venerdì 31 gennaio 2025

ADDIO MARIANNE

 La swinging London, i Rolling Stones, in particolare Mick Jagger, l'uso di sostanze stupefacenti (immancabili in quel periodo), la musica e, in parte, anche il cinema, questo era stato il mondo di Marianne Faithfull mancata ieri a 78 anni, per cui anticipo di un giorno il post prettamente musicale che di solito arriva di sabato.


Nel periodo riguardante la relazione con il leader degli Stones Marianne aveva anche collaborato ad alcune loro canzoni anche se non si tratta dei brani immortali che tuttora i "ragazzi" portano in giro in tour, ma comunque, dal canto suo, anche Marianne ha da sempre prodotto dischi di cui uno del 1981 ricordo in maniera particolare perché il singolo SWEETHEART passava molto sulle radio di allora e mi piaceva anche. 
Forse pure qualcun'altro riascoltandolo adesso se lo ricorda con quel suo ritmo reggae trascinato, perché quel genere stava vivendo un gran momento di gloria grazie a Bob Marley, Peter Tosh e tutti gli emuli più o meno famosi tra cui ci metterei anche i Police con la loro reggatta punk.

In particolare BOB l'anno prima aveva marchiato a fuoco il campo di San Siro (o forse lo avevano fatto quelli che stavano ad ascoltarlo fumando anche l'erba del prato?) con quello storico concerto aperto da Pino Daniele. 
Iniziavano così gli anni 80, quelli pieni di synth new wave, si, ma che avevano spesso anche cose alternative come la musica che Marianne ha portato avanti fino a pochi anni fa dedicandosi in alternativa anche al cinema in diverse apparizioni fra cui MARIE ANTOINETTE di Sofia Coppola. 
Goodbye Marianne. 

giovedì 30 gennaio 2025

BEAST GAMES, OVVERO GIOCHI BESTIALI COME LA COREA INSEGNA

 Avete nostalgia di Squid Game e vi pare lunga l'attesa per vederne la conclusione a giugno?


Non c'è problema perché su Prime Video c'è Beast Games, un gioco dichiaramente ispirato alla serie tv coreana, ma senza morti ammazzati. 
Solo molti eliminati anche in maniera crudele mettendo alla prova amicizie e alleanze che si creano strada facendo durante lo svolgimento dei giochi. 
Qui ci sono mille concorrenti in gara per contendersi cinque milioni di dollari con anche alcuni regali extra durante il percorso, cioè giusto cosette come la proprietà di un'isola o una Lamborghini. Il tutto è condotto da Jimmy Donaldson, meglio conosciuto nel mondo degli Youtuber come MrBeast (da qui il titolo del programma), ma non sono tutte rose e fiori per lui poiché dopo le registrazioni è stato accusato, essendo lui il produttore con Amazon e MGM Studios, di maltrattamenti da parte dello staff verso molti concorrenti che lamentavano mancanza di cibo, acqua, letti, e qualcuno ha anche parlato di molestie sessuali. 
Sul set c'è stato anche un incidente che ha coinvolto un membro dello staff. Certo, poi col montaggio si nasconde tutto, ma più di una volta si indugia nel far vedere gente in lacrime per diversi motivi. 
Tuttavia già ci sono dei sospetti che sia tutto un fake, cioè che i giocatori recitino una parte che viene a loro assegnata. Insomma non è un brutto show, anzi l'allestimento è a dir poco faraonico con un dispiego di mezzi incredibile, ma finisce nel calderone dei vari reality e per me, che per i reality ho una certa avversione, se ne può fare anche a meno. 

mercoledì 29 gennaio 2025

EDGAR ALLAN POE - IL CORVO (ANCHE AL CINEMA)

  Quasi due secoli orsono, ovvero in questo giorno del 1845, la poesia o racconto in rima Il Corvo di Edgar Allan Poe veniva pubblicata sul New York Evening Mirror.


Certo, essendo Poe un pozzo (senza pendolo) dal quale attingere sceneggiature per il cinema era inevitabile che prima o poi qualcuno come Roger Corman ci facesse anche un film dove i protagonisti sono Vincent Price, Peter Lorre e Boris "Frankenstein" Karloff (con anche un giovane Jack Nicholson ancora ai primi passi nel mondo del cinema), ma niente a che vedere con la graphic novel The Crow di James O'Barr, infatti il titolo originale della poesia era The Raven che sarebbe il corvo imperiale ovvero il volatile di grosse dimensioni come quelli che popolano la London Tower. 
Il Crow invece sarebbe la nostra cornacchia, cosa che fa sorridere se rapportato al personaggio goth interpretato al cinema da Brandon Lee, ma non è l'unico caso di traduzione italiana ridicola se pensiamo al mitico Wolverine che per noi sarebbe invece il ghiottone.

Bene, quel film di Corman del 1963 in Italia si "beccó" (haha... humour) il titolo di I Maghi Del Terrore perdendo ogni riferimento "volatile" ad Edgar Allan Poe ed era quasi una commedia più che un vero horror.
Più di recente, nel 2012, James McTeigue che ci aveva deliziato con V Per Vendetta, riprova a tirare in ballo Edgar Allan Poe mettendolo protagonista di The Raven - Il Corvo, un film dove un assassino seriale si ispira ai romanzi dello scrittore americano che qui ha il volto di John Cusack.

Storia tutta inventata che lancia solo dei riferimenti quindi, e con un protagonista non esattamente in parte, per cui risulta un flop.
Anche la musica ha trovato ispirazione in Edgar Allan Poe e nella sua raccolta di racconti Tales Of Mystery & Imagination, titolo che Alan Parsons prenderà in toto per il suo primo album con il Project che contiene brani tutti ispirati agli scritti presenti nel libro, compreso appunto THE RAVEN.

 
Disco, essendo il primo, che è fra i meno noti di Alan, ma posso assicurare che ha il suo perché, specie se conoscete i racconti a cui si ispira.
Giusto per concludere il post musical-cinematografico-letterario faccio intanto gli auguri al "Magnum" Tom Selleck per i suoi 80 anni che compie oggi, 

e inoltre metto qui anche la POESIA ORIGINALE di Poe, sperando di far cosa gradita a chi ancora ama questa desueta forma d'arte, in questo caso recitata nientemeno che dalla voce cavernosa di Christopher Lee, che in questo contesto ci sta perfettamente come stava Vincent Price in Thriller di Michael Jackson:

Brrrr...rivido!!!

martedì 28 gennaio 2025

THE SUBSTANCE: SOSTANZIALMENTE SPLATTER

 Fra i film nominati per gli Oscar (anche inteso come il Wilde, si, ma lo vedremo più avanti) si sta parlando di The Substance, film di Coralie Fargeat (prima pellicola sua in inglese e già vincitrice di un Golden Globe) dove ci trovi dentro un frullato di bodyhorror alla Cronenberg e LA COSA di Carpenter, il miglior YUZNA e persino certi corridoi e primi piani molto cari a Kubrick, senza dimenticare i colori e le luci di Nicolas Winding Refn.


Tutto questo in una storia dove Demi Moore interpreta Elizabeth, un'attrice non più giovane, ma per i nostri canoni di persone comuni ancora molto bella, che però, secondo il produttore del suo show di aerobica (un viscidissimo Dennis Quaid) ha fatto il suo tempo e vuole sostituirla con una più adatta al pubblico.

Fatto sta che la nostra Elizabeth non ci sta e trova un sistema clandestino (roba che magari c'è sul dark web... chissà?) per sdoppiarsi creando una sé stessa più giovane e più bella. 
Unica condizione è che da quel momento le due Elizabeth (di cui la nuova sceglie il nome di Sue che metti che qualcuno capisca il trucchetto)

dovranno vivere una settimana a testa mentre l'altra riposa inanimata. Soprattutto l'originale deve rispettare l'alternarsi di questo "riposo" con la successiva settimana "in vita" per ripristinare il fluido necessario alla nuova sè stessa per mantenere l'aspetto giovane e perfetto di Margaret Qualley, attrice e modella che presta il volto

e molte natiche a parecchie inquadrature più che ravvicinate. 
Ed ecco che salta fuori un'altro riferimento illustre con Il Ritratto Di Dorian Gray (l'avevo detto lassù in apertura che c'entrava quell'Oscar), ma non aggiungo altro per non spoilerare. 
Beh tutto sommato il film è stato bello anche se certe soluzioni del reparto prostetico forse sono risultate un po' eccessive e palesemente finte. 
Ecco, tornando a Cronenberg forse la sua BRUNDLEFLY pareva più realistica anche se realizzata 40 anni fa. 
A parte quello, bisogna accettare anche certi buchi di sceneggiatura tipo su come sia capace Elizabeth a suturare quasi come un chirurgo provetto, oppure a prelevare con il siringone il fluido vitale, altra operazione che, perlomeno da parte mia sarebbe impensabile dato che richiederebbe una certa esperienza infermieristica, ma magari chissà, in gioventù avrà studiato medicina prima di fare l'attrice? 
Insomma tutte le procedure mediche e igieniche necessarie vengono prese un po' alla leggera, ma probabilmente quello che zoppica di più è che ad un certo punto le due Elizabeth cominciano a considerarsi come due entità a sé stanti, mentre, come logica, se si parlasse del mondo reale, dovrebbe essere sempre la stessa persona conscia del fatto che deve prendersi cura di sé e del suo doppio in fase di stasi, pena gravi conseguenze.

Ma certo, le regole sono fatte per non essere rispettate e se non si sgarra che gusto c'è? 
Et voilà, ecco il film splatter del momento che sotto certi punti di vista può soddisfare anche il pubblico guardone perché di carne in mostra ce n'è tanta, ma dopo la prima espressione di sorpresa il nudo passa quasi inosservato perché è soprattutto una pellicola che lancia anche un messaggio rivolto allo show business secondo il quale possono esistere solo Showgirls (per citare un'altro famoso film con bellezze in mostra) e non c'è posto per le showladies anche se ancora bellissime.
Tali regole portano quindi certe bellezze "vere" che hanno superato una certa età a deturparsi diventando "finte" con la chirurgia estetica e potrei fare decine di nomi, ma sarebbe inutile perché li sapete già.
E la cosa già era mostrata in vena comica da Charlie Chaplin nel 1957 in Un Re A New York... ma forse il messaggio non era arrivato... 

lunedì 27 gennaio 2025

THE DAY THE CLOWN CRIED: IL FILM CHE NON C'È DI JERRY LEWIS

 Oggi 27 gennaio è Il Giorno Della Memoria, cioè la data in cui alle otto del mattino del 1945 le truppe dell'Armata Rossa (allora utile a fin di bene) liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, anche se nel frattempo i nazisti non erano rimasti lì con le mani in mano e molti dei deportati (termine d'attualità con Donald Trump che si toglie dalle balle i migranti indesiderati mettendoli in catene) erano già stati trasferiti in altri campi in Germania e in Austria.


Sul tema dei deportati sono stati realizzati moltissimi film, persino uno del 1972 mai completato, diretto ed interpretato da Jerry Lewis, cioè The Day The Clown Cried. 
Nel film Jerry interpretava Helmut, un clown da circo finito pure lui ad Auschwitz dove era costretto ad accompagnare i bambini verso le camere a gas, e la storia per certi versi è stata poi in parte ripresa e modificata dando l'ispirazione a Roberto Benigni per La Vita È Bella. 
Film duro e crudo quello di Lewis funestato da mille problemi, non ultimo quello dei finanziamenti che alla fine non arrivavano mai e l'attore mise il denaro di tasca propria per cercare di portarlo a termine. 
Del film, in una versione non definitiva, possedeva una VHS Jerry, mentre era segreto il il luogo dove era custodito il negativo originale.

Nonostante non fosse mai stato pubblicato, venne fatta ugualmente qualche proiezione privata del film, ma le reazioni dei critici non furono esattamente positive, forse anche a causa del montaggio che doveva ancora essere rivisto. 
Comunque Jerry, prima di morire aveva donato tutta la sua collezione di film, compreso questo, alla Biblioteca Del Congresso di Washington, e il 2025, secondo gli accordi che aveva preso l'attore, potrebbe essere l'anno in cui, ripeto il condizionale, potrebbe capitare di poterlo vedere pubblicamente dopo tante bufale apparse su internet negli anni passati compresa una fasulla edizione targata The Criterion Collection, ovvero dell'azienda specializzata nel restauro di vecchie pellicole.
Ma, se mai capitasse davvero, sarà da vedere con tutti gli avvisi del caso. 

domenica 26 gennaio 2025

CIAO ITALIA, DICEVA MADONNA, E CIAO A CHI SE NE VA

 Durante l'appena trascorsa settimana il singolo di Madonna MATERIAL GIRL ha appena compiuto i suoi bei 40 anni


dato che era stato pubblicato il 23 gennaio del 1985 (per l'Italia invece una settimana dopo, ma i dj e le radio lo avevano già di importazione) come secondo estratto dal LP Like A Virgin, senza dubbio uno dei migliori lavori della cantante, perlomeno finché non arriverà l'anno dopo TRUE BLUE a dettare legge con anche l'arrivo in Italia a Torino e il FAMOSO "Ciao Italia. Siete pronti? Siete già caldi? Bene, Ànchio"

detto con l'accento sbagliato. 
Il videoclip della canzone è diventato iconico con quel suo essere un remake di DIAMONDS ARE A GIRL'S BEST FRIEND di Marilyn Monroe, brano tratto dal film Gli Uomini Preferiscono Le Bionde,

e rieseguito anche live durante i concerti con la stessa coreografia. 
Purtroppo però non solo di compleanni si parla oggi poiché due nomi della musica, nel primo caso un bel po' più datata di quella di Madonna, sono scomparsi.

Si tratta di GARTH HUDSON, tastierista e polistrumentista dei The Band della quale era rimasto ormai l'ultimo componente in vita. 
Gary aveva 87 anni e alcuni spezzoni del video sono tratti dal film concerto THE LAST WALTZ diretto da Martin Scorsese. 
Altra leggenda del rock che ci ha lasciati a 65 anni a causa di un tumore è John Sykes, chitarrista dallo spirito hard rock che ha militato in diverse band fra le quali anche i Whitesnake di David Coverdale, ricevendo in quel periodo il maggior riscontro di pubblico avendo suonato con loro a Rock In Rio (ma c'erano anche parecchi, troppi contrasti con il leader),

e che soprattutto aveva fatto parte dei Thin Lizzy nei primi anni 80 con i quali aveva partecipato anche alle reunion degli anni 90. 
Da notare che nella band irlandese di Phil Lynott erano passati anche Gary Moore e Midge Ure, quest'ultimo prima di prendere il posto di John Foxx nella seconda vita degli Ultravox.

Un addio anche nel cinema è quello che diamo a Joan Plowright che aveva recitato per Zeffirelli in Un Tè Con Mussolini oltre ad essere stata la moglie di Sir Laurence Olivier. 
Joan aveva 95 anni.
Goodbye Joan, John e Garth. 

sabato 25 gennaio 2025

BOOOOMBA! UN MOVIMIENTO SENSUAL! (TRA RUSSI E AMERICANI MOLTO MOVIMIENTO E POCO SENSUAL)

 Valà che durante il capodanno appena passato l'avete ballata tutti quella canzone lì, ma, anche se la musica del sabato rimane a tema, LA BOMBA non si balla oggi.


Cioè nel senso che il post si può leggere anche con il sottofondo delle canzoni allegate per sdrammatizzare, ma si parla di bombe vere qui. 
O meglio, di un missile norvegese lanciato il 25 gennaio del 1995 dagli scienziati norvegesi e statunitensi con lo scopo di studiare da vicino l'aurora boreale. 
Tutto bene senonchè quel missile andò a volare un po' troppo vicino a Mosca e qualcuno se ne accorse. 
Era finita solo da qualche anno la GUERRA FREDDAWARGAMES era anche già uscito al cinema da più di un decennio mentre Il Dottor Stranamore di Kubrick di anni sul groppone ne aveva un po' di più, ma quel giorno si rischió davvero che si scatenasse un terzo conflitto mondiale perché quel razzo venne interpretato dai russi come un attacco nucleare da parte degli Stati Uniti

(ARRIVA LA BOMBA... Taaac!) e a Boris Eltsin, l'allora presidente russo, venne consegnata la valigetta con le chiavi per far partire la prevista controffensiva. 
Da quel momento tutte le forze armate russe furono messe in stato di allerta, ma finalmente venne appurato che non c'era davvero nessun pericolo di attacco. 
Uff... Altro che I GIGANTI che dicevano di non aver paura della bomba atomica.

Quella volta c'era mancato davvero un pelo, eppure gli Stati Uniti sostenevano di aver avvisato tutti i Paesi interessati dall'esperimento scientifico, ma chissà come mai la notifica non venne recepita in Russia. 
Alcune voci invece ritengono che il lancio di quel missile fosse stato una specie di test voluto dagli americani per verificare la capacità di reazione dei russi in caso di attacco nucleare, ma, ripeto, sono solo ipotesi. 
Fatto sta che l'argomento di oggi torna prepotentemente di attualità con la salita al "trono" (si, ho scritto trono, si) di Donald Trump e le sue nuove minacce verso la Russia. 
Minacce che per ora sono solo ulteriori sanzioni e dazi nel caso Putin non la voglia smettere con questa guerra contro l'Ucraina. 
Per ora... 

venerdì 24 gennaio 2025

QUEL FREDDO GENNAIO DEL 1975 A COLONIA

 Era il 24 gennaio del 1975 ed eravamo arrivati con una Renault 4 a Colonia sotto la pioggia con il mio amico Keith Jarrett, pianista jazz (non partite subito con dei pregiudizi su questo genere musicale) che aveva appena tenuto un concerto a Zurigo durante il suo tour solista (aveva suonato in precedenza con Miles Davis, nientemeno, e con gruppi di tre o quattro elementi) e il ragazzo stava per eseguire un altro CONCERTO dov'era lui da solo al pianoforte, ma arrivati sul posto scopriamo che il piano messo a disposizione dall'organizzazione era molto più piccolo di quello richiesto, aveva un pedale rotto e sopratutto era scordato.


Non per fare il rompicoglioni eh, ma chiunque suoni una cosa che non sia il campanello di casa può capire il Keith che disse subito che in quelle condizioni non avrebbe potuto suonare, e non potevo che dargli ragione, cacchio. 
Così apriti cielo! si scatena l'inferno e perlomeno viene risolto dall'organizzazione (una giovane ragazza che lì per lì andò subito nel panico) il problema dell'accordatura, il che non è poco, ma che tuttavia secondo il parere del Keith non era ancora perfetta. 
Quindi con un po' di scazzo, dopo un po' di no, dai, mah, forse, Jarrett ha tenuto lo stesso il concerto e, dato che se ad un musicista come lui ero sicuro che se davi anche il pianino di Schroeder

ne sarebbe uscito comunque qualcosa di grande, tale concerto fu ugualmente un grande successo con la sala piena, tanto che ne venne ricavato un album dal titolo THE KOLN CONCERT che sarà pubblicato il successivo novembre e che diventerà l'album più famoso di jazz-solo con tre milioni e mezzo di copie vendute dove a tratti si sente anche qualcosa che potrebbe avere ispirato musicisti più recenti come Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi. 

Quella musica in parte la si può ascoltare anche in alcuni film come Caro Diario di Nanni Moretti, Il Lenzuolo Viola di Nicolas Roeg e Pianoforte di Francesca Comencini, suo debutto alla regia. 
Al Keith venne poi pure richiesta una trascrizione della musica del disco, ma, siccome era stato tutto improvvisato, lui diceva giustamente che non si poteva fare una cosa del genere per troppe parti che sfidavano i canoni metronomici. Tuttavia alla fine tale trascrizione, seppure con grandi difficoltà e insistenze, arrivò. 
Naturalmente stavo scherzando all'inizio del post quando dicevo che c'ero anch'io a Colonia con Keith (tutto il resto però è storia assolutamente vera, anche il viaggio in Renault 4), ma personalmente posso dire che pure io, nonostante il jazz non sia la mia materia preferita in fatto di musica, il disco me lo sono ascoltato con grande piacere perché si sente che su quei tasti bianchi e neri c'è la mano di QUALCUNO che sa tirare fuori della vera musica.

Musica che, come forse ho già detto (e non solo io) non deve rimanere legata a nessun genere, ma musica che può essere solo bella o brutta, e QUESTA (che trovate nel post di oggi divisa in quattro parti) è, a parer mio, bella anche se non si tratta della classica canzoncina leggera.

E adesso, nel mio mondo di fantasia, Keith è diventato anche mio amico. 

giovedì 23 gennaio 2025

STAR WARS - SKELETON CREW: RAGAZZINI CONTRO I PIRATI SPAZIALI

 Vogliamo parlare di Skeleton Crew, la più recente serie spinoff di Star Wars? E parliamone, che diamine!


Parliamo di come l'universo inventato da George Lucas non sia così circoscritto alla Nuova Repubblica, ai Jedi, alle truppe imperiali eccetera, ma ci sono in quel mondo anche dei ragazzini curiosi ficcanaso come ci sono ovunque e lo sappiamo già dagli anni 80 con I Goonies.

Infatti questo è stato subito il paragone che è venuto in mente a tutti guardando i primi episodi, sicuramente i migliori degli otto che compongono la serie e dove ci vengono presentati questi ragazzini che vivono in un paese che sembra la classica cittadina americana con le villette e l'auto parcheggiata fuori, ma qui invece che sulle biciclette si viaggia sugli speeders.

E fin qui tutto ok perché si che la storia parte bene, ma passata la metà diventa gravata da una certa una pesantezza che non ti dico dovuta anche al fatto che sullo schermo non si vede quasi più niente con tutte quelle scene scure, oppure dove c'è luce questa rimane dietro agli attori che così sono ancora in ombra (Biascica dove sei?).

No, non è il mood di Guerre Stellari che conoscevo io questo. 
E mi spiace molto perché comunque Jude Law è una canaglia perfetta e lo scalcagnato droide SM-33 in originale è doppiato da Nick Frost.

Pure gli effetti speciali sono ottimi... se solo troppe volte ci si capisse qualcosa in questa storia che mette in mezzo dei veri e propri pirati dello spazio, ma con le regole classiche della pirateria che raccontavano i romanzi di una volta.

Temo che alla resa dei conti anche questa serie possa fare la fine di The Acolyte poiché, se si arriva alla fine, si rimane delusi. 
Mia modesta opinione eh... 

mercoledì 22 gennaio 2025

THE CREATOR (QUELLO SENZA LA "S" FINALE)

 Su Prime Video c'è The Creator, da non confondere con l'inguardabile CREATORS - THE PAST, dato che questo è un film di fantascienza apocalittica dove si ipotizza che l'intelligenza artificiale sia diventata un po' troppo intelligente al punto da scatenare una guerra contro gli umani, e ipotesi già sviluppata in molte altre pellicole fra le quali Terminator di Cameron che potrebbe essere il capostipite del genere e dove tutto, forse anche grazie al fatto che non si facevano tanti pippotti filosofici, girava un po' meglio.


Qui non ci sono viaggi nel tempo, ma solo un viaggio che John David Washington deve fare per portare in salvo un esemplare di bambina "simulante" creata proprio dalle intelligenze artificiali e che potrebbe diventare un'arma di devastazione potentissima. 
L'idea sarebbe anche bella, ma due ore e mezza sono tante e vabbè che Washington è abituato a certi minutaggi con Nolan in Tenet (e qui ha ancora la stessa identica espressione basita) però anche no grazie. 
Cioè non so dire quanti colpi di sonno mi hanno preso, ma erano tanti e li sto ormai considerando come un metro di valutazione per un film o una serie tv. 
Per carità, ottimi effetti speciali senza dubbio, grande messinscena, suono che ti ribalta la casa, e appare anche Ken Watanabe che mi fa sorridere perché ha sempre la voce italiana di Hal Yamanouchi e quando parla mi aspetto sempre che parta lo spot della Suzuki. 
Ma tutto ciò nel mio cervello non ha ingranato bene e, per quanto ne so, è anche opinione di molti altri che questo di Gareth Edwards sia stato un mezzo passo falso. 
Beh... Caro Gareth, l'abbiamo capito che non è sempre giornata di Godzilla o Rogue One, però... 

martedì 21 gennaio 2025

LA FANTASTICA STORIA DI DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA

 Tempo fa Terry Gilliam si era intestardito sul progetto di un film su Don Chisciotte, ma tutta una serie di sfighe lo avevano dissuaso fino a che alla fine è riuscito a tirare fuori un ALTRO FILM che è poi un metafilm sul cavaliere errante di Cervantes e che forse è ancora meglio di quello che sarebbe stato l'agognato film mai girato.


Storia antichissima quella narrata da Miguel Cervantes scritta infatti più di quattro secoli fa e raccontata in due libri il primo dei quali usciva nel gennaio del 1605 con codesto incipit: 
«Viveva, non ha molto, in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami, un idalgo di quelli che tengono lance nella rastrelliera, targhe antiche, magro ronzino e cane da caccia»
Il romanzo ispirerà musicalmente l'idolo mullettato degli anni 80 Nick Kershaw per una sua CANZONE

(una delle sue peggiori, detto francamente) e anche il nostro Roberto Vecchioni lo racconterà in PER AMORE MIO (una delle sue migliori), ma sotto il punto di vista di Sancho, il fedele scudiero, e infatti il titolo completo della canzone comprende tra parentesi "Ultimi Giorni Di Sancho P.", 

nonché il buon Francesco Guccini nel suo periodo più recente, cioè esattamente l'entrata negli anni 2000, con l'album Stagioni che conteneva appunto la canzone DON CHISCIOTTE.

Molto tempo prima che Gilliam ci pensasse, la Rai aveva acquistato una miniserie su Don Chisciotte di produzione spagnola (o forse era franco-tedesca) di cui credo di aver perso ogni traccia (probabilmente anche l'emittente di stato non la ricorda più), ma intanto nel 1970 ha poi realizzato anche una sua miniserie metateatrale girata negli studi di Napoli dove il cavaliere errante era interpretato da Gigi Proietti (lassù in alto nel post), perfettamente sopra le righe mentre racconta le sue avventure ad un pubblico di bambini. 
Vista adesso sente un po' il peso degli anni per come è realizzata questa miniserie, ma, grazie a Gigi e i comprimari, il livello della recitazione è superiore a qualsiasi cosa dei giorni nostri. 
Adesso è disponibile su Raiplay e una piccola curiosità è che le musiche erano eseguite dal vivo in studio ed erano di Giorgio Gaslini che cinque anni dopo collaborerà coi Goblin per Profondo Rosso. 
Ah... Oltre a diversi altri film più o meno belli esistenti su Don Chisciotte, anche Franco e Ciccio hanno fatto naturalmente la loro versione nel 1968, dato che credo non esista cosa al mondo che i due non abbiano parodiato.

Perfetti nel phisique du role. 

lunedì 20 gennaio 2025

ARRIVA IL NUOVO MR. WOLF?

 Nel tardo pomeriggio per noi italiani, ma dal mattino per gli americani, si tiene oggi la cerimonia di insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti al suo secondo mandato.


Ehm, la foto ufficiale non promette niente di buono verso chi proverà a fargli girare le balle e sembra dire "son tornato e son tutti XXXXX vostri". 
Già il Donnie ha detto chiaramente che risolverà il problema dei migranti rispedendoli da dove arrivano, ma sopratutto penserà a quello di Tik Tok... 
Al che quella riguardante il social pensavo fosse una specie di gag, una fake news e invece no. 
Eh questi si che son problemi davvero grossi, così grossi che, dopo il moscio Biden, doveva tornare lui come un novello Mr. Wolf a rimettere a posto tutto per Make American Great Again. 
C'è da dire che non è la prima volta che un presidente viene rieletto, ma sarà difficile per chiunque battere il primato finora mai superato di Franklin Delano Roosevelt che mantenne tale mandato per ben quattro volte.

La nostra Giorgia Meloni sarà là sul posto come anche Elon Musk, David Zuckerberg e Jeff Bezos, come dire una certa élite con i bigliettoni che strabordano dalle tasche. 
Ospite musicale, che la volta precedente era stata Lady Gaga, sarà stavolta il tenore Christopher Macchio che canterà l'inno nazionale, con pure altri artisti che interverranno come, Carrie Underwood, cantante country che ai più non dirà nulla, ma è stata una vincitrice di American Idol, Kid Rock, i Village People e Billy Ray Cyrus, il papà di Miley. 
Inutile dire che un'occhiata la darò anch'io, magari preparando la cena dato che da noi saremo quasi in vista del pasto serale. 
E sicuramente ci sarà un dispiego di forze inusitato, visti i fatti precedenti dove il "rosso" ha rischiato anche di beccarsi una pallottola letale. 
Diciamo che per certi versi sarà un po' come guardare un thriller in tv, dai... 

domenica 19 gennaio 2025

RACCONTALA GIUSTA BALTO

 Ricorre oggi un secolo esatto da quell'epidemia di difterite esplosa a Nome in Alaska e storia che la DreamWorks/Amblin aveva raccontato nel film animato Balto


poiché a Central Park c'è pure una statua intitolata proprio al protagonista canino del film che fece un'impresa epica portando attraverso chilometri di ghiaccio e neve il vaccino necessario a salvare tanti bambini malati. 
Si, ma non solo lui fece tale impresa, e la versione integrale dei fatti viene invece esposta dalla Disney in un altro film stavolta live action di cui ho parlato tempo fa dal titolo Togo, per cui mi ricollego a quel post di cui riporto il LINK e metto già qui uno stralcio del post: 

-La cosa che ho notato è che pare che la Disney dica: "Aspettate un attimo, ora ve la raccontiamo noi com'è andata, altro che i cartoni animati con le oche russe e gli orsi polari buffi" e fa pronunciare ai suoi protagonisti delle frasi abbastanza risentite sul fatto che in molti, tra cani e umani abbiano contribuito alla riuscita dell'impresa, e poi alla fine la stampa vada ad elogiare soltanto Balto (...) Io almeno ho avuto questa netta impressione avendo visto l'altro film anni fa e solo ora sembra che si voglia mettere in chiaro che si era trattato di un lavoro d' équipe, dando il giusto riscontro a chi se lo merita.
Tant'è vero che il titolo originale ha come sottotitolo "La Vera Storia Mai Raccontata", mentre in italiano si è optato per un più neutro "Una Grande Amicizia" (che non sarebbe decisamente quella tra Disney e Amblin, a quanto pare).- 

Perché è meglio essere chiari fino in fondo e dare i meriti a tutti quelli che hanno contribuito a tale impresa. 

sabato 18 gennaio 2025

MARRACASH - È FINITA LA PACE: UN DISCO CON CON OSPITI MOLTO SPECIALI

 Marracash è tornato con un nuovo disco e per fortuna non è la solita trap da ragazzini,


anche perché lui ragazzino non lo è più da un po' di tempo, come anche Kevin Costner che oggi compie 70 anni (auguri!!!), e questo È Finita La Pace mi ha veramente stupito perché è una vera bomba come il singolo GLI SBANDATI HANNO PERSO,


già da settimane nelle radio, lo dimostra appieno. 
E se ascoltando la canzone vi pare che possa ricordare Crazy di Gnars Barkley, non si tratta di un plagio, ma è dovuto all'utilizzo dello stesso sample che arriva dalla colonna sonora di Preparati La Bara. 
L'autotune c'è ma utilizzato col cervello e a proposito mi viene in mente lo sketch sui trappers di Andrea De Marco a Zelig tornato da mercoledì scorso, dove con Bisio e la Incontrada giocavano con quell'effetto. 
Beh quando Vanessa ha usato l'autotune era persino piacevole, ma l'ho già detto che sulle voci femminili quelle diavoleria rende meglio. 
Anche le altre canzoni dell'album non sono da meno e un paio si fregiano di due duetti impossibili: Ivan Graziani e Stefano D'Orazio...

Eh si, avete letto bene perché grazie a due campionamenti le voci dei due compianti musicisti duettano con Marracash e sono pure due belle canzoni. 
L'ex Pooh si sente in SOLI, e anzi nel caso di Ivan si tratta proprio della TITLE TRACK.

Ve lo giuro che è un bel disco, anche se son canaglia... 

venerdì 17 gennaio 2025

UN POST TUTTO PER DAVID LYNCH

 Ieri è stata una bruttissima giornata per quelli come me che adorano il cinema poiché a 78 anni se n'è andato David Lynch per un enfisema polmonare causato anche dal fumo, vizio che non riusciva ad abbandonare.


Lo stile di Lynch si può definire unico perché ogni suo film, anche il più realista, ti porta sempre in qualche modo in una dimensione onirica spesso assurda che se fosse in mano ad un'altro finirebbe sicuramente nel ridicolo e invece David sapeva come non oltrepassare mai quel limite che ti fa cadere nel trash. 
Tante volte il regista è stato nominato qui su questo blog, a partire da quando ho parlato del pessimo RIDOPPIAGGIO di Cuore Selvaggio, citando poi TWIN PEAKS con vari personaggi attoriali e musicali legati all'innovativa serie tv che pure loro hanno pensato di passare dall'altra parte. 
Parallelismi e situazioni nella serie di Lynch che si ritrovano in parte anche in prodotti più recenti dove lui non c'entrava, ma qualcuno ha imparato la lezione, e parlo di cose come  RIVERDALE e (di più) BROADCHURCH
Immancabile poi anche il paragone tra il suo Dune e QUELLO di durata monster di Denis Villeneuve dove, pur essendo un film non perfettamente riuscito quello di Lynch, vince perlomeno nelle scenografie così pazzesche e realizzate vere,

reali da toccare con mano senza CGI che invece adesso in quattro e quattr'otto con un buon equipaggiamento informatico metti gli attori dove ti pare. 
Ricordo anche il suo cameo in The Fabelmans di Steven Spielberg dove, con la benda sull'occhio, fa un burbero JOHN FORD che dispensa consigli.

Insomma Lynch il segno nel cinema lo ha lasciato eccome (anche nella tv, certo) e nessuno potrà mai cancellarlo. 
Addio David e grazie di tutto. 

giovedì 16 gennaio 2025

L'ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE, OVVERO: VIAGGIARE CON LENTEZZA

 Molte persone che conosco, quando un film è lento lo considerano un difetto e in molti casi hanno ragione.


Nel caso di L'Ultima Settimana Di Settembre invece la lentezza sembra essere un valore aggiunto alla storia che vede in scena Pietro Rinaldi (Diego Abatantuono), uno scrittore in declino che patisce come una bestia quando vede i suoi libri svenduti a 1 euro, e infatti sta meditando il suicidio (non per questo motivo, ma anche...). 
Fatto sta che invece un incidente porterà via i genitori al suo nipote sedicenne che viene affidato a lui poiché è il parente più prossimo. 
Nel frattempo salta fuori anche uno zio che si offre di far da tutore al ragazzo, ma sta a Roma ed è in procinto per partire con il suo yacht e la sua famiglia agiata, cioè tutto l'opposto di quello che Pietro può offrire al nipote.

Per tale motivo lo scrittore prende il ragazzo e insieme partono da Milano alla volta di Roma sulla vecchia Citroën DS lo "Squalo" della casa francese, cioè un'auto che pare l'esatta antitesi del Tardis di Doctor Who dato che questa macchina è moltissimissimo più grande all'esterno che all'interno (guidarla non è facile perché non si capisce bene l'ingombro), mentre la famosa cabina blu, grazie all'ingegneria dimensionale (si parla di quarta dimensione) e spazi relativi, dentro risulta molto più grande di quello che sembra. 
Ma ecco che la lentezza torna ancora di più protagonista poiché Pietro invece di prendere l'autostrada come farebbero tutti, preferisce percorrere strade secondarie dato che i camionisti "gli stanno sul c@%%o" (parole sue) e li ha annotati infatti in un taccuino insieme a tutto il resto che gli fa quell'effetto, ed è tanta tanta roba che sta scritta lì sopra.. Quindi sarà un viaggio lento e costellato di soste durante una delle quali Mattia (il nipote) scoprirà l'amore per la prima volta.
E lentamente, molto lentamente si arriva alla destinazione con il finale che lascio in sospeso, ma lo si può immaginare già dalle prime reazioni del ragazzo a contatto con la nuova "famiglia". 
Diego Abatantuono è perfetto nel ruolo del nonno stanco, lento e demoralizzato, e non saprei immaginare nessun altro al suo posto.
Biagio Venditti, che invece interpreta Mattia, non ha parentele famose cantautorali ed aveva esordito a 9 anni in Don Matteo. 
Tratto dal libro di Lorenzo Licalzi, è su Prime Video. 

mercoledì 15 gennaio 2025

SQUID GAME 2, E POI ANCHE 3

 La nuova stagione di Squid Game è riuscita a lasciare tutti col fiato sospeso, ma non tanto per la tensione durante la visione.


Il fatto è che Netflix ci ha preso gusto a fare due blocchi di episodi e anche stavolta, essendo sua la produzione, interrompe la narrazione a metà. 
La stagione 2 e la terza sono state infatti girate come un blocco unico, ma poi ne è stata rilasciata solo la prima metà. 
Per concludere la storia dovremo aspettare fino al prossimo giugno (!!!). 
Nel frattempo, se su Google digitate Squid Game 2 vi apparirà in sovrimpressione il biglietto con i tre simboli e se lo cliccate potrete giocare a Uno Due Tre Stella!

Niente di che in realtà. 
La nuova storia, oltre al ritorno in gioco di Gi-hun, il vincitore della scorsa edizione animato dall'intento di salvare gli scellerati che partecipano alla carneficina con la speranza della vittoria, diventa iper attuale con molti dei giocatori che sono finiti lì per rifarsi delle grosse perdite economiche a causa di investimenti nelle crypto valute, argomento di grande attualità, e delicato per i miraggi di facili guadagni che può portare se mal veicolato. 
Rispetto alla stagione precedente adesso, per i sopravvissuti, dopo ogni gioco c'è la possibilità di votare per andarsene dividendosi il basso montepremi accumulato solo fino a quel momento o continuare a giocare per una cifra molto più alta, ma naturalmente a costo della vita. 
Tale possibilità, anche se sembra democratica, innesca una serie di situazioni per cui i giocatori cercano di farsi fuori anche senza l'aiuto dei giochi, rivelando una volta di più l"avida natura umana che già viene mostrata durante i reclutamenti

(la scena del pane e dei gratta e vinci).
Quindi voltafaccia e tradimenti saranno all'ordine del giorno tra i giocatori. 
In parallelo ai giochi, una squadra d'accordo con Gi-hun sta cercando di localizzare l'isola misteriosa dove si stanno svolgendo i giochi, ma anche qui si scoprirà che non tutto è come sembra. 
La violenza è padrona come nella prima stagione e perciò siete avvisati perché se già allora eravate disturbati, qui si calca ancora di più la mano senza mezzi termini. 
Ma noi che conosciamo il cinema orientale,

come anche Quentin Tarantino, lo sappiamo bene e da sempre siamo abituati a vedere sullo schermo sangue che scorre a fiumi. 
Tanto noi lo sappiamo che è per finta e la vera violenza invece è quella che ormai troppo spesso si consuma tra le mura domestiche. 
Diventando a volte anche quella una serie tv come Qui Non È Hollywood,

che tanti hanno acclamato come bellissima, ma io ho preferito evitare perché quella vicenda di Avetrana mi ha sempre disturbato molto. 
Eh... son canaglia, ma sensibile... 

martedì 14 gennaio 2025

L'ULTIMO SCATTO DI OLIVIERO TOSCANI

 Ad 82 anni dopo una lunga malattia è mancato Oliviero Toscani,


il noto fotografo che più volte si è fatto notare per campagne pubblicitarie al limite dell'oltraggioso e per affermazioni fatte durante interviste o programmi radiofonici/televisivi in cui ha, senza peli sulla lingua, detto la sua su personaggi pubblici in preferenza politici (Gasparri, Meloni), ricevendo in cambio denunce e querele. 
Il più delle volte Oliviero infatti per certe frasi è stato condannato a risarcire le persone tirate in ballo, e in pochi rari casi ha fatto delle pubbliche scuse ritirando quanto detto. 
Perché quello era il suo carattere che definire difficile è di per sé un addolcimento, e lo confermano anche le figlie che con lui hanno sempre avuto un rapporto molto complicato. 
Sul suo lavoro (anche i MANESKIN sono passati davanti al suo obiettivo) invece non si può negare che il genio c'era, quello che riesce a fare di una semplice foto un'opera d'arte. 
Cosa non da tutti e non per tutti, certo. Ricordo infatti il mio insegnante di religione (o era il parroco che ci faceva catechismo?) quando, per spiegare il comandamento di "non nominare il nome di Dio invano" disse che non apprezzava per niente cose come questa.

Ma allora non sapevo ancora chi avesse fatto la foto e no... non era Loredana Bertè la modella, come invece vorrebbe far credere una leggenda metropolitana alimentata dalla foto di copertina del suo disco T.I.R.

che era anche il terzo album della cantante calabrese, i cui testi erano firmati da Oscar Avogadro e Daniele Pace, quest'ultimo facente anche parte dei mitici SQUALLOR che, secondo voci di corridoio, stanno per tornare in qualche modo.

E, a proposito di musica, dobbiamo dare l'addio anche a Sam Moore del duo Sam & Dave, cioè quelli di Soul Man e HOLD ON I'M COMING, due pietre miliari del soul. 
Sam aveva 89 anni ed è deceduto per le complicazioni di un'operazione chirurgica.

Addio Oliviero e Sam. 

lunedì 13 gennaio 2025

UN MONDO A PARTE, OVVERO: LA MONTAGNA LO FA

 Su Prime Video ho potuto gustare un film molto carino anche se italiano, e lo sottolineo che è italiano perché so che qualcuno ha ormai molti pregiudizi (purtroppo spesso legittimi) sul cinema nostrano.


Per fortuna Un mondo a parte, anche se era stato presentato da Fabio Fazio (non ho nulla contro di lui, ma molti film presentati nel suo programma per ovvie ragioni di marketing, sono stati spesso dei pacchi colossali) funziona grazie anche ad Antonio Albanese, maestro elementare in trasferta ad insegnare in un luogo estremamente isolato, e Virginia Raffaele dialettata abruzzese dato che il film è stato girato per la maggiore in Abruzzo e buona parte degli "attori" sono persone del luogo. Durante il film poi capita di sentire due canzoni del compianto cantautore abruzzese Ivan Graziani, e sono Agnese, che è il nome del personaggio di Virginia, e, sui titoli di coda, Taglia La Testa. Certo, tutta la trama è molto prevedibile, ma a me proprio per questo ha dato un senso di sicurezza. Stavolta non si tratta di un remake di un film francese e non è tratto da un storia vera anche se la situazione scolastica mostrata non è così lontana da certe realtà. Ma, come dice il mantra ripetuto spesso nel film, la montagna lo fa... 

domenica 12 gennaio 2025

QUEL FREDDO GENNAIO A FIRENZE

 Nei prossimi giorni, anche se adesso stiamo godendo di nuovo (a tratti) di qualche giornata di sole, pare che tornerà il gelo ad investire l'Italia.


D'altronde siamo a gennaio e, insieme con febbraio, sono da sempre due mesi piuttosto freddi, molto spesso anche con la neve pure a bassa quota. 
Sarà comunque difficile che si ripeta quella temperatura record registrata esattamente il 12 gennaio di 40 anni fa a Firenze nel 1985, quando la minima era scesa fino a -23,2 °C e l'Arno diventò una pista di pattinaggio che manco TONYA aveva mai visto.


Fosse adesso (uuuh!) ci sarebbero pronti migliaia di esperti (anche improbabili) a dire la loro in tv, mentre allora non si parlava ancora del cambiamento climatico e delle soluzioni da prendere. Soluzioni di allora? 
Giacche pesanti, sciarpe e guanti... e non chiudevano nemmeno le scuole (beh, per quella volta in realtà si), anzi vai così che va bene...

sabato 11 gennaio 2025

FRANCESCO DE GREGORI: CINQUANT'ANNI DI RIMMEL

 Disco del sabato molto vintage oggi poiché il gennaio di mezzo secolo fa vedeva la pubblicazione di un LP che al 90 per cento sta (o è stato) nelle case di tutti gli italiani sotto forma di vinile, cassetta o anche cd, e il suo titolo è RIMMEL, ovvero il terzo album di Francesco DeGregori.


Terzo, ma sarebbe il quarto lavoro su vinile perché il primissimo Theorius Campus era stato invece condiviso a metà con Antonello Venditti che allora pareva un po' il Tomas Milian/Nico Giraldi (erano tutte canzoni soliste eccetto IN MEZZO ALLA CITTÀ dove duettavano, e stava lì anche la mitica Roma Capoccia)

dato che la RCA non era del tutto convinta che i due potessero reggere un disco interamente da soli, cosa che nel futuro sarà smentita da entrambi. 
Sulla copertina di Theorius Campus poi c'è la curiosità che riporta un particolare di quel dipinto che ispirerà il videoclip di WHERE THE WILD ROSES GROW, la splendida canzone di Nick Cave & Kylie Minogue a cui avevo dedicato un POST molto tempo fa. 
Ma torniamo al nostro Rimmel, disco breve, infatti dura solo mezz'ora (ma anche Battiato aveva questo standard) dove ogni canzone vale la sua presenza senza rischiare di essere un filler, e lavoro che fece però storcere il naso ad alcuni critici dell'epoca turbati da certi testi come quel valzerino musette di Buonanotte Fiorellino ispirato a WINTERLUDE di Bob Dylan (non è una cover, ma poco ci manca).

Una curiosità del disco è che l'iconografia relativa a DeGregori lo ritrae spesso con la chitarra imbracciata, ma in realtà era usata da lui solo come ritmica di accompagnamento, mentre tutte le altre chitarre acustiche nel disco erano state suonate da Renzo Zenobi, bravissimo nel finger picking (suona anche nei dischi precedenti, per esempio in NIENTE DA CAPIRE)

dove invece Francesco peccava un bel po' e trovò in Renzo un valido maestro per migliorare la sua tecnica. 
I due sono anche lasciati da soli, voce e chitarra, come unici esecutori della ballad tutta arpeggiata PEZZI DI VETRO, canzone che verrà anche citata da Francesco in seguito molti anni dopo in Povero Me.

Appunto nei testi delle varie canzoni poi tanti si sono sbizzarriti a trovare riferimenti a colleghi del cantautore, da Venditti a Patty Pravo (in Piano Bar e Quattro Cani), ma sempre regolarmente smentiti da Francesco mentre era dichiarato nelle note di copertina che IL SIGNOR HOOD era Marco Pannella citato però solo dalla M puntata. 
Il bello di questo disco vintage è che a rimetterlo su adesso riesce a farti affiorare tanti ricordi come il ritorno della musica live proprio grazie al tour di Francesco e Lucio (Dalla) dopo quel periodo in cui nessuno più voleva esibirsi dal vivo per colpa dei disordini che c'erano stati, e anche questo lo trovate raccontato nel PRIMISSIMO POST che ho pubblicato ormai quasi sei anni fa. 
Perché scripta manent... anche sul web... 

venerdì 10 gennaio 2025

QUELLA CANZONE MI RICORDA QUALCOSA...

 Tramite un parente acquisito grazie ad una mia cugina che si era maritata con un personaggio avventuroso sempre in giro per il mondo, verso la fine degli anni 70 avevo scoperto un po' di musica che non conoscevo ancora e che potevo ascoltare sul suo compatto Philips, 


oggetto che ai cultori dell'hi-fi faceva certamente ribrezzo perché aveva degli altoparlanti biconici invece delle tre vie necessarie per assaporare la completa gamma di frequenze emesse, ma quello c'era (lo so che chi ha avuto in casa tali apparecchi non lo ammetterà mai nemmeno sotto tortura) e per me era pur sempre superiore al piccolo registratore K7, sempre della Philips, in mio possesso. 
La musica che per me era allora ancora da scoprire era quella racchiusa nei vinili della signora Joni Mitchell, degli elettrici THE BYRDS, e inoltre ho approfondito conoscenze che già gravitavano nel mio mondo tipo Elton John, di cui avevo solo un 45 giri, Cat Stevens, i primissimi Bee Gees, i Beatles (avevo raccontato TEMPO FA anche della loro cassetta col nastro riparato) e The Shocking Blue, cioè quelli originali di Venus che le Bananarama hanno poi fatta loro negli anni 80 (e che molti pensano invece che sia tutta farina del loro sacco).

Fra quelli che invece mi erano completamente sconosciuti c'era il trio folk statunitense Peter, Paul & Mary, battezzati così con i loro nomi come più tardi si firmeranno anche Crosby, Stills & Nash (ma loro coi cognomi), e specializzati soprattutto nelle cover di Bob Dylan, ma con all'attivo anche quella IF I HAD A HAMMER scritta da Pete Seeger e portata al successo da Trini Lopez, e che inoltre in Italia sarebbe diventata Datemi Un Martello cantata dalla tutto pepe Rita Pavone con un testo che perdeva ogni riferimento politico.

Del trio purtroppo è mancato nei giorni scorsi Peter Yarrow, 86 anni, per un tumore alla vescica, e quindi adesso rimane solo Paul dato che anche Mary se n'era andata nel 2009.
Un'altra curiosità sul trio è che nel 1960 usciva il loro primo album che conteneva STEWBALL, una classica canzone tradizionale folk che dalle prime strofe dovrebbe ricordare a tutti qualcosa che magari avete riascoltato proprio sotto le scorse festività.

Si, infatti è identica a HAPPY X-MAS (WAR IS OVER) di John Lennon, ma all'epoca non erano nemmeno ancora nati (artisticamente) i Beatles, perciò quello di John si può dire che fosse stato un plagio bello e buono, senonchè, siccome quel brano, essendo tradizionale, non era gravato da diritti d'autore, Lennon dichiarò poi di essersi solo "ispirato" a tale canzone e quindi non se ne fece nulla.

Anche Rino Tommasi ci ha lasciato a 90 anni. 
Il giornalista e commentatore sportivo televisivo era noto soprattutto per boxe e tennis.

Non solo addii comunque oggi poiché compie i suoi bei 80 anni Rod Stewart di cui ho parlato proprio pochi giorni fa per quel suo FAMOSO RECORD.

Quindi auguri Rod e addio Rino e Peter. 

LA RAGAZZA DEL MARE, CIOÈ LA DISNEY CHE TI RACCONTA UN'ALTRA STORIA VERA

 Mentre da stasera la tv sarà, come ogni anno, monopolizzata dalla musica sanrenemese, si parla oggi di un film sportivo marinaro disponibil...