Tempo fa ho visto The One, film russo del 2022 che dai primi minuti ti parte con una tremenda tragedia aerea che lì per lì pensi "ma come? Già finisce tutto?".
E invece non è così perché all'incidente avvenuto lassù a 5000 metri sopravvive incredibilmente solo una donna, sposina fresca di luna di miele, con il solo problema che adesso si ritrova in un luogo totalmente inospitale e dovrà cercare di sopravvivere in attesa di eventuali soccorsi.
La storia è vera (il fatto era accaduto nel 1981) anche se romanzata e ti tiene col fiato sospeso fino alla fine con il solo problema che, dopo quell'inizio col botto (nel vero senso della parola) il ritmo cala parecchio, ma per fortuna stavolta non siamo ai livelli dei film russi che proiettavano una volta nei cineforum aziendali tenuti dal Professor Guidobaldo Maria Riccardelli.
Aveva 82 anni Christian, che potremmo definire lo Julio Iglesias all'italiana.
Il cantante è deceduto dopo essere stato ricoverato per un'emoraggia cerebrale, e accostamento, quello con lo stile dell'ex portiere del Real Madrid, che ha rasentato spesso il plagio come nella sua DANIELA, praticamente un copia-incolla della famosa MANUELA. Il suo è stato uno stile mantenuto anche nelle altre sue canzoni così demodè negli anni 80, ma per questo adorate dalle signore più attempate, cioè le mamme dei figli che allora impazzivano per la new wave e il brit pop (esperienza vissuta personalmente).
Christian era stato sposato con la valletta di Domenica In, Dora Moroni,
e nella sua carriera ha contato sei partecipazioni al Festival di Sanremo con nessuna vittoria, ma la sua popolarità era arrivata anche all'estero grazie a quel suo stile e immagine da crooner d'altri tempi (notare nel video lassù il modo di tenere in mano il microfono).
Cosa quella dell'essere rivolti al passato che tuttavia, sempre negli anni 80 dominati dai synth, gruppi come Swing Out Sister, Matt Bianco e Simply Red hanno fatto diventare il loro marchio, ma puntando più sullo swing e il soul.
Tutt'altro mondo musicale invece quello di Danny Thompson deceduto ad 86 anni, contrabbassista e fondatore nel 1967 dei Pentangle, band folk rock britannica che prende il nome dal numero dei suoi componenti originari, ovvero cinque.
E adesso arriva il punto che il gruppo ha in comune con la nostra amata televisione e le serie (fosse oggi si parlerebbe di piattaforme), poiché la popolarità la raggiunsero nel 1970 con la canzone LIGHT FLIGHT che venne scelta come sigla della serie tv inglese Take Three Girls, inedita in Italia,
e anche per questo motivo la popolarità della band non è mai stata molto grande dalle nostre parti, ma, se siete stati lettori di CIAO 2001, potrete ricordare che su quelle pagine si parlava anche di loro come dei Fairport Convention e dei Weather Report.
Che poi sia meglio un genere o l'altro, questa è solo un'opinione dato che il gusto è soggettivo e tutta la musica è musica.
Mi ricollego ad un POST di qualche settimana fa in cui parlavo del nuovo James Bond, per ora solo in un videogame che giocando ne mette in scena le origini, mentre per il film vero e proprio che chi ama la saga, come il sottoscritto, sta aspettando, si parla del 2028 come in questa locandina-teaser.
Per la precisione si dice che uscirà a novembre e la regia, come si può capire anche se non è citato il suo nome, sarà di Denis Villeneuve.
Dal 2026 partiranno i casting nonostante tutte le millemila voci che ci sono state a riguardo con, fra i favoriti, Aaron Taylor Johnson e Patrick Gibson che lo incarna nel videogame (fosse per il regista infatti ci sarebbe più propensione per un attore sconosciuto), e comunque c'è anche da decidere chi darà il volto agli altri personaggi di contorno con le riprese che inizieranno nel 2027, e sembra confermato che lo script sarà un prequel di tutto quanto raccontato finora, con un agente ancora in formazione allora ancora capitano della marina britannica.
Entrambi i nomi quindi potrebbero starci anagraficamente poiché non è una cosa insolita che un attore interpreti un personaggio più giovane di lui.
Vabbè, non intendo certo come nel caso digitale di Harrison Ford nell'ULTIMO INDIANA JONES, certo.
Si è fatto un gran parlare durante questa settimana della diffida che Gianluca Grignani avrebbe mandato a Laura Pausini per il suo brano, cioè la cover di LA MIA STORIA TRA LE DITA, probabilmente perdendo così una grande occasione.
Il punto cruciale della discordia sarebbe l'aver modificato i versi ribaltando sostanzialmente il punto di vista della canzone, ma, secondo lo staff di Laura, sarebbe stato fatto tutto secondo le regole e i permessi (la proprietà del brano originale è della Polygram), e la canzone è stata incisa anche in spagnolo, inglese e portoghese, cosa che solitamente porta una popolarità internazionale all'autore, in questo caso a Gianluca, cosa di cui, francamente, il cantautore non ha mai goduto.
Certamente sarebbe invece da considerare e valutare la qualità dell' interpretazione della Pausini che, diciamolo chiaramente, non è fra le sue migliori, anzi conosco cantanti non professioniste che hanno doti maggiori della Laura, la quale ha certamente dalla sua un immenso lavoro di marketing che la promuove nei modi migliori, ma anche a vederla così per Grigniani lo stesso fattore promozionale, seppure di riflesso, non cambierebbe.
Tanto più che sta per uscire un nuovo disco di Gianluca (che vabbè, se è come le sue ultime sue produzioni lasciamo stare) e tutto questo astio mostrato in pubblico non giova moltissimo alla sua immagine già minata da una serie di eventi non proprio eclatanti, faccende personali, ma anche professionali con battibecchi sul palco verso i musicisti che lo stavano accompagnando live, cosa questa poi gonfiata, MONTATA AD ARTE da certi giornalisti infami per creare lo scoop.
A guardare indietro, non è la prima volta che un artista fa una cover di un brano altrui e lo personalizza cambiandone magari completamente il senso. Pino Donaggio, Umberto Tozzi, Domenico Modugno sono solo alcuni dei nostri artisti che hanno tratto giovamento vedendo i loro brani ricantati, in questo caso con un testo in inglese, ed esportati in tutto il mondo.
Proprio come ha fatto Laura Pausini con la canzone di Grignani.
Ma forse Gianluca ha di suo questa indole autodistruttiva che porta avanti ormai da anni perché dopo l'exploit del primo album (guidato dalla produzione di Vince Tempera, perciò come si deve) ha sempre poi voluto fare di testa sua e i risultati si sono visti con vendite molto più basse e popolarità sempre più in calo anche se molti definiscono La Fabbrica Di Plastica, suo secondo album, il suo capolavoro e ne avevo parlato QUI in occasione dei trent'anni del disco.
Nel mondo della musica, e lo dico come uno che fra radio e discoteche ci ha viaggiato un bel po' di tempo e tuttora gravita nel settore sotto altre forme (sono un po' mutante, si), se si vuole ricavare davvero qualcosa, bisogna scendere anche a compromessi magari anche scomodi, ma che mantengono vivo l'interesse del pubblico, sennò è un attimo che finisci a suonare in un pub davanti a dieci persone...
Ciò detto con il massimo rispetto verso chi lo fa davvero e anche con talento (come dicevo sopra, c'è gente pure più brava della Pausini), ma la frase era riferita a Gianluca che invece nel 1995 aveva trionfato pure al Festivalbar (non aveva vinto per un pelo, pare proprio per colpa di un EPISODIO accaduto per causa sua durante la finale), mentre adesso rosica soltanto.
Nel frattempo Zucchero ha compiuto i suoi bei 70 anni e li sta festeggiando con un paio di settimane abbondanti di concerti all'Arena di Verona.
Così... Per dire... Tutt'altro modo di vivere la musica.
Film brutti ce ne sono tanti in giro e chiunque ne sarà rimasto vittima sulle tante piattaforme che ci sono, però se in mezzo c'è Eddie Murphy la cosa diventa perlomeno eclatante ripensando a quando ogni vecchio film del nostro amico era invece un successo al cinema.
Adesso il Murphy ce lo troviamo in questo film su Prime Video diretto da Tim Story (quello dei primi due Fantastici 4 con Jessica Alba) dal titolo Il Blindato Dell'amore (The Pickup) dove appare anche qui Eva Longoria al 30 per cento della presenza (ma in effetti risolutiva) probabilmente per qualche contratto con Jeff Bezos.
Un film questo dove l'intenzione sarebbe di far ridere fondendo la cosa con un heist movie, ma le battute, spesso volgarotte, sono invece irritanti e manco fanno sorridere.
Per non parlare delle scene action dove ti ritrovi a vedere cose tipo da Squadra Speciale Cobra 11, giuro.
E non è la mancanza di Tonino Accolla a non far funzionare il film poiché nel QUARTO EPISODIO di Beverly Hills Cop
Eddie era già doppiato da Fabrizio Vidale come adesso, ma il film mostrava tutto un altro risultato.
La canzone di Cristina D'avena parlava di "tre ragazze bellissime", e le abbiamo, "tre sorelle furbissime", appunto, che "son tre ladre abilissime molto sveglie agilissime", che "con astuzia e perizia", ed unendo sempre "un poco di furbizia, riescon sempre a fuggire e nel nulla sparire".
"O-o-o Occhi Di Gatto, è questo il nome del trio compatto. Son tre sorelle che han fatto un patto" per scoprire la verità sulla morte del padre legata ad una galleria d'arte gestita da una tizia gnocca, ma molto cattiva che se non le vai a genio ci mette un attimo a puntarti la pistola contro e... Bang!
Tutto questo si vede nella serie di produzione francese Occhi Di Gatto in onda settimanalmente su Rai2, ma su Raiplay c'è già tutta la stagione completa. Rilettura del classico degli anime anni 80 con anche una giustificazione alle tutine indossate dalle tre ladre
che nella versione animata sembravano sullo stile delle famose tutine di Zelig molto care a MADAME VERDURIN, mentre nella versione giapponese Live Action (un film tv) avevano più un look da Catwoman burtoniana e ne avevo parlato QUI,
ed outfit replicato anche per le action figures che i collezionisti in vena di spendere cifre esorbitanti possono ancora trovare su Ebay.
L'outfit delle tre "gatte" qui invece si distacca dallo spandex, dal latex e dal fetish in generale, ed è proposto da una delle sorelle che lo usa, in diversi colori, per fare parkour e infatti quello che indossano sono sempre delle tute intere, ma fatte in un tessuto molto tecnico (se vogliamo, più sullo stile di Black Widow) ed è molto più plausibile piuttosto che in entrambe le versioni precedenti.
Meno plausibili sono le pazzesche abilità acrobatiche che le tre dimostrano con estrema disinvoltura
(ma magari hanno una qualche preparazione atletica che non sappiamo) e il fatto che nessuno le riconosca (coprono solo la bocca quando sono in presenza di altre persone) dato che anche qui c'è la relationship con il detective sempre con il rischio di far saltare la copertura.
Il prodotto è leggermente più orientato verso un pubblico adulto che magari adora cose come John Wick, ma con un po' di storia d'amore (melensa) dentro nonché un pizzico di inclusività sessuale, giusto per non far mancare nulla.
Dal Giappone tutto si trasferisce a Parigi, quindi sono cambiati anche i nomi, e tutto sommato non è male, lo ammetto.
Basta non pretendere troppo realismo.
E comunque, probabilmente se siamo arrivati a sto punto, la colpa è anche SUA😁.
Inevitabile, ma pur sempre un colpo al cuore la notizia della scomparsa di Claudia Cardinale, 87 anni e da tempo malata.
Una "grande bellezza" (per dirla alla Sorrentino) del cinema italiano, ma nata a Tunisi, citata anche da Vasco nel titolo del post che magari a qualcuno sarà sembrato strano, e riconosciuta anche a livello internazionale al pari di Gina Lollobrigida e Sofia Loren.
Anzi, in Francia, dove visse per lungo tempo, era stata addirittura additata sulle riviste come "la rivale di BB" (la Bardot) essendo lei la "CC" (come IBM e HAL, per chi vuol capire...) e di pari bellezza, tant'è che io nel suo viso ho sempre trovato una certa somiglianza anche con Raquel Welch,
con la quale divise la presenza nel film del 1966 Le Fate, ma non nelle stesse scene poiché si trattava di un film ad episodi non correlati tra loro.
Carriera decisamente costellata di titoli di grande successo e grandi nomi che la diressero come Visconti ne IL GATTOPARDO, con il quale, ricordava, sul set c'era un silenzio quasi religioso e non ti era permesso di cambiare una virgola di quello che voleva il regista.. Tutto il contrario di quello che Claudia sperimentó sul set con FEDERICO FELLINI, dove il regista amava ci fosse confusione e improvvisazione, ma, senza farsene accorgere, alla fine tutto andava sempre nella direzione che aveva deciso lui.
Claudia era già stata qui su queste pagine web in occasione di QUI COMINCIA L'AVVENTURA, un film, voluto dal produttore Franco Cristaldi, suo marito (che la aiutò moltissimo nei momenti di crisi anche per tenere nascosto un figlio avuto molto prima da giovanissima), per creare con MONICA VITTI una coppia alla Spencer & Hill, ma il risultato fu una pellicola poco omogenea che passava dal momento riflessivo a quello pseudo erotico, fino alla zuffa con sganassoni e stuntmen, ma fu un flop nella sua carriera.
Tuttavia per me ha lo stesso un certo valore affettivo come tante ALTRE TRASHATE di cui ho già avuto modo di parlare.
Piccola curiosità legale su Claudia che, a sua insaputa si vide apparire nelle foto interne dell'album Blonde On Blonde di Bob Dylan,
ma il cantautore venne immediatamente diffidato dall'utilizzare quella foto dell'attrice, per cui nelle successive ristampe del disco l'artwork interno sarebbe apparso così modificato.
Ovviamente per i collezionisti invece le copie con Claudia hanno un valore immenso.
Anche il mondo della musica piange la scomparsa ad 88 anni di Sonny Curtis, ex voce dei Crickets
dopo Buddy Holly.
Band quella dei Crickets che ispiró i Beatles nella scelta del loro nome rimanendo dell'ambito dell'entomologia.
Sonny, parallelamente alla collaborazione con la band, aveva portato avanti anche una carriera solista più mirata verso lo stile country e la sua canzone più famosa è I Fought The Law che vanta anche le bellissime versioni dei CLASH, dei Green Day e di Bruce Springsteen molto più energiche dell'originale.
Qualcuno appassionato di sitcom invece si ricorderà di LOVE IS ALL AROUND, tema del telefilm anni 80 Mary Tyler Moore che andava in onda su Canale 5. Canzone sempre di Sonny, ma da non confondere con l'omonima dei The Troggs che probabilmente ricordiamo di più grazie alla cover che i WET WET WET fecero negli anni 90 per la colonna sonora del delizioso Quattro Matrimoni E Un Funerale. Anche la musica italiana ha perso Fausto Amodei, 91 anni, noto per aver composto la canzone Per I Morti Di Reggio Emilia nel lontano 1960 per ricordare le vittime delle stragi avvenute durante il governo Tambroni come racconta MILVA nell'introduzione del VIDEO qui insieme a Fausto che l'accompagna con la chitarra. Addio Claudia, Sonny e Fausto.
Mentre in giro per l'Italia ci sono i soliti deficienti che si intrufolano nei cortei pacifisti solo per fare vandalismo gratuito (e ne fanno tanto), anche oggi siamo nei compleanni perché esattamente ieri ha compiuto 30 anni Se7en (beh... si scrive anche così, un po' come M3GAN e altri titoli che ci ficcano in mezzo il numero), il film di David Fincher con Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey.
Quella del 22 settembre era stata la data di uscita ufficiale negli States, mentre per le sale italiane secondo alcuni è arrivato per la prima volta il 30 Novembre 1995, ma qualche fonte riporta la data del 15 dicembre.
Fatto sta che il fiim, caratterizzato da una fotografia scura ma molto contrastata quindi non confusa
(al contrario di certe produzioni recenti letteralmente faticose per la vista), è diventato negli anni un cult, ma la sua gestazione non fu facile poiché la casa di produzione iniziale molló tutto per problemi finanziari e il progetto venne quindi preso in mano dalla New Line Cinema che in quegli anni stava crescendo alla grande (sono tanti i suoi titoli a cui sono molto legato dai tempi di NIGHTMARE, nonché il mio primo dvd acquistato che fu Lost In Space, quello con WILLIAM HURT) e vedremo presto arrivare il momento top con i kolossal di Peter Jackson.
Inoltre Fincher all'inizio non era molto convinto della coppia di agenti perché il bianco figo e il nero attempato gli ricordavano un po' troppo il duo di Arma Letale, anche se certamente il mood era molto diverso.
Un altro problema ci fu con la sceneggiatura il cui tragico finale non piaceva alla produzione per cui ne venne scritto un altro con happy end, ma a Fincher arrivó per errore quello originale, quello con la famosa scatola e ne rimase entusiasta.
Per non parlare dell'incidente occorso a Brad Pitt che vide lo script subire una modifica per giustificare il bendaggio al braccio.
Piccola curiosità sul ruolo che poi andò a Kevin Spacey e che inizialmente era stato proposto anche, fra gli altri, a Michael Stipe dei REM, ma gli impegni musicali non gli permisero di accettare.
Per un po' si era parlato anche di un sequel, ma né Pitt né Freeman accettarono, mentre, per le sue atmosfere, Premonitions con Anthony Hopkins e Colin Farrell
viene spesso considerato come un seguito non ufficiale.
Diciamo che, nonostante tutto, alla fine è andata bene così.
Durante il famoso concerto del LIVE AID, l'evento di beneficenza in favore dell'Africa, Bob Dylan colse la palla al balzo davanti al microfono per far notare che non solo la popolazione africana aveva dei problemi, ma ci sarebbe stato da parlare anche della situazione dei contadini americani che pure loro avrebbero necessitato di aiuti tangibili a causa delle tasse, dei debiti ipotecari, degli eventi atmosferici avversi e quant'altro gravasse su di loro, magari utilizzando una piccola parte dei fondi raccolti con l'evento.
Intervento buttato lì da Bob e non concordato con l'organizzazione, e che per questo suscitó polemiche perché considerato fuori luogo, ma a qualcuno fece venire un'idea.
Quel qualcuno erano Willie Nelson, John Mellencamp e Neil Young che, detto fatto, misero insieme un cast di artisti che puntava tutto sul country per realizzare, il 22 settembre del 1985 a Champaign nell'Illinois, il primo Farm Aid, cioè un maxi-concerto in favore degli agricoltori.
Ovviamente non c'erano Duran Duran, Ultravox o Queen su quel palco, bensì tutti artisti legati (magari non tutti) più al mondo del country come fosse una nuova versione dello storico festival di Nashville.
Ed esattamente lo scorso sabato si è tenuta l'ennesima edizione del Farm Aid, stavolta a Minneapolis, ovvero quella del quarantesimo compleanno, anche se in effetti l'evento non c'è stato proprio ogni anno.
Quindi possiamo anche cantare Tanti Auguri A Te al Farm Aid, senza paura di incorrere in infrazioni sui diritti d'autore, poiché è dal 2015 che tale canzoncina è stata dichiarata di pubblico dominio, mentre in precedenza avrebbe dovuto far incassare i diritti d'autore a chi l'aveva inventata nel 1893, ovvero le sorelle Mildred Jane e Patty Smith Hill (no, non è QUELLA anche perché sarebbe scritto Patti), o meglio, alla Warner Chappel Music che l'aveva acquistata nel frattempo.
Cosa che dubito fortemente sia mai accaduta dato che non ci vedo gli agenti SIAE (o chi per essi) ad intrufolarsi alle feste di compleanno per verificare se fosse stato chiesto il permesso.
E di sicuro non l'avranno chiesto nemmeno a MARILYN MONROE.
Dopo aver visto il primo episodio di Upload 4, arrivata di recente su Prime Video,
sono andato a rileggermi i miei stessi post che riguardavano le STAGIONI PRECEDENTI e solo allora ho capito la sensazione provata durante la visione. Intanto, nonostante il recap di cui avevo fatto richiesta e che infatti si vede all'inizio, già io che ho visto tutte le tre stagioni ho ricordato ben poco di quello che era accaduto e mi immagino cosa potrebbe pensare uno che si approccia per la prima volta a questa serie.
Problema grosso ormai delle serie tv perché non sono più le classiche serie come negli anni 70 che potevi vedere gli episodi anche in ordine sparso (eccetto il primo che in genere era un episodio pilota che metteva le basi), ma sono veri e propri film divisi in puntate come lo erano i vecchi sceneggiati in tv e Olivier Assayas lo ha detto chiaramente nella sua IRMA VEP VERSIONE NETFLIX.
Per cui se non segui tutti gli episodi precedenti non capisci letteralmente una mazza.
Ma il problema più grosso è che la prima stagione aveva quel gusto fresco da Black Mirror comico, mentre in seguito il tono è cambiato ed ora torna invece (pare) tutto sul ridere ma non sorprende più, per cui le gag passano senza lasciare nulla.
Peccato perché Greg Daniels è colui che ha ideato la versione americana di The Office e questo faceva sperare bene.
Ma perdersi per strada, come si può vedere, è un attimo e francamente, anche se si tratta della breve stagione conclusiva, non so se mi sento di andare avanti nella visione.
Secondo alcuni che "ne sanno" questa estate 2025 ormai agli sgoccioli (anche di pioggia, si) è passata senza il classico tormentone musicale martellante.
Secondo me invece non è così poiché, se si prende alla lettera la definizione tormentone nata all'epoca di VAMOS A LA PLAYA dei Righeira, cioè riguardante una canzone con il ritornello ossessivo che ti entra in testa a forza anche se non vuoi (tipo un lavaggio del cervello se vogliamo vederla così) allora A ME MI PIACE di Alfa ft. Manu Chao risponde perfettamente ai requisiti richiesti e ogni volta che parte me la canticchio tutta (ormai l'ho imparata quasi a memoria).
Si, ma per molti non vale perché la canzone è costruita sul campionamento di Me Gustas Tu del 2001 sempre di Manu Chao.
Eh, ma adesso la musica contemporanea vive di ricicli come anche SOLA (TI AMO) di Cioffi che nasce grazie alla dominatrice dei Juke Box nel 1977, Ti Amo di Umberto Tozzi, e infatti quella canzone viene nominata onestamente anche nel titolo.
Sarò strano però tutto sommato "a me mi piace" molto pure questa (errore di grammatica voluto).
Non apprezzo invece Achille Lauro che per la sua SENZA UNA STUPIDA STORIA, grazie ad una manciata di collaboratori, è riuscito a ricalcare pari pari la melodia di RICOMINCIAMO, il cavallo di battaglia di Adriano Pappalardo, con un arrangiamento molto diverso, è vero, ma provate a confrontarle e mi direte. Se invece cerchiamo quella canzone che davvero fa da tormentone ripetendo all'infinito la stessa frase qui ci vuole Marco Mengoni che ti vuol far capire a tutti i costi che lui STA BENE AL MARE e per dirlo viene supportato pure da Rkomi e Sayf.
Come dite?
SERENATA di Serena Brancale e Alessandra Amoroso sarebbe il vero tormentone di quest'estate solo perché l'hanno usata come stacchetto in tv e anche quella si allinea sulla moda del riciclo perché cita per un attimo una canzone del passato che era IO DOMANI di Marcella? No, scusate, ma con la Amoroso non ce la posso fare davvero.
Sono partiti quasi in contemporanea i due talent che seguo sempre con piacere, cioè X-Factor e Italia's Got Talent.
Entrambi presentano qualche nuovo giudice come Alessandro Cattelan per quello su Disney +, mentre X-Factor quest'anno ha Francesco Gabbani che prende il posto di Manuel Agnelli e la sua "ATTITUDINE".
Cattelan si è già fatto notare per aver utilizzato il suo Golden Buzzer come mai nessuno aveva fatto prima confermando anche di essere un vero showman anche quando fa il giudice, e lo fa restando sempre un gradino più su dei suoi tre colleghi Frank Matano, Mara Maionchi ed Elettra Lamborghini.
Ma non lo fa apposta, Ale è fatto così.
Aurora Leone e Fru dei The Jackal tornano anche quest'anno a presentare i concorrenti.
Dall'altra parte oltre alla conduzione di Giorgia e alla simpatia debordante del compagnone Jake La Furia, quest'anno siamo già partiti con gustosi battibecchi tra Gabbani vs. Paola Iezzi su cosa conta la melodia in confronto all'armonia in una canzone e quanto è concesso stravolgerla.
Ah... Achille Lauro con le sue pose da senatore romano ormai ha scassato veramente l'impossibile.
Ma per il momento ci godiamo le audizioni che, come sempre, sono il momento più divertente dell'intera stagione che poi, quando ci sarà la gara vera, porterà come sempre ad ulteriori battibecchi e litigi come quando, TEMPO FA, Morgan ha dato di matto dicendo che tutti ce l'avevano con lui e cercavano di metterlo in difficoltà.
Cosa che, oltre al conclamato caratterino difficile di Marco (Castoldi) e il suo ego smisurato, poi non è del tutto falsa eh...
Mentre è uscito da ieri sera in alcune sale per una settimana il concerto documentario di David Gilmour relativo agli show che il chitarrista aveva tenuto al Circo Massimo lo scorso anno suonando i classici dei Pink Floyd, ma sopratutto per promuovere il suo disco solista (album per nulla esaltante a mio parere e l'ho già detto e lo ripeto) LUCK AND STRANGE
(con i biglietti venduti a cifre impossibili), ha festeggiato i suoi 50 anni Wish You Were Here, il disco dei Pink Floyd che, per un motivo o per l'altro, ogni tanto fa capolino su queste pagine web e di cui oggi non posto nessun brano poiché l'ho già fatto in passato.
Era stato pubblicato il 12 settembre nel Regno Unito e il giorno successivo negli States, e di recente l'avevo citato per la morte di RONNIE RONDELL, lo stuntman infuocato che appare sulla famosa copertina.
Circa cinque anni prima invece avevo dedicato un post ad alcune CURIOSITÀ relative al disco e che avevo scoperto solo di recente.
David, in occasione della presentazione del film, è stato intervistato rispondendo anche a domande su ipotetiche reunion impossibili perché ormai Roger (Waters) pensa solo a sé stesso, e anche perché Rick Wright non c'è più.
E non sono mancate anche scomode domande su quel concerto veneziano del 1989 trasmesso in diretta tv e tanto polemizzato per come ne è uscita il giorno dopo la città della laguna.
Polemiche verso le quali il musicista si trova perfettamente d'accordo
dato che dal comune loro, come band e staff, avevano ricevuto promesse non mantenute di servizi (igienici e non) a disposizione del pubblico.
Ma certo... sti veneziani (lungimiranti come la Decca che rifiutò i Beatles) mica pensavano che ad un concerto gratuito (!!!) dei Pink Floyd (seppure mancanti di Waters) potesse arrivare così tanta gente...
La vecchia guardia di Hollywood ha perduto un altro suo rappresentante con la morte nel sonno di Robert Redford ad 89 anni.
Nonostante le rughe Robert, che da giovane era davvero un figo da paura, aveva sempre, anche con il passare degli anni, un'aria da ragazzo nonché canaglia, si, quasi come il sottoscritto.
Robert, sia attore che regista, ha avuto tra l'altro anche il merito di dare spazio e supporto anche al cinema indipendente fondando il Sundance Film Festival e la relativa società che prendono entrambi il nome da quel personaggio che aveva interpretato nel lontano 1969
(vedi quando dicevo che era figo), in quel film che è il primo della lista qui sotto fatta di pellicole che ormai sono parte della storia del cinema, da BUTCH CASSIDY (appunto) a La Stangata (entrambi in coppia con Paul Newman), da TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE (con Dustin Hoffman) a I Tre Giorni Del Condor, da La Mia Africa (con Meryl Streep) a L'Uomo Che Sussurrava Ai Cavalli (con Scarlett Johansson), e moltissimi altri titoli fino all'ultima sua prestazione che ho rivisto di recente,
quel Old Man & The Gun che ti prende dentro già dalla prima scena anche se il film è mooolto lento, ma l'ho già spiegato ALTRE VOLTE che la lentezza non è sempre un difetto.
E si, ultima interpretazione quella perché poi quello suo in AVENGERS: ENDGAME era stato solo un cameo.
Ed ora che li ho nominati mi è venuta pure voglia di rivedermeli quegli altri suoi film e farmi trascinare dai ricordi a loro legati.
100 anni fa esatti nasceva Riley B. King, ovvero B. B. King, il re del blues
(da non confondere con l'altro bluesman suo quasi coetaneo Albert King) e il bello è che la sua fama non è solo legata alla musica poiché John Landis, sempre attento al sound, nel 1985 aveva inserito tre brani suoi (di cui uno era la TITLE TRACK) nel film Tutto in Una Notte
con Jeff Godlblum e Michelle Pfeiffer (due che all'epoca erano al massimo del sex appeal) dove si era ritagliato anche una PICCOLA PARTE nel ruolo di uno scagnozzo iraniano, per non parlare delle decine di camei illustri che ci sono nell'intero film.
In Italia lo avremmo visto il 10 maggio di 40 anni fa e ricordo come fosse oggi che ero andato al cinema dopo il dj-set pomeridiano che avevo fatto in discoteca, si, perché negli anni 80 c'era anche la discoteca alla domenica pomeriggio (ma la z-generation che ne sa?).
L'uscita negli USA era stata invece il 22 febbraio.
Fatto sta che la colonna sonora me l'ero comprata perché forse mi era piaciuta più del film stesso che era carino, si, ma dopo The Blues Brothers e Una Poltrona Per Due tutto diventerebbe difficile per chiunque.
Sempre nello stesso anno Landis aveva anche diretto le parti musicali del documentario di Jeffrey Okun, della durata di 27 minuti, dal titolo B. B. King: Into The Night, che conteneva le canzoni incluse nella colonna sonora del film.
Colonna sonora che, appunto, era per tre brani di competenza di B. B. King e la sua fida Lucille,
la Gibson a cui il musicista aveva dato un nome che in realtà non era quello di una sola chitarra poiché il nome era lo stesso per tutte le Gibson in suo possesso, ma la prima in assoluto, scampata ad un incendio, è quella nera bordata di bianco che si vede nella foto.
Fra i tre brani in particolare, come dicevo lassù, c'era il singolo che prendeva il nome originale del film Into The Night, canzone scritta da Ira Newborn (quei suoni synth anni 80 sono un suo marchio) come anche MY LUCILLE (anche qui, come nel video successivo entrambi presi dal documentario che dicevo prima, ci sono camei illustri sul palco sotto la direzione di Landis) e l'arrangiamento del classico IN THE MIDNIGHT HOUR, e pure come tutto il commento sonoro della pellicola.
Il resto del disco conteneva brani di Patti Labelle, Marvin Gaye, The Four Tops e altri ancora (non tutti però li sentivi nel film).
Quindi magari me lo riguardo se lo trovo su una delle tante piattaforme esistenti, così per verificare se ha retto o meno il passare degli anni.
Ma probabilmente si, sempre che non lo si confronti con quegli altri due film di cui parlavo prima...
Eh si, anche Prime Video ogni tanto finisce a proporre dei reality show autoprodotti tipo quelli dove dei big dovrebbero fuggire oppure si ritrovano a cena insieme.
Adesso è arrivato anche Holiday Crush il classico reality con mare, spiagge, belle figliole e fighi palestrati selezionati appositamente per questa esperienza e inoltre non si tratta di personaggi famosi (ma con già qualche esperienza passata davanti agli obiettivi).
La cosa che dovrebbe fare la differenza è che in studio a commentare quanto si vede nel reality ci sono The Jackal al completo per far ridere (ma, perlomeno nel primo episodio, l'effetto non è stato efficace con me) con anche ospiti speciali che passeranno di lì a dire qualcosa.
Nel settembre del 1985, e per la precisione era il 13, la società Nintendo pubblicava in Giappone il videogioco Super Mario Bros.
Cosa che risolleverà il mercato dei videogiochi che stava attraversando allora un periodo di crisi.
Tuttavia il personaggio dell'idraulico italiano baffuto era già apparso in precedenza con il nome di Jumpman (diciamo che era Mario sotto copertura, dai) nel 1981 nel famoso gioco Donkey Kong.
Dal gioco al cinema poi il passo sarà breve (più o meno) prima con un film live action che si allontanava parecchio dallo spirito del gioco, e poi con un film animato che invece ricalcava forse fin troppo pedissequamente le azioni del videogame, ma che probabilmente è risultato più gradito al pubblico, mentre alla vecchia canaglia che sta scrivendo era piaciuto pure l'altro film e ve lo avevo raccontato un po' di tempo fa PROPRIO QUI.
Perché poi alla fine il gusto è soggettivo, solo che nel mio caso capita spesso di adorare inspiegabilmente anche cose tremendamente trash come quel film e molti altri che sono passati su queste pagine web.
Sarà per via di quelle parole di presentazione che stanno scritte indelebilmente lassù nell'header...
magari nella versione italiana dal titolo PER VIVERE INSIEME cantata dai Quelli, ma anche da Jimmy Fontana e qualcun altro ancora?
Canzone a ritmo di marcetta beatlesiana che convoglia, proprio come dice il titolo, un sentimento di felicità collettiva con quel papapappà ripetuto ad libitum. E canzone che capita qui dalle mie parti oggi a causa del suo autore, Mark Volman, fondatore degli statunitensi The Turtles (è loro anche la versione originale di Scende La Pioggia di Gianni Morandi) insieme a Howard Kaylan con cui avrà anche un periodo di militanza nel gruppo di Frank Zappa per poi mettere insieme il duo Flo & Eddie.
Mark infatti, che, da tipo bizzarro qual'era, inizialmente aveva chiamato il gruppo The Tyrtles un po' come The Byrds avevano storpiato la traduzione inglese di Uccelli, è mancato nei giorni scorsi a 78 anni,
in quei giorni dominati dalla scomparsa di GIORGIO ARMANI e poco prima anche di EMILIO FEDE, e probabilmente la sua dipartita sarà passata in secondo piano.
Esattamente come pochi avranno notato anche la scomparsa di Oliviero Malaspina, cantautore e scrittore del pavese noto per la collaborazione con Cristiano De André in molti dei suoi dischi e anche per quell'album mai completato a cui stava lavorando Fabrizio De André poco prima di morire e che avrebbe avuto come tema conduttore la notte. Oliviero, che aveva 63 anni, poi lo avremmo visto partecipare al concerto commemorativo Faber Amico Fragile insieme a tanti altri nomi della musica italiana (anche Celentano che si era impantanato su La Guerra Di Piero) dove ha eseguito CANZONE DEL PADRE.
Più recente invece la morte di Rick Davies uno dei due fondatori/voci dei SUPERTRAMP di cui Roger Hodgson era quello dei falsetti, mentre Rick cantava con voce più profonda canzoni come questa GOODBYE STRANGER (divisa comunque con Roger) dal loro album di più grande successo che è stato Breakfast In America e che ognuno deve avere in casa in qualsiasi forma, ma ci deve essere.
Rick, 81 anni, era malato di tumore del sangue e per tale motivo era saltata la reunion che avrebbero dovuto fare nel 2015.
Sempre legato alla musica era il produttore irlandese Nicky Ryan
(da non confondere con il regista sempre irlandese Nick), scopritore dei Clannad dai quali arriva Enya che, grazie a lui, inzió a metà degli anni 80 la sua carriera da solista prendendolo come agente e produttore dopo che entrambi conclusero la collaborazione con la band.
Ryan, come si sente qui sotto nella canzone più famosa di Enya, ORINOCO FLOW,
era un appassionato delle sovrapposizioni vocali con le quali creava atmosfere molto particolari e che richiedevano un enorme lavoro in studio, cioè una cosa che gruppi come i QUEEN conoscevano perfettamente già da tempo (per maggiori chiarimenti ascoltate i loro dischi fino alla svolta baffuta di Mercury).
Nick aveva 79 Anni.
Non termina qui la triste lista delle dipartite, ma stavolta non c'entra la musica perché a 78 anni, dopo una lunga malattia degenerativa che non gli premettava più di comunicare, è mancato anche Stefano Benni,
il noto scrittore autore di titoli come La Compagnia Dei Celestini e Bar Sport.
Quest'ultimo diventerà anche un film con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston e molti altri a dar vita ai personaggi del libro.
E in coda purtroppo anche l'assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, attivista influencer conservatore ucciso da un killer 22enne già arrestato.
Addio Charlie, Stefano, Nick, Rick, Oliviero e Mark.
Si, lo so che ho già usato questo titolo del post IN PASSATO nello stesso contesto, ma, come si dice? non si butta via niente e comunque ci stava lo stesso.
Ma bando alle ciance perché è arrivato davvero il momento di parlare della nuovissima stagione 2 di Mercoledì (con locandina leggermente bondage) dopo quei commenti negativi di cui avevo SENTITO IN GIRO.
Tutte balle, potete dar retta ad una vecchia canaglia, poiché seppure rimanga sempre quell'effetto da scuola di Harry Potter/X-Men (o Miss Peregrine se vogliamo accostare la cosa più vicina a Tim Burton) il risultato è assolutamente positivo nonostante il nostro regista non metta la sua mano direttiva proprio in tutti gli episodi.
E la differenza di regia si vede perché rimane comunque facile riconoscere quelli diretti da Burton, come il primo dove arriva anche la sua classica sequenza in cui utilizza la tecnica del passo uno.
Poi andando avanti vediamo citare anche Il Silenzio Degli Innocenti
e facciamo conoscenza con i nuovi personaggi interpretati da Steve Buscemi e Billie Piper (la Rose Tyler del DOTTORE).
Nella nuova stagione si nota una presenza molto maggiore di Catherine Zeta-Jones alias Morticia per via del conflitto personale che c'è con la figlia, e anche Pugsley diventa una figura centrale della vicenda.
Purtroppo devo segnare un punto a sfavore per zio Fester
che ho trovato insopportabile anche se è interpretato da Fred Armisen del Saturday Night Live.
Altro punto che non mi ha convinto del tutto è la CGI degli Hyde e dei lupi mannari che hanno un po' un effetto pupazzo, mentre il resto del comparto effetti speciali lavora egregiamente per cui ci posso passare sopra.
Attenzione a Lady Gaga che fa un cameo che pare buttato lì a muzzo e invece poi ti rendi conto che funziona come fosse una promo per la sua canzone DEAD DANCE che poi sentiremo durante il balletto di Enid e Agnes, che sono assolutamente deliziose, ma sarà difficile che tale scena diventi un meme come lo era stata la Wednesday Dance nella PRIMA STAGIONE.
Su Agnes poi non ho capito bene se è il makeup a farle gli occhi così grandi o se accade come in Big Eyes, sempre di Tim Burton, dove la CGI crea quest'effetto (opto piu per la seconda ipotesi).
Ed ecco infine la ciliegina sulla torta che ha il nome di Joanna Lumley che i nostalgici come il sottoscritto potranno ricordare in ZAFFIRO E ACCIAIO al fianco di David McCallum (il futuro Ducky di NCIS).
Joanna, splendida settantanovenne, qui è la nonna di Mercoledì, ma fatta tutta al contrario di come era rappresentata nella serie tv nei fumetti dove pareva più Maga Magò.
Da segnalare che nel nutrito mucchio degli attori guest ha trovato posto anche quel Casper Van Dien di solito abbonato ad eclatanti ciofeche, ma forse Tim si era ricordato di averlo diretto in Il Mistero Di Sleepy Hollow.
Livello horror altissimo, quindi ottima qualità burtoniana, e quei commenti negativi vadano pure a quel paese, maledetti troll della malora.
Termine troll che in una serie così tutto sommato ci sta benissimo, eh!!!