nel passato?

Perché si sa che se vai nel passato e cambi anche una piccola cosa poi ci saranno enormi cambiamenti nel futuro (Doc Brown ne sa qualcosa). 
Insomma plagio o ispirazione, Yesterday rimane una delle canzoni più belle del mondo ed anche un bel FILM di Danny Boyle. 
E non lo dico solo perché adoro i Beatles. 

domenica 1 giugno 2025

SPINAL TAP II: THE END CONTINUES (NON È FINITA FINCHÉ NON È FINITA)

 Mentre c'è fermento per i nuovi quattro film che comporranno la quadrilogia sui Beatles diretti da Sam Mendez e che non mancherò di sicuro per il prossimo 2028, c'è un altro fermento certamente meno collettivo, ma comunque per cultori, riguardante Spinal Tap II: The End Continues,


ovvero il vero sequel dell'esilarante PRIMO FILM sempre diretto da Rob Reiner che narrava le disavventure di una band inesistente, ma che fra le altre cose era apparsa anche sul palco del Freddie Mercury Tribute. 
Intanto se conoscete il primo film capirete subito perché nel teaser trailer ufficiale "II" sia scritto in quel modo, e per ogni altro riferimento a quel film avevo già dedicato UN POST tempo fa, mentre per il nuovo sequel (quello vero, perché ce ne sarebbe un altro, ma non ufficiale e uscito solo per la tv) non ci resta che aspettare settembre alzando il volume degli ampli a 11 e oltre... 

lunedì 14 aprile 2025

RAMBO E I BLONDIE IN LUTTO

 Aveva raggiunto i 94 anni Ted Kotcheff, regista canadese, ma nei giorni scorsi purtroppo è mancato e la cosa un po' più triste è che forse pochi si ricorderanno che Rambo, l'icona bellica di Sylvester Stallone (arrivata dopo Rocky già uscito in precedenza) era nata al cinema proprio sotto la sua direzione, cambiando però drasticamente il finale del libro di David Morrell da cui era tratta la sceneggiatura (si dice per insistenza di Sylvester), ma finale che era stato girato anche in versione alternativa secondo la storia raccontata nel libro, seppure anche lì con una piccola modifica.


Ma torniamo a focalizzarci su Ted Kotcheff, partito come regista per la tv, che era poi passato al cinema ed il primo, insuperabile Rambo (First Blood) lo si può considerare il suo fiore all'occhiello  e possiamo vederlo infagottato in questa foto presa sul set con Sly in Canada, dove è stata girata la pellicola e sicuramente faceva un po' freschetto. 

Regista dotato di versatilità Ted, caratteristica che gli arrivava anche grazie al lavoro televisivo, e che infatti poi in seguito cambierà completamente registro (e clima) buttandosi sulla spiaggia per la commedia nera di Weekend Con Il Morto (solo il primo), comunque anche quello un film azzeccato perché divertentissimo e con un'idea pure scopiazzata da altri in altre occasioni, ma il più delle volte MALAMENTE
Anche nella musica abbiamo un lutto con Clem Burke, ex batterista dei BLONDIE

(qui sopra nella foto vintage, dove sembra Paul McCartney, infatti è con Debbie Harry) morto a 70 anni per un cancro e che, dopo lo scioglimento della band, ha collaborato con tanti altri artisti come Joan Jett, Iggy Pop, persino con i RAMONES, con i quali condivideva il debutto al mitico CBGB, adottando lo pseudonimo di Elvis Ramone secondo la regola della band che imponeva ad ogni musicista che ne facesse parte di farsi chiamare Ramone, e batteristi i Ramones ne hanno cambiati molti, ma, per fortuna, non per gli stessi motivi degli SPINAL TAP
Goodbye Ted & Clem (o, se vogliamo, Elvis). 

martedì 1 aprile 2025

OCCHIO ALLO SCHERZO!

 Primo d'aprile e tempo di scherzi (o pesci) più o meno riusciti.


Scherzetti che vengono talvolta fatti anche nella musica piazzando ad una canzone un titolo furbetto che ti ricorda qualcos'altro (ma solo il titolo perché poi il testo parla di tutt'altro) come hanno fatto i Pooh con LASCIA CHE SIA, ovvero la traduzione del Let It Be di beatlesiana memoria,

Claudio Baglioni con A MODO MIO, cioè la traduzione di My Way, il manifesto di Frank Sinatra (ma anche di Sid Vicious) scritta da Paul Anka, e canzone del cantautore romano tratta da E Tu..., bellissimo album arrangiato dal mitico VANGELIS,

i Matia Bazar di SOLO TU che prendono in prestito il titolo (ripeto, sempre e solo il titolo) dai Platters di Only You (più avanti lo faranno anche gli Yazoo comunque),

Antonello Venditti che con SETTEMBRE fa il doppio colpo riprendendo lo stesso titolo di una vecchia canzone di Peppino Gagliardi (chissà chi se lo ricorda?) e un'altra funky dance più recente degli Earth Wind & Fire cioè September,

Eugenio Finardi che per LA FORZA DELL'AMORE mette in mezzo un titolo già usato da Huey Lewis & The News per UN FILM (credo) abbastanza famoso e dai Frankie Goes To Hollywood, su quegli accordi presi da Baba O'Riley degli Who che senti nella sigla di C.S.I. NY,

fino ai Dik Dik che rievocano Help dei Beatles aggiungendo un semplice pronome al verbo così diventa HELP ME, una canzone la cui storia raccontata pare invece Space Oddity di Bowie, ma vista da chi è rimasto a terra.

Scherzetti o furbate che siano, però le canzoni originali citate e quelle con il titolo copiato sono comunque entrambe bellissime, per fortuna.
E gli esempi che ho portato sono ancora pochi, anzi se a chi sta leggendo viene in mente qualcosa, ben venga. 

venerdì 14 febbraio 2025

UN SAN VALENTINO CON I BEATLES E I LORO SIMILI

 Buon San Valentino a tutti, belli e brutti.


Certo è che una delle canzoni a cui si pensa quasi subito per la festa degli innamorati è ALL YOU NEED IS LOVE dei Beatles, anche per colpa di quella ben nota trasmissione che era Stranamore condotta dal compianto Alberto Castagna e programma che mica sempre si risolveva a baci e sorrisi, anzi sono rimaste scolpite nella storia televisiva alcune figure di palta che alcuni sostengono siano state delle messeinscena create ad hoc, prassi spesso ricorrente in certi spettacoli. 
Ma voglio oggi ricordare quella famosa canzone però anche in una VERSIONE un po' diversa inclusa dalla band Echo & Bunnymen nel loro album Ocean Rain,


quello che conteneva la meravigliosa The Killing Moon che se avete visto DONNIE DARKO (e DOVETE averlo visto) conoscete perché apre il film.
Qui la band di Ian McCullock, che se la canta anche fin troppo sciallo, rivede anche quella ritmica bizzarra in 7/4 dell'originale rendendola invece regolare, ma perdendo così quel tocco particolare che Lennon aveva messo nella canzone proprio per sorprenderti e che è in realtà tutta sua anche se, per gli accordi fatti tra i due leader, risulta anche di Paul McCartney. 
In coda poi gli Echo & The Bunnymen ci mettono un po' di Dylan citando pure Like A Rolling Stone, mentre i Beatles la finivano cazzeggiando con frasi di Yesterday e She Loves You.

Molto più fedele a quella originale invece era una praticamente sconosciuta versione italiana del 1967 fatta da I Soliti Ignoti (non so assolutamente chi fossero i componenti, infatti sono "ignoti") dal titolo CERCHI SOLO AMORE, che mantiene tutto dei Beatles con pure il testo, scritto da Mogol, che rimane simile ad una traduzione letterale. 
Viene cambiata solo l'introduzione non affidata alla fanfara, ma ad un Hammond che suona comunque La Marsigliese. 
Questa canzone stava sul lato B del 45 giri dove, per non farsi mancare nulla, sul lato A c'era la cover di With A Little Help From My Friends, sempre seguendo la versione originale dei Beatles. 
E ancora buon San Valentino!!! 

venerdì 10 gennaio 2025

QUELLA CANZONE MI RICORDA QUALCOSA...

 Tramite un parente acquisito grazie ad una mia cugina che si era maritata con un personaggio avventuroso sempre in giro per il mondo, verso la fine degli anni 70 avevo scoperto un po' di musica che non conoscevo ancora e che potevo ascoltare sul suo compatto Philips, 


oggetto che ai cultori dell'hi-fi faceva certamente ribrezzo perché aveva degli altoparlanti biconici invece delle tre vie necessarie per assaporare la completa gamma di frequenze emesse, ma quello c'era (lo so che chi ha avuto in casa tali apparecchi non lo ammetterà mai nemmeno sotto tortura) e per me era pur sempre superiore al piccolo registratore K7, sempre della Philips, in mio possesso. 
La musica che per me era allora ancora da scoprire era quella racchiusa nei vinili della signora Joni Mitchell, degli elettrici THE BYRDS, e inoltre ho approfondito conoscenze che già gravitavano nel mio mondo tipo Elton John, di cui avevo solo un 45 giri, Cat Stevens, i primissimi Bee Gees, i Beatles (avevo raccontato TEMPO FA anche della loro cassetta col nastro riparato) e The Shocking Blue, cioè quelli originali di Venus che le Bananarama hanno poi fatta loro negli anni 80 (e che molti pensano invece che sia tutta farina del loro sacco).

Fra quelli che invece mi erano completamente sconosciuti c'era il trio folk statunitense Peter, Paul & Mary, battezzati così con i loro nomi come più tardi si firmeranno anche Crosby, Stills & Nash (ma loro coi cognomi), e specializzati soprattutto nelle cover di Bob Dylan, ma con all'attivo anche quella IF I HAD A HAMMER scritta da Pete Seeger e portata al successo da Trini Lopez, e che inoltre in Italia sarebbe diventata Datemi Un Martello cantata dalla tutto pepe Rita Pavone con un testo che perdeva ogni riferimento politico.

Del trio purtroppo è mancato nei giorni scorsi Peter Yarrow, 86 anni, per un tumore alla vescica, e quindi adesso rimane solo Paul dato che anche Mary se n'era andata nel 2009.
Un'altra curiosità sul trio è che nel 1960 usciva il loro primo album che conteneva STEWBALL, una classica canzone tradizionale folk che dalle prime strofe dovrebbe ricordare a tutti qualcosa che magari avete riascoltato proprio sotto le scorse festività.

Si, infatti è identica a HAPPY X-MAS (WAR IS OVER) di John Lennon, ma all'epoca non erano nemmeno ancora nati (artisticamente) i Beatles, perciò quello di John si può dire che fosse stato un plagio bello e buono, senonchè, siccome quel brano, essendo tradizionale, non era gravato da diritti d'autore, Lennon dichiarò poi di essersi solo "ispirato" a tale canzone e quindi non se ne fece nulla.

Anche Rino Tommasi ci ha lasciato a 90 anni. 
Il giornalista e commentatore sportivo televisivo era noto soprattutto per boxe e tennis.

Non solo addii comunque oggi poiché compie i suoi bei 80 anni Rod Stewart di cui ho parlato proprio pochi giorni fa per quel suo FAMOSO RECORD.

Quindi auguri Rod e addio Rino e Peter. 

mercoledì 11 dicembre 2024

80 ANNI? MA CHE... SCHERZI?

 So che sulle prime può sembrare impossibile, ma quel ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, oggi compie 80 anni.


Sto parlando naturalmente di Gianni Morandi che dalla sua deve avere fatto una specie di patto col diavolo dato che conosco dei cinquantenni che sembrano più vecchi di lui, e, senza andare troppo a cercare in giro, un esempio è suo figlio Marco.

Sarà grazie ad una vita sana, senza mai uno scandalo (anche grazie ad una buona tinta per capelli eh, parliamoci chiaro) e anche grazie ad una grande forza interiore che gli ha consentito di superare pure certi brutti incidenti per i quali lo abbiamo visto fino a poco tempo fa con una mano sempre fasciata e non era certo per imitare Michael Jackson,

che il Gianni a fare il moonwalk non ce lo vedo proprio. 
E Gianni è tuttora in rotazione nelle radio grazie al nuovo singolo L'ATTRAZIONE

scritto per lui da Jovanotti. 
Brano che per fortuna non è una di quelle collaborazioni bislacche che alcuni suoi illustri colleghi (MINA) hanno provato a fare entrando nel mondo della trap, mentre invece Lorenzo mostra di trovarsi perfettamente sulle corde del cantante di Monghidoro con il quale è da tempo nata una grande amicizia (anche il MONTECRISTO di Jovanotti comunque non è per niente male, devo dire). 

Certo, il suo periodo di quasi oblio c'era stato, ma ha saputo rinnovarsi e da lì sono nati dischi in collaborazione con Mogol e poi lo abbiamo visto e sentito in duo con Lucio Dalla, quindi anche con Claudio Baglioni.
Se questo non è essere un mito vivente , ditemi voi cos'è. 
È proprio il caso di dire che UNO SU MILLE ce la fa.

Auguronissimi Gianni!!! 

sabato 31 agosto 2024

OASIS: CHI VUOLE SCOMMETTERE?

 Era dal 2009 che i due fratelli Gallagher non si parlavano più dopo liti avvenute anche sul palco davanti agli spettatori. Ma dopo tante voci e un teaser apparso sui social, la cosa sembra ormai ufficiale e gli OASIS tornano insieme.


Beh attenzione, non subito così da un momento all'altro, ma con calma e ponderazione, due parole che messe lì vicine ai due fratelli sembrano degli ossimori. 
Personalmente i due irlandesi, che come Oasis quest'anno ad aprile hanno COMPIUTO 30 ANNI, a me sono sempre piaciuti molto e nelle loro canzoni ci ho trovato dentro sempre tanto spirito beatlesiano,

anche arrivando alla citazione vera e propria nell'intro di DON'T LOOK BACK IN ANGER o addirittura nel testo di D'YOU WHAT I MEAN (una delle mie preferite in assoluto) che dice papale papale "The fool on the hill and I feel fine", con Liam che nel video canta con uno scazzo nemmeno troppo simulato dato che magari aveva davvero litigato con Noel pochi secondi prima di girare. 

Comunque se si ha la pazienza di aspettare, come diceva Robert De Niro rivolto a Stellan Skarsgard in RONIN, arriveremo noi e loro all'evento. 
Sarà infatti il 2025 a sancire l'effettivo ritorno dal vivo degli Oasis con 14 concerti nel Regno Unito e in Irlanda fra Luglio e Agosto con due date consecutive per ogni location. 
Dalle ore 10.00 di stamani sono in vendita i biglietti, ma sarà una specie di salto nel buio per chi li acquisterà, dato che dovrà passare quasi un anno prima di avere la certezza assoluta che i due saranno davvero presenti sul palco andando d'amore e d'accordo.
Beh magari quest'ultimo punto potrebbe anche non essere così essenziale vista l'offerta economica che i fratelli Gallagher hanno ricevuto per tornare insieme, con tanti che già scommettono che tutto andrà in fumo. 
Cioè pare di rivedere La Grande Truffa Del Rock'n'Roll con Malcolm McLaren che stipulava contratti a raffica per i suoi Sex Pistols con diverse etichette discografiche per dischi e concerti, contratti che poi venivano annullati dalle majors contraenti per paura dei disordini che i quattro scatenavano, ma facendo però incassare le penali al furbo manager. 
Money makes the world go 'round... and brothers come back together too...?

lunedì 12 agosto 2024

WOODSTOCK 2 COMPIE 30 ANNI

 Woodstock, oltre ad essere una città degli Stati Uniti, è legata a quel festival di musica e amore (e qualcos'altro) che ci riporta ai tempi dei figli dei fiori, capelli lunghi, pantaloni a zampa e simbolo della pace in bella vista.


Chi più chi meno ha visto il film concerto che però non mostra proprio tutti quelli che c'erano, ma va bene lo stesso anche se molte volte la qualità dell'audio non è esattamente perfetta. 
Rimane mitica in quel festival del 1969 l'esibizione di Joe Cocker con WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS, cover di una canzone dei Beatles che diventa mille volte migliore dell'originale per un Joe che aveva solo 25 anni (!!!), ma ne dimostrava quasi il doppio.

Beh, dopo 25 anni a qualcuno venne l'idea di rinnovare l'evento che, anche se porterà sempre il nome di Woodstock, sarà locato invece ad una decina di chilometri dalla città. 
Evento che doveva essere tenuto il 13 e 14 agosto del 1994, cioè soli due giorni come scritto sul poster ("2 more days" che si aggiungevano idealmente ai tre del 1969), ma, a grande richiesta, venne aggiunta anche la data del 12, quindi alla fine è oggi che cade l'anniversario del secondo Woodstock. 
Fra i pezzi grossi del Woodstock originale tornavano in questo "sequel" alcuni nomi come appunto Joe Cocker e Crosby Stills & Nash, mentre si aggiunsero altri invece della scena musicale più recente come i Cranberries, i Primus, i Nine Inch Nails e i Green Day, come pure degli altri veterani tipo Aerosmith, Bob Dylan (che aveva rifiutato la prima edizione) e Peter Gabriel. 
Anche stavolta il tempo, come tradizione, mise la sua firma funestando con un mega acquazzone il concerto e riducendo il terreno ad una massa di fango che ispirò il pubblico a fare una battaglia a fangate in faccia mettendo in mezzo pure i GREEN DAY che stavano sul palco.

Stessa sorte anche per altri che si sono dovuti esibire quel giorno e certo non dev'essere stato divertente per la strumentazione. 
Stavolta oltre a Joe Cocker c'era anche il nostro tarocco italiano Zucchero, mentre i Guns'n'Roses rifiutarono (ma Slash ci andò lo stesso per suonare con Paul Rodgers) e stessa cosa per i Kiss che volevano presentarsi con Ace e Peter per fare una reunion storica, ma questi ultimi, nonostante una buona offerta economica da parte di Gene e Paul, dissero no, per cui non se ne fece niente.
Purtroppo sono solo i Pooh che riescono a fare le reunion così a comando, e a me fa pure piacere perché, nonostante Camillo (Roby Facchinetti) faccia ormai un po' tanta fatica a tenere le note alte come faceva invece in scioltezza 50 anni fa, le loro canzoni e i loro spettacoli sono sempre benvenuti. 
Per la prossima edizione di Woodstock allora invitiamo anche loro?
Non sarebbe nemmeno così strano poiché i Pooh, racconta Red Canzian, fecero il loro primo tour americano quando l'ex Capsicum Red (band prog dove invece il ragazzo suonava la chitarra) fece l'ingresso in formazione, e ironizza dicendo che così avrebbero provato il nuovo bassista lontano dall'italia e se non fosse andato bene lo avrebbero lasciato là.
Come sono andate le cose invece lo sappiamo tutti e meno male che è così. 

domenica 21 luglio 2024

DOCTOR WHO: SEMPRE AVANTI NEL FUTURO E INDIETRO NEL PASSATO

 La nuova rigenerazione di Doctor Who (perché se siete dei whovians non si parla di semplice serie, ma appunto rigenerazione) mi ha confermato la caratteristica peculiare del nuovo Dottore che negli anni 80 ai tempi di Tom Baker era un cappello floscio e una sciarpa multicolore, mentre con David Tennant c'erano gli occhiali sul naso e le Converse ai piedi, con Matt Smith il fez e il papillon, con Peter Capaldi i Rayban Wayfarer e la chitarra elettrica, come per JODIE WHITTAKER era l'essere per la prima volta donna e vestita da Sbirulino.


Qui con Ncuti Gatwa la caratteristica è che si tratta del primo Dottore di colore e che inoltre cambia outfit in ogni episodio, spesso anche più volte, mentre tutti i predecessori avevano un guardaroba piuttosto limitato. 
La cosa di cambiare abito invece era spesso compito riservato alle companion come Clara Oswald vista anche in outfit vittoriano (splendida, ma molti non l'hanno amata granché). 
Insomma c'è aria di rinnovamento ma anche di rimandi al passato perché il Giocattolaio che viene nominato e apparso negli speciali con Tennant, era stato un villain delle epoche passate, per la precisione nella terza stagione inedita in Italia, e anche il Maestro visto nell'episodio con i Beatles senza talento (dai, non ditemi che non avete pensato a YESTERDAY di Danny Boyle) ha qualche legame con quel cattivo.

Attore quello che fa il Maestro che è il vincitore del Ru Paul's Drag Race, e ottenere una parte di villain in una serie così importante direi che è davvero un premio di valore. 
Ma non è tutto oro quello che luccica perché sono state tante anche le critiche verso questa nuova gestione tornata in mano a Russell T. Davies, perché qualcuno ci ha visto dentro troppa mano disneyana. 
Certo rispetto alle trame confuse e cervellotiche di Chibnall, qui quasi sempre si svolge tutto in maniera abbastanza lineare, forse troppo per i detrattori. 
Ci sono, disseminati per gli episodi, anche degli indizi buttati lì come la misteriosa signora che ogni volta fa un cameo o anche una parte abbastanza fondamentale, o anche la TRASFORMAZIONE momentanea in aliena di Ruby Sunday, la nuova companion, all'inizio del primo episodio per aver modificato leggermente una linea temporale, 


il che fa pensare che la ragazza, adottata da neonata, possa non essere così come sembra. 
Ma forse questi detrattori di cui sopra speravano di vedere una nuova AMERICAN HORROR STORIES
Diciamo che la tensione e il mistero ci sono anche qui in uno splendido episodio dove il Dottore scompare e tutto rimane in mano a Ruby alle prese con una davvero inquietante presenza che l'accompagnerà per tutta la vita (grande, grandissimo episodio!!!).

E poi si cerca di far capire che per non lasciarci le penne è meglio staccare un po' dai social, quindi si fa un giro furbetto persino in BRIDGERTON (o così sembra) dove parte anche un bacio malandrino, ma non posso dire fra chi. 
La stagione è formata da soli otto episodi e il suo finale è la sola cosa che mi ha lasciato perplesso (perché tutte le cose buttate lì su Ruby, se poi i due si dovranno separare senza risposte?) e anche un pochino annoiato con tutti i pensieri del Dottore sul fatto che dove passa lui porta solo dei danni, manco fosse Frank Drebin, e inoltre, non so voi, ma io ci ho visto anche un po' troppo di Avengers: Infinity War e ENDGAME e la faccenda del "blip" dentro.

Si, un po' di brivido capita anche, ma nelle giuste dosi perché bisogna pensare che Doctor Who ai suoi albori era una serie nata proprio per i bambini come ci piace essere a noi che lo guardiamo, e non necessariamente Space Babies (citazione del primo episodio dove, fateci caso, l'ho già detto in un altro post, già c'è qualcuno di Bridgerton), cioè un format ideato per spiegare ai teneri virgulti, in un modo divertente, certi argomenti scientifici e storici senza andare sul "pesante". 
Eh già, perché poi magari l'altro famoso Doc (attenzione che al nostro Dottore del tempo non piace essere chiamato così), cioè Emmett Brown avrebbe pensato che noi del futuro potremmo avere dei problemi con la gravità... 

sabato 6 luglio 2024

BEATLES, LED ZEPPELIN E GENESIS UNITI NELLO STESSO FILM (CON ANCHE 007)

 Sabato beatlesiano oggi perché esattamente 60 anni fa usciva nelle sale britanniche A Hard Day's Night, il primo film con i Beatles diretto da Richard Lester e che arriverà da noi con il titolo Tutti Per Uno, con una locandina italiana che sarebbe da denuncia per la bruttezza dei ritratti dei quattro.


In effetti ne avevo già parlato all'incirca una settimana fa ricordando L'USCITA in anteprima del vinile con la colonna sonora del film, ma senza mettere nemmeno una canzone dei Fab Four, quasi come succedeva in quel film su John Lennon dal titolo NOWHERE BOY.

Oggi invece recupero qualcosa come la TITLE TRACK perché intanto non sono quella canaglia di James Bond e ascoltare i Beatles, al contrario della famosa spia, a me piace sempre, mentre lui nella nota scena di Goldfinger era abbastanza esplicito nei loro riguardi, ma, aggiungo io, senza motivo senonché entrambi i film erano un prodotto della United Artists dello stesso anno e quindi citare i quattro in quel modo ironico potrebbe essere stata anche una furbetta manovra promozionale dato che il romanzo di Fleming è del 1959 e quindi tale frase nel libro ovviamente non c'era perché i Beatles ancora non erano nati. 

E aggiungo anche qualche altra gustosa curiosità in più, come che nel film si sente suonare anche Jimmy Page in ben due momenti, uno sul treno tramite una radiolina che Ringo accende per un attimo, e poi il futuro Led Zeppelin suona la chitarra ritmica durante RINGO'S THEME che altro non sarebbe che la versione strumentale di This Boy, canzone che accompagna sempre Ringo in giro da solo per Londra.

Una simpatica curiosità sull'attore Wilfrid Brambell è che, nonostante facesse la parte del nonno di Paul, all'epoca aveva solo 52 anni, ed è anche da notare (se ci riuscite) il cameo di un giovanissimo tredicenne Phil Collins, che all'epoca ovviamente non era ancora il batterista dei Genesis, e che appare tra il pubblico che assiste al concerto dei Beatles.

Concludo il post di oggi esattamente come il film, cioè di nuovo con la canzone che dà il titolo alla pellicola e che alla fine si riascolta sulla scena di chiusura coi ragazzi che partono in elicottero e sui consecutivi TITOLI DI CODA che in questo caso non sono dei semplici nomi che scorrono su fondo nero come siamo abituati oggi, e il fatto che ci siano stati dei titoli di coda era cosa molto rara nei film dell'epoca dove invece si tenevano più in considerazione quelli di testa come 007 (eccolo che torna) ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica.


mercoledì 26 giugno 2024

A HARD DAY'S NIGHT, FILM E SOUNDTRACK

 60 anni fa, ovvero il 26 giugno del 1964, i Beatles pubblicavano in nordamerica l'album A Hard Day's Night che da noi invece arriverà il mese dopo.


L'edizione USA era leggermente differente nei brani contenuti, ma entrambe erano la colonna sonora del film omonimo con ovviamente quella canzone aperta dall'accordo misterioso il cui titolo derivava da una battuta di Ringo come avevo raccontato con dovizia di particolari QUI
Pellicola che in Italia era chiamata Tutti Per Uno!, girata in bianco e nero e proiettata anche nei nostri cinema, ma io non l'avevo vista in sala, anzi l'ho recuperata solo moltissimi anni dopo. 
Nel film i Beatles sono doppiati in italiano da Cesare Barbetti (John Lennon), Massimo Turci (Paul McCartney), Oreste Lionello (George Harrison) e Pino Locchi (Ringo Starr), quindi una serie di voci di tutto rispetto con due in particolare (Cesare e Pino) che più avanti faranno parlare in italiano anche Roger Moore e Tony Curtis in ATTENTI A QUEI DUE
Era il primo film dei Beatles ed era diretto da Richard Lester che tornerà a lavorare con i quattro anche per Help! stavolta a colori, e che fu per me quello il loro primo film (se escludiamo il cartone animato Yellow Submarine), ma visto in tv in un ciclo dedicato proprio al regista britannico, ed anche del cineasta ne avevo già parlato molto tempo fa QUI

mercoledì 5 giugno 2024

GIOCHIAMO A SCOVA L'INTRUSO CON I BEATLES

 "Mannaggia che sfiga", avrà pensato tradotto in inglese Ringo Starr quel giugno del 1964 quando tutto era pronto per l'inizio del tour dei Beatles che partiva da Copenaghen il 4 di quel mese e lui era invece ancora a Londra costretto a letto da una tonsillite dopo che nei giorni prima era svenuto durante le pose per alcune foto promozionali a causa della febbre alta.


Viste le sue condizioni e il legame di amicizia che c'era fra di loro, i Beatles, in particolare George Harrison, avrebbero voluto rimandare le date per attendere la guarigione del batterista, ma Brian Epstein, il manager, invece decise di farlo sostituire da Jimmy Nicol, un drummer dell'ambiente del rock'n'roll che cominciò quindi una estenuante sessione di prove per imparare i brani da suonare, e per fortuna sua allora erano concerti solo di mezz'ora, non come quelli di Bruce Springsteen che adesso sta sul palco bello bello per tre ore filate.

Ad ogni domanda che i Beatles facevano per sapere poi le condizioni di Ringo, la risposta era sempre "He's getting better", cioè "Sta migliorando" e si dice che quella frase sia rimasta così in testa a Paul da fargli partorire un brano che troverà posto anni dopo in Sgt. Pepper, ovvero proprio GETTING BETTER,

titolo dato anche al libro del blogger Leonardo Tondelli dove l'autore commenta, valuta e cataloga le 250 migliori canzoni dei quattro, ovviamente a suo parere, e lo sappiamo bene che quando si parla di questa band ogni fan ha i suoi brani preferiti che molto spesso sono quelli scritti da George Harrison il quale, come da accordi, poteva contrastare l'egemonia di Lennon & McCartney con una sola canzone per ogni album.

Ma torniamo a Jimmy Nicol, il protagonista di oggi che attualmente ha 84 anni e che partiva allora 60 anni fa travestito da Ringo Starr indossando quegli abiti creati da PIERRE CARDIN, suonando per cinque date del tour fino a quando, il 14 giugno a Melbourne, dietro alla batteria torna il legittimo proprietario a riunirsi con i compagni.

Jimmy racconta anche di aver avuto un apprezzamento da parte di John Lennon, il quale gli avrebbe detto in confidenza che, a suo parere, suonava meglio di Ringo, ma purtroppo i giochi erano già fatti. 
Da allora il titolare Ringo non ha più mollato le bacchette dei Beatles, nemmeno in quel periodo di crisi (anzi lui era sempre il primo a presentarsi alle prove) che porterà poi allo scioglimento raccontato da Peter Jackson nella splendida serie GET BACK
Scioglimento però che a volte pare non sia mai avvenuto, perlomeno per me, perché mi basta mettere su un qualsiasi loro disco, tipo QUELLO NUOVO uscito verso la fine dello scorso anno, e loro ci sono, ancora lì tutti insieme.

PER VIVERE INSIEME FELICI E CONTENTI, COME NELLE FAVOLE

 Chi non conosce  HAPPY TOGETHER dei The Turtles, magari nella versione italiana dal titolo  PER VIVERE INSIEME cantata dai Quelli, ma an...