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mercoledì 3 settembre 2025

UCCELLO SCALCIANTE NON SCALCIA PIÙ (E NEMMENO EMILIO)

 Quel bizzarro nome di Uccello Scalciante apparteneva al personaggio di Balla Coi Lupi, lo sciamano dei Sioux, che gli era valso la candidatura all'Oscar, a lui come a Kevin Costner, che invece l'aveva anche vinto per quel film nel 1990.


Sto parlando di Graham Greene, l'attore omonimo dello scrittore inglese, il quale è morto a 73 anni. 
Attore canadese di origine nativa americana, era nato nella riserva delle sei nazioni di Brantford, in Ontario, e aveva iniziato a lavorare in teatro, al cinema e in tv negli anni Ottanta. 
Dopo il successo di Balla Coi Lupi era rimasto legato al ruolo del nativo americano in diversi film storici e western. 
Ovviamente non manca oggi anche l'addio ad Emilio Fede, mancato a 95 anni dopo essere stato giornalista nonché direttore e conduttore del Tg4, e, suo malgrado, anche protagonista del web


con tutti i meme che ha fatto nascere con quel suo atteggiamento un tantino arrogante verso i suoi sottoposti (Paolo Brosio ne sa qualcosa) e, al contrario, al limite del servile verso le alte sfere nell'epoca di Berlusconi (sarò anche canaglia, ma è così), pubblicando anche alcuni libri che se lo fa Bruno Vespa della diretta concorrenza perché non poteva farlo lui?
Addio anche a Joe Bugner, 75 anni e pugile britannico, ma anche attore in un paio di film con Bud Spencer 

(Lo Chiamavano Bulldozer e Uno Sceriffo Extraterrestre) e in uno con la coppia Spencer - Hill al completo, ovvero Io Sto Con Gli Ippopotami, fino al più recente che era Cinderella Man diretto da Ron Howard.
Come pugile Bugner era famoso per essere rimasto in piedi sul ring come Rocky sia contro Mohammed Alì che contro Joe Frazier. 
Addio Emilio, Graham e Joe. 

venerdì 1 agosto 2025

CINEMA & FUMO

 Quel 1 agosto del 2005 avrebbe cambiato tutto anche nel cinema poiché partiva da quella data il divieto dell'Unione Europea di pubblicizzare prodotti a base di tabacco come invece accadeva anche nei film degli anni 70 


con certi pacchetti rossi e bianchi in bella vista (allora non si chiamava ancora product placement) e gente che fumava come dei turchi, quei turchi delle fiction che ora vanno fortissime su Canale 5, al punto da farsi assegnare la prima serata e che invece pure loro adesso non possono farlo in scena. 
Pensate che anche X-Files aveva un personaggio che continuamente fumava,

e infatti la serie (non per quel motivo credo) è finita nel 2002 con due ritorni nemmeno troppo eclatanti una quindicina di anni dopo. 
Tempi che cambiano, è vero, e anche in meglio se non contiamo le sigarette elettroniche e gli svapatori che sanno ancora di più di dipendenza. 
Ma adesso, da parte di una canaglia che non ha mai fumato in vita sua, la vera domanda è:

ma francamente ce lo avreste visto voi un Clint Eastwood al cinema senza quel sigaro? 

domenica 5 gennaio 2025

UN ALTRO PEZZO DI STORIA DELLA MUSICA ITALIANA CHE SE NE VA

 Chi ha qualche anno in più sul groppone non può non aver mai sentito parlare dei 4+4 di Nora Orlandi che erano coristi continuamente al lavoro nelle sale di registrazione degli anni 50/60/70 fino ai primi anni 80, in contrapposizione (ma non concorrenza) con I Cantori Moderni di Alessandroni (Alessandro, il fischiatore di Ennio Morricone). 

Entrambe le formazioni partecipavano a dischi e colonne sonore dove in queste facevano perlopiù i classici ooooh, aaaah, papapaaaa o dabadabadà sulle musiche di autori tipo Armando Trovajoli, Pino Donaggio, Guido e Maurizio De Angelis, che magari sembra anche una cosa ridicola detta così, ma i Manhattan Transfer faranno poi esattamente le stesse cose per esempio in Birdland e cacchio se le faranno bene... In particolare I Cantori Moderni erano specializzati nelle soundtrack western di Ennio Morricone, e nella formazione erano passati anche le due sorelle Bertè e ANNIBALE GIANNARELLI, voce della colonna sonora di Lo Chiamano Trinità e vincitore di The Voice Senior nel 2022, mentre i 4+4 di Nora Orlandi erano fissi nelle trasmissioni Rai dal Festival Di Sanremo

a Canzonissima (anche se in quest'ultima si utilizzava il playback) e inizialmente le voci erano solo 4, infatti si chiamavano I 2+2 di Nora Orlandi, che vediamo molto giovane (e, permettetemi, bella) nella foto d'epoca qui sotto. 


Quando i quattro mollarono, Nora non si perse d'animo e amplió la formazione con otto nuovi elementi, mai del tutto fissi, anzi molto spesso sostituibili, fra i quali sono passati anche Marco Ferradini e Santino Rocchetti, nonché una giovane Silvia Annichiarico al suo debutto nel mondo dello spettacolo. 
Purtroppo il primo giorno di quest'anno appena iniziato si è portato via proprio Nora Orlandi che aveva nel frattempo raggiunto i 91 anni. 
Perciò da queste pagine web così legate a musica e cinema non poteva mancare un saluto da parte mia.

Con lei il signore qui sopra, che si chiamava Brenton Wood, non c'entra, se non solo per il motivo che al Festival Di Sanremo del 1969, dove i 4+4 c'erano sul palco, venne stranamente abbinato a Rosanna Fratello per cantare la canzone Il Treno che veniva presentata con due arrangiamenti completamente diversi e decisamente rhythm'n'blues nel caso del cantante di colore. 
Brenton, cantante soul statunitense, è mancato ad 83 anni e nel 1967 fece il botto con GIMME LITTLE SIGN,

singolo che avevo sepolto negli archivi della mia memoria (sicuramente anche la vostra di voi che leggete) e l'ho rispolverato quindi per l'occasione, e che nel tempo ha poi avuto molte cover fra le quali quella di DANIELLE BRISEBOIS

che la portó al Festivalbar nel 1995 (qui nel video viene presentata con un lungo cappello introduttivo da Federica Panicucci) prodotta da Gregg Alexander (New Radicals), e la VERSIONE SKA secondo l'usanza di Giuliano Palma & The Bluebeaters.

Addio Nora, con un grazie per aver fatto la storia della musica italiana, e addio Brenton. 

mercoledì 2 ottobre 2024

OGGI FESTA DEI NONNI E UN NONNO FAMOSO SE NE VA

 Attenzione nipoti e nipotini perché oggi è la Festa Dei Nonni che dal 2005 è stata introdotta ufficialmente dallo Stato italiano.


Ci sarà chi non gliene frega meno di niente, ne sono sicuro, che la considera solo un'altra trovata commerciale, ma il punto è che se avete ancora almeno un nonno dei quattro che di solito ci toccano come regola (lo facevano notare i Beatles sul treno nel film A HARD DAY'S NIGHT), un piccolo pensierino (anche un Nontiscordardime che è il fiore ufficiale) gli farà solo che piacere specie se, appunto, quel nonno magari vive ormai da solo e i nipotini son diventati "oni". 
Ricordiamoci che sono sempre i nonni che danno una mano ai figli quando gli impegni di lavoro non permettono di gestire al meglio la prole. 
Ed è proprio di un nonno, che purtroppo è mancato di recente, di cui si parla oggi, un nonno famoso con ben sette nipoti avuti da otto figli provenienti da tre matrimoni, uno dei quali con Rita Coolidge che i fans di 007 magari ricordano sicuramente per ALL TIME HIGH da Octopussy.


Lo so che se solo si volesse, vista l'influenza mediatica che hanno avuto e hanno tuttora, si potrebbero infilare i Beatles e James Bond in ogni post, ma tant'è. 
Il nonno di cui sto parlando è Kris Kristofferson,

88 anni e superstar di quel country che da noi magari conosciamo giusto per una manciata di canzoni dato che non è così al top come negli Stati Uniti, specie nel Texas dove tuttora si indossano di routine stivali e cappelli da cowboy e dove era nato Kris, a Nashville, città del famoso festival immortalato nel film omonimo di Robert Altman.
E anche nel cinema Kris aveva fatto alcune apparizioni intorno agli anni 80 mentre la sua carriera musicale aveva avuto alti e bassi a causa di problemi di alcolismo.

Il suo debutto era stato come autore di SUNDAY MORNING COMING DOWN incisa da Johnny Cash (la canteranno anche insieme in seguito in uno show natalizio qui sopra), mentre la sua ME AND BOBBY MCGEE sarà coverizzata, fra gli altri, anche da Janis Joplin, ma pubblicata poi solo in Pearl, l'album della cantante simbolo del movimento hippy, uscito postumo.

Dalle nostre parti invece diamo l'addio a Glauco Mauri, 94 anni, mai stato nonno, ma attore e regista teatrale che aveva partecipato anche a diverse produzioni in prosa televisive e radiofoniche, e con la particolarità (e direi anche onore) di aver doppiato Peter Cushing nel 1977 nel primo Guerre Stellari.

Un augurio a tutti i nonni, quindi, e un addio a Kris e Glauco. 

domenica 18 agosto 2024

IL WEST DI SERGIO LEONE IN LUTTO, E NON SOLO QUELLO

 Nei giorni scorsi abbiamo perso un nome storico delle sceneggiature cinematografiche.


Sto parlando di Sergio Donati, 91 anni, scrittore che aveva messo la firma sui più bei film di Sergio Leone come C'Era Una Volta Il West e Giù La Testa, ed altre pellicole sempre divise tra genere western e action, compreso quel fantathriller religioso che, nonostante qualche ingenuità, non era niente male e il titolo era HOLOCAUST 2000
Sempre sul tema del Western di Leone, Donati aveva scritto anche un libro dal titolo C'Era Una Volta Il West (Ma C'Ero Anch'Io),


dove raccontava fatti, aneddoti e retroscena di quel mondo e genere cinematografico che lui stesso aveva contribuito a creare. 
Altro nome legato in prima persona al cinema è quello di Gena Rowlands,

94 anni, la quale, pochi anni dopo il suo debutto, diventerà la moglie di John Cassavetes che la diresse nel 1959 in Ombre, film d'esordio del regista. 
Anche la musica perde un suo rappresentante in Jack Russell, frontman dei Great White, gruppo hair rock che negli anni 80 aveva piazzato alcuni pezzi di successo dove forse il più famoso era ROCK ME.

Jack aveva 63 anni. 
Addio Gena, Jack e Sergio. 

venerdì 9 agosto 2024

LA VITA, A VOLTE, È MOLTO DURA, VERO PR...ESIDENTE?

 Spero che a qualcuno il titolo parafrasato del post abbia ricordato un vecchio film comico/western con Tomas Milian, perché così perlomeno avrei la certezza di non ricordare solo io i suoi due film sul personaggio di Provvidenza, cacciatore di taglie alquanto bizzarro simile a Charlot, dove la comicità era di grana molto grossa, a livello appunto di comiche, ma all'epoca funzionava.


L'altro film, per dovere di cronaca, era il sequel Ci Risiamo, Vero Provvidenza? e in entrambi si sentiva la vera voce di Tomas perché non veniva doppiato da qualcun altro, ma si autodoppiava, e dava al personaggio quel qualcosa di ancora più bizzarro.
Inoltre era della partita anche Ennio Morricone che aveva curato in entrambi i film le musiche.

La butto lì nel caso voleste darci un'occhiata, dato che rientrano uno peggio dell'altro nei parametri del trash così caro a questo blog, e che tanto il primo sta lì bello bello su Prime Video.
Certo è che, non posso negarlo, a rivederli adesso si sente tutto il peso del mezzo secolo che hanno sulla schiena. 
Introduzione a parte, che alla fine era un semplice gioco di parole, ma sempre con il cinema di mezzo, questo 9 agosto del 1974 (che non c'entra nulla con il West se non che si parla di America e i due film di cui sopra erano là ambientati, ma girati invece alla periferia di Roma) fu un giorno fatidico per l'allora presidente americano Richard Nixon, poiché fu quel giorno in cui presentò le dimissioni essendo stato beccato con le mani in pasta per il famoso Scandalo Watergate, quello delle intercettazioni che Robert Zemeckis in Forrest Gump ci mostrava come se fosse stato scoperto, per puro caso, proprio dal protagonista del suo film.

Gerald Ford prenderà il posto di Nixon alla guida del Paese, ma la vicenda in realtà stava andando avanti dal 1972 con quelle intercettazioni illegali legate anche alla vicenda del Vietnam, atte a cercare di fare rileggere Nixon nonostante tutti gli remassero contro perché quella stramaledetta guerra non la voleva nessuno e i suoi reduci infatti non venivano esattamente trattati da eroi come infatti mostra Oliver Stone in NATO IL QUATTRO LUGLIO (ma anche Rambo di Ted Kotcheff ha qualcosa da dire a riguardo). 
Vicenda quindi politica, certo, ma con il suo bel collegamento al cinema che tanto ci piace come, oltre al film di Zemeckis, TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE di Alan J. Pakula e il finale di THE POST di Steven Spielberg, giusto per citarne un paio. 
E a leggere queste cose magari ti viene da pensare che la politica brutta, coi ministri magna magna e corruzione varia, non sia solo in Italia, anzi... vedi che in America sono sempre stati avantissimo!!!

Concludo con un'altra parafrasi di una battuta tratta dal secondo film con Milian: 
Con perizia e con pazienza, chi ti frega... non è solo Provvidenza... 

domenica 9 giugno 2024

DOCTOR WHO, FANTA-TRASH MESSICANO E... PAPERINO

 Comprendo perfettamente se, sulle prime, il nome di William Russell non dice nulla ai più, mentre a quella manciata di whovians che si nasconde di notte per paura degli automobilisti, dei linotipisti (cit. Lucio), dovrebbe ricordare la prima stagione della serie tv più longeva del mondo, appunto,


Doctor Who, dove all'epoca il protagonista era interpretato da William Hartnell e la genesi di tale programma televisivo viene raccontata in un bel film dal titolo UN'AVVENTURA NELLO SPAZIO E NEL TEMPO
William Russell dava il volto a Ian Chesterton, uno dei companions del Dottore che appariva in 77 episodi di quella prima incarnazione del nostro amico di Gallifrey.

Nella serie (che ora è tornata con i nuovi EPISODI su Disney + e a breve ne parlerò in maniera più approfondita) Ian era un insegnante che si insospettiva per certe insolite capacità di una sua allieva, cioè Susan Foreman interpretata da Carole Ann Ford, la quale era in realtà la nipote del viaggiatore del tempo, ma si faceva passare per umana come d'altronde in genere fa anche il Dottore, se possibile, per cercare mantenere un basso profilo durante i suoi viaggi.

Ian, insieme ad un'altra insegnante, Barbara Wright che aveva il volto di Jacqueline Hill, proverà a pedinare Susan per vederci più chiaro e finiranno così, loro malgrado, coinvolti nelle incredibili avventure spazio temporali della serie.

Lo stesso personaggio sarà interpretato anche da Roy Castle nel primo film su Doctor Who dal titolo Dr. Who And The Daleks del 1965, mai doppiato in italiano, con Peter Cushing nel ruolo principale, ma, come anche Barbara, avranno entrambi caratteristiche e background completamente diversi dai personaggi della serie tv. 
Beh, se penso che William ci ha lasciati pochi giorni fa all'età di 99 anni, posso anche considerarlo un bel traguardo per un viaggiatore del tempo. 
Altro nome poco noto, ma che si ricollega al cinema fanta-trash messicano di cui avevo parlato tempo fa, quello che portava la firma della famiglia CARDONA e che aveva avuto un'epopea di grande successo, perlomeno in patria, è quello di Armando Silvestre,

che posso ricordare appunto in BATWOMAN L'INVINCIBILE SUPERDONNA, film di cui ho immancabilmente già parlato perché gira che ti rigira qui dalle mie parti il trash ha sempre un posto d'onore, se preso con il giusto spirito, cioè quello di farsi delle grasse risate. 
Fortunatamente per lui, aveva avuto modo di lavorare anche diretto da Sydney Pollack in Joe Bass L'Implacabile e con Don Siegel in Gli Avvoltoi Hanno Fame durante una carriera divisa tra cinema e tv durata più di mezzo secolo, mentre è mancato anche lui di recente all'età di 98 anni, senza essere un viaggiatore del tempo, ma piuttosto del mondo poiché dovette fuggire dal suo Paese natale e rifugiarsi negli Stati Uniti per minacce ricevute dall'allora presidente messicano. 
Non di soli addii però si parla oggi perché quasi un secolo fa, nel 1934, faceva la, sua prima apparizione in un cartone Disney dal titolo La Gallinella Saggia, il personaggio di Paperino,

ma ancora molto diverso da come lo conosciamo adesso dove l'unico punto in comune è la giubba da marinaretto. 
Addio Armando e William, e ben ritrovato Paperino. 

giovedì 16 maggio 2024

C'ERANO UN MUSICISTA, UN CANTANTE E UN ATTORE...

 Non è una barzelletta, perché anche oggi perdiamo un grande nome della musica, cioè David Sanborn, 78 anni.


David era un sassofonista che ha potuto vantare collaborazioni con i più grandi nomi dello show business con il suo stile che mischiava il jazz con il funky e, grazie a quello, è stato fra i musicisti che hanno suonato in YOUNG AMERICANS, l'album che per David Bowie segnò una transizione netta dal rock al funky appunto

dove il sax di Sanborn la fa da padrone specie nella title track. 
In tempi più recenti, per modo di dire perché si parla pur sempre di anni 90, aveva partecipato anche alla colonna sonora di Arma Letale 3 con Sting ed Eric Clapton nel brano IT'S PROBABLY ME.

Purtroppo un cancro alla prostata è riuscito alla fine a portarselo via nonostante lui avesse continuato imperterrito a suonare dal vivo e anzi c'era già pronto un tour per l'anno successivo, ma tant'è... 
Da tutt'altro mondo musicale invece arrivava Enrico Musiani, cioè da quel canto all'italiana melodico portato avanti da Claudio Villa che lo presenta in questo video con il suo più grande successo LAURETTA MIA.


Enrico, che aveva 86 anni, aveva cantato anche Rose Rosse portata al successo però da Massimo Ranieri che all'epoca era senza dubbio più dentro ai circuiti commerciali anche per la sua immagine molto accattivante per il pubblico femminile e un modo di cantare molto più "power" di quello di Musiani. 
Anche il cinema è da citare oggi per la scomparsa di Mark Damon, 91 anni, attore statunitense che aveva iniziato la carriera (guarda un po' com'è piccolo il mondo) con ROGER CORMAN in I Vivi E I Morti

e I Diavoli Del Grand Prix, dopodiché in Italia ha lavorato in diversi titoli horror e western con i nostri registi che, spesso sotto nome fittizio, sfornavano pellicole a getto continuo, quelle con i titoli molto creativi, e chissenefrega se spesso si trattava di b-movie, tanto il suo mentore Corman era specializzato proprio in quello e ci aveva fatto su una fortuna.

Negli anni 80 invece lo troveremo fra i produttori di film di grande successo fra cui 9 Settimane E 1/2. 
Addio Mark, Enrico e David. 

lunedì 8 aprile 2024

KILLERS OF THE FLOWER MOON: PROVACI ANCORA MARTIN

 Luca Carboni cantava che Dustin Hoffman non sbagliava un film, e tale assunto avrebbe potuto valere pure per Robert DeNiro e Martin Scorsese, nonché per l'ultimo arrivato dell'allegra brigata cioè Leo DiCaprio.


Avrebbe potuto, ma forse solo fino a qualche anno fa, dato che stavolta Killers Of The Flower Moon non mi ha trovato così ben disposto verso il dinamico trio e forse il motivo maggiore è per la lunghezza del film che, anzi pensa te, sembra in alcuni momenti già montato selvaggiamente togliendo metri e metri di girato per il modo come si susseguono certi eventi. 
La storia vera è quella degli Osage, nativi americani che nel loro territorio trovano il petrolio e grazie a quello si arricchiscono, ma qualcuno senza scrupoli cerca di farli fuori per prendersi tale ricchezza. 
DeNiro porta in scena uno dei suoi personaggi bastardidentro ma celati da un'apparenza benevola, mentre Leo pare imitare la smorfia di Robert ottenendo un'espressione da babbeo lontana anni luce dai personaggi in cui l'abbiamo visto recitare finora. 
Il trio si trasforma nei Fantastici 4 quando si aggiunge a loro la Monna Lisa della situazione

ovvero Lily Gladstone, in un western dove i motori sono entrati nella quotidianità e difatti sembra come essere un sequel di LA BALLATA DI CABLE HOGUE dove proprio il progresso decretava la fine del protagonista. 
Progresso che anche qui con il petrolio porta ricchezza ma anche dolore e morte.
Cose che non cambiano ormai da secoli, a quanto pare. 

sabato 17 febbraio 2024

C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA: QUEI TEMPI IN CUI DE NIRO ANDAVA A LETTO PRESTO

 Il titolo del post, se conoscete un minimo di storia del cinema, è la citazione di una frase famosa di C'Era Una Volta In America, per la regia di Sergio Leone, pronunciata da Noodles, il personaggio interpretato da Robert DeNiro che, se è vero ciò che dice e se tanto mi dà tanto, non seguiva il Festival Di Sanremo nemmeno su Raiplay, forse perché all'epoca non c'era.


Scherzi a parte, il film usciva a New York il 17 febbraio del 1984, ma non era per niente il classico film degli anni 80 come Ritorno Al Futuro o I Goonies, oppure musica e scaldamuscoli, bensì un western di Leone portato negli anni 50 in mezzo ai gangsters con un cast che sostitutiva le classiche facce scolpite dal sole delle praterie con volti se possibile ancora più duri come quelli di DeNiro e James Woods, e già così sulla carta si capiva che quel manipolo di attori non poteva fallire. 
A proposito del cast, prima di Elizabeth McGovern c'erano state altre candidate al ruolo di Deborah, fra le quali persino Romina Power per cui in uno sliding doors nella mia testa per un attimo mi son visto Robert invitato da Amadeus e Fiorello al Festival al posto di Travolta...

E stai serio una buona volta! 
Ma niente non ci riesco. 
Leone per la colonna sonora diede l'incarico al fido Ennio Morricone affiancando alle sue composizioni anche brani di McCartney, Gershwin, Rossini, Porter. 
Dalla sua Mastro Ennio chiamò come collaboratore anche Gheorghe Zamfir, suonatore di flauto di Pan in quel BRANO che viene spesso usato per sottolineare un momento di tensione

(anche da Pino Insegno in Il Mercante In Fiera e dalla Gialappa's quando commentava i rigori nei Mondiali), e musicista del quale ho già parlato per la meravigliosa soundtrack di PICNIC A HANGING ROCK; si può ascoltare nel film anche la fidata vocalist di Morricone, Edda Dall'Orso che aveva già partecipato alle più famose colonne sonore western del Maestro. 
Comunque il film così come era uscito in America non aveva convinto granché a causa di un montaggio che lo aveva accorciato a 139 minuti perdendo per strada molte scene invece importanti e inoltre presentava la storia in ordine perfettamente cronologico, mentre nelle intenzioni di Leone ci sarebbero stati dei flashback, ma al produttore quell'idea non piaceva per cui uscì così. 
Per fortuna prima di farlo arrivare in Europa nel settembre dello stesso anno, Sergio rimise mano al montaggio facendosi un mazzo tanto per rimettere insieme il tutto secondo la sua idea originale e il film raggiunse una lunghezza di 229 minuti, tuttavia ancora comunque minore della versione definitiva che il regista aveva in mente dato che aveva materiale girato per circa 10 ore, ma forse si ricordava che avevano trovato già da ridire a Coppola per la lunghezza che avrebbe dovuto avere APOCALYPSE NOW
Proprio come per il film di Francis Ford infatti è uscita nel 2012 un'ennesima riedizione, prima al cinema e poi in home video, che ha la durata di 259 minuti e include anche altre scene sottotitolate che erano rimaste fuori dalla versione precedente e che danno più chiarezza agli eventi narrati. 
Eventi che poi secondo alcuni sono tutto un sogno nella testa di Noodles sotto l'effetto dell'oppio e teoria che anche il regista aveva in un certo senso avvalorato durante un'intervista riportandoci un po' alle domande esistenziali tipo quelle di Marzullo

se il film è un sogno o il sogno è un film... 

venerdì 26 gennaio 2024

IL MISTERO DI "SOLDATO BLU" È STATO FINALMENTE RISOLTO

 Molto tempo fa, in questa galassia lontana lontana, avevo dedicato un POST ad una pellicola anomala nel panorama dei film western perché si schierava dalla parte dei nativi americani massacrati all'esercito degli Stati Uniti che andava lì a "fare brutto" e spadroneggiare come fosse il Ras Del Quartiere, ma con una visione un po' più ampia, anzi direi Eccezziunale Veramente, tipo da costruire metropoli dove invece allora c'erano delle gran praterie.


Il film era SOLDATO BLU del 1970, di Ralph Nelson, con Peter Strauss (grande Giove... parente di Levis?), Candice Bergen, e Donald Pleasence, e un 45 giri di Dalida dal titolo Mamy Blue, portava sul lato B un brano, Prigioniera, che veniva presentato come tratto da tale film. 
Beh, nel POST di allora spiegavo che quella canzone non c'era assolutamente in quella pellicola e che le informazioni supplementari che ero riuscito ad avere erano solo che l'autrice era Melanie Safka, in arte solo Melanie, 


senza però nemmeno riuscire ad identificare il titolo originale che solo di recente ho scoperto essere STOP! I DON'T WANNA HEAR IT ANYMORE
Canzone che invece, grazie a quelle ricerche che ho fatto nel frattempo con tutta calma, ho finalmente stabilito che era tratta da un altro film, questo diretto da Stanley Kramer, dello stesso anno, ma completamente diverso (molti sostengono che sia pessimo e si salvi solo la colonna sonora), con Anthony Quinn e Ann Margret, che era RPM - Rivoluzione Per Un Minuto, titolo che invece in originale gioca sul tema della trama, dato che parla di rivoluzione studentesca, ed è Revolutions Per Minute, ovvero la dicitura che sta a fianco del numero 33 oppure 45 sui dischi in vinile che significa Giri Al Minuto. 
Per dovere mi sento di ricordare, anche se divago come il mio solito, anche altri due numeri obsoleti che stavano sui dischi e sui giradischi molto vintaggi, cioè 16 e 78 giri, numeri che sui vecchi Lenco delle radio private trovavi ancora,

ma entrambi poi erano spariti sugli ipertecnologici (per l'epoca) Techincs stroboscopici a trazione diretta con la regolazione fine dei giri a cursore che usavamo noi dj in discoteca negli anni 80 per mixare i vinili con una tale maestria maniacale che portava spesso alla pazzia (e infatti sono ridotto così). 
Erano quelli RPM dei tempi di quando ancora i supporti erano fatti di bachelite, materiale fragilissimo, e presto spariti dal commercio, rimanendo però dei cult per i collezionisti o gli accumulatori seriali di oggetti che, specie in America, sono capaci di riempire stipati interi garage zeppi di cose che non useranno mai.
Ma torniamo a Melanie perché questo post e tutta la ricerca che c'è dietro è legata al fatto che nei giorni scorsi è mancata a 76 anni dopo essere stata una dei protagonisti del grande concerto di Woodstock dove era stata la prima donna ad esbirsi e dove tutto era libero, tipo l'amore e altre cose non ben specificate, ma che dicono fossero in grado di migliorare notevolmente l'acustica pessima dell'evento.

Di Melanie è da ricordare anche BRAND NEW KEY, canzone che all'epoca della sua pubblicazione ebbe qualche problema ad essere trasmessa nelle radio perché qualcuno ci lesse nel testo delle allusioni alla sessualità fra chiave e serratura, concetto che molto tempo dopo, ma sarà un caso, Anna Oxa si ritroverà a cantare in DONNA CON TE,

canzone scritta in origine per Patty Pravo che la rifiutó proprio per il testo... ma era lei che anni prima cantava Pensiero Stupendo, di lei e lui con lei fra loro due, con lei che bacia lui che bacia lei... ah no... questa è ancora un'altra canzone. 
Goodbye Melanie e grazie per avermi aiutato a risolvere questo grande mistero che manco Roberto Giacobbo... 

sabato 18 marzo 2023

CALEXICO - BALLAD OF CABLE HOGUE: LA MUSICA COME UN WESTERN VECCHIO STILE

 Son passati più di 20 anni da quando, per colpa di Linus che la metteva su RadioDeejay, mi sono innamorato di questa canzone dei Calexico, gruppo che prende il nome da quella città sul confine fra California e Messico vicina all'altra città ibrida Mexicali, anche se la band è di Tucson, e il suono che ne viene fuori infatti è un po' mariachi.


BALLAD OF CABLE HOGUE, cioè la canzone in questione, prende invece il nome da un VECCHIO FILM di Sam Peckinpah che in questi ultimi tempi è tornato spesso in questo blog per tutta una serie di MOTIVI e c'è gente come CASSIDY che lo conosce pure bene dato che sul suo blog trovate tutto quanto riguarda la pellicola e anche di più. 
A valorizzare il brano, che parte con un riff di chitarra che sembra una citazione di White Wedding di Billy Idol, ci sono gli interventi sussurrati di Marianne Dissard, cantante francese che apporta anche un ottimo contributo visivo vagamente goth nel videoclip, grazie ai costumi di ispirazione western femminili che sono sempre bellissimi, e che per molti anni ha vissuto proprio a Tucson. 
Notare nel video al minuto 1:53, durante l'assolo di tromba, la scordatura al volo della chitarra per ottenere quel particolare effetto bending. 
In concerti PIÙ RECENTI purtroppo le parti di Marianne sono state cantate su un'ottava superiore da Andriana Babali, la nuova vocalist di origini greche che l'ha succeduta, perdendo però molto in sensualità.

Un genere musicale questo che vedrei bene nelle preferenze di Quentin Tarantino, visto che fra gli extra di Kill Bill 2 ci trovi cose del tipo i Chingon con MALAGUENA SALEROSA.


E nel mio piccolo mondo musicale dal gusto messicano ci metto anche i Green Car Motel che, con DESTINO DE ABRIL, musicano i titoli di coda di quel capolavoro che è Collateral di Michael Mann con Tom Cruise e Jamie Foxx.

Inutile dire che, se ne sto parlando adesso, la canzone dei Calexico mi piace tuttora come allora, come se tutto questo tempo non fosse mai passato. 
¡Hasta luego! 

lunedì 20 febbraio 2023

CINEMA: TANTI ADDII PIÙ O MENO FAMOSI

 Si apre la settimana con un addio particolare perché l'attrice in questione ingentiliva quel famoso film di Sam Peckinpah che era La Ballata Di Cable Hogue a cui ho dedicato un POST tempo fa, e sto parlando della bellissima Stella Stevens


che si mostrava anche in una scena completamente nuda, ma poteva anche essere una controfigura e comunque niente di erotico, anzi era uno di quei bizzarri momenti alla Benny Hill che ogni tanto partivano a muzzo in quella pellicola

(a dir la verità, comunque nel Benny Hill Show l'erotismo suggerito c'era eccome, eh...). 
Nudità a parte, fu il film di Sam a dare una svolta alla sua carriera che fino ad allora era stata caratterizzata solo da commedie come Le Folli Notti Del Dottor Jerryll con Jerry Lewis

(ecco una foto autografata da entrambi), del quale Eddie Murphy ha realizzato ben due remake, e Cento Ragazze E Un Marinaio, uno dei tanti musicarelli con Elvis Presley che parlava in italiano come Terence Hill poiché lo doppiava Pino Locchi.

Dopo tale svolta la vedremo così in seguito anche in ruoli drammatici come ne L'Avventura Del Poseidon, film catastrofico antesignano del Titanic e che vanta anch'esso un remake con Kurt Russell.

Stella ci ha lasciati nei giorni scorsi ad 85 anni. 
E sempre nei giorni scorsi è scomparso ad 86 anni anche il regista Hugh Hudson, ovvero quello che ha diretto Momenti Di Gloria,

il film parodiato millemila volte, quello con la musica elettronica di VANGELIS (ma la fantascienza qui non c'entra nulla) e la famosa corsa ripresa al ralenti.
Ma Hugh è da ricordare anche per aver lanciato la carriera di un selvaggio Christopher Lambert con Greystoke - La Leggenda Di Tarzan. 
Restiamo nel cinema per dare l'ultimo saluto anche a George Trumbull Miller,

altro regista il cui nome è stato spesso confuso con il George Miller di MadMax Fury Road, ma che invece ha legato il suo nome purtroppo al secondo capitolo de La Storia Infinita, uno dei pacchi più clamorosi presi al cinema dal sottoscritto. 
George aveva 80 anni. 
Sempre nel cinema si rimane con la dipartita ad 81 anni di Oliver Wood,

direttore della fotografia che ho apprezzato molto nei suoi lavori dove le immagini erano sempre ben definite per cui in alcuni casi i film mi sono piaciuti anche se in effetti, stringi stringi, non erano granché come Pluto Nash, la commedia spaziale con Eddie Murphy e Rosario Dawson, Scooby Doo Mostri Scatenati, quello con la famosa scena di Velma sexy,

e Il Mondo Dei Replicanti per il quale si parlava più del parrucchino di Bruce Willis che di tutto il resto. 
Ma la sua mano ed il suo occhio li aveva messi anche per Face Off, con Cage e Travolta, Quel Pazzo Venerdì, autoremake sempre Disney di Tutto Accadde Un Venerdì, e 58 Minuti Per Morire - Die Harder già con il Bruce, ma un po' più giovane, e pure nel primo episodio dei Fantastici 4 con Jessica Alba, che non so bene se collocare fra gli scrausi o meno perché lì sono troppo di parte per Jessica, nonché moltissime altre pellicole che potrei citare a macchinetta, ma che senso avrebbe se poi quei film non li ho visti?
Qundi goodbye Stella, Hugh, George & Oliver. 

lunedì 30 gennaio 2023

TORNIAMO A PARLARE DI GINA LOLLOBRIGIDA, E DI ALCUNI SUOI COLLEGHI (E PURE DI POST PUNK)

 A due settimane esatte dalla scomparsa di Gina Lollobrigida devo segnalare anche quella di uno dei tanti registi che l'hanno diretta, ovvero Eugenio Martin, spagnolo e famoso per alcuni western nella sua filmografia tra cui ...E Continuavano A Fregarsi Il Milione Di Dollari,


titolo italiano furbetto inventato per portare alla mente la saga di Trinità, ma con il quale non ha nulla a che vedere dato che il titolo originale era Bad Man's River. 
Nel cast oltre alla Lollobrigida ci troviamo anche James Mason, Gianni Garko, Sergio Fantoni e quel Lee Van Cleef che Sergio Leone ci aveva già fatto ampiamente conoscere

e che invece nel film di Martin cercava evidentemente di conoscere più approfonditamente la bella Gina, il buongustaio. 
Eugenio ci ha lasciati a 97 anni.

Inoltre, già che si parla di cinema e di addii, ricordate la fine dello scorso dicembre funestata da tutta una serie di NOMI FAMOSI che ci hanno lasciati? Benedetto XVI, Pelè, ma anche Giovanni Pezzoli, batterista degli Stadio, e l'inventrice della moda punk Vivienne Westwood... 
Bene, tra i meno famosi, ma non meno importanti, ci stava anche Ruggero Deodato, prima regista di poliziotteschi e che in seguito "vede la luce" e diventa inventore del genere "cannibale" che avrà il suo apice con Cannibal Holocaust,

cult movie del 1980 che (già dalla foto si può capire) si tirerà addosso gli strali di tutte le censure possibili, ma che se visto nel 2023 risulta non meno sanguinoso di tante cose offerte sulle piattaforme streaming. 
La differenza sostanziale è che mentre anche un film come LA COSA di John Carpenter (di poco successivo a quella sua pellicola) ti mostra corpi straziati con sangue e budella in mutazione come se non ci fosse un domani,


ma sei perfettamente conscio che è tutta finzione realizzata grazie a quel genio di Rob Bottin che quando c'è da versare sangue non si tira mai indietro, nei film cannibaleschi di Deodato il tutto veniva invece presentato come found footage, come se fossero immagini vere tratte da un documentario la cui troupe era finita parecchio male.

Ruggero è mancato all'età di 83 anni. 
Restando nel cinema horror abbiamo visto un po' tutti un giovane Lance Kerwin nella parte dell'adolescente Mark

in Le Notti Di Salem, ovvero quella trasposizione televisiva in due parti con David Soul (Hutch della serie tv con Starsky),

James Mason (di nuovo lui che fa la doppietta oggi) e diretta da Tobe Hooper nel 1979, tratta da un romanzo di Stephen King.

Versione che contrariamente a quanto accadeva di solito, aveva incontrato il benestare del Re dopo che tante erano state le sceneggiature propostegli, e che vedeva nella parte del vampiro Barlow (si, come il cicciobiondo dei Take That) un perfetto Reggie Nalder con un makeup veramente da paura.

Dal mio punto di vista invece, dato che non sono Stephen King, il lavoro diretto da Hooper, seppure non fosse malvagio, si perdeva un po' in lungaggini che ammazzavano il ritmo.
C'è da dire però che le versioni in circolazione erano ben tre che andavano da quella integrale di 180 minuti, che in tv venne trasmessa in realtà col titolo Gli Ultimi Giorni Di Salem

(no, non c'entra il gatto di Sabrina), alla riduzione cinematografica di 112, per cui ora come ora non saprei dire quale sia quella che avevo visto io. 
Purtroppo anche Lance è deceduto nei giorni scorsi all'età di 62 anni per cause non precisate.
Per finire con il cinema ancora un lutto per la scomparsa di Pietro Nuti a 94 anni, attore teatrale genovese poi passato anche alla pellicola in ruoli da caratterista che si può vedere in moltissimi film fra cui purtroppo anche quello sfacelo di JOAN LUI,

e forse (spero per lui) finito sotto la regia di Celentano solo perché il film era ambientato in parte a Genova dove Pietro ancora risiedeva, mentre si trasferirà a Torino solo nel 1997. 
Tanto per non farci mancare nulla, anche la musica piange Tom Verlaine,

il leader dei Television, gruppo statunitense post punk degli anni 70 con soli due album all'attivo, ma osannati dalla critica come i nuovi Velvet Underground. 
Come a volte succede però, critica e pubblico non vanno di pari passo e difatti le vendite di quei due dischi non furono così clamorose in patria come invece le recensioni facevano promettere, andando però meglio in Europa. 
Tuttavia la band segnò comunque il territorio in quella scena musicale dove gravitavano anche Talkin' Heads (le vocalità di Tom Verlaine e David Byrne sono molto simili), Blondie e Ramones con canzoni come questa MARQUEE MOON che dà anche il titolo al primo album.
Verlaine aveva 73 anni. 
Bufala invece quella che si era diffusa riguardo la morte di Ed O'Neill, il simpatico attore della divertente serie tv Modern Family, cioè l'anziano della famiglia, quello che, nella finzione, stava con Sofia Vergara, il buongustaio.

Addio quindi ad Eugenio, Ruggero, Lance, Pietro e Tom. 

PER VIVERE INSIEME FELICI E CONTENTI, COME NELLE FAVOLE

 Chi non conosce  HAPPY TOGETHER dei The Turtles, magari nella versione italiana dal titolo  PER VIVERE INSIEME cantata dai Quelli, ma an...