venerdì 4 luglio 2025

THE ROCK PERDE LA VOCE E TARANTINO UN AMICO

 Notizia col botto quella della scomparsa di Michael Madsen, 67 anni, attore molto spesso presente nei film di Quentin Tarantino e di cui riporto la foto


con quella frase iconica da Kill Bill 2, dove la donna della frase era La Sposa interpretata da Uma Thurman che faceva fuori uno dopo l'altro (lui compreso) i membri di quella banda di killers in una coppia di film che saranno pure tamarri, ma non mi stancherei mai di rivedere. 
A stroncarlo nella vita vera è stato invece un infarto la notte scorsa mentre era nella sua casa.

Improvvisa anche la morte di Saverio Indrio, 62 anni e doppiatore di Dwayne Johnson, ovvero The Rock, nella maggior parte dei suoi film con quel particolare timbro che appena lo senti pensi subito all'ex wrestler. 
Da Rock a Rick il passo è breve e infatti dobbiamo dare l'addio anche a Rick Hurst,

79 anni e attore noto sopratutto per il ruolo del vicesceriffo Cletus Hogg in Hazzard. 
Addio Michael, Saverio e Rick. 

giovedì 3 luglio 2025

40 ANNI FA COMINCIAVA IL VIAGGIO NEL TEMPO

 Il 3 luglio del 1985 nei cinema statunitensi accadeva qualcosa di irripetibile che andava aldilà di ogni previsione dato che usciva Ritorno Al Futuro.


Previsione quella dei due sequel che non era ancora passata per la testa di Robert Zemeckis e Bob Gale, regista e sceneggiatore del film, e che in effetti forzerà un po' la storia (frase quanto mai adatta direi) per portarla avanti ancora due volte.


In Italia il film arriverà il 18 ottobre dello stesso anno con quei famosi adattamenti di doppiaggio anche difficili da realizzare come quello della Pepsi senza che era in realtà una Pepsi free, cioè senza caffeina, ma il barista capiva che lui la volesse gratis (free) senza pagare, per poi sentire Marty ripiegare sulla Tab, bevanda da noi sconosciuta e quindi sostituita dalla Fanta con il giochetto di parole sulla fantascienza da bere, mentre nell'originale si parlava del conto perché quello è anche il significato di tab.

Altro cambio nei nomi era stato sullo scambio verbale tra Marty e Doc quando parlano del Presidente americano del 1985 che era Ronald Reagan ed Emmett ironizza infilando i nomi di Marilyn Monroe, Jerry Lewis e John Wayne mentre gli originali erano altri meno noti da noi. 
Sempre sul nome noto fu azzardata la scelta italiana di scegliere Levi's Strauss come marca dei jeans e degli slip di Marty

poiché l'originale era Calvin Klein, ma ancora sconosciuto da noi (per la Francia fu Pierre Cardin); il problema è che nel 1955 il marchio Levi's era invece già ben noto negli states perciò può fare molto strano che Lorraine lo prenda per il nome del ragazzo. 
Altro cambio, questo anche in corsa durante i sequel, fu l'espressione Great Scott che nel primo film divenne Bontà Divina, mentre in seguito sarà Grande Giove e forse la ricordiamo molto più in questa versione. 
Fatto sta che nonostante incongruenze ed errori, la trilogia rimane un punto fermo nella storia del cinema e verrà citata molto spesso in pellicole future, perfino quel divertente SLASHER di Jason Blum. 
Il quarto episodio tanto spesso fantasticato con video fake che circolano in rete, secondo Zemeckis quello non vedrà mai la luce almeno finché tutto il cast non sarà in vita. 
E in effetti a tutti noi va bene così e, anzi, se qualcuno solo ci provasse a metterci le mani su questa pellicola, potrebbe valere la famosa frase: "Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!!!".

E anche qui vedete che il "porco" è stata un'altra modifica all'italiana. 

mercoledì 2 luglio 2025

20 ANNI FA UN CONCERTO PER L'AFRICA SOTTO UN CALDO AFRICANO

 Il 2 luglio è il giorno centrale di ogni anno, anche bisestile dato che in quel caso la centralità cambia solo l'orario cioè dal mezzogiorno alla mezzanotte).


Rimane storico anche il 2 luglio di 20 anni fa, anche quello centrale tra lo storico LIVE AID, che in quell'occasione festeggiava i vent'anni, ed oggi che invece i vent'anni li festeggia il Live 8, concerto benefico nuovamente organizzato da Bob Geldof (l'assonanza del nome non era a caso) per aiutare l'Africa tenuto in contemporanea in dieci città (più una il successivo 6 luglio) compresa Roma con i nostri artisti al Circo Massimo

dove chi c'era ricorderà il caldo opprimente e gli idranti rinfrescanti, e dove il numero 8 sta per i G8 dell'epoca che piano piano sono nel frattempo cresciuti fino ai G20 protagonisti di quel FILM su Prime Video. 
Concerto questo che è passato alla storia anche per la reunion momentanea dei Pink Floyd al completo, e anche l'ultima possibile poiché Rick Wright (a destra nella foto sotto) purtroppo ci lascerà tre anni dopo. 
Si, per una volta gli screzi tra Gilmour e Waters erano sembrati dimenticati e tutti e quattro si abbracciavano da amiconi

senza sapere ancora che poi il Roger avrebbe ripudiato quello che è stato il loro maggior successo di vendite e di critica, ovvero The Dark Side Of The Moon per farne uscire quella sua VERSIONE brutta, cupa e autocompiaciuta di cui tutti possiamo benissimo farne a meno. 
Fra tutti e quattro poi bisogna dire che Nick Mason, il batterista, è sempre stato quello che è stato toccato di meno dalle tensioni all'interno della band prendendo tutto molto alla leggera

tra una birra e le sue auto da collezione. 
Concerto mai pubblicato su cd, ma disponibile invece in video con le varie località in cui si è tenuto e stavolta con meno problemi tecnici di vent'anni prima. 

martedì 1 luglio 2025

12 - 12 - 12: C'È QUALCOSA DI PEGGIO DELLA PROFEZIA DEI MAYA

 Oggi devo assolutamente parlare di un film che Prime Video mi ha permesso di vedere e che entra di diritto nella categoria delle pellicole trash sempre benvenute in questo blog.


Si tratta di 12 12 12, film italiano, anzi ligure, anzi girato a Bogliasco, da non confondere con un altro con lo stesso titolo uscito tempestivamente in orario due anni prima, ma horror.

Quello horror non l'ho mai visto mentre vediamo cosa non va in questo di oggi? Beh intanto che parte già malissimo con dei titoli di testa lunghissimi accompagnato poi da una musica che vorrebbe essere solenne, ma... boh, ci sta come i cavoli a merenda e comunque ormai sono anni che i titoli di testa vengono spostati praticamente alla fine del film (James Bond a parte) seguiti magari da una scena post credits per poi partire con tutta la pappardella dei nomi di attori e attrezzisti che vengono su sul fondo nero. 
Magari la scusante è che il film è del 2014, quindi ancora della (più o meno) vecchia leva alla quale sembra essersi ispirato il regista e sceneggiatore Massimo Morini (al centro nella foto sotto) che avrete visto a volte come direttore d'orchestra sul palco del Festival Di Sanremo, ma anche lui in persona ci mette la faccia e la voce come cantante leader dei Buio Pesto,

band di Bogliasco come il film, specializzata in concerti di beneficenza dove raccolgono fondi per istituti come l'Ospedale Gaslini, per esempio, e questa è una cosa che gli fa onore. 
Purtroppo Massimo ha anche questa passione per il cinema e per la fantascienza e le ha già estrapolate entrambe con film comico-goliardici come Capitan Basilico 1 e 2 e Invaxon - Alieni In Liguria, seguito anche da una serie su Jimmy, dove però il tono rimaneva da commedia e ci stava. 
Qui invece il problema grosso è che stavolta il film è tutto girato con un registro serio per raccontare di un attacco alieno a Bogliasco dove  questi extraterrestri vogliono conquistare il pianeta partendo da questa piccola località ligure (scelta bizzarra, ma sicuramente intelligente dato che se avessero attaccato l'america sarebbero stati immediatamente bastonati come abbiamo visto in molti film)

e, dopo essersi sostituiti ad alcuni degli abitanti prendendone l'aspetto (notare poi tutti i nomi inglesizzati), polverizzano una per una le persone quindi con tutta una serie di scene identiche ripetute non so quante volte con persone diverse. 
E anche qui non ci siamo. 
Come anche negli altri film di Morini capita di vedere anche facce molto note dell'attualità e dello spettacolo come anche comici di Zelig, e in questo caso c'è anche Max Gazzé

che si presta al gioco in una breve scena. 
Ma non per questo il livello del film si alza eh... Per non parlare del finale che non finisce mai tipo "era un sogno", ma poi non lo era, e poi è di nuovo un sogno, e poi no è via così ancora ripetuto fino allo sfinimento. 
Anzi per via di tale finale temo che nella testa di Massimo ci sia pure un sequel. 
E finale che presenta la RASSEGNA completa dei protagonisti con i nomi dei personaggi all'inglese come dicevo prima.

Comunque, se ve la sentite di guardarlo con lo spirito giusto, lo consiglio, ma esclusivamente per chi ama le trashate tipo ANATAR e CREATORS - THE PAST
Tutto questo non toglie che le intenzioni benefiche dei Buio Pesto rimangono comunque una lodevole iniziativa da supportare sempre. 

lunedì 30 giugno 2025

ASTEROIDS, GIOCO, FILM E REALTÀ

 Per chi ha vissuto gli anni 80, Asteroids era un videogame arcade della Atari, nato in realtà nel 1979,


dove dovevi bombardare degli asteroidi e tutti i frammenti che si formavano evitando di venire colpito dagli stessi, mentre per quelli dei 90 l'asteroide tipo è quello che minaccia la Terra in ARMAGEDDON con Bruce Willis eroe a stelle e strisce e Liv Tyler che domani compie gli anni e nel film piange a dirotto ascoltando le sue ultime parole, 

mentre poi arrivano gli Aerosmith che cantano quella famosa canzone (ma in un altro momento, sui titoli di coda). 
Com'è, come non è, anche Brian May, chitarrista e voce dei Queen, ma anche laureato in astrofisica, riferendosi all'evento dell'impatto di Tunguska avvenuto nel 1908 in questa data del 30 giugno, ha deciso, insieme a dei colleghi legati al campo astronomico

(indovinate quale dei tre qui sopra è Brian... così a istinto), di darsi da fare per trovare delle soluzioni per prevenire tale tipo di minaccia cosmica per il nostro pianeta e dal 2015 hanno istituito l'Asteroid Day. 
Magari senza andare personalmente a mettere delle cariche esplosive sul corpo celeste, ma con ben altri metodi meno rischiosi come quello sperimentato UN PAIO DI ANNI FA con quei nomi presi non a caso da Star Wars. 
Certo è che però il film Armageddon, se fosse stato realizzato così secondo tali tecniche, forse sarebbe stato molto meno spettacolare... 

domenica 29 giugno 2025

LEA MASSARI, UNA BELLISSIMA DA NON DIMENTICARE

 Nei giorni scorsi è mancata anche Lea Massari a 91 anni,


attrice nostrana bella come l'americana Raquel Welch alla quale, a mio avviso, somigliava molto, e legata ad un cinema "serio", sia italiano per Monicelli, Antonioni, Bolognini, Risi, che francese e che a 57 anni, ancora bellissima, aveva deciso di ritirarsi dalle scene. 
Adesso, da canaglia quale sono, nella mia testa ricordo Lea, il cui vero nome era Anna Maria Massatani, in uno SPOT tv degli anni 80 e suppongo che sia così anche per tanti che leggono queste righe.


Oltre a recitare Lea ha inciso anche qualche disco come la colonna sonora di I SOGNI MUOIONO ALL'ALBA, uno dei film da lei interpretati e brano qui preso direttamente dal 45 giri

con tanto di "frittura" sotto che fa tanto vintage per i nostalgici del vinile, ed ha cantato anche ROMA NUN FA' LA STUPIDA STASERA da Rugantino che aveva portato a teatro nel 1962 insieme al grande Nino Manfredi.

Sempre a tema cinema riguarda la scomparsa di Lalo Schifrin, il pianista noto per diverse colonne sonore, ma delle quali la più famosa rimane sicuramente il tema di MISSION IMPOSSIBLE.

Lalo aveva 93 anni. 
Addio Lea e Lalo, che, detto così, sembra il titolo di un film Disney, ma non lo è... 

sabato 28 giugno 2025

CHI CERCA TROVA (LO STEREO NEL 1980)

 Oggi spero di sbloccare qualche ricordo con un po' di musica vintage qui perché torno con la mente all'inizio degli anni 80, quando stavo girando per negozi per acquistare il mio primo impianto stereo di un certo livello (quelli che adesso rivogliono anche i nostalgici del vinile),  dato che fino ad allora, oltre alla radiolina, avevo posseduto un piccolo registratore Philips K7 che, pur essendo un fedele compagno musicale che mi permetteva di catturare dalla radio le mie canzoni preferite, più di tanto non poteva offrire, così nel frattempo l'avevo anche collegato ad una cassa acustica un po' più grande per fargli uscire un suono un po' più corposo.


Ad un certo punto delle mie ricerche vedo esposto uno di quei rack coordinati con tutto incluso e due belle casse alte quasi un metro con il negoziante molto gentile (tanto non c'era nessuno) che mi fa ascoltare sul giradischi un po' di dischi che aveva lì disponibili. 
Il rack era della ditta Europhon (ormai scomparsa), cioè non Pioneer o Technics, ma un prodotto italiano che comunque, per il mio gusto, suonava bene però secondo gli amici "esperti" uno stereo italiano era "trooooppo italiano" (Stanis LaRochelle cit).

Ricordo che uno dei 45 giri era SKYDIVER di Ben Richardson, quello con l'effetto surround del film TERREMOTO (nota tecnica sull'effetto che era più dinamico sulla versione maxisingolo della canzone poiché il solco era più profondo), mentre l'altro era QUELL'ATTIMO IN PIÙ dei Camaleonti, brano presentato al Festival Di Sanremo del 79 e che già aveva dentro un sound anni 80 come anche la sua copertina,

un anticipo di quel decennio pop che si era aperto appunto alla fine dei 70 con i Buggles di VIDEO KILLED THE RADIO STAR perché ricordiamoci che la canzone dell'AUA AUA, primo video mandato in onda su MTV, era uscita nel 1979 anche se è diventata un manifesto degli anni 80.

Scritta invece, quella dei Camaleonti, da Lavezzi, Avogadro e Pace (il Daniele degli Squallor) rimane una canzone molto diversa dal classico stile della band italiana (stile un po' da balera, ecco) cantata da Livio e non da Tonino (perché qui non serviva il suo vibrato), forse più sul genere New Trolls anche per il modo come l'avevano presentata nel video di Discoring tutti messi in fila,

e brano a cui mi sento molto legato, ma che purtroppo non ho mai acquistato. Per fortuna adesso la si trova sulle piattaforme e così capita anche di farla girare in macchina.
Ancora un singolo ho ascoltato su quel rack ed era GOTTA HAVE MORE LOVE

della Climax Blues Band, dal nome eroticamente allusivo. 
Ah... Poi il rack, che se ricordo bene costava sulle 800mila lire, non l'ho comprato perché le mie finanze di allora non me lo permettevano, ma ringrazio ancora il negiziante per la disponibilità. 
Ho quindi ripiegato su di un compatto National Panasonic,

certamente meno hifi, ma più economico dato che stava sotto le 200mila lire... 

venerdì 27 giugno 2025

CRIMES OF THE FUTURE (MA IL TITOLO ARRIVA DAL PASSATO)

 Lo so che oggi si sposa Jeff Bezos, ma il marrano non mi ha invitato e sono leggermente offeso, perciò non ne parlerò, tié.


Parlerò invece di cinema che non sta nemmeno su Prime Video, ma su Raiplay (ancora tié Jeff) e a tal proposito premetto che ho adorato David Cronenberg con LA MOSCA e altri suoi lavori, ma stavolta con Crimes Of The Future, film con Viggo Mortensen, Lea Seydoux e Kristen Stewart, che ha lo stesso titolo di un suo corto del 1970, non mi trova molto dalla sua parte.
Cioè, sapevo di cosa parlava e quindi ero curioso, ma quelle mutazioni me le immaginavo più sullo stile della Brundlefly. 
Poi non so se la versione che ho visto su Raiplay sia stata mozzata di qualche scena magari davvero troppo forte per essere mandata in tv, ma sembra che a volte manchi qualcosa tra una situazione e l'altra come risulta anche da un confronto tra i minutaggi dove su quello Rai mancano circa tre minuti rispetto alla durata ufficiale dichiarata. 
A tal proposito ricordo con vero "orrore" le versioni scandalosamente eppurate che Italia 1 mandava in onda di classici come NIGHTMARE, LA COSALE IENEL'ESORCISTA togliendo via a muzzo il meglio delle scene splatter.

Operazione talmente invasiva che alcuni registi hanno poi diffidato le emittenti dal modificare in alcun modo la loro opera. 
E quindi forse qui è proprio David che invece si diverte a metterci alla prova per vedere se il nostro cervello viaggia alla velocità del suo? 
Velocità che però non viene tradotta in ritmo nel film dato che più di una volta ho rischiato il colpo di sonno, vuoi anche per la continua ripetizione di certe situazioni, eppure lo stavo guardando su un maxischermo quasi da cinema (un regalino che mi è arrivato da qualche mesetto) e un sonoro di tutto rispetto.


Comunque seppure siano più convincenti i molti effetti "veri" rispetto a quelli in CGI, mi cade tutto verso la fine con quella poverata di scena del cranio trapanato dove si vede benissimo che quello è un manichino quasi come fosse stato preso direttamente dalla vetrina di un negozio lì vicino. 
Era finito il budget? 

giovedì 26 giugno 2025

ANCHE I BEATLES VANNO AL MARE

 Si, nel loro TOUR ITALIANO il 26 giugno del 1965 i Beatles sono passati anche da Genova (belin!) esibendosi, dopo aver assaggiato la focaccia e la pasta al pesto (pare avessero esclamato OMG!), in quel terrificante palasport che visto da fuori pareva un'astronave aliena atterrata in riva al mare, e dove molto tempo dopo avrei visto e sentito suonare (o meglio, rimbombare) i RAMONES a manetta con i loro "one, two, three, four!".


Perlomeno, se soprassedevi sull'acustica pessima, potevi però godere del concerto anche in caso di pioggia. 
Il capoluogo ligure, certamente meno avvezzo alle celebrità rispetto a Milano e Roma dove invece gli eventi mondani con i VIP sono sempre stati all'ordine del giorno, ricorda sempre con piacere (stavolta nella data di ieri cioè l'arrivo effettivo dei quattro) quella giornata del doppio concerto, pomeridiano e serale, dei Beatles e lo fa con rassegne musicali ed eventi dove la musica naturalmente è il piatto principale e a tal proposito posto anche la simpatica locandina del 2015 dove venivano utilizzati i disegni della serie animata.


Sempre in tema "genovese" è questa VERSIONE IN DIALETTO LIGURE di Yesterday (dopo quella NAPOLETANA) ad opera di Franco Bampi, che purtroppo non posso postare in una qualità migliore perché non si trova.

Forse meno avversa contro i "capelloni" rispetto alla STAMPA MILANESE , la Superba Genova ricorda un grande entusiasmo del pubblico seppure seduto composto e senza crisi isteriche, mentre per i Ramones negli anni 80 eravamo lì, nello stesso identico posto, ma tutti in piedi a pogare, altroché seduti.

Ma, lo dico sempre che sempre di musica si tratta e musica da vivere standoci "dentro". 

mercoledì 25 giugno 2025

ADDIO PIERINO

 Non sarà stato certo il più grande attore italiano Alvaro Vitali, ma presumo che nessuno possa dire di non conoscerlo grazie alla popolarità che raggiunse con i film su Pierino, la saga ispirata alle classiche barzellette un po' sconce, ma anche ingenue, che si raccontavano da ragazzini.


Alvaro, che aveva 75 anni, era stato ricoverato di recente per una broncopolmonite, ma poi a stroncarlo è arrivato un infarto. 
Comunque il noto attore non aveva debuttato con la famosa commedia sexy all'italiana, anzi a dare il via alla sua carriera fu Federico Fellini (che comunque già di suo nei film metteva molte GRAZIE FEMMINILI in mostra) che lo fece esordire in Satyricon, per poi ingaggiarlo ancora in Roma

e ne I Clowns, e in seguito in quello che per me rimane uno dei migliori film del regista, ovvero AMARCORD
Ricordava spesso Alvaro il provino che fece per Federico dove il regista cercava uno che sapesse fare il fischio del merlo e prese lui proprio per quello. 
Il personaggio di Pierino, ovvero il primo ruolo in cui non era doppiato da Vittorio Stagni e per il quale Vitali si trovó come marchiato a fuoco perché non gli offrivano più ruoli differenti, sarebbe dovuto tornare al cinema nel 2009, sempre con Alvaro protagonista, ma il progetto non è mai andato in porto. 
Addio Alvaro... col fischio o senza? 

martedì 24 giugno 2025

I BEATLES ALLA CONQUISTA DELL'ITALIA

 Era il 24 giugno del 1964 e a Milano quel giorno di sessant'anni fa viene ricordato come quello in cui i Beatles si esibirono per la prima volta in Italia al Velodromo Vigorelli.


Altre due città, Genova e Roma, verranno toccate dai quattro di Liverpool con depistaggi creati ad hoc per deviare i fans, tipo i falsi binari di arrivo del treno dato che incredibilmente si spostavano con quel mezzo di trasporto. 
Incredibile magari per oggi, ma già l'anno prima nel film TUTTI PER UNO (A Hard Day's Night) c'era una scena con loro quattro più il nonno di Paul in viaggio sul treno. 
A Gianni Minà spettó il compito di fare 
gli onori di casa e i ragazzi oltre alle interviste fecero, da bravi turisti, anche tutta una serie di scatti con sullo sfondo il Duomo Di Milano.

Due i concerti di poco più di mezz'ora per ogni data, uno al pomeriggio e uno alla sera, con l'apertura affidata ad alcuni artisti in carico alla Carish, casa discografica dell'epoca, fra i quali Peppino Di Capri, Fausto Leali e Maurizio Arcieri futuro KRISMA che all'epoca era con i New Dada, e qualcuno di loro gonfierà pure la cosa dicendo "ho suonato con i Beatles" come se avessero fatto una jam session collettiva. 
Comunque era un altro modo di considerare i concerti già con le due esibizioni giornaliere, con un continuo brulicare di persone dell'entourage intorno al palco, e poi per la breve durata, nonché per i prezzi che partivano da 750 lire fino a 3000 lire per i posti migliori.

Per chi c'è stato, se chiedete in giro, è rimasto comunque un bel ricordo emozionante nella sua mente e anzi so di gente che ne parla come di un fracasso esagerato del pubblico che copriva la musica anche perché i sistemi di amplificazione non erano come quelli attuali che ti rivoltano le budella. 
Tuttavia la stampa, che partiva già con qualche pregiudizio sui "capelloni", tendeva a minimizzare tutto e non si disse molto entusiasta dalle risposte che i Beatles diedero ai giornalisti, come fece lo stesso anche la Rai che non si prese la briga di riprendere l'evento che "tanto di questi qui presto non si ricorderà più nessuno" (ma quante ne sanno certi capoccioni). 
E qui infatti si dovrebbe verificare quanto c'è di vero nel dichiarato dai giornalisti sulla "tiepida accoglienza" del pubblico italiano dato che i numeri di allora dicono il contrario e che tante volte anche adesso si raccontano balle solo per fare il titolo d'effetto come QUELLA VOLTA che pareva che Blanco fosse caduto rovinosamente dal palco e invece...
Se poi, sempre qui, apriamo una parentesi, si potrebbe parlare dei sold out esaltati dalle testate giornalistiche (argomento d'attualità),

ma falsi e che riguardano i concerti recenti dei big, cioè biglietti costosissimi rimasti in realtà invenduti e regalati dal management per riempire lo stadio sennò l'artista fa brutta figura ad esibirsi per poche centinaia di persone. 
Eh..., ma allora qui si finirebbe a parlare male di grossi nomi dove tutto viene abilmente pilotato? 
Possibile? 
Posso dire personalmente di essere stato alla fine degli anni 80 dietro le quinte di una manifestazione musicale dove c'erano alcuni artisti esordienti e un nome mooolto big di punta che però rifiutava di esibirsi se non vedeva il palatenda pieno, e così lui personalmente ha fatto entrare gratis decine e decine di persone alla faccia di chi aveva pagato il biglietto che comunque aveva di suo un costo ancora molto contenuto.

Ma non voglio far nomi perciò chiudo la parentesi, anche perché oggi si parla delle tre date dei Beatles (la foto qui sopra è stata scattata al palasport di Genova ben noto per la pessima acustica essendo circolare) documentate solo su un 45 giri registrato live pare proprio a Milano (e introvabile) per i quattro quasi esordienti che piano piano sarebbero diventati, insieme ai Rolling Stones, dei veri miti della musica, riferimento per ogni artista negli anni a venire. 
E non sono affermazioni mie a vanvera... questa è storia. 

lunedì 23 giugno 2025

EMILIA PÈREZ E QUEL PROBLEMA PARTICOLARE

 Seguendo un commento che (mi pare, ma non sono sicuro) aveva fatto Lory ad un mio post, ho finalmente visto Emilia Pérez,


film del quale non sapevo assolutamente nulla se non che si trattava di un musical (e a me i musical piacciono) perciò ho assimilato la storia con la stessa sorpresa che mostra Zoe Saldana quando viene convocata (forse meglio dire rapita) da un rude e temibile boss di cartello messicano che vuole cambiare vita nel modo più estremo. 
Il problema di cui ho accennato nel titolo del post però mi si è verificato nei primi numeri musicali, in particolare quello che (non lo sapevo ancora mentre lo stavo guardando) è stato criticato come il peggiore nella storia dei musical, ovvero MAN TO WOMAN

davvero trash o cringe che più non si può. 
Ecco, a quel punto stavo per mollare tutto e infatti a dir la verità quella sera l'ho fatto. 
Pochi giorni dopo però ci ho ripensato ricordando certi musical particolari che toccavano argomenti forti come Rent di Chris Columbus dove, per esempio, sono di scena la tossicodipendenza e l'AIDS, oppure Dancer In The Dark di Lars Von Trier sullo sfruttamento, e così ho deciso di proseguirne la visione. 
Diciamo pure meno male perché, arrivando alla fine del film, ho trovato la versione cubana de LE PASSANTI di Fabrizio DeAndré, canzone estremamente poetica che comunque era già una cover di Georges Brassens.

Ora, nel caso non l'abbiate ancora visto, non voglio spoilerare nulla per permettervi di godere della stessa sorpresa che ho provato io. 
E lo so che sarà durissima, ma consiglio di superare quella bruttura di cui parlavo prima perché poi c'è di meglio e infatti Zoe Saldana ci ha vinto l'Oscar per la sua performance con altri brani del film come la di molto migliore EL MAL dove sfoggia anche ottime doti di ballerina.

Selena Gomez mica l'ho riconosciuta subito così bionda, anche perché son lontani i tempi de I MAGHI DI WAVERLY ormai. 
Insomma per dirla tutta, non è quello che si dice un capolavoro, ma alla fine si lascia guardare, e la a cosa più strana del film è che, al contrario del classico musical, le canzoni qui saranno solo il 30% del minutaggio (forse è pure più cantato JOKER: FOLIE A DEUX) dove il resto è recitato e, anzi, tutto probabilmente poteva funzionare anche senza quelle canzoni che in molti momenti paiono messe lì forzate creando un surreale effetto quasi ridicolo visto il contesto in cui si svolge la storia che insisto a non voler raccontare nei particolari (ma già qualcosa del tema trattato si può capire con il primo video lassù) perché, fidatevi, è meglio così per rimanerne sorpresi. 

domenica 22 giugno 2025

LILLI E IL VAGABONDO FESTEGGIANO 70 ANNI CON UN PIATTO DI SPAGHETTI

 Compie 70 anni il primo film della Disney girato in CinemaScope come i kolossal veri, cioè I Dieci Comandamenti o Cleopatra, e si tratta di Lilli E Il Vagabondo.


70 anni, ma l'idea del film gravitava lì già da circa vent'anni prima senza trovare però un soluzione definitiva su storia, personaggi e comprimari. 
Anche il nome del randagio era stato in forse poiché in italiano noi lo conosciamo come Biagio, ma l'originale era invece Tramp, termine che letteralmente significa vagabondo, ma che viene spesso usato per definire le prostitute come nella canzone HOUSE OF THE RISING SUN che racconta appunto di case da gioco e bordelli.

Tuttavia il nome venne accettato da Walt in persona ed è da notare che quello originale di Lilli era Lady per cui il titolo del film diventava simile a quello di un'altra celebre CANZONE degli anni 30 cantata anche da Frank Sinatra (anzi forse la sua è la versione più famosa), e in questo caso lo vediamo in azione live con una partner d'eccezione come Ella Fitzgerald.

Emblematica poi la data di uscita statunitense che coincide con quella che diventerà la GIORNATA NAZIONALE DEL BACIO per gli U.S.A., dato che nel film c'è quella famosa scena in cui i due cani mangiano insieme un piatto di spaghetti e finiscono per darsi appunto un bacio.

Per l'Italia invece il film venne proiettato dal 19 ottobre dello stesso anno, stranamente non sotto le festività natalizie come era consuetudine con i film Disney. 
Ma in fondo era sempre la solita Disney anche se stavolta c'erano prostitute (solo suggerite) e baci galeotti... 

sabato 21 giugno 2025

60 ANNI PASSATI A NON ESSERE SODDISFATTI

 Un disco con un grosso errore grammaticale può diventare un mito, un manifesto, anzi magari è proprio la canzone che ti fa pensare ai Rolling Stones.


Si tratta naturalmente di (I CAN'T GET NO) SATISFACTION, dove l'errore sta nel fatto che in una frase così si dovrebbe dire "any" satisfaction, sennò così com'è scritto si ha una doppia negazione che, come i prof. insegnano, porta ad un'affermazione. 
Ma siamo nella musica ovvero la moderna poesia e certe licenze capitano anche adesso come nel singolo di Alfa con (di nuovo) un titolo errato, cioè A ME MI PIACE,

canzone che sfrutta un campione di Me Gustas Tu di Manu Chao e anche la sua partecipazione, e che, come canta il ragazzo genovese, detto così rende l'idea in maniera molto più efficace. 
Ma torniamo invece alla band di Jagger & Richards (poiché sono loro gli autori di tutte le loro canzoni escluse le numerose cover) che il 4 giugno del 1965 vedeva pubblicato proprio quel singolo, però stranamente solo negli U.S.A., poiché la Decca (quella che si era fatta scappare i Beatles) stava già preparando un loro EP e l'uscita della canzone sul mercato avrebbe provocato un contrasto nella promozione. 
Così per il Regno Unito tale uscita fu rimandata al 20 agosto. 
Si racconta che dopo la pubblicazione e la conseguente scalata delle classifiche ci fu un enorme incremento della vendita del FuzzTone Gibson,

cioè l'effetto che Richards aveva usato sulla chitarra per creare quel particolare suono che, nella sua testa, doveva imitare delle trombe, e anzi le avrebbe volute sovraincise. 
Andando ancora più dentro la canzone, come accadde per YESTERDAY scritta da Paul McCartney più o meno nello stesso periodo, anche Keith avrebbe sognato il riff mentre dormiva, così l'ha registrato in fretta su un nastro dopodiché si è riaddormentato e sullo stesso nastro sono rimasti 40 minuti del suo russare che magari potremmo ascoltare in qualche raccolta postuma della band dove ci cacciano dentro tutto quello rimasto nei cassetti tipo la Anthology dei (di nuovo loro) Beatles. 
Fatto sta che quella canzone, che conta moltissime cover, è diventata la sigla finale dei concerti dei Rolling Stones che se non la fanno non li lasciano uscire vivi.
L'unica cosa da chiedersi adesso è se davvero in tutti questi anni qualche piccola soddisfazione non se la saranno tolta? 
Io direi proprio che se la son tolta eccome... 

venerdì 20 giugno 2025

UNO SQUALO VECCHIO MEZZO SECOLO

 Tempo d'estate che si avvicina e anche tempo di bagni in mare, sempre che ci si riesca ad arrivare dopo estenuanti code in autostrada.


Estate che nel 1975 venne segnata da un film tutt'altro che invogliante a farti entrare in acqua e sto parlando di quando il 20 giugno di 50 anni fa usciva nelle sale statunitensi Lo Squalo, capolavoro di un allora ventottenne Steven Spielberg

che da noi invece arriverà il 19 dicembre come fosse un puccioso film di Natale (???). 
Ma ovviamente in Italia nessuno rimase fregato nonostante il periodo festivo, questo grazie ad un battage pubblicitario che già allora aveva funzionato benissimo con i TG e i giornali che parlavano di come questo film avesse terrorizzato gli spettatori americani. 
Certo le scene di tensione con lo squalone (Bruce, come era stato battezzato dai tecnici) c'erano eccome, eppure quelle più efficaci furono quelle in cui la sua presenza era solo suggerita tipo dal tema ossessivo (tum tum, tum tum, tum tum) ideato da John Williams. 
Questo anche seguendo le indicazioni di Steven che, visto che gli squali meccanici


(erano tre a seconda dei movimenti che dovevano fare) non sempre funzionavano come dovevano poiché girare in mare aperto non era una cosa facile (Cameron con le sue maxi piscine e la CGI doveva ancora arrivare), aveva preferito il classico vedo-non vedo che farà anche sexy, ma non era questo il caso. 
Anzi, forse mi ripeterò, ma uno dei momenti migliori del film è stato il racconto sull'Indianpolis (che non c'è nel libro da cui è tratta la sceneggiatura) fatto dal cacciatore di squali Quint (Robert Shaw) dove non vedi altro che lui e gli altri due (Roy Scheider e Richard Dreyfuss) che lo ascoltano, e puoi solo immaginare anche tu seguendo le sue parole.

Forse è proprio questo suo non mostrare che lo fa funzionare ancora oggi, nel senso che, se non fosse per gli outfit anni 70, potrebbe sembrare un film uscito adesso. 
Ottimo il doppiaggio originale, ma andiamo meno bene con il ridoppiaggio fatto nel 2004, con bravi professionisti, che però sembrano poco convinti e siccome non è l'unico caso del genere ne avevo fatto un POST DEDICATO
Nei seguiti Spielberg non mise mano e fece bene poiché si sa che dopo tre film il pesce puzza... 

giovedì 19 giugno 2025

CI RISIAMO CON LE PARTENZE E NON SONO QUELLE DELLE VACANZE

 Lasciatemi salutare oggi per l'ultima volta un po' di nomi più o meno di fama, ma che magari avete già visto anche se non sapete proprio come si chiamano, come Giovanni Di Cosimo trombettista della band di Propaganda Live, già nella formazione all'epoca di quando il programma era sulla Rai e si chiamava Gazebo, ovvero quello ora su La7 che ti fa capire la politica meglio di tanti TG, con l'aggiunta che fa anche sorridere.


Giovanni ci ha lasciati improvvisamente a 61 anni e, per una macabra coincidenza, sempre da Propaganda Live era già mancata ad aprile Valentina Del Re, 44 anni e violinista del gruppo, la quale stava lottando da tempo con una malattia.

Ancora come la SCORSA SETTIMANA, dal mio mondo televisivo fantascientifico di Spazio 1999, devo segnalare la scomparsa di Clifton Jones, 87 anni, ovvero l'addetto dei computer David Kano.

Cognome questo che diventerà anche uno dei prodotti italo-disco di grande successo con ANOTHER LIFE dove la voce solista però non era ovviamente Clifton, ma Glen White.

Locato più indietro nel tempo del cinema neorealista in bianco e nero era Enzo Staiola, cioè l'attore bambino di Ladri Di Biciclette che se n'è andato ad ormai 85 anni.

Addio anche al "fratello" di Renato Pozzetto, ovvero Pietro Ghislandi, 68 anni, che faceva il controcampo inquadrato di spalle nel film È ARRIVATO MIO FRATELLO


del 1985 nelle scene dove i due personaggi di Pozzetto, con caratteri opposti, apparivano entrambi, e l'anno dopo arrivò in finale a Fantastico dove qualcuno lo ricorderà come ventriloquo con il pupazzo Sergio.

Sempre legato al cinema, ma sopratutto ai programmi tv della Gialappa's, anche il nome di Gianfranco Butinar, comico imitatore, ma che aveva interpretato Franco Califano (uno dei suoi tanti personaggi in repertorio) in Non Escludo Il Ritorno.

Gianfranco aveva 51 anni e lo ha stroncato un infarto. 
Infine dal cinema simile a quello della mitica FAMIGLIA CARDONA segnalo anche la scomparsa a 93 anni di Manuel Zarzo, attore spagnolo che è apparso anche in diverse pellicole italiane semi-scrause di fine anni 70 con alieni, quelle nate dopo il grande successo di Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo, ma di livello (e budget) parecchio più basso come INCONTRI CON GLI UMANOIDI,

film italiano in circolazione anche come Uragano Sulle Bermude - L'Ultimo S.O.S., cosa che, come ho già detto altre volte, non è mai un buon segno trovare questi cambi di titolo e lo dico perché un amico aveva noleggiato una VHS (non ricordo quale) e presto si è accorto che stava vedendo lo stesso film che aveva visto qualche anno prima e non era Psycho di Gus Van Sant.

Tra i suoi tanti film girati in Italia c'è anche la dualogia dei SETTE UOMINI D'ORO di Marco Vicario (quello SPAZIALE non c'entra) dove era Alfonso lo Spagnolo. 
Addio quindi a Giovanni, Valentina, Clifton, Enzo, Pietro, Gianfranco e Manuel. 

THE ROCK PERDE LA VOCE E TARANTINO UN AMICO

 Notizia col botto quella della scomparsa di Michael Madsen, 67 anni, attore molto spesso presente nei film di Quentin Tarantino e di cui ri...