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martedì 29 luglio 2025

MUSICA E CINEMA OGGI IN SCENA

 È scomparso ieri il più grande arrangiatore italiano (bum! esagero?) o sicuramente è stato uno dei migliori in assoluto.


Celso Valli, qui sopra con Vasco Rossi e spesso sul palco del Festival Di Sanremo come direttore d'orchestra, è colui che con la canzone italiana (e non solo) ha davvero fatto la storia in un periodo veramente florido realizzando album per Claudio Baglioni, Vasco Rossi, appunto, Eros Ramazzotti, Mina, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Fabio Concato, Jovanotti, Raf, Andrea Bocelli, Renato Zero, Giorgia, Mia Martini, Enzo Jannacci, Adriano Celentano e tanti altri. Cioè, per farla breve, tutta quella serie di canzoni che poi la gente ha massacrato nei vari Karaoke improvvisati, ma se questo è "successo" un motivo c'è ed è appunto il "successo" che hanno avuto tali canzoni grazie al modo come erano state costruite, perché alla fine, parlando della genesi di una canzone, di una vera e propria costruzione si tratta. 
Coetaneo di Baglioni, Celso aveva arrangiato per Claudio "La Vita È Adesso" e quel lavoro fatto 40 anni fa rimane ancora di molto superiore alla nuova versione che di recente è stata pubblicata dall'artista romano e della quale ho già parlato QUI in termini non del tutto entusiasti. 
Partirono in due ed erano abbastanza, come direbbe Venditti, quando Celso e Claudio si recarono a Londra per fare quel disco (torneranno più avanti nel Regno Unito anche per Oltre), ma prima si erano incontrati e conosciuti per bene e anzi Celso aveva voluto ascoltare per intero l'opera omnia di Claudio per cercare di entrare meglio in sintonia con lui, cioè proprio nella sua testa, riempiendolo di domande su ogni canzone che ascoltava. 
Dopodiché vai con le canzoni nuove che Claudio con Celso modificavano continuamente perché c'era sempre un'idea migliore da mettere giù in diretta negli studi londinesi davanti alle facce perplesse dei tecnici che invece erano abituati ad un lavorare più definitivo.

Ed è con queste parole che Claudio saluta l'amico:

Celso caro
giorni fa ripensavo, sorridendo, a quante alterne avventure avevamo passato insieme, fianco a fianco, tra giorni di dubbio e di creazione, di abbattimento e di esaltazione, in un tempo lungo ormai quarant’anni. Da La vita è adesso a Oltre a In questa storia.
Imprese impossibili e ardite che diventavano, pian piano e man mano, opere nuove.
Vicende di musica, di lavoro e di gioco.
D’altronde suonare e giocare, in inglese, tedesco e francese, si dicono con lo stesso vocabolo. E ragionare e praticare di musica è un trastullo serissimo e anche infantile.
Così, specialmente, quest’ultime storie ricordavo meglio e di più.
Le ore trascorse negli studi e gli alberghi di mezza Europa quando, spesso per distrarci dall’ansia delle progettazioni, ci davamo al cazzeggio più assurdo, sfrenato, insensato su qualunque argomento e su qualsiasi fatto accadesse.
Un passatempo, spassoso per noi e incomprensibile agli altri, era riportarci a vicenda, ogni mattina, i saluti e gli auguri, inventati di sana pianta, di qualche illustre collega.
Non voleva dir niente ma quanto ci abbiamo brigato e riso e ghignato.
Oggi, nel giorno del tuo commiato, ti salutano tutti. Con affetto e ammirazione.
Bravo Maestro.
Hai fatto cose bellissime e memorabili ed è stato, è e sarà sempre un onore grande
e un privilegio speciale avere avuto la possibilità di condividerle con te.
Aver partecipato a una partita avvincente e sublime.
E alla fine, al di là di ogni pronostico, aver pure vinto.
Claudio

Dicevo prima che Celso non ha messo la mano solo negli arrangiamenti della musica italiana tradizionale,

perché il suo contributo c'è stato anche nella italo-disco di fine anni 70/inizio 80, con diversi brani straballati come HILLS OF KATMANDU dei Tantra e HE'S SPEEDY LIKE GONZALES dei Passengers, 45 giri quest'ultimo magari sciocchino, è vero, ma che possiedo con orgoglio.

Merito suo è stato anche il ritorno sulle scene di Adriano Pappalardo con quella RICOMINCIAMO che è diventata il suo manifesto dopo alcuni anni di oblio durante i quali il massiccio cantante si era dedicato a canzoni più serie, ma certamente meno popolari.

Celso ci ha lasciati a 75 anni e ormai è evidente che la musica non sarà mai più la stessa. 
Non c'entra con la musica, ma con il cinema invece Enrico Lucherini, press agent delle star della celluloide del tempo che fu come Sylva Koscina e Sandra Milo, e personaggio noto per aver creato ad hoc certi scoop e gustosi aneddoti passati alla storia e raccontati nel suo libro come avevo raccontato molto tempo fa in un VECCHIO POST.

Enrico aveva 92 anni. 
Addio Celso ed Enrico. 

domenica 8 giugno 2025

CLAUDIO BAGLIONI - LA VITA È ADESSO (QUARANT'ANNI DI UN CAPOLAVORO)

 Gli anni 80, celebrati con nostalgia per la musica e per "che belli erano i film", come dicono gli 883, sono stati notevoli anche per la nostra musica italiana, specialmente perché esattamente 40 anni fa, l'8 giugno del 1985, veniva pubblicato LA VITA È ADESSO, disco di Claudio Baglioni che diventerà un campione assoluto di vendite nella storia del cantautore romano.


Ricordo che l'avevo su cassetta quel concept album che raccontava un'intera giornata dal risveglio alla notte successiva, e in macchina da me girava spesso come compagnia durante alcuni viaggi in autostrada. 
Il relativo tour fu da tutto esaurito ovunque e la data finale allo stadio olimpico di Roma venne trasmessa in diretta sulla Rai. 
Adesso da un paio di giorni, in occasione dei 40 anni,


Claudio ha fatto uscire una riedizione del disco con il titolo modificato in La Vita È Adesso, Il Sogno È Sempre, ma non una semplice ristampa rimasterizzata tirata a nuovo come capita spesso ultimamente. 
Il nostro amico ha ripreso in mano le dieci canzoni originali e le ha RIARRANGIATE, suonate e cantate con l'aggiunta del brano inedito, appunto, IL SOGNO È SEMPRE eseguito con un'orchestra

e con la foto di copertina aggiornata al 2025.
Un po' come aveva fatto quasi dieci anni prima Edoardo Bennato per l'anniversario di quel suo capolavoro che è stato Burattino Senza Fili, del quale, forse perché sono legato al ricordo di una delle mie prime cassette acquistate, ho continuato a preferire la versione originale, mentre, nel caso di La Vita È Adesso, trovo che il disco in alcuni brani, ma pochi in verità e in particolare nella title track, ci abbia guadagnato un po' grazie a questa nuova veste sonora dal gusto leggermente più rock, cioè quella con cui Baglioni ha portato in giro live i suoi successi durante i tour più recenti, mentre con una NOTTE DI NOTE, NOTE DI NOTTE che è particolarmente ostica in quei due famosi crescendo dove tiene la nota lunghissima, Claudio ha avuto l'accortezza di abbassarla di tonalità (e non solo questa canzone).

Certo, gli arrangiamenti che aveva fatto Celso Valli sull'originale (l'arpeggio sulla - credo - 12 corde che apriva il disco, per dire) sono stati favolosi e probabilmente i più (anch'io per la maggiore) continueranno a preferire quelli, come anche per Bennato, perché i ricordi non sono solo parole in rima, ma sono legati anche a certi suoni dell'epoca.
Nessun problema... La scelta rimane libera per tutti dato che "un nuovo disco o un disco nuovo", per dirla alla Baglioni, non annullano quello originale precedente. 

martedì 1 aprile 2025

OCCHIO ALLO SCHERZO!

 Primo d'aprile e tempo di scherzi (o pesci) più o meno riusciti.


Scherzetti che vengono talvolta fatti anche nella musica piazzando ad una canzone un titolo furbetto che ti ricorda qualcos'altro (ma solo il titolo perché poi il testo parla di tutt'altro) come hanno fatto i Pooh con LASCIA CHE SIA, ovvero la traduzione del Let It Be di beatlesiana memoria,

Claudio Baglioni con A MODO MIO, cioè la traduzione di My Way, il manifesto di Frank Sinatra (ma anche di Sid Vicious) scritta da Paul Anka, e canzone del cantautore romano tratta da E Tu..., bellissimo album arrangiato dal mitico VANGELIS,

i Matia Bazar di SOLO TU che prendono in prestito il titolo (ripeto, sempre e solo il titolo) dai Platters di Only You (più avanti lo faranno anche gli Yazoo comunque),

Antonello Venditti che con SETTEMBRE fa il doppio colpo riprendendo lo stesso titolo di una vecchia canzone di Peppino Gagliardi (chissà chi se lo ricorda?) e un'altra funky dance più recente degli Earth Wind & Fire cioè September,

Eugenio Finardi che per LA FORZA DELL'AMORE mette in mezzo un titolo già usato da Huey Lewis & The News per UN FILM (credo) abbastanza famoso e dai Frankie Goes To Hollywood, su quegli accordi presi da Baba O'Riley degli Who che senti nella sigla di C.S.I. NY,

fino ai Dik Dik che rievocano Help dei Beatles aggiungendo un semplice pronome al verbo così diventa HELP ME, una canzone la cui storia raccontata pare invece Space Oddity di Bowie, ma vista da chi è rimasto a terra.

Scherzetti o furbate che siano, però le canzoni originali citate e quelle con il titolo copiato sono comunque entrambe bellissime, per fortuna.
E gli esempi che ho portato sono ancora pochi, anzi se a chi sta leggendo viene in mente qualcosa, ben venga. 

mercoledì 11 dicembre 2024

80 ANNI? MA CHE... SCHERZI?

 So che sulle prime può sembrare impossibile, ma quel ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, oggi compie 80 anni.


Sto parlando naturalmente di Gianni Morandi che dalla sua deve avere fatto una specie di patto col diavolo dato che conosco dei cinquantenni che sembrano più vecchi di lui, e, senza andare troppo a cercare in giro, un esempio è suo figlio Marco.

Sarà grazie ad una vita sana, senza mai uno scandalo (anche grazie ad una buona tinta per capelli eh, parliamoci chiaro) e anche grazie ad una grande forza interiore che gli ha consentito di superare pure certi brutti incidenti per i quali lo abbiamo visto fino a poco tempo fa con una mano sempre fasciata e non era certo per imitare Michael Jackson,

che il Gianni a fare il moonwalk non ce lo vedo proprio. 
E Gianni è tuttora in rotazione nelle radio grazie al nuovo singolo L'ATTRAZIONE

scritto per lui da Jovanotti. 
Brano che per fortuna non è una di quelle collaborazioni bislacche che alcuni suoi illustri colleghi (MINA) hanno provato a fare entrando nel mondo della trap, mentre invece Lorenzo mostra di trovarsi perfettamente sulle corde del cantante di Monghidoro con il quale è da tempo nata una grande amicizia (anche il MONTECRISTO di Jovanotti comunque non è per niente male, devo dire). 

Certo, il suo periodo di quasi oblio c'era stato, ma ha saputo rinnovarsi e da lì sono nati dischi in collaborazione con Mogol e poi lo abbiamo visto e sentito in duo con Lucio Dalla, quindi anche con Claudio Baglioni.
Se questo non è essere un mito vivente , ditemi voi cos'è. 
È proprio il caso di dire che UNO SU MILLE ce la fa.

Auguronissimi Gianni!!! 

mercoledì 14 febbraio 2024

CLAUDIO BAGLIONI - A TUTTOCUORE IN TV

 Senza alcun dubbio per un bel po' di tempo Claudio Baglioni è stato il cantante più facilmente abbinato alla festa di San Valentino grazie o per colpa dei vari passerotti e magliette fine indossate per ascoltare il mare (senza fiatare).


Primato forse diviso per un po' con Umberto Tozzi che ai tempi di Ti Amo, dichiarazione in musica che imperversava nei Juke Box, ti offriva anche il rovescio della medaglia perché sul lato B del 45 giri c'era DIMENTICA DIMENTICA, una bellissima canzone struggente che se la ascolti in un momento di crisi sentimentale come minimo dai delle testate nel muro.

Claudio, come anche Umberto, con il passare degli anni si è anche scrollato di dosso tale etichetta di cantatore degli innamorati, ma per farlo è dovuto INTERVENIRE persino Peter Gabriel a Torino e, cantando cantando, è arrivato bello bello a 60 anni di carriera che al momento sta festeggiando con un tour il quale apre una trilogia di spettacoli per dare il suo addio alla musica che dovrebbe arrivare nel 2025. 
Proprio questa sera di San Valentino però Claudio torna nel suo ruolo di cantore dell'amore bello come il cielo, bello come il giorno, bello come il mare (anche se quella famosa canzone parla di un addio) e su Rai1 arriva il suo show A TuttoCuore, che messo insieme con "sole" finisce sempre a far rima con amore come ben sappiamo. 
Un po' di numeri dello show? 3 ore e 45 di spettacolo, 38 canzoni, 80 performers, 21 musicisti. 
Quasi come il Festivalone eh? 
❤️E buon San Valentino a tutti❤️. 

sabato 27 gennaio 2024

CLAUDIO BAGLIONI - OLTRE (UN PO' COME BATTISTI)

 Mentre oggi si celebra ovunque doverosamente il Giorno Della Memoria con manifestazioni di ogni genere, qui oggi, dove stiamo di solito più sul leggero e spesso anche caciarone come argomenti (ma per domani ho già un post a tema cinematografico bello pronto), secondo quanto mi permettono le mie competenze, oggi si parla invece di Claudio Baglioni che sta arrivando sulla Rai con A Tutto Cuore, il suo nuovo show, come annuncia già da un po' una promo fra un programma e l'altro senza però dirti quando, ma si parla del 14 febbraio, ovvero per San Valentino dove gli auguri col cuore sono di prammatica.


Nel frattempo mi sono ripescato (dalla memoria si, ma la mia) un suo disco doppio dal titolo Oltre, che Claudio aveva registrato negli studi di Peter Gabriel con il quale si erano conosciuti a Torino ad un concerto per Human Rights Now! dove il nostro cantante era stato fischiato perché tutti fremevano per sentire Springsteen, Tracy Chapman, Sting e Gabriel, appunto, e quest'ultimo era uscito a rimproverare gli stolti (vabbè che Baglioni faceva un genere molto diverso però la musica va sempre rispettata). 
Disco quindi trainato dalla canzone DAGLI IL VIA,

e dove qua e là partecipano anche i musicisti che solitamente collaborano con l'ex Genesis, ma nelle canzoni dell'album li troviamo solo uno alla volta, mai tutti insieme. 
Anche perché già di suo è un lavoro pieno di ospiti come Pino Daniele, Manu Katche, Mia Martini, Paco DeLucia, Oreste Lionello, Youssou n'Dour (si, l'ho notato che molti di loro purtroppo non sono più tra noi). 
Disco che si pone come apertura di una trilogia del tempo ideata da Claudio per raccontare qui il suo passato, mentre poi in Io Sono Qui canterà il presente e quindi in Viaggiatore Sulla Coda Del Tempo guarderà al futuro. 
Grande produzione questa, ma con un difetto che mi facevano notare in molti amici all'epoca in cui l'avevo registrato su una cassetta da ascoltare in macchina, cioè che, secondo loro l'avevo registrato male perché non si capivano molte parole che Baglioni cantava, o meglio, sussurrava in diversi brani con un tono particolarmente sommesso e spesso sovrastato dai suoni degli strumenti tipo in QUESTO.

Critica che in realtà era stata mossa veramente a Claudio e alla quale il cantautore rispondeva che in quei casi aveva cercato di rendere le parole parte dei suoni puntando sulla loro ritmica, un po' come fanno i trapper e rapper di adesso (il famoso flow), ma a quei tempi in cui il rap italiano era Jovanotti che le cose te le gridava forte a squarciagola, tale idea era sembrata forse un pochino troppo all'avanguardia. 
A sua discolpa posso invece citare Anima Latina di Lucio Battisti, album del 1974, quindi ancora più vintage dove la voce del cantautore molto spesso mancava di "presenza" e si sentiva solo l'effetto eco come in lontananza tipo COSÌ.

Anche lo stesso Mogol era rimasto interdetto sentendo le sue parole che aveva scritto con tanta cura alla fioca luce di un lumicino, missate in quel modo così insolito e, secondo molti, tutto sbagliato. 
Ma Battisti era fatto così ed era già avanti con la sua idea di usare la voce come un semplice strumento, uno strumento che emetteva un suono da amalgamare con il resto. 
E così aveva pensato anche Baglioni realizzando Oltre che rimane comunque un gran bel lavoro che ho riascoltato di recente in cuffia nella sana pace di una bella passeggiata nei boschi e lì le sue parole diventano un pochino più intelleggibili. 
Ma poi, alla fine dei conti, un artista sarà o no padrone di decidere come fare un disco o deve uniformarsi ai gusti del pubblico?
Dato che se facessero così, tali artisti sarebbero poi definiti ruffiani (e ce ne sono, uh se ce ne sono), Claudio e tutti i musicisti che fanno la musica che preferiscono fare senza imposizioni, li vedo come riuniti in una delle canzoni dell'album che si chiama NOI NO.

Perché, come dice nella canzone, loro sono "sogni di poeti". 

venerdì 22 dicembre 2023

LA FISARMONICA, STASERA (NON) SUONA PER NOI

 E anche oggi musica su queste pagine web per un addio questo, avvenuto nei giorni scorsi, che ha scosso notevolmente il mondo artistico legato ai prodotti musicali leggeri e non, magari non tanto i normali ascoltatori quanto i musicisti, poiché ci ha lasciati a 62 anni Susanna Parigi,


pianista e fisarmonicista per molti nomi della scena italiana ed internazionale. Parlo di nomi come Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Tony Levin, Raf, Pat Metheny e Fiorella Mannoia che hanno avuto modo di averla come partner musicale anche durante i concerti. 
Susanna, senza alcun dubbio anche molto bella, oltre a suonare con tali artisti ha avuto anche modo di realizzare dischi a suo nome come QUESTO d'esordio del 1995.


E così, per caso, l'ultimo singolo di Elisa, QUANDO NEVICA, con sonorità e stile molto simili a quelli di Susanna, ha un passaggio nel testo che dice proprio "tu, che suoni a orecchio anche la fisarmonica", che nel caso della nostra artista non è proprio così in quanto Susanna era diplomata in pianoforte al conservatorio (altro che suonare a orecchio), con anche canto moderno, lirico e jazz, ma mi è venuta lo stesso questa 
associazione di idee, spero in cuor mio non irrispettosa, ma piuttosto delicata come lo è la canzone.

Anche per il cinema si deve dare un addio oggi e va ad Otar Ioseliani, regista georgiano, ma emigrato in Francia a causa della censura sovietica, che se n'è andato ad 89 anni, del quale però devo sinceramente ammettere di non aver mai visto nessuna sua opera,

ma meglio così piuttosto che dire baggianate che poi vengono prese come pubblicità ingannevoli e poi mi tocca fare un video di scuse senza trucco, coi capelli raccolti e con le luci brutte... 
A proposito, volete una fetta di pandoro? 
Ehm no, quella è un'altra storia. 
Addio Susanna e Otar. 

venerdì 9 giugno 2023

LA RAGAZZA DI IPANEMA SE NE VA E NON DA SOLA

 Una delle canzoni più famose del mondo ha perduto nei giorni scorsi la sua interprete originale.


Sto parlando della canzone Garota De Ipanema la cui parte femminile era cantata in inglese da ASTRUD GILBERTO, che, a dispetto del nome, non è il nipote di Pippo, ma la moglie di Joao Gilberto, il quale interpretava invece la parte in portoghese. 
La canzone diverrà uno standard del jazz (per la precisione è una bossanova) e difatti nel video con Astrud c'è il sassofonista Stan Getz, e verrà interpretata da migliaia di altri artisti fra cui una delle versioni più celebri è senza dubbio quella di Frank Sinatra. 
Astrud è finita quasi per caso nella registrazione perché, seppure non fosse una cantante professionista, quel giorno era l'unica in sala a conoscere bene l'inglese, così le venne affidata quella parte che poi rimarrà l'unica parte cantata nella versione che verrà distribuita all'estero. 
Vedi a trovarsi nel posto giusto al momento giusto?
Canzone tra l'altro che ha un passaggio veramente ostico sul bridge per un salto da una nota all'altra che non viene naturale (ci ho provato di persona con pessimi risultati), ma che invece è caratteristico nella musica brasiliana. 
Astrud aveva 83 anni.

Rimanendo nella musica, è scomparso George Winston, 73 anni, pianista le cui COMPOSIZIONI sono state etichettate come New Age nonostante lui si sia sempre dichiarato distante da quel genere musicale vagamente esoterico.

Sicuramente più noto nel nostro paese invece era Toto Torquati, anche lui pianista nonché arrangiatore per un sacco di artisti come Baglioni (con lui nella foto sotto), De Gregori, Patty Pravo, Lucio Dalla, poiché Toto era session man alla RCA e lo si sente suonare in parecchi loro dischi degli anni 70.

Non vedente dalla nascita, ha pubblicato a suo nome anche un paio di album ed un 45 giri dal titolo TENERO AL CIOCCOLATO che possiedo (non ricordo come) in una edizione per Juke Box con Springrain di Bebu Silvetti sull'altro lato (custodita gelosamente nel mio caveau), e ci ha lasciati ad 81 anni.

Sempre nei giorni scorsi è mancato a 92 anni l'attore Barry Newman, noto anche in Italia grazie ad una serie tv trasmessa all'epoca della tv in bianco e nero, cioè Petrocelli, un avvocato fatto un po' a modo suo che tutte le volte si trovava costretto a correggere chi pronunciava il suo nome in maniera errata.

Tale personaggio era (anche se all'epoca tale termine non si usava ancora) uno spinoff dal film Al Di Là Di Ogni Ragionevole Dubbio del 1970 dove era sempre Newman ad interpretarlo. 
Non è un film invece, ma ne sono stati tratti un paio di cui uno per la tv con William Hurt, la vita di Robert Hanssen, ex spia doppiogiochista dell'FBI che per arrotondare passava informazioni al KGB in collaborazione con un altro suo collega.

Vicenda durata 20 anni che pare quasi quella ben più breve narrata nel film IL GIOCO DEL FALCO, anche quella una storia vera, dove invece le talpe erano due ragazzi interpretati da Timothy Hutton e Sean Penn, con la differenza che i due giovani invece non appartenevano ad un corpo di polizia federale e quello che passavano ai russi era "solo" materiale che riguardava la costruzione di satelliti spia che loro spacciavano per informazioni estremamente importanti (in effetti ai sovietici interessavano), mentre le soffiate di Hanssen facevano anche nomi e cognomi su agenti sotto copertura che a causa di ciò vennero pure giustiziati con la pena di morte. 
Anche Hanssen è mancato a 79 anni ed era in carcere dove stava scontando la pena. 
Addio Astrud, George, Toto, Barry e pure a quel Robert, anche se, come si suol dire, "non è figlio di Maria" poiché faceva la spia😉. 

domenica 21 maggio 2023

C'ERA UNA VOLTA UNO CHE SUONAVA CON PHIL COLLINS, UN ALTRO CON MORRISSEY E...

 Durante lo scorrere di questa settimana ci siamo perduti un bassista scozzese il cui nome non è uno di quelli che ti fa dire "È lui!", ma è un musicista che abbiano sentito suonare senza alcun dubbio tutti indistintamente.


Sto parlando di John Giblin, 71 anni, il cui strumento è stato al servizio di artisti come Peter Gabriel, Kate Bush, Simple Minds, con anche collaborazioni in Italia con Lucio Battisti, Eros Ramazzotti, Franco Battiato e Claudio Baglioni. 
La sua versatilità lo fa entrare a cavallo degli anni 70 e 80 nella band jazz-rock-fusion dei Brand-X dividendosi i brani con il padrone di casa Percy Jones (un vero fuoriclasse del basso) e dove alla batteria suonava un barbuto Phil Collins in parallelo con i Genesis.

Cioè mica degli scappati di casa eh, anche se a guardarli in questa foto in effetti lo sembravano... 
E infatti, sempre a cavallo degli anni 70 e 80, se avete acquistato qualche disco come Duke dei Genesis, per esempio,

(tipico esempio di album che non si deve giudicare dalla copertina) all'interno della busta trovavate le foto con tutta la loro discografia (Foxtrot, A Trick Of The Tail, Selling England By The Pound, ecc...), ma anche quella dei Brand-X che pure loro si fregiavano di immagini molto particolari come questa che mi incuriosiva non poco.



Ammettiamolo. 
Non si può rimanere indifferenti davanti ad un tale copertina, e di copertine interessanti ne avevo già parlato riguardo a quella di DREAMS di Grace Slick, di cui ero segretamente innamorato, ma all'epoca non c'era Youtube, né Spotify, cioè non c'era internet, ecco, perciò se volevi ascoltare un disco, o te lo compravi o approfittavi di un amico che te lo registrava su una cassetta come ho potuto fare con Pink Floyd e Genesis. 
Ma nessuno, dico, nessuno che conoscessi aveva idea di chi fossero i Brand-X. 
Quindi solo in tempi più recenti poi, grazie alla rete, ho avuto anche la possibilità di ascoltarlo quel disco dalla copertina bizzarra, rendendomi conto che non sono certo facili i lavori di questo simpatico complessino.

Per fare un esempio, questo VOIDARAMA è uno dei brani dove ha suonato John, mentre quest'altro dal titolo CAMBODIA (non c'entra la hit anni 80 di Kim Wilde), dove si sente di brutto il tipico drumming di Collins, si può definire il brano più "pop" del disco, ma sempre molto progressive, dove però troviamo Percy Jones al basso, e di tutta la tracklist era quello che, a istinto, mi era piaciuto di più (qualcuno mentre lo ascoltavo mi ha pure chiesto se fossero i Dream Theatre, pensa un po'), ma ancora non sapevo sta faccenda dei diversi musicisti che vi avevano suonato a seconda delle canzoni.

Quindi un gruppo piuttosto "aperto" e un genere musicale questo dove veniva messa in mostra grande tecnica, ma nessuna velleità commerciale da farti dire "magari con questo pezzo ci passano in radio". 
No, John alla radio lo avete sentito con cose completamente diverse, per esempio con questa CANZONE di Lucio Battisti tratta da Una Giornata Uggiosa, 

con quel giro di basso "elastico" e brano che, riascoltato oggi, mi fa capire quanto abbia ispirato Colapesce e DiMartino. 
Oppure se siete andati ad ascoltare Claudio Baglioni dal vivo nel 2003, John era lì a suonare il basso con la sua flemma scozzese. 
È invece proprio di ieri la notizia di un'altro bassista che ci lasciati e si tratta di Andy Rourke,

59 anni, che ha suonato negli Smiths di Morrissey e Johnny Marr portandosi dietro anche i suoi problemi di dipendenza dall'eroina. 
In seguito Andy apparirà anche in un disco solista del leader oltre ad aver collaborato con altri artisti come Sinéad O'Connor e Dolores O'Riordan. 
Anche il cinema piange un paio di nomi ed uno è famosissimo, cioè quello di Helmut Berger, attore e modello austriaco prediletto da Luchino Visconti, con il quale ebbe anche una relazione sentimentale, e legato perciò ad un certo cinema d'autore, ma che, da canaglia quale sono, non posso fare a meno di ricordare anche in Mia Moglie È Una Strega con Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi, dove Visconti ovviamente non c'entra e Berger era un perfetto, diabolico e, diciamolo pure, fighissimo diavolo Asmodeo.

Helmut aveva 78 anni. 
Meno conosciuto invece è il nome di Ray Austin, regista, attore e stuntman britannico che ha diretto sì alcuni film per il cinema, ma soprattutto ha lavorato a moltissime serie tv che fanno parte delle mie preferite, come SPAZIO 1999 e AGENTE SPECIALE, e in particolare di questa ha curato anche gli stunt in una cinquantina di episodi.

Lo vediamo nella foto sopra infatti fra Diana Rigg (Emma Peel) e Patrick MacNee (John Steed). 
Proprio per la sua origine di stuntman, i lavori da lui diretti avevano sempre scene molto "fisiche" con scazzottate e acrobazie.

Ray Austin aveva 91 anni e durante la sua carriera gli era stata affidata anche la regia del ritorno di Steve Austin, che, nonostante l'omonimia, non è un suo parente, ma è L'Uomo Da Sei Milioni Di Dollari interpretato da Lee Majors. 
Addio John, Andy, Helmut e Ray. 

venerdì 9 settembre 2022

ADDIO A SUA MAESTÀ ELISABETTA II

 Anche lei che sembrava così eterna e inossidabile, alla fine ha ceduto in un periodo in cui il suo regno viene sempre più scosso da scandali e gossip.


Se n'è andata ieri Elisabetta II a 96 anni, poco tempo dopo aver festeggiato il suo GIUBILEO dei 70 anni da regina, già con qualche avvisaglia di problemi di salute in verità, e con il suo addio è come se dicesse che ormai il suo tempo l'aveva fatto e di più non avrebbe potuto dare, nonostante il suo impegno a mantenere una dignità regale e pure anacronistica, se vogliamo, per cui l'ultimo passo ormai era quello di entrare per sempre nella storia. 
Ora tutto passa in mano a Re Carlo III e, purtroppo, nulla sarà come prima, che sia in meglio o in peggio, ma, per dire, senza la Regina nemmeno Baglioni avrebbe potuto cantare quel verso di VIVA L'INGHILTERRA.
Adesso, senza stare a scomodare pure Elton John (sai com'è...), i Queen e in particolare Brian May sul tetto, I Sex Pistols o quant'altro, se posso, vorrei sdrammatizzare il momento come è nelle mie corde consigliando un film carino, ma un po' penalizzato da un doppiaggio mediocre, cioè UNA NOTTE CON LA REGINA, per cui magari se è possibile guardatelo in lingua originale per riscoprire una giovanissima Elisabetta che vuole divertirsi come tutte le ragazze della sua età. 
Ma non dimentichiamo che, grazie agli effetti speciali, Sua Maestà è stata anche a prendere il tè con l'orsetto Paddington ed in missione al fianco di James Bond (Craig)


mostrandosi a suo agio sui set cinematografici come negli impegni regali. 
Ecco forse spiegato il perché quel suo famoso COMPLETINO color green screen...

In realtà i colori sgargianti erano una vera e propria misura di sicurezza per essere sempre riconoscibile in mezzo alla folla, tipo i gilet ad alta visibilità, ma è presto diventato un suo tratto distintivo dato che farle mettere uno di quei gilet non sarebbe stato così fashion (e regale). 
Si, lo so che in una tale occasione dovrei cercare essere più serio, ma a questo ci pensano già i giornalisti veri, quelli che sanno fare bene le biografie eccetera eccetera, e poi la Betty ha sempre dimostrato di essere una donna di spirito, per cui forse un sorriso se lo sarebbe fatto scappare anche lei leggendo queste righe, almeno spero. 
Con tutto il rispetto, goodbye Maestà. 

sabato 21 maggio 2022

VANGELIS: UN ADDIO CHE NOI UMANI NON VOLEVAMO IMMAGINARE...

 Colossale, immenso, galattico, solenne, maestoso, e se ve ne vengono in mente altri aggettivi e sinonomi suggeriteli pure senza vergogna perché per Vangelis non sono mai abbastanza.


Si, perché QUEL Vangelis ci ha lasciato nei giorni scorsi a 79 anni, dopo aver firmato la colonna sonora della vita di parecchie persone, prima con gli APHRODITE'S CHILD a tessere le musiche su cui cantava Demis Roussos,
poi da solista e con le produzioni e gli arrangiamenti in sala d'incisione per dischi storici della musica italiana come E TU di Claudio Baglioni dove quei suoni di synth arrivano da lui in persona, lì a suonare inoltre tutta una fila di altri strumenti. 
E c'è stata anche la collaborazione con i Krisma (o Chrisma) di Maurizio Arcieri e Christina Moser, e poi con Jon Anderson degli Yes. 
Ma sopratutto il cinema ha un grande debito verso Vangelis Papathanassiou, perché se un film come BLADE RUNNER è diventato quello che è, lo deve anche ai suoi synth (e non solo synth) che sottolineano ogni scena della pellicola,
a partire dall'apertura maestosa con la città vista di notte dall'alto (un vero capolavoro di modellismo perché la CGI non era ancora arrivata a rendere tutto finto), come anche MOMENTI DI GLORIA con la sua corsa al ralenti citata e anche parodiata più e più volte.
Pure la Barilla ha usato un suo brano del 1979 che aveva scritto per la colonna sonora del documentario Opera Sauvage rendendolo famosissimo grazie agli spot della pasta. 
Addio Evangelos (il vero nome), grazie a te ho sentito cose che noi umani non potetevamo immaginare... 

giovedì 9 dicembre 2021

UÀ: QUASI UN SUONO ONOMATOPEICO

 Ogni nuovo concerto o evento televisivo di Claudio Baglioni ultimamente ha un'atmosfera autobiografica e dal mood non si discosta nemmeno questo nuovo Uà, 


show del sabato sera su Canale 5 che va a cercare di contrastare Milly Carlucci e i suoi ballerini. 
Parte infatti con 51 Montesacro in cui Claudio canta di lui bambino, per poi andaaareeeee... lontaaaanoooo... 
Fra ospiti e canzoni reinterpretate, praticamente quello che ha fatto durante la conduzione dei suoi due Festival Di Sanremo, dove era stato accusato di dare fin troppo spazio ai suoi pezzi al punto da far apparire le canzoni in gara come un materiale di contorno (in effetti era palesemente così). 
Le critiche comunque sono arrivate anche per la prima puntata dello show considerato noioso e si è fatta già ironia sul titolo che pareva uno sbadiglio e invece era la contrazione (molto contratta) di UOMO DI VARIE ETÀ,
canzone dal titolo che gioca con gli anni di carriera di Claudio, che ha cominciato a fare i provino ancora minorenne accompagnato dalla mamma a Milano, e il suo fare spettacolo, appunto di varietà, ma francamente bruttina con quel suo Tattattàtattattà. 
Ma siccome io con le canzoni di Claudio ci son cresciuto, con le sue cassette che giravano spesso nella mia autoradio (anche a scopo ruffiano, lo ammetto), mi sento un po' di parte e per me non può essere un disastro totale come tanti hanno detto. 
Poi sarà stata anche la presenza di Renato Zero in questa prima puntata, ma ho trovato alcune similitudini con quel programma di molti anni fa, Tutti Gli Zeri Del Mondo, dove Renato era il mattatore e si raccontava al pubblico a modo suo; programma flop anche quello ma che a me tutto sommato non era dispiaciuto. 
Per concludere, non lo boccio del tutto, però, in effetti... 
Diciamo che vale la regola dei 90 minuti, cioè che dopo un'ora e mezza di spettacolo, è stato provato e dimostrato che l'attenzione dello spettatore cala (e a volte anche la palpebra) perciò a quel punto nello show dovrebbe accadere qualcosa di veramente clamoroso per ridestare tutti e che ti porta verso un finale trionfale. 
Cosa che invece non accade, perché tutto procede abbastanza piatto, lineare con Claudio che canta e racconta cose per 2 ore e 45 al netto degli spot, per cui al lordo si va sulle durate monster (ma anche su Rai1 non scherzano eh...) che proprio fisicamente non si reggono. 
Ma ormai la gara televisiva mi pare che sia su chi ce l'ha più lungo... il programma dico, a discapito della qualità, per farci stare dentro più spot possibili. 
E... No, non l'ho visto in diretta, ma su Tim Vision a piccole dosi e quando mi pareva a me, perché mica son così scemo eh... 
E forse, chissà? 
Magari è stato proprio quel "piccole dosi" che mi ha permesso di reggerlo. 

sabato 20 novembre 2021

QUELLA VOLTA CHE LA BANDA DI DAVID BOWIE SI È MESSA AD ASCOLTARE BATTISTI E BAGLIONI

 C'era un tempo, gli anni 70, in cui la musica italiana viveva di cover di pezzi british, americani e d'oltralpe poiché la distribuzione della musica internazionale non era così diffusa come adesso grazie anche al web; in alcuni rari casi è successo però anche il contrario, tipo i BONEY M. che nel primo disco ti rifanno nel loro stile disco Nessuno Mai di Marcella, cosa successa ancora prima con Nel Blu Dipinto Di Blu e Quando Quando Quando, ma che poi capiterà di nuovo negli anni 80 con Tozzi, Raf e Laura Branigan.


Oggi qui si parla ancora degli anni 70 e degli Spiders From Mars una band che accompagnava quel pazzerellone di David Bowie ai tempi di Ziggy Stardust e il cui chitarrista era Mick Ronson, ed è proprio di ieri la notizia della morte a 72 anni di un altro Mick, Mick Rock,

il fotografo che ha immortalato proprio David e un sacco di altre star di quel periodo, dai Queen a Lou Reed, passando poi alla corte di Madonna fino a Lady Gaga.
Beh, ma torniamo alla musica, in quanto accade che durante un tour italiano, Mick Ronson a Roma venga affascinato da quello che passava la radio e decida proprio di acquistare qualcosa come ricordo. 
La scelta, forse guidata anche dal fatto che stavano pure loro sotto la RCA, cade su un disco di Claudio Baglioni e uno di Lucio Battisti, cioè due tizi che forse avete sentito nominare e che andavano per la maggiore in quel periodo. 
Fatto sta che poco tempo dopo Ronson sfornerà i suoi primi due album solisti, con altri (pochi in verità) ancora consecutivi prima di perire nel 1993 per un cancro al fegato, e quei due primi dischi conterranno le sue versioni in inglese di Io Me Ne Andrei di Baglioni che diventerà THE EMPTY BED
mantenendo anche una certa attinenza al significato del testo originale, e Io Vorrei, Non Vorrei, Ma Se Vuoi dove invece si parlerà di spacciatori e prostitute sotto il titolo di MUSIC IS LETHAL
e il cui testo si racconta che sarebbe stato ideato dalla compagna di Mick, ma firmato da Bowie per una questione legale. 
Non male, una volta tanto, per la musica italiana eh? 
Vabbè... Più avanti sarebbero arrivati Venditti e Zucchero a plagiare senza vergogna alcuna Neil Sedaka, i Commodores e Joe Cocker, ma questa è un'altra storia... 

venerdì 4 dicembre 2020

UN GIOVEDÌ SERA PIENO DI MUSICA IN TELEVISIONE... POSSIBILE?

 Capita di rado, ma capita anche che ci sia così tanta musica in tv da avere l'imbarazzo della scelta per cui ricorri al pratico zapping per seguire un po' tutto. Ieri, mentre su Sky andava in onda la semifinale di X-Factor, di cui non parlerò per non spoilerare nulla sulle eliminazioni nel caso qualcuno la veda solo in differita su Tv8,


su Raiplay si poteva vedere Claudio Baglioni che presentava il suo nuovo disco a Radio2 (che ora ha anche il suo canale televisivo), nell' auditorium di Via Asiago, tra racconti e aneddoti di vita vissuta. Mi è sempre piaciuto Claudio fin dall'inizio quando era soprannominato Agonia per il suo modo di porsi non proprio gioviale, ed ho seguito praticamente tutta la sua carriera, compresi i maxiconcerti negli stadi e all' Arena Di Verona, soffrendo anche un po' per certe modifiche agli arrangiamenti dei suoi classiconi, ma tant'è... son cose sue e ne può fare quello che vuole. Poco importa se il nuovo singolo IO NON SONO QUI


assomiglia tanto, ma tanto tanto a Mille Giorni Di Te E Di Me, il suo stile è così e resta Claudio, sempre. Contemporaneamente su Rai3 è iniziato lo show al Sistina di Massimo Ranieri, rimandato di una settimana a causa della scomparsa di DIEGO ARMANDO MARADONA che ha inevitabilmente catalizzato l' attenzione dei media del mondo intero. Certo fa effetto vedere un teatro con le poltrone completamente vuote (e temo che porrebbe essere così anche la prossima edizione del Festival Di Sanremo che Amadeus sta già preparando con le nuove proposte), eccetto una decina di persone, che comunque fanno parte dell' entourage, ad applaudire le prodezze canore di Massimo e i suoi ospiti come Morandi e Sangiorgi. Proprio con Giuliano, Ranieri ha mostrato un po' il fiato corto su Meraviglioso, ma sui suoi pezzi e nel duetto con Gianni si era già distinto alla grande poco prima, confermato da Morandi che lo accusava simpaticamente di "pugnalarlo" facendogli cantare certi passaggi. Con Massimo si passeranno altre tre serate tra ricordi e musica. Se vuoi. E se non vuoi scanala pure o fai binge watching delle tue serie sulle piattaforme streaming, che tanto la scelta sta diventando infinita, per fortuna. Basta solo saper evitare i prodotti pacco e magari la blogosfera può aiutare anche in questa difficile scelta. Perlomeno a me è servito parecchie volte seguire i pareri degli altri bloggers che mi hanno fatto conoscere anche cose di cui ignoravo l'esistenza. Meglio così, no?

PER VIVERE INSIEME FELICI E CONTENTI, COME NELLE FAVOLE

 Chi non conosce  HAPPY TOGETHER dei The Turtles, magari nella versione italiana dal titolo  PER VIVERE INSIEME cantata dai Quelli, ma an...