È scomparso ieri il più grande arrangiatore italiano (bum! esagero?) o sicuramente è stato uno dei migliori in assoluto.
Celso Valli, qui sopra con Vasco Rossi e spesso sul palco del Festival Di Sanremo come direttore d'orchestra, è colui che con la canzone italiana (e non solo) ha davvero fatto la storia in un periodo veramente florido realizzando album per Claudio Baglioni, Vasco Rossi, appunto, Eros Ramazzotti, Mina, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Fabio Concato, Jovanotti, Raf, Andrea Bocelli, Renato Zero, Giorgia, Mia Martini, Enzo Jannacci, Adriano Celentano e tanti altri. Cioè, per farla breve, tutta quella serie di canzoni che poi la gente ha massacrato nei vari Karaoke improvvisati, ma se questo è "successo" un motivo c'è ed è appunto il "successo" che hanno avuto tali canzoni grazie al modo come erano state costruite, perché alla fine, parlando della genesi di una canzone, di una vera e propria costruzione si tratta.
giorni fa ripensavo, sorridendo, a quante alterne avventure avevamo passato insieme, fianco a fianco, tra giorni di dubbio e di creazione, di abbattimento e di esaltazione, in un tempo lungo ormai quarant’anni. Da La vita è adesso a Oltre a In questa storia.
Imprese impossibili e ardite che diventavano, pian piano e man mano, opere nuove.
Vicende di musica, di lavoro e di gioco.
D’altronde suonare e giocare, in inglese, tedesco e francese, si dicono con lo stesso vocabolo. E ragionare e praticare di musica è un trastullo serissimo e anche infantile.
Così, specialmente, quest’ultime storie ricordavo meglio e di più.
Le ore trascorse negli studi e gli alberghi di mezza Europa quando, spesso per distrarci dall’ansia delle progettazioni, ci davamo al cazzeggio più assurdo, sfrenato, insensato su qualunque argomento e su qualsiasi fatto accadesse.
Un passatempo, spassoso per noi e incomprensibile agli altri, era riportarci a vicenda, ogni mattina, i saluti e gli auguri, inventati di sana pianta, di qualche illustre collega.
Non voleva dir niente ma quanto ci abbiamo brigato e riso e ghignato.
Oggi, nel giorno del tuo commiato, ti salutano tutti. Con affetto e ammirazione.
Bravo Maestro.
Hai fatto cose bellissime e memorabili ed è stato, è e sarà sempre un onore grande
e un privilegio speciale avere avuto la possibilità di condividerle con te.
Aver partecipato a una partita avvincente e sublime.
E alla fine, al di là di ogni pronostico, aver pure vinto.
Claudio
perché il suo contributo c'è stato anche nella italo-disco di fine anni 70/inizio 80, con diversi brani straballati come HILLS OF KATMANDU dei Tantra e HE'S SPEEDY LIKE GONZALES dei Passengers, 45 giri quest'ultimo magari sciocchino, è vero, ma che possiedo con orgoglio.
Merito suo è stato anche il ritorno sulle scene di Adriano Pappalardo con quella RICOMINCIAMO che è diventata il suo manifesto dopo alcuni anni di oblio durante i quali il massiccio cantante si era dedicato a canzoni più serie, ma certamente meno popolari.
Celso ci ha lasciati a 75 anni e ormai è evidente che la musica non sarà mai più la stessa.