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venerdì 7 marzo 2025

PROFONDO ROSSO COMPIE 50 ANNI

 Il 7 marzo del 1985 veniva pubblicato We Are The World con allegati tutti i buoni propositi di beneficenza da parte dei partecipanti, e disco della cui gestazione, se volete, ho raccontato tutto QUI, mentre esattamente dieci anni prima in quello stesso giorno, ma del 1975, un Dario Argento cattivissimo (altro che Cuoricini... Cuoricini) ci terrorizzava con questo film. 


Infatti era quello il giorno in cui Profondo Rosso usciva nelle sale, rigorosamente vietato ai minori di 18 anni, e probabilmente ci fu qualcosa come una congiunzione astrale che fece fare il classico giro di boa al regista romano, il quale comunque non era alla sua prima prova come regista avendo già all'attivo quattro film nei quali aveva diretto, fra gli altri, anche Bud Spencer e Adriano Celentano. 
Si può dire che fu un evento perfetto questo, vuoi anche per la MUSICA dei Goblin che facevano da colonna sonora, ma con l'apporto fondamentale di Giorgio Gaslini che era stato, bisogna dirlo, la prima scelta per il commento musicale (praticamente tutto il secondo lato dell'album è suo), ma qualcosa non quadrava ancora, così ecco l'idea di ingaggiare pure la band di Simonetti per affiancarla al pianista, idea suggerita da DARIA NICOLODI, co-protagonista con David Hemmings.

Idea che si rivelò vincente e infatti quel tema musicale che io facevo girare nel piccolo registratore Philips K7 perché quelli erano i miei mezzi disponibili allora, probabilmente lo conosce anche chi il film non lo ha mai visto perché è stato un vero tormentone, ma non nel senso di Vamos A La Playa, bensì nel senso che quelle note ripetitive sapevano mettere tensione anche senza le immagini e in seguito sentirai il brano in moltissime occasioni legate a paura, dolore e spavento, puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto... (chiedo scusa, mi è scappato un DeGregori titanico). 
Un po' come TUBULAR BELLS (a cui Suspiria, sempre colonna sonora dei Goblin per Dario, è ancora più debitrice) con la differenza però che la suite di Mike Oldfield non era assolutamente stata creata come colonna sonora de L'Esorcista, ma venne scelta in seguito, mentre Profondo Rosso nasceva appositamente per diventare una perfetta simbiosi tra musica e cinema.

Per qualche gustosa curiosità in più lascio la parola a Daria Nicolodi in questa bella INTERVISTA tratta da Stracult (programma che purtroppo non va più in onda, mannaggia). 
E in quella famosa scena dello specchio, di cui non posto nessuna foto nel caso qualcuno non abbia ancora visto il film (ma le immagini le trovate a iosa sul web), piace giocare con lo spettatore a Dario, facendo vedere chi è l'assassino misterioso già dall'inizio, ma lo vedi solo se sei molto attento. 

Rivisto oggi, con le nuove tecniche cinematografiche di cui adesso si può disporre, Profondo Rosso magari non fa più lo stesso effetto del 1975 anche per colpa di quel sangue così palesemente finto che si usava all'epoca, mentre adesso il colore della sostanza usata è molto più realistico. 
Però, nonostante i suoi 50 anni, rimane un buon film e spero che nessuno ne faccia un remake. 
GUADAGNINO, ci siamo capiti, vero? 

giovedì 20 febbraio 2025

C'È ANCORA SANREMO

 Prima che il Festival di Sanremo chiudesse i battenti avevo dedicato un POST con un approfondimento riguardante la divisione degli artisti per quanto riguarda le case discografiche e facevo notare come Warner, Sony e Universal avessero la maggioranza degli artisti in gara con il particolare che lo scorso anno i primi cinque erano tutti sotto la Warner.


Quest'anno invece sul podio le cose sono cambiate poiché c'è stata un'equa divisione fra le case discografiche dato che i primi tre erano legati rispettivamente a Sony (Olly), Sugar (Corsi che andrà all'Eurovision senza Topo Gigio al posto di Olly) e Universal (Brunori), con la Warner che troviamo invece troviamo al quarto posto con Fedez che vede tutto nero come i Rolling Stones (ma la colpa è sicuramente delle lenti a contatto). 
Scavando ancora di più però qualcuno che cerca il marcio a tutti i costi ha pensato ad un altro tipo di complotto e consiglia, per il prossimo Festival di Sanremo del 2026, di dare un'occhiata ai manager dei cantanti più che alle canzoni o al personaggio. 
Infatti:

Sanremo 2021 è stato vinto dai Maneskin: manager Marta Donà

Sanremo 2023 da Marco Mengoni: manager sempre Marta Donà

Sanremo 2024 Angelina Mango: manager ancora Marta Donà

Sanremo 2025 Olly: manager, per non sbagliare, Marta Donà

In più dicono, ma non ne sono del tutto sicuro, che tutti gli artisti citati avessero il numero 15 nel televoto.


Per essere più chiaro, Marta è quella signora che all'Eurovision Song Contest dove pure lì hanno vinto i Maneskin, li seguiva passo passo nel backstage come fosse la quinta componente del gruppo. I ragazzi poi hanno preferito licenziarla in favore di un management internazionale e per loro si era rivelata una scelta vincente in fatto di popolarità mondiale, seppure con tutte le critiche che la band si tira dietro (pure da parte mia che giudico negativamente il loro ULTIMO ALBUM). Ma ferma un attimo e non andiamo subito a pensare ad una mafia musicale, infatti l'edizione 2022 l'hanno vinta Mahmood e Blanco (aaargh! Soffro ancora adesso); cioè magari non potrebbe essere piuttosto che Marta ha un ottimo fiuto per gli artisti dato che è cresciuta in un ambiente musicale? Ognuno è libero di pensare come crede, e sicuramente lei è l'orgoglio dei suoi zii che sono Adriano Celentano e Claudia Mori, la cui sorella è appunto la mamma di Marta. 

giovedì 2 gennaio 2025

FATTI MANDARE A FAR LA NAJA...

 Anno iniziato alla grande con quel buontempone di Angelo dei Ricchi & Poveri e tutti gli altri in playback su Rai1, mentre nel 2005, dopo 143 anni e precisamente il primo gennaio di vent'anni fa, finiva quello che era il servizio militare obbligatorio per il quale ti arrivava la famosa cartolina rosa e ti mandavano da qualche parte lontano da casa a far la guerra per finta.


Lo cantava anche Vasco Rossi in quel PEZZO PAZZESCO che è Per Quello Che Ho Da Fare... Faccio Il Militare, e periodo che per molti, specie i ragazzi del sud, aveva segnato un grande cambiamento nella vita e finito il servizio "mettevano la firma" per rimanere nell'esercito o nei Carabinieri perché perlomeno si aveva la certezza di un lavoro che già allora non era facile trovare.

Sul fatto che poi fosse un lavoro poco pagato rispetto al rischio che i componenti della benemerita devono affrontare ogni giorno, e mi riferisco a vicende come la strage di Capaci o Nassiriya, questo è un altro discorso. 
C'era invece chi non voleva farlo il militare e si inventava difetti fisici inesistenti da esibire alla visita di leva, o tendenze psicolabili, o ancora cercava di farsi passare per omosessuale come in Un Mercoledì Da Leoni,

filmone surfista di John Milius che non c'entra nulla con le Notti Da Leoni che arriveranno più di recente. 
Nemmeno i vip erano immuni da tale consuetudine e quelli più grandicelli ricorderanno Gianni Morandi in tv a cantare con la divisa militare e i capelli corti (infatti ho scelto lui come foto di apertura),

come poi anche Jovanotti negli anni 90, con i due successivamente legati da una grande amicizia. 
Lorenzo aveva anche vinto il famoso Telegatto durante il periodo di leva, perché comunque, grazie alle licenze rimaneva sempre attivo, e questo è il COLLEGAMENTO in video fatto durante il programma di Canale 5 condotto da Lorella Cuccarini e un Red Ronnie ancora nel pieno delle sue facoltà mentali.

Ma anche Adriano Celentano c'è passato per la naja, come pure Fiorello. 
Chi l'aveva scampata invece era stato il mio quasi omonimo Bobby Solo che da sempre ha una malformazione al nervo uditivo destro e, come dicevo prima, nell'esercito non ti prendono se hai qualche difetto.

 
Questo mi accomuna ancora di più con il cantante romano poiché pure io ero stato scartato alla visita di leva per i postumi di un brutto incidente di cui avevo raccontato molto tempo fa in UN POST
E, visto il mio carattere che mi porta ad evitare per quanto possibile scontri fisici, e pure il fisico sminchio tipo Timothee Chalamet che avevo allora, mi sono sempre considerato molto fortunato perché sarei stato sicuramente la vittima preferita dei classici scherzi che si fanno sotto la naja. 
Max Pezzali invece aveva scelto il servizio civile (opzione possibile solo negli anni più recenti) e, come si vede nella SERIE TV, lo ha svolto nella Croce Rossa. 
Questo perché erano tempi molto diversi da quando il servizio militare era stato istituto, e infatti Alberto Fortis in A VOI ROMANI cantava che "non è più tempo di guerre"...

Nel frattempo lo sappiamo che le cose sono molto cambiate... 

mercoledì 27 novembre 2024

KAOS, SI, MA QUELLO CHE C'È IN CASA NETFLIX

 C'è stato tanto parlare a riguardo di Kaos, la serie di Netflix che rivisita in chiave moderna il mito degli Dei greci, con uno Zeus interpretato da Jeff Goldblum che, a causa di certe predizioni, teme che il suo potere sia in crisi.


Uno Zeus, come racconta anche la mitologia greca, che non disdegna le avventure extra coniugali, le quali però finiscono male se la moglie Era le scopre. Male più che altro per le malcapitate concubine che si ritrovano trasformate dalla dea in piccole api e messe nel suo popoloso alveare.

Completano il delizioso quadretto familiare il figlio dissoluto Dioniso che se la spassa in discoteca senza distinzioni di sesso, ma non è figlio di Era bensì frutto di una di quelle relazioni extra, Poseidone, fratello di Zeus e re del mare che se ne sta bello bello su uno yacht,

e, come narratore Prometeo che si rivolge in camera più volte e funge anche da consigliere per Zeus. 
In parallelo si snoda la storia di Orfeo, in origine eroe, cantore e musico, che qui è mostrato come una rockstar terrena che perde la sua Euridice e va a cercarla nell'aldilà (fotografato in bianco e nero) come nell'opera di Christoph Willibald Gluck (si, quello della via di Celentano) e come anche in quella rilettura pop che era ORFEO 9 di Tito Schipa Jr. che si fregiava della presenza di nomi della musica italiana che poi più avanti faranno sfracelli come Renato Zero, Loredana Bertè e Tullio De Piscopo. 
Insomma, per certi versi sembra un po' l'idea del ROMEO + JULIET di Baz Luhrmann per come tutto viene portato nella realtà moderna, ma senza il linguaggio aulico che invece manteneva il film con DiCaprio, oppure la serie AMERICAN GODS tratta dal romanzo di Neil Gaiman e vista anni fa su Prime Video. 
Uscita invece lo scorso agosto, Kaos, nonostante gli ascolti buoni, ha avuto una vita breve dato che, inspiegabilmente, Netflix ha deciso di cancellarla ad ottobre e non fare una seconda stagione lasciando tutto sospeso lì. 
Va a capire cosa passa in quelle teste... 

domenica 30 giugno 2024

CINERIZ E TITANUS, DUE GROSSI NOMI DEL CINEMA ITALIANO

 Cineriz e Titanus, questi due nomi di case cinematografiche legati al passato, per me ad un certo punto hanno cominciato ad indicare già in partenza che tipo di film sarebbe stato quello che proiettavano nel cinema che frequentavo perché la prima aveva in catalogo delle gran commedie all'italiana di Pozzetto, Villaggio, Milian, Celentano e molti altri, compresi alcuni titoli di Bud Spencer e Terence Hill (non tutti), con quella marcetta allegra che ti metteva già di buonumore ancora prima di vedere il film.


La seconda invece, che ha il primato di essere stata la prima casa di produzione italiana nata ben 120 anni fa, con quello scudo da peplum e la musica solenne da fiato alle trombe Turchetti, come diceva un famoso personaggio televisivo, presentava quasi sempre film di un certo spessore, con a volte qualche eccezione come con OK CONNERY, ovvero il fratello (veramente fratello) meno fortunato di James Bond di cui ho già parlato tempo fa, che se non si prendeva così seriamente magari funzionava anche, Porgi L'Altra Guancia con Bud & Terence, che della coppia non è fra i miei preferiti, e Fracchia Contro Dracula, un'altra incarnazione del comico genovese. 
Tale differenza di produzioni era anche una regola dei due cinema di seconda visione che c'erano tanti anni fa nel mio paese, dove uno proiettava in maggioranza film della Cineriz e della Disney, mentre quelli della Titanus erano sempre nell'altra sala, per cui forse c'erano proprio degli accordi nella distribuzione, non so, ma quello che so è che da sempre mi sarebbe piaciuto fare quel lavoro di gestore di una sala di proiezione. 
Allora però non avevo ancora notato questa differenza nelle distribuzioni, e infatti ero andato bello bello al cinema a vedere Detenuto In Attesa Di Giudizio

che, anche se non usciva per la Titanus, ma per la Fida Cinematografica, scoprirò invece a mie spese essere un'altra casa "seria". 
Infatti essendo il film con protagonista Alberto Sordi, per la regia di Nanni Loy, io pensavo fosse una delle sue solite commedie, mentre invece era decisamente un film drammatico, difatti veniva proiettato nel cinema legato ai film più seri. 
Da quella volta mi sono reso conto delle fondamentali differenze di marketing fra le case cinematografiche nostrane e anche le sale, e ho cominciato a soppesare meglio quello che andavo a vedere al cinema. 
Più avanti ci penserà Cecchi Gori a monopolizzare la commedia all'italiana con il suo marchio sempre presente, con la Cineriz che chiuderà i battenti nel 1993, mentre la Titanus invece è ancora in attività anche nel campo televisivo delle fiction.

mercoledì 8 maggio 2024

QUELLA VOLTA CHE HAI INCONTRATO DUE BUSKERS MOLTO PARTICOLARI

 I buskers, forse lo sapete già, sono i cosiddetti musicisti di strada (si, come i Måneskin prima di diventare famosi) che suonano ovunque sperando in una piccola offerta in denaro, nelle piazze, sui lungomare, anche nei corridoi delle stazioni delle metropolitane, un luogo che assicura un gran passaggio di gente e un tetto sopra la testa, che metti che piova...


L'unica nota negativa di quest'ultima location è che la maggior parte di quella gente passa di fretta tutta indaffarata per andare da qualche parte, magari a prendere qualche coincidenza, senza quasi degnare di uno sguardo i musicisti, ma quella domenica di due anni fa, l'8 maggio del 2022 qualcuno notó che c'era qualcosa di strano in quei due buskers nella stazione della metropolitana di Khreshchatyk a Kiev (ammetto di aver fato copia-incolla), perché assomigliavano maledettamente a Bono e The Edge degli U2. 
I soliti sosia da Tale E Quale Show? 
Non proprio, perché quelli erano davvero BONO E THE EDGE nel tunnel della stazione metropolitana, e suonavano gratuitamente per alcune decine di persone che si erano fermate curiose.


A loro si è poi unita la band ucraina Antytila per cantare insieme la celebre “Stand By Me” di Ben E. King, o, se preferite, "Pregherò" di Celentano (per non dire John Lennon, eh). 
Questa trovata era stata ideata per sensibilizzare la gente sul concetto di libertà che non riguarda solo l'Ucraina, ma tutti in generale, augurando che si potesse presto arrivare alla pace. 
Speranza per ora vana, anzi nel frattempo si è acuito anche un altro annoso conflitto mediorientale, ma, con tutto il rispetto per le lodevoli iniziative per la pace verso le quali si sono sempre fortemente dichiarati, dubito fortemente che stavolta i due irlandesi andranno a suonare anche da quelle parti. 

venerdì 5 gennaio 2024

IO, NOI E GABER (GRAZIE A RAI 3)

 La Rai ci ha preso gusto coi documentari musicali dato che non molto tempo fa ha ricordato sia BATTISTI che i POOH, e ancora prima FRANCO BATTIATO (ben vengano programmi così).


Stavolta è toccato a Io, Noi E Gaber, film documentario passato nei cinema poco tempo fa e trasmesso su Rai 3, canale che, per fortuna, si dedica ad una programmazione meno becera del classico reality, gioco, talk show che trovi invece su qualsiasi altra rete. 
Come il titolo dice, si tratta di un racconto fatto da coloro che sono stati vicini a Giorgio Gaber per lavoro o per parentela, dato che partecipano anche moglie, figlia e nipote, oppure semplicemente sono artisti e persone che lo hanno ammirato.

Un artista Gaber che agli esordi rockeggiava come Celentano, e infatti la sua PRIMA APPARIZIONE in tv era stata condivisa con il Molleggiato, entrambi replicando le mosse di Elvis, e anche con Mina ancora giovanissima. 
Nel corso degli anni ha poi modificato profondamente il suo modo di fare canzoni, portandole in teatro e inventando appunto quel Teatro Canzone che rimarrà un suo marchio. 
Durante i suoi spettacoli Giorgio, che politicamente potrebbe essere una versione sui generis di un anarchico, un anticonformista gravato di pessimismo, non stava solo e semplicemente sul palco, ma piuttosto si dava davvero con tutto sé stesso sciogliendosi in sudore,

e si parla nel documentario letteralmente di mucchi di asciugamani lanciati dietro le quinte, finendo lo spettacolo fradicio e con un selvaggio urlo liberatorio. 
Il finale del documentario invece non lo svelo perché è una piccola sorpresa, ma dico solo che è stata una trovata molto emozionante. 
Anche su Raiplay. 

mercoledì 23 agosto 2023

L'ULTIMA CANZONE DELL'ITALIANO

 Un'altro nome famoso della musica, anzi, ma che dico famoso?... famosissimo in tutto il mondo se ne va ad 80 anni, cioè Toto Cutugno.


Davvero famoso in tutto il mondo grazie a L'ITALIANO, canzone sanremese criticata da parecchi per i luoghi comuni con cui dipingeva noi, abitanti del belpaese, ma veramente conosciuta ovunque, e lo posso dire personalmente perché circa 10 anni fa mi trovavo in missione segreta in un paese dell'Asia centrale e un cameriere orientale, che tuttavia aveva sgamato le mie origini nonostante il mio perfetto accento british, canticchiava proprio quella canzone. 
Toto aveva debuttato prima con Ghigo E I Goghi, poi con Toto E I Tati (sulle scelte dei nomi meglio sorvolare), fino ad arrivare al Festival di Sanremo del 1976 con Gli Albatros e la canzone VOLO AZ504,


canzone particolare dall'incedere drammatico e molto recitata da Silvia Dionisio, attrice nota in quel periodo per le grazie mostrate in quasi ogni film, anche il primo episodio di Amici Miei.
Toto con quel disco si classificherà terzo per poi partire con una carriera solista che lo vedrà scrivere anche uno dei più grandi successi di Adriano Celentano, cioè Soli, e diventare anche conduttore televisivo. 
Aveva vinto il festivalone con Solo Noi nel 1980 e, dieci anni dopo, pure l'Eurofestival (allora si chiamava così) molto prima dei Maneskin. 
A causa di una malattia polmonare è morto anche Ron Cephas Jones,

66 anni, cioè uno dei protagonisti di This Is Us. 
Ron aveva avuto una carriera principalmente televisiva (Luke Cage, Mr. Robot) con invece piccole parti secondarie al cinema. 
Addio Toto e Ron. 

giovedì 27 aprile 2023

CALYPSO E SPIRITI DIABOLICI: CIAO HARRY

 Tempo fa avevo pubblicato un post su quel piccolo cult che è BEETLEJUICE


ed oggi lo stesso film mi torna fra le mani perché, se ricordate bene, ben due numeri musicali all'interno di esso sono legati ad Harry Belafonte che ci ha lasciati ieri a 96 anni e, per celebrarlo alla mia maniera, il film di Tim Burton mi sembra il modo più adatto.

Re del calypso e anche attore, nonché attivista per i diritti civili, in quel film di Burton fa letteralmente ballare e cantare tutti in due scene: la prima con DAY-O (BANANA BOAT SONG) in cui lo spirito diabolico possiede Catherine O'Hara e i suoi commensali che partono a fare un'incredibile coreografia,

e poi sul finale con JUMP IN THE LINE (SHAKE SENORA) con una volteggiante Winona Ryder, che lo so che si vede benissimo che è appesa ai cavi come lo è anche Michael Keaton, ma chissenefrega.

Quel film è bellissimo così con i suoi effetti speciali artigianali e basta, e se a qualcuno viene in mente di farne un remake pieno di CGI gli mando Beltegeuse in persona! 
È di questi giorni invece il gossip su un possibile seguito che dovrebbe essere girato la prossima estate sempre con Keaton e Burton, dove Jenna Ortega prenderebbe il posto di Winona Ryder. 
Beh se si resterà sui livelli di MERCOLEDÌ (perlomeno gli episodi diretti da Tim) allora se ne può parlare. 
Tornando invece alla canzone Day-O, della versione mistico-religiosa di Celentano che l'ha chiamata DEUS meglio non parlarne, però, giusto se si vuole fare il confronto, eccola qui.

Meglio l'originale, l'avevo detto, e meglio ricordare piuttosto anche MATILDA, altra grande hit di Harry, anzi per la precisione il suo primo singolo pubblicato, pure quella dal ritmo irresistibile che ti fa muovere anche senza il bisogno di Michael Keaton, e canzone che esattamente oggi compie 70 anni.

Everybody!!!
E direi che con questa la colonna sonora della giornata è a posto. 
Goodbye Harry. 

sabato 15 aprile 2023

FLASHDANCE: 40 ANNI E SENTIRLI, ANZI BALLARLI TUTTI!

 Oggi un sabato tutto pieno di musica e cinema perché il 15 aprile del 1983 negli Stati Uniti usciva quel film che avrebbe marcato indelebilmente gli anni 80 grazie ad Adrian Lyne come regista, e la musica di Giorgio Moroder e Michael Sembello, ovvero Flashdance.


In Italia dovremo aspettare fino al 27 ottobre dello stesso anno, se si esclude l'anteprima del primo settembre al Festival Di Venezia, per scoprire la storia di Alex Owens che di giorno lavorava come saldatrice

e di notte si esibiva ballando (grazie alla controfigura Marine Jahan) nei locali pure di dubbio gusto coltivando nel frattempo il sogno di diventare una vera ballerina frequentando la scuola di danza che all'epoca Amici della DeFilippi non c'era ancora e la terribile Celentano era ancora una ragazzina.

Proprio su Marine Jahan ci fu allora una mezza accusa di truffa verso la produzione perché nei titoli di coda non veniva citata come controfigura di Jennifer Beals, che invece di danza aveva imparato solo alcuni passi che doveva eseguire quando era inquadrata,


mentre le scene di ballo più spettacolari venivano sempre eseguite da Janine in controluce o senza mostrare in pieno il volto indossando una parrucca riccia per somigliare alla protagonista.

Film dal grande successo nonostante fosse stato girato con un budget relativamente basso, che oltre a mille parodie e citazioni (pure l'ultima stagione di BORIS), vanta una colonna sonora curata da quel genio altoatesino di Moroder che aveva creato la disco hit I FEEL LOVE di Donna Summer

(così perfetta nei suoni sintetici che alcuni sospettavano che anche la voce fosse frutto di un computer... mavalà) e tutto quello che è arrivato dopo, con purtroppo la nota triste della DIPARTITA piuttosto recente di Irene Cara che cantava il TEMA PRINCIPALE scritto in collaborazione con Keith Forsey (ovvero l'autore di DON'T YOU dei Simple Minds) e brano vincitore anche di un Oscar come miglior canzone originale.

(urca! che nostalgia rivedendo questo videoclip vintaggio). 
Jennifer Beals, dopo parecchi anni di oblio ce la siamo ritrovata in splendida forma nella sfortunata serie tv SWAMP THING, sfortunata per gestione interna e non per causa sua perché la serie non era niente male, e nel discusso THE BOOK OF BOBA FETT dove appariva così

e scusa se è poco. 
Storia improbabile, quella del film, o no, era ed è tuttora un cult, tanto che ne è stato tratto anche un musical ed ogni volta che nei locali parte MANIAC di Michael Sembello la pista si riempie magicamente di gente che pesta per terra come faceva Alex con gli scaldamuscoli nel film.

Cioè 40 anni fa eravamo così, capite? 
E non me ne vergogno assolutamente.

lunedì 30 gennaio 2023

TORNIAMO A PARLARE DI GINA LOLLOBRIGIDA, E DI ALCUNI SUOI COLLEGHI (E PURE DI POST PUNK)

 A due settimane esatte dalla scomparsa di Gina Lollobrigida devo segnalare anche quella di uno dei tanti registi che l'hanno diretta, ovvero Eugenio Martin, spagnolo e famoso per alcuni western nella sua filmografia tra cui ...E Continuavano A Fregarsi Il Milione Di Dollari,


titolo italiano furbetto inventato per portare alla mente la saga di Trinità, ma con il quale non ha nulla a che vedere dato che il titolo originale era Bad Man's River. 
Nel cast oltre alla Lollobrigida ci troviamo anche James Mason, Gianni Garko, Sergio Fantoni e quel Lee Van Cleef che Sergio Leone ci aveva già fatto ampiamente conoscere

e che invece nel film di Martin cercava evidentemente di conoscere più approfonditamente la bella Gina, il buongustaio. 
Eugenio ci ha lasciati a 97 anni.

Inoltre, già che si parla di cinema e di addii, ricordate la fine dello scorso dicembre funestata da tutta una serie di NOMI FAMOSI che ci hanno lasciati? Benedetto XVI, Pelè, ma anche Giovanni Pezzoli, batterista degli Stadio, e l'inventrice della moda punk Vivienne Westwood... 
Bene, tra i meno famosi, ma non meno importanti, ci stava anche Ruggero Deodato, prima regista di poliziotteschi e che in seguito "vede la luce" e diventa inventore del genere "cannibale" che avrà il suo apice con Cannibal Holocaust,

cult movie del 1980 che (già dalla foto si può capire) si tirerà addosso gli strali di tutte le censure possibili, ma che se visto nel 2023 risulta non meno sanguinoso di tante cose offerte sulle piattaforme streaming. 
La differenza sostanziale è che mentre anche un film come LA COSA di John Carpenter (di poco successivo a quella sua pellicola) ti mostra corpi straziati con sangue e budella in mutazione come se non ci fosse un domani,


ma sei perfettamente conscio che è tutta finzione realizzata grazie a quel genio di Rob Bottin che quando c'è da versare sangue non si tira mai indietro, nei film cannibaleschi di Deodato il tutto veniva invece presentato come found footage, come se fossero immagini vere tratte da un documentario la cui troupe era finita parecchio male.

Ruggero è mancato all'età di 83 anni. 
Restando nel cinema horror abbiamo visto un po' tutti un giovane Lance Kerwin nella parte dell'adolescente Mark

in Le Notti Di Salem, ovvero quella trasposizione televisiva in due parti con David Soul (Hutch della serie tv con Starsky),

James Mason (di nuovo lui che fa la doppietta oggi) e diretta da Tobe Hooper nel 1979, tratta da un romanzo di Stephen King.

Versione che contrariamente a quanto accadeva di solito, aveva incontrato il benestare del Re dopo che tante erano state le sceneggiature propostegli, e che vedeva nella parte del vampiro Barlow (si, come il cicciobiondo dei Take That) un perfetto Reggie Nalder con un makeup veramente da paura.

Dal mio punto di vista invece, dato che non sono Stephen King, il lavoro diretto da Hooper, seppure non fosse malvagio, si perdeva un po' in lungaggini che ammazzavano il ritmo.
C'è da dire però che le versioni in circolazione erano ben tre che andavano da quella integrale di 180 minuti, che in tv venne trasmessa in realtà col titolo Gli Ultimi Giorni Di Salem

(no, non c'entra il gatto di Sabrina), alla riduzione cinematografica di 112, per cui ora come ora non saprei dire quale sia quella che avevo visto io. 
Purtroppo anche Lance è deceduto nei giorni scorsi all'età di 62 anni per cause non precisate.
Per finire con il cinema ancora un lutto per la scomparsa di Pietro Nuti a 94 anni, attore teatrale genovese poi passato anche alla pellicola in ruoli da caratterista che si può vedere in moltissimi film fra cui purtroppo anche quello sfacelo di JOAN LUI,

e forse (spero per lui) finito sotto la regia di Celentano solo perché il film era ambientato in parte a Genova dove Pietro ancora risiedeva, mentre si trasferirà a Torino solo nel 1997. 
Tanto per non farci mancare nulla, anche la musica piange Tom Verlaine,

il leader dei Television, gruppo statunitense post punk degli anni 70 con soli due album all'attivo, ma osannati dalla critica come i nuovi Velvet Underground. 
Come a volte succede però, critica e pubblico non vanno di pari passo e difatti le vendite di quei due dischi non furono così clamorose in patria come invece le recensioni facevano promettere, andando però meglio in Europa. 
Tuttavia la band segnò comunque il territorio in quella scena musicale dove gravitavano anche Talkin' Heads (le vocalità di Tom Verlaine e David Byrne sono molto simili), Blondie e Ramones con canzoni come questa MARQUEE MOON che dà anche il titolo al primo album.
Verlaine aveva 73 anni. 
Bufala invece quella che si era diffusa riguardo la morte di Ed O'Neill, il simpatico attore della divertente serie tv Modern Family, cioè l'anziano della famiglia, quello che, nella finzione, stava con Sofia Vergara, il buongustaio.

Addio quindi ad Eugenio, Ruggero, Lance, Pietro e Tom. 

mercoledì 14 dicembre 2022

I MISTERI DI TWIN PEAKS CONTINUANO

  Dai panorami nebbiosi di Twin Peaks continuano ad arrivare bad news come pochi giorni fa con la scomparsa di AL STROBEL e la scorsa estate quella di JULEE CRUISE.

Stavolta è Angelo Badalamenti a lasciarci ad 85 anni, cioè l'autore delle suggestive e anche inquietanti MUSICHE della famosa serie tv; temi però che possono anche essere considerati parte di quel filone etereo chiamato new age che tanto faceva figo all'inizio degli anni 90, e pane per i programmi di Montecarlo Nights, dove girava un genere musicale in netta contrapposizione con il grunge che imperava allora. 
Ma Angelo è stato responsabile dello score anche di molti altri film firmati da David Lynch (in nero con lui nella foto sotto che risale a quel periodo) tipo Velluto Blu, Cuore Selvaggio, Mulholland Drive, per citarne alcuni.

Ad essere precisi, non solo per Lynch ha lavorato Badalamenti e infatti fra le sue colonne sonore troviamo anche SECRETARY, film molto, molto particolare e non per tutti i palati, già passato su queste pagine web. 
Altro nome della musica, stavolta italiana, anche se è vero che le origini di Angelo erano siciliane, è Roberto Ferri che ci lascia a 75 anni, cantautore con giusto una manciatina di dischi all'attivo,

ma molto più fortunato come autore per parecchi cantanti, da Dori Ghezzi a Toto Cutugno, da Morandi a Celentano, da Iva Zanicchi fino a Noemi, con quel momento top che è stata la vittoria di Tiziana Rivale al Festival di Sanremo del 1983 con SARÀ QUEL CHE SARÀ,
(notare nel video il look tipico anni 80), che dopo, per via della melodia del ritornello, venne sospettata essere un plagio di UP WHERE WE BELONG dal film Ufficiale E Gentiluomo uscito proprio l'anno prima.
Ma era un caso dai, perché era impossibile non avere in testa quella canzone cantata da Joe Cocker e Jennifer Warnes, dato il successo enorme del film con Richard Gere, una di quelle pellicole che vengono ormai citate mille volte nelle parodie, ma anche in maniera più seria nel CINEMA ITALIANO.
Addio quindi ad Angelo e Roberto.

mercoledì 24 agosto 2022

I TRETTRÈ PERDONO GINO

 Se ne va a 72 anni a causa delle gravi conseguenze di un infarto per cui era stato ricoverato, Gino Cogliandro, ex componente dei Trettrè con i quali era stato lanciato nel Drive-in di Antonio Ricci negli anni 80.


Dopo lo scioglimento del trio comico Gino ha proseguito come attore in alcune pellicole, di cui una, dove già nel 1985 aveva partecipato parallelamente al trio, è la famigerata JOAN LUI di Celentano e altre invece legate perlopiù al cinema partenopeo. 
Una curiosità sul trio comico i cui altri componenti sono Edoardo Romano e Mirko Setaro, è la presenza agli esordi di Peppe Vessicchio al posto di Gino dove Peppe si occupava della parte musicale suonando piano e chitarra, ma allora si chiamavamo I Rottambuli e non ancora Trettrè,

nome che invece è stato adottato quando Peppe ha lasciato il trio per seguire la carriera musicale diventando il maestro che tutti conosciamo, ma con pure un'apparizione cinematografica in Giggi Il Bullo nella parte dell'autista di un carro funebre.
 
Con i Trettrè, Gino ha anche condotto Il TG Delle Vacanze nei primi anni 90, cioè una specie di versione estiva di Striscia La Notizia, dove oltre a riprendere i tormentoni tipo "A me, me pare 'na strunzata", cantano anche la sigla BEACH ON THE BEACH che li aveva pure portati in classifica.
Tornando in particolare a Gino invece gli mandiamo un ultimo, affettuoso saluto. 
Addio Gino. 

giovedì 26 agosto 2021

JOAN LUI - MA UN GIORNO NEL PAESE ARRIVO IO DI LUNEDÍ (QUANDO TI CAPITA DI ALZARTI COL PIEDE CHE CHE OGGI TI SENTI UN DIO)

 Ogni tanto mi capita di parlare male di questo film portandolo come esempio di film brutto, ma finora non gli avevo ancora dedicato un post. Secondo me, e secondo la filosofia illustrata sull'header, invece si merita di sicuro un posto d'onore (o d'orrore), perciò oggi se ne parla. Era l'anno 1985 e mi trovavo a transitare sulla sopraelevata di Genova congestionata più del solito, quando vedo di sotto un bel po'di movimento con un'auto ribaltata dalla quale esce del fumo e gente che formicola intorno. Ma non era un incidente, perlomeno non ancora...


Scoprirò in seguito che era il set di JOAN LUI, diretto ed interpretato da Adriano Celentano ed avevano appena terminato (o forse dovevano iniziare) le riprese della sequenza fra balletti, elicotteri e stunt che pareva una grande produzione hollywoodiana

(poco prima o poco dopo, la strada era stata infatti chiusa al traffico) ma andavo di fretta e non ho potuto fermarmi a dare un'occhiata anche se mi sarebbe piaciuto come invece avevo fatto quella volta per MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO
Film questo Joan Lui in cui il noto cantante/attore/regista, preso da un delirio di onnipotenza mistico religiosa, si proclamava il nuovo messia, cosa che si era messo in testa forse perché tanti anni prima (1974) aveva fatto con sua moglie questa cover di JESUS CHRIST SUPERSTAR
(carina, si, ma credendoci forse un pochino troppo), per cui, immerso completamente nel metodo Stanislawskij, si ripresenta negli anni 80 realizzando una pellicola che definire presuntuosa è il complimento migliore che puoi fargli.

Delirio che poi sfocerà nella famosa edizione di Fantastico con i silenzi di Adriano davanti alle telecamere, per alcuni geniali, per altri non si ricordava semplicemente cosa doveva dire e il gobbo non funzionava (cosa avvenuta veramente anche nello show all'Arena di Verona in diretta TV). 
L'unica cosa buona del film è un'ottima fotografia, ma ovviamente se tutto il resto fa acqua come se cercassi di riempire una cesta di vimini sotto il rubinetto, questo non basta. 
Tra gli interpreti principali, oltre alla moglie Claudia Mori, si trova quel Hal Yamanouchi

che è la voce degli spot Suzuki e che doppia regolarnente nei film ogni personaggio dai tratti orientali, come Saito di INCEPTION o il detective di PIKACHU
Al cinema era stato fatto uscire con una lunghezza monster di 165 minuti perché Cecchi Gori fremeva e scalpitava per farlo uscire sotto Natale e non aveva tempo di aspettare che Celentano terminasse il montaggio definitivo, e pure con diversi errori sulle "pizze", tipo la numerazione progressiva errata (si racconta che in alcune sale sia stato proiettato partendo dal finale) o addirittura la mancanza di un intero "rullo" di 17 minuti, mentre la versione homevideo rimane ridotta sui 125 minuti. 
Curiosità che sembrano più che altro delle scuse inventate per giustificare un clamoroso e terrificante flop nella carriera di Celentano che in quel periodo puntava parecchio sul cinema e musicalmente invece le sue uscite non stavano godendo della popolarità degli anni passati. 
Ma attenzione che non c'è limite al trash perché, non contento di ciò, il molleggiato qualche anno dopo tornerà in TV con quell'ADRIAN per cui non ci sono parole per descriverlo. 
E chissà cosa si sta studiando adesso... 

mercoledì 18 agosto 2021

SALVE, SONO SALMO, CIOÈ MAURIZIO PISCIOTTU, CIOÈ DJ-TREEPLO... VABBÉ... SO' LILLO...

 Salmo non è sicuramente l'artista più famoso del mondo però ha trovato il modo di far parlare di sé. Modo discutibile, ma anche con un pochino di ragione, dato che ha organizzato ad Olbia con il solo passaparola un concerto gratuito sotto falso nome, mascherandolo come un dj-set di un inesistente Dj Treeplo (suo alter ego sui social da alcuni giorni precedenti il concerto, come Joe Sarnataro lo era stato per Edoardo Bennato), per dimostrare che, mentre per il calcio e altre situazioni si concede ogni tipo di assembramento senza controllo, per la musica sono state messe delle regole troppo rigide che giocano a sfavore di chi fa questo lavoro.


Criticato da molti suoi colleghi, tra cui Fedez pure con parole grosse, ha invece ricevuto il supporto di Francesco De Gregori per quanto riguarda il trattamento in effetti non molto carino verso i musicisti. 
Tuttavia Maurizio Pisciottu (il vero nome di Salmo) ha alzato un po'troppo l'asticella quando ha pubblicamente dichiarato che "non sei un'artista se non vai contro le regole". 
Cioè... Cacchio, bastava una frase in meno e magari trovavi molta più gente dalla tua parte. 
Ma chissà, potrebbe essere stato un delirio di onnipotenza dovuto al fatto che Salmo si stava rendendo conto che la sua iniziativa "rivoluzionaria" stava funzionando. 
Anche un Celentano anni 80 infatti si era a sorpresa proposto come predicatore televisivo indicando al popolo la via da seguire in occasione di certi referendum scatenando un putiferio che non ti dico. 
Altri tempi, ok, e d'altronde Salmo (o Maurizio) è giovane... 
In fondo son ragazzi... 

LA FATTORIA CLARKSON ARRIVA ALLA QUARTA STAGIONE

 La nuova stagione de LA FATTORIA CLARKSON , su Prime Video, vede Jeremy accarezzare l'idea di aprire un pub continuando anche a portare...