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mercoledì 3 settembre 2025

UCCELLO SCALCIANTE NON SCALCIA PIÙ (E NEMMENO EMILIO)

 Quel bizzarro nome di Uccello Scalciante apparteneva al personaggio di Balla Coi Lupi, lo sciamano dei Sioux, che gli era valso la candidatura all'Oscar, a lui come a Kevin Costner, che invece l'aveva anche vinto per quel film nel 1990.


Sto parlando di Graham Greene, l'attore omonimo dello scrittore inglese, il quale è morto a 73 anni. 
Attore canadese di origine nativa americana, era nato nella riserva delle sei nazioni di Brantford, in Ontario, e aveva iniziato a lavorare in teatro, al cinema e in tv negli anni Ottanta. 
Dopo il successo di Balla Coi Lupi era rimasto legato al ruolo del nativo americano in diversi film storici e western. 
Ovviamente non manca oggi anche l'addio ad Emilio Fede, mancato a 95 anni dopo essere stato giornalista nonché direttore e conduttore del Tg4, e, suo malgrado, anche protagonista del web


con tutti i meme che ha fatto nascere con quel suo atteggiamento un tantino arrogante verso i suoi sottoposti (Paolo Brosio ne sa qualcosa) e, al contrario, al limite del servile verso le alte sfere nell'epoca di Berlusconi (sarò anche canaglia, ma è così), pubblicando anche alcuni libri che se lo fa Bruno Vespa della diretta concorrenza perché non poteva farlo lui?
Addio anche a Joe Bugner, 75 anni e pugile britannico, ma anche attore in un paio di film con Bud Spencer 

(Lo Chiamavano Bulldozer e Uno Sceriffo Extraterrestre) e in uno con la coppia Spencer - Hill al completo, ovvero Io Sto Con Gli Ippopotami, fino al più recente che era Cinderella Man diretto da Ron Howard.
Come pugile Bugner era famoso per essere rimasto in piedi sul ring come Rocky sia contro Mohammed Alì che contro Joe Frazier. 
Addio Emilio, Graham e Joe. 

mercoledì 20 agosto 2025

AMICI MIEI: "CHE COS'È IL GENIO? È FANTASIA, INTUIZIONE, DECISIONE E VELOCITÀ D' ESECUZIONE"

 Nei giorni scorsi sulle testate web si è parlato di Amici Miei,


il capolavoro di Mario Monicelli, come se fossero caduti i suoi 50 anni riportando che fosse uscito il 15 agosto del 1975, ma per molti quella data non tornava poiché, come anche per sottoscritto, la mente andava a collocare il film in un periodo ben più freddo, perfettamente in tema con le immagini che vedevano incapottati i protagonisti.

E infatti nelle sale normali noi lo vedemmo nell'ottobre del 1975, mentre quella ferragostiana era stata un'anteprima dedicata alle sole arene estive che in realtà non erano moltissime. 
Anzi, per dirla tutta, la pellicola era stata ancora prima presentata il luglio precedente al Festival Di Taormina, dove qualcuno, viste certe scene, dialoghi e situazioni dal gusto un po' piccante, pensò di mettere al film un divieto ai minori di 14 anni. 
Cosa che a Monicelli diede fastidio, ma tutto sommato forse portò un po' di pubblicità in più per quella legge che il proibito è sempre più stuzzicante. 
E cosa di cui il film in realtà non aveva alcun bisogno perché ormai a mezzo secolo di distanza (senza divieti adesso) si è decretato che questo rimane uno dei capolavori del cinema italiano, e pellicola che nasce da un soggetto di Pietro Germi, il quale avrebbe anche dovuto dirigere il film, ma le sue condizioni di salute non lo permettevano, così passò la mano a Mario e infatti, se leggete i titoli di testa che passano mentre Philippe Noiret termina la sua nottata di lavoro alle sei del mattino in un'apertura per il momento triste con la voce narrante e doppiante di Renzo Montagnani, si legge "un film di Pietro Germi" e subito dopo "regia di Mario Monicelli" giusto per dare a Cesare (o a Pietro) quel che è di Cesare. 
Le zingarate, le supercazzole, gli schiaffi ai finestrini del treno (amplificati come nei film di Spencer & Hill), l'Italia di un tempo, tutto ciò fa di Amici Miei un capolavoro che, a distanza di anni, lo segui ancora anticipando le battute di Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Philippe Noiret, Gastone Moschin e Duilio Del Prete (sostituito nei sequel da Renzo Montagnani) come se fossi alla proiezione del ROCKY HORROR PICTURE SHOW.

Non parliamo invece dell'orrendo prequel firmato da Neri Parenti, che è meglio...
Una curiosità sul ruolo del conte Mascetti che stava a pennello addosso a TOGNAZZI, ma in realtà in un primo momento era stato proposto a MARCELLO MASTROIANNI che lo rifiutò come fece anche Raimondo Vianello, non per tale personaggio però. 
Insomma un film che è stato un vero colpo di genio e per spiegare cos'è il genio ho riportato nel titolo del post le parole del Perozzi che parla in voice over del Necchi e prese da Amici Miei nella micidiale scena del bimbo sul vasino. 
Si, questo è il genio! 

lunedì 24 marzo 2025

ANORA: CHIAMAMI IENA... NO, SCUSA... ANI

 Mentre nei giorni scorsi le supposizioni sul Santo Padre si facevano strada, ma finalmente Papa Francesco si è mostrato in pubblico fugando ogni dubbio, avevo detto che avrei parlato di Anora, fresco premio Oscar, ed eccolo qui a mostrarsi in pubblico anche il film di Sean Baker.


Principalmente lo si può dividere in tre parti fondamentali in cui nella prima si tromba e ci si "stona" fumando roba come se non ci fosse un domani. 
Nella seconda invece con la protagonista si grida e ci si mena che Bud & Terence levati (ed esce fuori la iena citata nel titolo del post).

Per finire con la terza parte dove sono di scena le lacrime in una storia che molti hanno paragonato a Pretty Woman, ma, fidatevi di una canaglia se vi dico che non è proprio così. 
Sopratutto perché non c'è quella patina pulita e perfetta (anche evidentemente finta) del film con la Roberts e Gere, ma piuttosto molta crudezza in tutte e tre le parti descritte sopra. 
Sicuramente è più realistico questo Anora anche se i tre "inviati speciali" risultano spesso ridicoli per le situazioni che loro stessi vanno a creare cercando di far annullare quel matrimonio fra Anora/Ani (la ragazza non vuole usare il suo vero nome) e Vanja, il ragazzo russo (francamente un po' pirlotto) di famiglia più che benestante che ha noleggiato la ragazza per una settimana e alla fine se l'è sposata a Las Vegas, ma probabilmente non credendoci fino in fondo dato che i matrimoni in quel del Nevada sono quasi sempre fatti così per fare.

Come tutto si risolva non lo racconto, ma un dubbio ce l'ho e ve lo espongo: davvero Anora meritava l'Oscar? 
Dubbio che l'anno scorso era stato sollevato da alcuni per POVERE CREATURE! dove anche lì le esperienze sessuali di Bella Baxter venivano mostrate nude e crude senza troppi veli (anzi forse più palesemente che qui), ma nel caso del film di Yorgos Lanthimos ogni scena diventava un tocco d'arte surreale, certo ritoccata digitalmente, però alla visione il tutto si mostrava come un quadro in movimento, per cui l'avevo apprezzato molto di più (beh, magari poi il regista si è mangiato la credibilità con lo sconclusionato Kind Of Kindness,

ma questa è un'altra storia). 
Comunque concludo dicendo che Anora non è un brutto film, ma di sicuro non piacerà a tutti. 

venerdì 7 marzo 2025

PROFONDO ROSSO COMPIE 50 ANNI

 Il 7 marzo del 1985 veniva pubblicato We Are The World con allegati tutti i buoni propositi di beneficenza da parte dei partecipanti, e disco della cui gestazione, se volete, ho raccontato tutto QUI, mentre esattamente dieci anni prima in quello stesso giorno, ma del 1975, un Dario Argento cattivissimo (altro che Cuoricini... Cuoricini) ci terrorizzava con questo film. 


Infatti era quello il giorno in cui Profondo Rosso usciva nelle sale, rigorosamente vietato ai minori di 18 anni, e probabilmente ci fu qualcosa come una congiunzione astrale che fece fare il classico giro di boa al regista romano, il quale comunque non era alla sua prima prova come regista avendo già all'attivo quattro film nei quali aveva diretto, fra gli altri, anche Bud Spencer e Adriano Celentano. 
Si può dire che fu un evento perfetto questo, vuoi anche per la MUSICA dei Goblin che facevano da colonna sonora, ma con l'apporto fondamentale di Giorgio Gaslini che era stato, bisogna dirlo, la prima scelta per il commento musicale (praticamente tutto il secondo lato dell'album è suo), ma qualcosa non quadrava ancora, così ecco l'idea di ingaggiare pure la band di Simonetti per affiancarla al pianista, idea suggerita da DARIA NICOLODI, co-protagonista con David Hemmings.

Idea che si rivelò vincente e infatti quel tema musicale che io facevo girare nel piccolo registratore Philips K7 perché quelli erano i miei mezzi disponibili allora, probabilmente lo conosce anche chi il film non lo ha mai visto perché è stato un vero tormentone, ma non nel senso di Vamos A La Playa, bensì nel senso che quelle note ripetitive sapevano mettere tensione anche senza le immagini e in seguito sentirai il brano in moltissime occasioni legate a paura, dolore e spavento, puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto... (chiedo scusa, mi è scappato un DeGregori titanico). 
Un po' come TUBULAR BELLS (a cui Suspiria, sempre colonna sonora dei Goblin per Dario, è ancora più debitrice) con la differenza però che la suite di Mike Oldfield non era assolutamente stata creata come colonna sonora de L'Esorcista, ma venne scelta in seguito, mentre Profondo Rosso nasceva appositamente per diventare una perfetta simbiosi tra musica e cinema.

Per qualche gustosa curiosità in più lascio la parola a Daria Nicolodi in questa bella INTERVISTA tratta da Stracult (programma che purtroppo non va più in onda, mannaggia). 
E in quella famosa scena dello specchio, di cui non posto nessuna foto nel caso qualcuno non abbia ancora visto il film (ma le immagini le trovate a iosa sul web), piace giocare con lo spettatore a Dario, facendo vedere chi è l'assassino misterioso già dall'inizio, ma lo vedi solo se sei molto attento. 

Rivisto oggi, con le nuove tecniche cinematografiche di cui adesso si può disporre, Profondo Rosso magari non fa più lo stesso effetto del 1975 anche per colpa di quel sangue così palesemente finto che si usava all'epoca, mentre adesso il colore della sostanza usata è molto più realistico. 
Però, nonostante i suoi 50 anni, rimane un buon film e spero che nessuno ne faccia un remake. 
GUADAGNINO, ci siamo capiti, vero? 

giovedì 6 febbraio 2025

GEORGE & MILDRED... E QUELLO CHE LI RIGUARDA

 Serie tv vintage e british questa George & Mildred, che è lo spinoff di Un Uomo In Casa, altra serie da non confondere con il remake americano Tre Cuori In Affitto con John Ritter (forse, di primo acchito, i più ricordano quella infatti) e anche qui due coinquiline, una bruna e una BIONDA.


George & Mildred erano i due anziani vicini di casa dei tre giovani conviventi sotto lo stesso tetto che, proprio per tale promiscuità, non erano ben visti dai due senior. 
Tanto fu il successo della sitcom inglese che vennero creati due spinoff, uno su Robin Trip (l'uomo in casa del trio) e l'altro sui due vicini che avevano anche la caratteristica di spostarsi con un sidecar. 
Succede di parlare oggi di queste serie tv poiché è mancato di recente Brian Murphy, ovvero il George di Mildred. 

Brian aveva 92 anni e voglio ricordarlo oggi con le SIGLE ORIGINALI delle serie che lo riguardano anche se nella prima delle DUE SIGLE loro due non compaiono.

Con queste immagini ho la certezza di sbloccare comunque qualche ricordo a parecchie persone. 
Purtroppo esiste anche una SIGLA ITALIANA brutta brutta brutta e dimenticabilissima, dato che è pure totalmente fuori luogo, cantata dal duo Gin & Tonic dove la ruvida voce maschile è quella di Bruno D'Andrea, cioè il cantante di NA-NO-NA-NO (MORK & MINDY, che pure quella era una serie spinoff). 

In quegli anni, per subdole strategie di marketing per vendere dischi, si usava fare così (dubito però che la canzone di George & Mildred abbia venduto qualche copia) ed era successo anche per SPAZIO 1999 nella seconda stagione dove nei titoli di coda si sentiva l'orrenda CANZONCINA (pure questa completamente fuori luogo) degli Oliver Onions,

(qui però nel video l'audio è stato montato sulla sigla di apertura) che poi non era altro che un riciclo di un'altra loro canzone precedente dal titolo MISS ROBOT e presa dalla colonna sonora che avevano composto per Pari E Dispari, uno dei tanti film con Bud & Terence,

mentre nel caso di Mork era andata decisamente meglio e difatti quella canzone tutti la conosciamo a memoria anche se ha pure quella il suo bel gusto trash.

Ma tanto lo sapete che qui, su questo blog il trash capita spesso e volentieri... 

lunedì 30 dicembre 2024

PIEDONE - UNO SBIRRO A NAPOLI

 Per un giorno prendo una pausa dal Natale ormai passato e mi dedico alla nuova serie su Sky dove si cavalca il mito di PIEDONE LO SBIRRO, quello originale di Bud Spencer, ma non si tratta di un remake, bensì di un sequel dove il protagonista è Vincenzo Palmieri (Salvatore Esposito, l'ex Gennaro Savastano di Gomorra) un ragazzo che il vice commissario Rizzo aveva prima tolto dalla strada dov'era un mezzo ladruncolo, per poi formarlo come poliziotto secondo i suoi metodi non sempre ben visti dai superiori.


Cliché questo ripreso poi spesso in malo modo da tanti altri personaggi nel cinema, ma Piedone rimane Piedone. 
Il vero Piedone/Bud lo sentiamo anche parlare in qualche flashback, ma in realtà è la voce di Glauco Onorato che lo doppiava nel film dal quale è stato preso l'audio originale (nei seguiti ci sarà invece la vera voce di Bud), mentre Fabio Balsamo dei The Jackal copre la quota comica che con Spencer invece era sostenuta da Enzo Cannavale. 
Quattro episodi dalla lunghezza quasi di un film ognuno, con la produzione di Giuseppe Pedersoli, cioè il figlio di Bud e con anche Carlo jr., il nipote che appare in uno di questi quattro.

Lo spirito è molto meno da sganassoni rispetto al film originale che prendeva a pesci (surgelati) in faccia i cattivi e che comunque in confronto ai suoi sequel virati più sul comico, aveva già di suo un'aria più seria quasi da poliziottesco vero condito dalle classiche scazzottate realizzate con stessi stuntmen che Bud malmenava nei film in coppia con Terence Hill.

Ecco, proprio quelle botte che magari da un Piedone ci si potevano aspettare invece qui sono molto molto limitate in favore di un aspetto più introverso e mirato ai rapporti umani, come quello che c'è fra Palmieri e la commissario Sonia Ascarelli con la quale il nuovo Piedone è costretto a collaborare. 
Apro una piccola parentesi in tema di botte perché nei giorni scorsi è mancato a 66 anni Rey Misterio Senior,

cioè lo zio dell'altro Rey Misterio che invece ne ha 50.
E, anche se con le botte non c'entra, devo per dovere ricordare che ieri è mancato anche l'ex presidente americano Jimmy Carter, nobel per la pace (ce ne fossero) e pure centenario, 

mentre invece mancava poco al secolo per Charles F. Dolan, fondatore di HBO (rimaniamo quindi in tema televisivo dato che nel post di oggi si parla di un prodotto Sky) e della prima tv via cavo statunitense, deceduto a 98 anni.

 
Chiusa parentesi, nonostante molte scene della serie siano state ridoppiate, la parlata rimane spesso con un accento napoletano stretto che nell'insieme fa perdere qualche parola, ma stranamente si capisce tutto lo stesso. 
E ancora addio a Rey e Jimmy. 

domenica 30 giugno 2024

CINERIZ E TITANUS, DUE GROSSI NOMI DEL CINEMA ITALIANO

 Cineriz e Titanus, questi due nomi di case cinematografiche legati al passato, per me ad un certo punto hanno cominciato ad indicare già in partenza che tipo di film sarebbe stato quello che proiettavano nel cinema che frequentavo perché la prima aveva in catalogo delle gran commedie all'italiana di Pozzetto, Villaggio, Milian, Celentano e molti altri, compresi alcuni titoli di Bud Spencer e Terence Hill (non tutti), con quella marcetta allegra che ti metteva già di buonumore ancora prima di vedere il film.


La seconda invece, che ha il primato di essere stata la prima casa di produzione italiana nata ben 120 anni fa, con quello scudo da peplum e la musica solenne da fiato alle trombe Turchetti, come diceva un famoso personaggio televisivo, presentava quasi sempre film di un certo spessore, con a volte qualche eccezione come con OK CONNERY, ovvero il fratello (veramente fratello) meno fortunato di James Bond di cui ho già parlato tempo fa, che se non si prendeva così seriamente magari funzionava anche, Porgi L'Altra Guancia con Bud & Terence, che della coppia non è fra i miei preferiti, e Fracchia Contro Dracula, un'altra incarnazione del comico genovese. 
Tale differenza di produzioni era anche una regola dei due cinema di seconda visione che c'erano tanti anni fa nel mio paese, dove uno proiettava in maggioranza film della Cineriz e della Disney, mentre quelli della Titanus erano sempre nell'altra sala, per cui forse c'erano proprio degli accordi nella distribuzione, non so, ma quello che so è che da sempre mi sarebbe piaciuto fare quel lavoro di gestore di una sala di proiezione. 
Allora però non avevo ancora notato questa differenza nelle distribuzioni, e infatti ero andato bello bello al cinema a vedere Detenuto In Attesa Di Giudizio

che, anche se non usciva per la Titanus, ma per la Fida Cinematografica, scoprirò invece a mie spese essere un'altra casa "seria". 
Infatti essendo il film con protagonista Alberto Sordi, per la regia di Nanni Loy, io pensavo fosse una delle sue solite commedie, mentre invece era decisamente un film drammatico, difatti veniva proiettato nel cinema legato ai film più seri. 
Da quella volta mi sono reso conto delle fondamentali differenze di marketing fra le case cinematografiche nostrane e anche le sale, e ho cominciato a soppesare meglio quello che andavo a vedere al cinema. 
Più avanti ci penserà Cecchi Gori a monopolizzare la commedia all'italiana con il suo marchio sempre presente, con la Cineriz che chiuderà i battenti nel 1993, mentre la Titanus invece è ancora in attività anche nel campo televisivo delle fiction.

martedì 23 aprile 2024

UN ALTRO "FRATELLO" ALLMAN CHE SE NE VA INSIEME AD UN QUASI TERENCE HILL

 Il southern country rock piange un altro elemento della The Allman Brothers Band poiché nei giorni scorsi è morto ad 80 anni Dickey Betts, chitarrista, voce e co-fondatore del gruppo con i veri fratelli Allman.


Di lui si ricorda in particolare RAMBLIN' MAN scritta e cantata con loro nel 1972, singolo di successo della Allman Brothers Band entrato nella top 10 e ultima canzone con il bassista Berry Oakley scomparso poco dopo nello stesso anno. 
La canzone ha avuto un ruolo importante nella loro discografia perché aveva segnato anche un cambio stilistico nella band che passava da un rock blues jazzato ad un country rock dal gusto pop che si offriva meglio ad un grande pubblico. 
Una curiosità su Ramblin' Man è che era stata scritta ed eseguita in Sol, ma durante il mastering, non si sa se volutamente o per qualche errore tecnico, la traccia è stata accelerata e siccome all'epoca il digitale non esisteva, anche la tonalità del brano si è alzata ed è diventata un La bemolle. 
Tale trucchetto in realtà veniva usato spesso da artisti (anche italiani, certo) per rendere più acute le proprie voci (certe canzoni dei Pooh come QUESTA,per esempio, per quanto senza dubbio bravi siano, mi hanno sempre lasciato qualche dubbio),

il che era efficace il sala di registrazione, ma anche abbastanza inutile perché poi alla resa dei conti live i nodi arrivavano al pettine. 
Nel caso di Dickey comunque il brano dal vivo veniva sempre eseguito nella tonalità di Sol come era stato scritto senza perdere nulla della sua bellezza, anche perché più comodo da suonare sulla chitarra piuttosto che farlo in La bemolle. 
Da ricordare che nella band aveva militato anche il talentuoso pianista Chuck Leavell che di recente avevamo visto al fianco di David Gilmour nel suo RITORNO A POMPEI
Anche il cinema perde un nome in quello di Antonio Cantafora, anche lui ottantenne, ma crotonese, e meglio conosciuto negli anni 70 con lo pseudonimo di Michael Coby in coppia con Paul Smith, e come tale possiamo ricordarlo intento a fare i film di Bud Spencer & Terence Hill TAROCCATI dove erano doppiati entrambi dalle stesse voci degli originali, ovvero Pino Locchi e Glauco Onorato.

Antonio era ovviamente il sosia di Terence Hill, ma in seguito si è dedicato al ruolo di caratterista per registi come F
ellini, Skolimowski, Barreto, Lattuada e Bolognini, e in tempi più recenti ha fatto parte del cast di diverse fiction tv tra cui Elisa di Rivombrosa nel 2003-2004. 
Addio Antonio (Michael) e Dickey. 

sabato 7 ottobre 2023

U2 - ATOMIC CITY E TAKE THAT - WINDOWS: DUE MONDI MUSICALI OPPOSTI CHE NON SI INCONTRANO

 Scrivere nel titolo del post di mondi musicali che si incontrano farebbe sicuramente incuriosire, facendo supporre collaborazioni particolari, ma questa volta non succede per niente.


Sarebbe un po' come annunciare che il nuovo singolo degli U2, ATOMIC CITY, è una bomba, cioè parrebbe solo un giochetto di parole facile facile, visto il titolo, eppure il pezzo ha una sua forza dirompente niente male. 
Canzone che non preannuncia nessun nuovo album, ovvero un brano standalone dei quattro ragazzi che, specialmente Bono e Adam Clayton (quest'ultimo mi ha ricordato Lello Arena, pensa te) si mostrano parecchio invecchiati ma ancora pieni di energia... atomica. 
Con il loro concerto hanno inaugurato il Las Vegas Sphere, il nuovo teatro da 20.000 posti con il prezzo del biglietto un po' tanto elevato (ma non era Bono che voleva far cancellare il debito pubblico dei paesi più poveri?), e forse non arriva così per caso il riferimento alla famosa bomba (che SCOPPIA E RIMBOMBA, coma cantava Johnny Dorelli) in un anno dove Nolan ci ha raccontato la storia di Hoppenheimer, e ancora non sarà difficile notare nella ritmica della canzone così pestata, una certa somiglianza con LONDON CALLING dei Clash,

ma soprattutto il ritornello che urla I'm free nello stesso modo in cui Debbie Harry dei Blondie cantava CALL ME sotto la produzione di Giorgio Moroder, dove pure la rullata iniziale è identica.

Collegamento mentale dovuto anche al fatto, forse, che ATOMIC era stato anche un altro bel singolo dei Blondie che tengo gelosamente nei miei 45 giri da collezione preferiti. 
Beh, magari perché sono stati sgamati, i quattro irlandesi, o meglio due, perché Adam e Larry (Mullen Jr.) non hanno mai voce in capitolo, hanno ammesso tali somiglianze come omaggi a quel periodo musicale in cui loro muovevano i primi passi. 
Mah... Prendiamola per buona dai, che già Vertigo aveva un inciso che ricordava da vicino YOU KEEP ME HANGIN'ON delle Supremes

e Invisible pescava il riff da PIEDONE LO SBIRRO
Con tutt'altro genere sono invece tornati in ballo anche i Take That ridotti a trio con Gary Barlow (ex cicciobombo cannoniere), Mark Owen e Howard (il papero) Donald e si presentano con WINDOWS


(e non fatemi la battuta che per la musica è meglio il Mac dai... 😜), un brano che ti riporta a certe sonorità morbide vagamente country tipo quelle degli America, che, nonostante il nome, sono una band britannica perché formata dai figli di militari statunitensi di stanza nel Regno Unito.

Comunque era SURVIVAL il brano degli America a cui mi riferivo.
E a forza di collegamento e citazioni quanta musica oggi... nuova e anche vintage, così contenti tutti. 

lunedì 4 settembre 2023

FIDANZATA IN AFFITTO: GIUSTO PER PASSARE IL TEMPO

 Film leggero senza infamia e senza lode questo Fidanzata In Affitto con una Jennifer Lawrence che prova a spacciarsi per 25enne con lo scopo di avere una macchina dopo che la sua le è stata pignorata, per cui non può più lavorare come autista Uber.


Per avere tale veicolo (che forse ho capito male io, ma mi è parso che venisse chiamato un po' Tesla e un po' Bentley) dovrà svezzare un rampollo molto timido e schivo con tutte le conseguenze del caso. 
Dal trailer montato ad hoc pare una cosa del tipo American Pie, mentre invece alla visione le cose sono un po' diverse, ma comunque si sorride.


Degne di nota la scena alla festa dove tutti si appartano, ma con gli occhi sui cellulari invece di fare "cose", e quella notturna sulla spiaggia dove la Lawrence completamente nuda tira una compilation di sganassoni degni di Bud Spencer & Terence Hill & VanDamme messi insieme, a dei ragazzi che stavano per rubare i vestiti suoi e del bamboccio con cui stava facendo il bagno.


Menzione speciale per il gradito ritorno di Natalie Morales che avevo perso di vista dopo la serie THE MIDDLEMAN, carina perché una sorta di Men In Black e ispirata anche quella ad un fumetto, ma forse non ne era stata compresa l'ironia ed è stata cancellata dopo una sola breve stagione. 
Meno speciale invece Matthew Broderick particolarmente imbalsamato che pare finito sul set per caso come tanti attori ormai fanno, giusto per ricevere un assegno e via.

Eh... Bei tempi (andati) quelli di WARGAMES - GIOCHI DI GUERRA, film diretto da John Badham che il prossimo 28 ottobre compirà 40 anni. 

venerdì 1 aprile 2022

...ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO!: MA CONTACI PROPRIO!

 Premesso che io prima di parlare di un film lo guardo sempre, tranne in pochissimi casi in cui il pregiudizio mi salta fuori prepotente e mi fa evitare la pellicola, come nel caso della coppia Boldi & DeSica con quel loro IN VACANZA SU MARTE che ho rifiutato di vedere a priori, ma in quel caso ritengo di essere pienamente scusato, purtroppo questo di oggi non è uno scherzo da pesce d'aprile (come in cuor mio speravo) dato che invece questo remake esiste davvero. 


Se aggiungiamo che nella descrizione del mio profilo cito Bud Spencer & Terence Hill come portatori di un vero e proprio vangelo fatto di sganassoni e risate, siamo in una situazione per cui quest'operazione di remake per me tocca il sacrilegio. 
È un po' come se un comico tipo Chris Rock (un nome così a caso...) mi rifacesse Frankenstein Junior a modo suo, cioè con battute che non fanno ridere e mettiamolo pure doppiato male in italiano per mettere la ciliegina sulla torta. 
Cosa, questa del remake di dubbio gusto, peraltro già accaduta con il Ghostbusters in versione Melissa McCarthy e il risultato lo abbiamo visto tutti, purtroppo. 
Ma già negli anni 70, come per confermare che l'originale non si batte, c'era stato un proliferare di film con Paul Smith e Michael Coby (Antonio Cantafora) pubblicizzati come i sosia ufficiali della famosa coppia e altri non ufficiali accodati al trend che mi fregarono i soldi del biglietto una o due volte soltanto e poi non sono più caduto nella trappola, che mica son così scemo. 
Per non parlare del tentativo di Franco Cristaldi di virare la coppia al femminile chiamando Monica Vitti e Claudia Cardinale in QUI COMINCIA L'AVVENTURA che come tentativo della coppia dai caratteri opposti non era per niente riuscito anche a causa di una sceneggiatura loffia, ma sotto certi aspetti il film in sé aveva avuto pure un suo perché (è stato molto apprezzato all'estero) anche se non c'entrava con il mondo di Bud & Terence se non per la palese scena della scazzottata con esattamente la stessa squadra di stuntmen. 
Quindi ditemi perché, se la mucca fa mu il merlo non fa me, e perché toccare un mito spendendo anche dei soldi per realizzare un film di cui nessuno sentiva il bisogno? 
E con DeSica pure qui poi...  
Perché, si i remake si possono fare, ma non di qualsiasi cosa, perché certe cose, per una legge non scritta da nessuna parte, ma ben radicata nel buon senso, non si dovrebbero toccare, e ne avevo già parlato in occasione di un post di due anni fa sui FILM RIDOPPIATI citando proprio Bud e Terence, chiedendomi che effetto farebbero se li risentissimo con voci diverse da quelle di Glauco Onorato e Pino Locchi. 
Ma allora piuttosto di un remake, non sarebbe stato meglio fare un biopic, no? 
Tanto son di moda e c'è gente come Will Smith che ci prende anche l'Oscar menando, a proposito di sganassoni, poco prima Chris Rock (eccolo di nuovo) in diretta mondiale proprio con una di quelle sberle alla Bud Spencer, ok, ma questa è un'altra storia. 
OK, so che non è un vero e proprio remake, ma piuttosto un sequel fuori tempo massimo che però segue esattamente lo stesso script del capostipite... 
Ricorda niente? 
Si, esatto, proprio come Star Wars Il Risveglio Della Forza, esempio che definirei più che calzante visto come si è risolta (in vacca) la nuova trilogia. 
In più i registi sono quella coppia che si fa chiamare Younuts! e che già hanno firmato quel pacco che era SOTTO IL SOLE DI RICCIONE, praticamente un maxi videoclip promozionale per Tommaso Paradiso mascherato da film. 
La cosa più pericolosa, alla fine, è che una tale operazione dia il via ad un trend come quello della Disney che sta rifacendo i suoi film storici in versione moderna (e brutta) mentre gli originali sono ancora superiori di parecchio. 
Diverso invece si può considerare il discorso per film come LA FIERA DELLE ILLUSIONI di Del Toro che rifà un film del 1947, perciò abbondantemente andato in prescrizione e ben poco conosciuto, e la nuova confezione, seppure non perfetta, rende giustizia all'originale, alimentando però sotto sotto, il sospetto che, essendo pure quello l'ennesimo remake di una lunga lista che comprende anche millemila sequel discutibili, anche la potente Hollywood di oggi abbia carenza di idee. 
Ma i miei ovviamente son solo pregiudizi dato che il film non l'ho visto, e pure mi sembra già di aver scritto fin troppo per una pellicola ancora da vedere e che non vedrò, per cui sarò lieto di essere smentito da tutti coloro che invece lo avranno visto e si saranno pure divertiti.

Tutti i 4 o 5 gatti (tanto per restare in tema Disney). 

venerdì 30 agosto 2019

QUI COMINCIA L'AVVENTURA... E FINISCE PURE

Era il 1975 e il produttore Franco Cristaldi, notando il grande successo della coppia campione d'incassi Bud Spencer & Terence Hill pensò: "Perché non provare a farne una versione al femminile? Mettiamo motori, sganassoni e battute e voilà". Se l'idea sembrava buona, all'atto pratico rende un po'meno bene, nonostante la bravura di Monica Vitti e Claudia Cardinale. Il trailer poi era quantomai ingannevole perché te lo mostrava proprio come un film alla Spencer&Hill, cosa che poi non era. Sarà colpa della regia, degli sceneggiatori (Barbara Alberti era una dei due che si inventarono sta storiella assurda), non si sa bene, comunque in italia non fu un gran successo di botteghino, e difatti la coppia da botte al femminile non si vedrà più in seguito. Caso strano invece all'estero è stato distribuito in inglese, spagnolo e persino in russo ed è diventato un mezzo cult forse per la mise della bella Monica che, specialmente in una scena in particolare infonde un pizzico di erotismo fetish come fece molto prima Marianne Faithfull in The Girl On The Motorcycle, al quale forse si deve un po' di ispirazione. Come in tutti i film italiani di quel periodo appare anche questo signore qui
un po'quello che è Michael Caine per Nolan, che lo mette in tutti i suoi lavori anche per soli 10 minuti, ma con uno stile di recitazione molto meno british.
Tanto per capirci meglio ecco una scena alla Spencer & Hill mostrata anche nel trailer



Chiaro no? Anche la squadra di stuntmen che pija le mazzate è la stessa degli spaghetti western. Confrontate i Trinità o Altrimenti ci Arrabbiamo. 
Quindi ti aspetti un film frizzante e spensierato e invece sembrano film diversi, diretti da registi diversi, montati insieme così un po' a caso.
Essere fregati è un attimo.

8 SETTEMBRE 1955: NASCE IL DUCK WALK

 Si,  è vero, Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd e tutti gli altri che occupano un posto nel mio cuore avranno sì definito i canoni del roc...