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giovedì 7 agosto 2025

UN 7 AGOSTO VISTO DA LUCIO BATTISTI E MOGOL

 Il 7 AGOSTO, nel lontano 1971, è diventato anche il titolo di una canzone contenuta in Amore E Non Amore, album di Lucio Battisti noto anche per quella copertina che mostra lui in una mise hippie e con nudo di donna, ma messa laggiù sullo sfondo dato che non stiamo parlando di un disco di Gil Ventura o Fausto Papetti. 


Non essendoci un testo da cantare, il titolo wertmulleriano completo del brano, come quelli di altri tre pezzi interamente strumentali del disco, era stato inventato da Mogol basandosi sulle sensazioni che gli dava la musica, ed era "7 agosto di pomeriggio. Fra le lamiere roventi di un cimitero di automobili solo io, silenzioso eppure straordinariamente vivo". 

Con l'intenzione di portare significati ambientalisti, tale titolo racconta che, nella stagione in cui la natura si risveglia, il protagonista si trova invece in mezzo ad un panorama arido e morto, quello di uno sfasciacarrozze. Il silenzio e la calura enfatizzano la sensazione di un ambiente privo di vita ed ostile ad essa, in cui l'unica eccezione è il protagonista; il solo fatto che sia vivo deve apparire straordinario. 

E, dato che sta tornando il caldo afoso, come dicono le previsioni, oggi questo brano pare quanto mai adeguato come colonna sonora. Lucio, come si può sentire, sperimentava già nel 1971 (non c'era bisogno di aspettare gli album con Panella) come confermerà anche tre anni dopo in Anima Latina, altro suo disco dove i suoni contano più delle parole, ed aveva anche diretto personalmente l'orchestra di 25 elementi che esegue il finale del brano. 

Noo... Queste non erano solo canzonette. 


martedì 26 novembre 2024

IL RAGAZZO E L'AIRONE: SE SEI FIGLIO DELLA SOLITA ILLUSIONE E SE FAI CONFUSIONE...

 Il dodicesimo film di Hayao Miyazaki, Il Ragazzo E L'Airone, è difficile, molto difficile, per questo, facendo anche una doppia rima (non me ne voglia Madame), nel titolo del post ho citato una certa canzone di Lucio Battisti che forse conoscete.


Nel senso che, dopo che l'hai visto, ti pare di esserti svegliato da uno di quei sogni tutti incasinati tipo se mangi troppa peperonata alla sera, perché alla bellezza delle immagini, che per ogni frame sembra di vedere un quadro specialmente nei paesaggi esterni con tanto verde, si contrappone una cripticità che finora nei suoi film c'era, ma in maniera molto meno preponderante. 
Invece qui c'è molto della tradizione giapponese (e anche autoriferimenti al cinema dello stesso Miyazaki) già in quell'airone che fa visita al ragazzo, che lì per lì pensi, come logica, alla madre morta poco tempo prima e invece c'è tutta un'altra faccenda dietro.

Una faccenda in cui c'è un percorso che il protagonista Mahito deve fare, durante il quale succede veramente l'impossibile come succede in quei succitati sogni, e personaggio il suo che sembra ispirato proprio a Miyazaki dato che il padre del regista era un ingegnere aeronautico come quello del ragazzo del suo film con sullo sfondo la vicenda della guerra (ma solo sullo sfondo) come quella vissuta dal giovane Hayao. 
Ecco, la bellezza delle immagini e delle animazioni forse è l'unica cosa che ti spinge ad andare avanti nelle due ore del film che, molto sinceramente, ti spiazza più di una volta e ti fa dire "macchecc...?".
Uscito al cinema senza nemmeno tanta pubblicità, il suo doppiaggio internazionale si fregia di voci come Cristian Bale, Willem Dafoe, Dave Bautista, Florence Pugh, Mark Hamill (si, proprio Luke Skywalker) mentre in Italia è stato affidato ai classici doppiatori come Federica DeBortoli e Alessandro Rossi. 
E su questo punto apro una parentesi sul doppiaggio dato che anche Striscia La Notizia ha rigirato il coltello nella piaga di Elodie

dopo che è stata presa di mira da Lilli Manzini, doppiatrice di professione, per il suo lavoro svolto per dare la voce a Sarabi, la madre di Simba nell'ultimo film Disney prequel di Il Re Leone dal titolo Mufasa. 
Non è la prima volta che Lilli su Tik Tok accusa i personaggi dello spettacolo quando vengono inseriti per marketing nei lavori di doppiaggio. 
E molto spesso ha ragione dicendo che il risultato poi è mediocre. 
Nel caso di Elodie l'ha definita monocorde e inespressiva aggiungendo nella lista dei complimenti pure ciofeca parlando del risultato, mentre la cantante aveva cercato di dare del suo meglio sotto la direzione di Fiamma Izzo, da lei definita severissima, ma comprensiva per il fatto che non fosse una doppiatrice professionista. 
Elodie, che comunque ha anche già recitato in Ti Mangio Il Cuore (e chi l'ha visto dice pure che è un gran bel film), per la cronaca, poi è stata difesa da Simona Izzo,

attrice e sorella di Fiamma ed io, come d'altronde si suppone anche la Manzini, non ho ancora visto il film, perciò non posso giudicare. 
Il fatto però è che all'estero invece parecchi film animati vengono doppiati da attori di grosso nome e di recente ho citato anche IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL, come accade appunto anche in questo ultimo film di Miyazaki. 
Si parla però comunque di attori e non di cantanti, e tantomeno di vip improvvisati. 
Anch'io comunque a sostegno dei cantanti ci metto David Bowie

che aveva dato divinamente la voce a Maltazard in Arthur E Il Popolo Dei Minimei, fermo restando che David è stato pure attore in film tutt'altro che disprezzabili. 
Ma torniamo al nostro di film che, tirando le somme, non è male, ma se pensate a Il Castello Errante Di Howl o Il Mio Amico Totoro, è tutta un'altra storia... o un'altro sogno. 

sabato 13 luglio 2024

MUSICA DEL 2024: ESTATE E DINTORNI

 Sono giorni in cui si parla da una parte solo delle gaffe di Biden e dall'altra di TAYLOR SWIFT che oggi e domani domina Milano, così oggi metto sul giradischi un pochino di cose nuove o seminuove come il singolo MALAVITA dei Coma_Cose,


i due ragazzi milanesi che sto seguendo passo passo fin da loro ESORDIO e ai quali avevo dedicato un intero post molto tempo fa. 
Da allora c'è stata una certa evoluzione nella loro musica e stavolta la canzone mette inseme sonorità latine con certe chiusure alla DeAndrè, cosa non strana per loro perché già dal primo album si sentivano comunque molti riferimenti e citazioni dei classici della musica italiana (Battisti) seppure rivisitati su ritmi moderni. 
Da parte mia sono contento che esistano. 
Diversa invece è l'opinione che il mondo dei social ha su Angelina Mango uscita con il nuovo album post Sanremo e Eurovision, dove, oltre a La Noia c'è il singolo MELODRAMA, che non è una brutta canzone, però non mi fa impazzire come anche tutto il suo disco completo per una certa monotonia di fondo.

Da lì, però, ad attaccarla come è successo sui social come "figlia di papà" ce ne passa e anzi, attendo una nuova prova da parte sua, che le doti la ragazza le ha, ma forse dovrebbe cercare solo di affidarsi ad un team tipo quello che assiste Annalisa, partita da un piccolo paese ligure ed ora diventata una star a tutti gli effetti e in continua ascesa. 
D'altronde anche i Maneskin, dopo la vittoria dell'Eurovision hanno dato il benservito alla loro manager scegliendo qualcuno che in breve tempo li ha portati nell'olimpo delle Rockstar, con tutte le critiche del caso, ok, ma se Tom Morello dei RATM in concerto adesso fa anche una cover della band romana (ha suonato nel loro disco), un motivo ci sarà. 
Tutt'altro genere invece è Hit Me Hard And Soft, il nuovo album di BILLIE EILISH, pieno di ritmi e anche sussurri, ma molto diversi da quelli di ARIANA GRANDE con quel suo disco di cui avevo parlato tempo fa, molto raffinato, ma che dopo un po' diventa stucchevole, e ascoltarlo invece questo della Billie, se lo si fa nelle migliori condizioni, posso assicurare che è un'esperienza quasi onirica.

Per dire... Io l'ho fatto su una sdraio crogiolandomi bello bello al sole e nel mezzo dormiveglia la mia mente si è aperta che manco i Doors. 
Concludo ancora al femminile con Ditonellapiaga, che dopo l'ormai lontano lancio sanremese insieme alla Rettore, si è fatta notare anche al Concertone del Primo Maggio con una PERFORMANCE energica e un look da vera star che difficilmente passava inosservato.

Album il suo Flash che ti spinge a pompare il volume perché è anche molto dance e ben venga un prodotto italiano fatto così bene. 

lunedì 1 aprile 2024

LUCIO BATTISTI - L'ASOLA: IL DISCO PER SCHERZO

 Lunedì di pasquetta ed eccezionalmente anche giorno degli scherzi, tant'è che mi ricordo quel primo d'aprile del 1998, quando la rivista online Rockol si prese la libertà di fare a tutti un clamoroso pesce, ma sopratutto si può dire che fosse rivolto a quei giornalisti che, spulciando le notizie online, le fanno loro come fossero dei grandi scoop senza verificare a fondo la fonte.


Veniva infatti annunciato un nuovo disco di Lucio Battisti dal titolo L'Asola con tanto di copertina bianca minimalista come ormai era nello stile del cantautore di Poggiobustone raffigurante un bottone stilizzato disegnato. 
La tracklist era formata da 12 canzoni che riprendevano anche titoli di brani già pubblicati in passato anche da artisti per cui Battisti aveva scritto, per cui qualcuno aveva pensato a delle nuove versioni. 
E infatti ecco apparire su molte testate (Il Corriere Della Sera, Repubblica) la notizia del nuovo disco in uscita che sarebbe stato venduto solo su internet autonomamente, quindi non distribuito nei negozi, cosa non così inusuale, dato che Prince lo aveva già fatto e anche i Radiohead negli anni successivi. 
Un nuovo lavoro di Lucio era pur sempre un evento, ma se si leggevano solo le iniziali delle canzoni contenute, veniva fuori P.E.S.C.E.D.A.P.R.I.L.E. Inoltre lo stesso titolo se si toglieva l'apostrofo diventava lasola, ovvero "la sola", che gli amici romani sanno bene cosa significa.
Nello stesso anno Battisti (che era già malato, ma non lo aveva ancora fatto sapere) poi ci avrebbe lasciato e non si è mai saputo il suo parere su tale scherzo, ma mi piace pensare che un sorriso gli sia scappato. 

giovedì 22 febbraio 2024

TALENT IN TV, CHE PASSIONE

 Tanti sono i ritorni in tv con programmi che mi piace seguire perché si canta (qualche volta mi sono soffermato pure su Amici), oppure si fanno altre cose da spettacolo pure circense come in Dalla Strada Al Palco giunto alla terza edizione sempre con Nek come conduttore che è appena sceso dall'altro palco di Sanremo, e lo sottolinea lui stesso nella presentazione.


Altro talent che funziona è The Voice Senior dove però con la prima puntata sono già scoppiate le polemiche riguardanti il duetto fra Mario Rosini, cantautore che era arrivato secondo al Festival Di Sanremo del 2004, ma già altri ex festivalieri sono già passati nelle scorse edizioni, e Arisa che improvvisano una canzone di Battisti partendo da un paio di accordi a caso e senza nemmeno dire il titolo (era Io Vorrei Non Vorrei, Ma Se Vuoi) facendo sospettare che fosse tutto già concordato. 
Si, è vero che in video i due partono così de botto... senza senso... come sotto la direzione di RENÉ FERRETTI, ma teniamo conto che non si trattava di una diretta, perciò è possibile che, per snellire, sia stato tagliato via il momento in cui decidevano quale canzone cantare, tipo dopo che Arisa faceva "Oh Oh Oh" per provare il microfono. 
Dico così un po' perché sono un'anima candida e un po' perché ho visto che anche in X-Factor le audizioni vengono tagliate e montate ad arte inserendo anche immagini fuori sequenza cronologica dove un microfono appare e scompare per Magilla.

In ogni caso, e lo si può sentire nel VIDEO qui sopra, forse era venuta meglio la canzone in coppia con Arisa piuttosto che l'esibizione di Mario vera e propria dove eseguiva Ritornerai di Bruno Lauzi, bene vocalmente, ma sporcandola con un pianoforte invadente che faceva perdere tutta l'atmosfera solenne che invece c'era nella canzone originale. 
E come al solito saltano fuori come concorrenti anche le vecchie glorie della italo disco con la bolognese Sonia Davis (vero cognome Zanzi) che negli anni 90 aveva inciso una cover di BETTE DAVIS EYES insieme agli FPI Project

dopo aver prima girato l'Italia come corista di Genio E I Pierrots. 
Ma... 
Ho nominato Sanremo anche oggi? 
Eh... Non se ne esce proprio... 

mercoledì 20 settembre 2023

LUCIO PER AMICO - RICORDANDO BATTISTI (E POCHI GIORNI DOPO, QUALCUNO DICE LA SUA)

 Una settimana fa la Rai ha mandato in onda Lucio Per Amico - Ricordando Battisti, un documentario che invece io ho visto come al solito su RaiPlay, e che arriva in questo anno in cui cade l'ottantesimo anniversario della nascita di Lucio, ma dato che era nato il 5 marzo ed è mancato il 9 settembre, perché non mandarlo in onda il 29 settembre, come qiella sua canzone, invece che il 13 che era una data così a muzzo? 


No, niente, scusate sono solo elucubrazioni mie sul documentario che, oltre a filmati d'archivio, è zeppo di testimonianze di colleghi e collaboratori sul famoso artista che ha segnato un'epoca (ma che ancora non è passata, in realtà, e penso non passerà mai) con i suoi successi, in particolare quelli firmati in coppia con Mogol (Giulio Rapetti) che si mostra per tutto il tempo commosso ricordando quei bei tempi e anche quelli un po' meno belli in cui Lucio gli diede il benservito dopo un disaccordo sulle percentuali dei diritti d'autore.

Ecco di quel secondo periodo di Battisti si accenna soltanto vagamente e, devo precisare secondo il mio gusto personale, salvo solo il primo disco in collaborazione con Pasquale Panella, ovvero Don Giovanni. 
Degli altri successivi ne faccio volentieri a meno come anche di quello transitorio precedente dove i testi furono scritti dalla moglie Grazia Letizia Veronese sotto lo pseudonimo Velezia. 
Disco quello che si cercò di pompare più del possibile essendo il primo dopo il divorzio da Mogol, inventando per l'occasione persino la cassetta chiamata "cassettadue" che conteneva solo due brani come il 45 giri in vinile.

Le testimonianze in video vengono portate da gente che con Battisti ha avuto contatti come Caterina Caselli, Toni Cicco, batterista della Formula 3, Adriano Pappalardo e appunto Mogol che pochi giorni dopo la messa in onda si è ritrovato investito da un mare di accuse lanciate dalla vedova di Lucio tramite una lettera ai giornali che riporto integralmente: 

"Eccomi qui. Sono passati 25 anni da quando Lucio Battisti  non è più fra noi. Noto, caro Giulio, che non perdi occasione pubblica  per spargere il tuo miele su Lucio, dichiarando di averlo amato tanto:  io credo che tu abbia ragioni per amarlo molto di più adesso, visto che  ancora oggi, dopo un quarto di secolo dalla sua morte, non ti riesce di  separare il suo nome dal tuo. 

Noto anche che in queste occasioni non fai mai alcun cenno alle  innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi  di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un  risarcimento danni, per "perdita di chanche": una causa che, visto  l'esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra. 

Ed ecco ora, dopo sette anni dalla sentenza del 2016, una nuova identica causa,  questa appena nata, ma ancora per "perdita di chanche". 

Ti ricordo (fra  parentesi) che sono ancora in attesa di una risposta alla lettera che ti  ho scritto il 10 giugno del 2020, quando eri Presidente effettivo della  Siae. 

Sono passati tre anni e hai ritenuto di ignorare quella lettera  ma, nel frattempo, hai continuato a produrre programmi che hanno al  centro Lucio Battisti (che, consentimi il termine, è diventato il tuo  passepartout). 

Infine, per quanto riguarda la salute di Lucio e le cause  della sua morte, ti chiedo gentilmente di lasciar perdere le tue  infondate supposizioni e ogni altra illazione. 

Ti chiedo soltanto di  rispettare la sua dignità di uomo, dopo avere tanto lusingato la sua  figura di artista. 

A tal proposito, ti invito a non raccontare più la commovente storia della "lettera consegnata di nascosto a Lucio", ora da  un'infermiera, ora da un medico, ora da un non meglio identificato  "professore"… 

Voglio precisare, una volta per tutte, che mio marito in  quei giorni lottava per la sua vita, che nessuno ha mai ricevuto una tua  lettera, che Lucio in quegli stessi giorni non è stato mai lasciato  solo e che non ha mai pianto, tantomeno ricordando la vostra "amicizia". 

Ti rammento che il vostro "sodalizio artistico" si era interrotto nel  lontano 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio! 

Senza rancore.

Grazia  Letizia Veronese Battisti".

Senza rancore eh... ma con una punta di risentimento si perché, secondo Grazia Letizia, l'unica tristezza di Mogol sarebbe dovuta solo ad un fattore economico che prevarica quella che invece agli occhi del pubblico pareva una grande amicizia.


Certo è che ognuno può dire la sua versione dei fatti (Mogol infatti insiste che le sue non sono balle) poiché il diretto interessato ormai non può più confermare o negare, ma, per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto il documentario e invece l'unica cosa che veramente mi ha infastidito è stata sentire sul finale le sue canzoni modificate in maniera forzata da vari interpreti per realizzare una sorta di tributo a Battisti secondo lo stile di ognuno di loro; ecco, non ho nulla di personale contro Giovanni Caccamo, Gianluca Grignani (forse il più fedele dei quattro), Noemi, Giusy Ferreri, per carità, ma quello si che è stato davvero irritante. 


domenica 21 maggio 2023

C'ERA UNA VOLTA UNO CHE SUONAVA CON PHIL COLLINS, UN ALTRO CON MORRISSEY E...

 Durante lo scorrere di questa settimana ci siamo perduti un bassista scozzese il cui nome non è uno di quelli che ti fa dire "È lui!", ma è un musicista che abbiano sentito suonare senza alcun dubbio tutti indistintamente.


Sto parlando di John Giblin, 71 anni, il cui strumento è stato al servizio di artisti come Peter Gabriel, Kate Bush, Simple Minds, con anche collaborazioni in Italia con Lucio Battisti, Eros Ramazzotti, Franco Battiato e Claudio Baglioni. 
La sua versatilità lo fa entrare a cavallo degli anni 70 e 80 nella band jazz-rock-fusion dei Brand-X dividendosi i brani con il padrone di casa Percy Jones (un vero fuoriclasse del basso) e dove alla batteria suonava un barbuto Phil Collins in parallelo con i Genesis.

Cioè mica degli scappati di casa eh, anche se a guardarli in questa foto in effetti lo sembravano... 
E infatti, sempre a cavallo degli anni 70 e 80, se avete acquistato qualche disco come Duke dei Genesis, per esempio,

(tipico esempio di album che non si deve giudicare dalla copertina) all'interno della busta trovavate le foto con tutta la loro discografia (Foxtrot, A Trick Of The Tail, Selling England By The Pound, ecc...), ma anche quella dei Brand-X che pure loro si fregiavano di immagini molto particolari come questa che mi incuriosiva non poco.



Ammettiamolo. 
Non si può rimanere indifferenti davanti ad un tale copertina, e di copertine interessanti ne avevo già parlato riguardo a quella di DREAMS di Grace Slick, di cui ero segretamente innamorato, ma all'epoca non c'era Youtube, né Spotify, cioè non c'era internet, ecco, perciò se volevi ascoltare un disco, o te lo compravi o approfittavi di un amico che te lo registrava su una cassetta come ho potuto fare con Pink Floyd e Genesis. 
Ma nessuno, dico, nessuno che conoscessi aveva idea di chi fossero i Brand-X. 
Quindi solo in tempi più recenti poi, grazie alla rete, ho avuto anche la possibilità di ascoltarlo quel disco dalla copertina bizzarra, rendendomi conto che non sono certo facili i lavori di questo simpatico complessino.

Per fare un esempio, questo VOIDARAMA è uno dei brani dove ha suonato John, mentre quest'altro dal titolo CAMBODIA (non c'entra la hit anni 80 di Kim Wilde), dove si sente di brutto il tipico drumming di Collins, si può definire il brano più "pop" del disco, ma sempre molto progressive, dove però troviamo Percy Jones al basso, e di tutta la tracklist era quello che, a istinto, mi era piaciuto di più (qualcuno mentre lo ascoltavo mi ha pure chiesto se fossero i Dream Theatre, pensa un po'), ma ancora non sapevo sta faccenda dei diversi musicisti che vi avevano suonato a seconda delle canzoni.

Quindi un gruppo piuttosto "aperto" e un genere musicale questo dove veniva messa in mostra grande tecnica, ma nessuna velleità commerciale da farti dire "magari con questo pezzo ci passano in radio". 
No, John alla radio lo avete sentito con cose completamente diverse, per esempio con questa CANZONE di Lucio Battisti tratta da Una Giornata Uggiosa, 

con quel giro di basso "elastico" e brano che, riascoltato oggi, mi fa capire quanto abbia ispirato Colapesce e DiMartino. 
Oppure se siete andati ad ascoltare Claudio Baglioni dal vivo nel 2003, John era lì a suonare il basso con la sua flemma scozzese. 
È invece proprio di ieri la notizia di un'altro bassista che ci lasciati e si tratta di Andy Rourke,

59 anni, che ha suonato negli Smiths di Morrissey e Johnny Marr portandosi dietro anche i suoi problemi di dipendenza dall'eroina. 
In seguito Andy apparirà anche in un disco solista del leader oltre ad aver collaborato con altri artisti come Sinéad O'Connor e Dolores O'Riordan. 
Anche il cinema piange un paio di nomi ed uno è famosissimo, cioè quello di Helmut Berger, attore e modello austriaco prediletto da Luchino Visconti, con il quale ebbe anche una relazione sentimentale, e legato perciò ad un certo cinema d'autore, ma che, da canaglia quale sono, non posso fare a meno di ricordare anche in Mia Moglie È Una Strega con Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi, dove Visconti ovviamente non c'entra e Berger era un perfetto, diabolico e, diciamolo pure, fighissimo diavolo Asmodeo.

Helmut aveva 78 anni. 
Meno conosciuto invece è il nome di Ray Austin, regista, attore e stuntman britannico che ha diretto sì alcuni film per il cinema, ma soprattutto ha lavorato a moltissime serie tv che fanno parte delle mie preferite, come SPAZIO 1999 e AGENTE SPECIALE, e in particolare di questa ha curato anche gli stunt in una cinquantina di episodi.

Lo vediamo nella foto sopra infatti fra Diana Rigg (Emma Peel) e Patrick MacNee (John Steed). 
Proprio per la sua origine di stuntman, i lavori da lui diretti avevano sempre scene molto "fisiche" con scazzottate e acrobazie.

Ray Austin aveva 91 anni e durante la sua carriera gli era stata affidata anche la regia del ritorno di Steve Austin, che, nonostante l'omonimia, non è un suo parente, ma è L'Uomo Da Sei Milioni Di Dollari interpretato da Lee Majors. 
Addio John, Andy, Helmut e Ray. 

giovedì 20 aprile 2023

STRAMORGAN: E STRABIOLI INVECE "CHI L'HA VISTO?"

 Per vedere Stramorgan su Raiplay sono partito per caso dall'ultima puntata dove venivano messi a confronto Lucio Battisti e David Bowie, artisti molto diversi, ma che alla fine scopri che avevano diversi punti di contatto e non solo per quella COVER fatta da Mick Ronson di cui avevo raccontato diverso tempo fa.


In effetti Bowie aveva inciso anche una versione italiana di Space Oddity il cui testo (tremendo) era stato tutto inventato da Mogol, il fido paroliere di Lucio, parlando banalmente di amori adolescenziali invece di basarsi sul problemino che aveva il Maggiore Tom in missione spaziale, ed era così diventata RAGAZZO SOLO, RAGAZZA SOLA, ma stranamente questo non è stato raccontato né da Morgan né da Pino nella puntata che comunque è stata forse la migliore delle quattro.

E per fortuna ho cominciato da quella puntata, perché se partivo dalla prima dove i due artisti a confronto erano invece Domenico Modugno ed Elvis Presley forse non avrei retto del tutto bene le elucubrazioni in cui Morgan si produce per tutto il tempo, anche tenuto conto del fatto che Modugno, il vero tema della puntata, lo sento molto distante dai miei gusti dato che l'unico disco di Domenico che mi piaceva (e che possiedo pure) è L'AVVENTURA, sigla dello sceneggiato Scaramouche (visto non nel 1965, ma nelle repliche e comunque c'è su Raiplay) in cui recitava il Mimmo

e che finirà pure come Lato B di quella hit strappalacrime dal titolo Piange Il Telefono (con consecutivo e omonimo film). 
Mentre Morgan racconta, arrivano in studio ospiti vari per duettare col padrone di casa e non sono solo legati al tema della puntata, perlomeno non direttamente, come, per esempio, l'ex Spandau Ballet Tony Hadley che esegue Through The Barricades oltre a NO TIME NO SPACE di Battiato giusto perché era da quelle parti in tour (e come canta ancora il Tony!!!).

Per fortuna quindi le puntate successive hanno corretto un po' il tiro, ma la cosa più strana di tutto lo show è però la "presenza" di Pino Strabioli, perché sì che dovrebbe essere un programma diviso tra Pino Strabioli e Morgan, e infatti il titolo unisce i due nomi insieme, senonchè l'ego di Morgan è veramente "stra" e deborda ogni volta che si trova davanti ad un microfono quando parte a spiegarti l'intenzione dell'autore in quella certa canzone, che si tratti di uno o dell'altro protagonista della puntata, tanto che di Pino ne perdi spesso e volentieri le tracce. 
E comunque ne sa Morgan, nel senso che non si è preparato la lezioncina da ripetere a memoria davanti alla telecamera. 
No, quella è roba che ha lui dentro a quella sua testa anche matta che ogni tanto va per conto suo come QUELLA FAMOSA VOLTA a Sanremo con Bugo.
Può apparire arrogante per questo suo modo di fare, però mentre parla ti accorgi che ormai ti ha preso nella sua rete e lo stai ad ascoltare pendendo dalle sue labbra e nel momento che comincia a cantare lo perdoni anche per quella sua voce così afona e che i tecnici cercano di aiutare con effetti speciali che ben poco riescono a migliorare. 
Ma lo perdoni perché in quel momento lui sta cantando col cuore, come quella volta che è stato sommerso di critiche per aver realizzato uno special sui Queen cantando le canzoni di Freddie, ed una delle quattro puntate è proprio dedicata a lui a confronto con Umberto Bindi (in realtà molto Bindi e solo un pizzico di Queen) mentre l'altra ancora vede protagonisti Franco Battiato (come ho detto prima) e Brian Eno (pure qui molto più Battiato). 
È vero che cantate con quella voce ruvida quelle stesse canzoni di Freddie fanno un'altro effetto, però a mio parere è stato sempre meglio di vedere tanti sosia baffuti

(alcuni molto bravi, ma altri spesso improbabili) che si strizzano le corde vocali per cercare di arrivare a quei livelli che solo quella band ha raggiunto (ascoltare i PRIMI TRE ALBUM che roba dell'altro mondo sono) e parlo della band con Freddie, Brian, John e Roger (lui con i suoi "screams"), non di quella che stanno portando in giro i due Queen rimasti (John Deacon sta bene, ma non ha la minima intenzione di suonare senza Mercury preferendo godersi la pensione).

Insomma, se a Morgan piace raccontare le sue passioni musicali e a noi piace ascoltarle, abbiamo trovato la quadratura del cerchio, no? 

sabato 4 marzo 2023

OGGI E DOMANI LUCIO & LUCIO COMPIONO 80 ANNI (E NON LI DIMOSTRANO)

 Così di primo acchito può apparire strano essendo state due persone molto diverse fra loro, ma Lucio Dalla e Lucio Battisti erano coetanei poiché erano nati a 24 ore di distanza l'uno dall'altro in questo mese appena iniziato, precisamente oggi il 4 (Dalla) e il 5 (Battisti).


Tant'è che in questo 2023, se fossero ancora in vita, avrebbero entrambi compiuto 80 anni e, in occasione di tale anniversario, la Sony Music ha deciso di ristampare in vinile i dischi più significativi dei due artisti con edizioni speciali colorate da collezione. Nel caso di Dalla si è pensato a Com'è Profondo Il Mare, disco che segna il suo debutto come autore dei testi che invece in precedenza erano curati da Roberto Roversi come ne Il Giorno Aveva Cinque Teste, anche questo nella lista dei dischi ristampati.
Altro disco di Dalla che ritorna è 1983, di cui posto la title track, perché in questo 2023 l'album compie 40 anni, e anche un 45 giri inedito per l'Italia (venne pubblicato solo in Germania) dal titolo MON AMOUR.
Per Battisti invece è stata scelta la sua discografia post mogol saltando (per fortuna) Eh Già dove ai testi si era cimentata malamente sua moglie Grazia Letizia Veronesi, per ripubblicare in toto invece il periodo con Pasquale Panella autore dei testi ermetici e le musiche anche sperimentali di Lucio, dischi che lasciarono interdetti parecchi, se vogliamo dirla tutta. 
Comunque anche il periodo del sodalizio con Mogol trova posto in quest'operazione con le raccolte Emozioni e SuperBattisti e con UNA DONNA PER AMICO,
disco quest'ultimo che conosco nota per nota grazie alle centinaia di migliaia di volte che l'ho fatto girare sia su nastro (per poterlo ascoltare ovunque lo avevo registrato su una cassetta Scotch dove sul lato A c'era questo e sull'altro i Bee Gees con Spirits Having Flown) che in vinile e CD. 
E quindi, mentre i negozi di dischi spariscono come è sparito Blockbuster per i film a noleggio (ma in alcuni paesi qualcuno irriducibile ci riprova motivato dal ritorno dei vinili), rimane l'acquisto online e difatti tali prodotti sono disponibili da ieri, ma già lo erano in prevendita da qualche giorno dato che sono in numero limitato. 
Concludo quindi con un Buon Compleanno ai nostri due ottantenni (perché con la musica sono sempre tra noi) e anche un ultimo saluto a due musicisti che ci hanno lasciati di recente:

Steve Mackey, 56 anni, bassista dei Pulp, band formata nel 1979 da un allora quindicenne Jarvis Cocker, carismatico cantante dalla vocalità simile ad Elvis Costello, e band della quale qualcuno potrà ricordare questa DISCO 2000.
Steve ultimamente era stato anche produttore di Florence & The Machine e Arcade Fire. 
Altra grande perdita riguarda un colosso del jazz, il sassofonista Wayne Shorter, 89 anni, che fu tra i fondatori dello storico gruppo fusion Weather Report dei quali posto il brano forse più famoso, cioè BIRDLAND,
coverizzata anche dai Manhattan Transfer, e musicista che ho ascoltato più volte in quel bellissimo disco di Joni Mitchell del 1982 dal titolo WILD THINGS RUN FAST.
Goodbye Steve & Wayne. 

venerdì 17 febbraio 2023

SI SPENGONO LE LUCI CON CATERPILLAR E SI È SPENTA ANCHE UN'ALTRA STELLA DELLA MUSICA

 La giornata di ieri è stata quella del M'Illumino Di Meno, iniziativa dal nome ispirato ad Ungaretti e ideata da Caterpillar, programma radiofonico di Radio2, nel lontano 2005 ed ora riconosciuta dallo Stato come Giornata Nazionale Del Risparmio Energetico spegnendo le luci superflue delle città come simbolico gesto.


Gesto che appunto all'epoca dell'approvazione del Protocollo di Kyoto venne richiesto agli ascoltatori come segno di adesione all'iniziativa semplicemente spegnendo alcune lampadine di casa ed è piano piano diventato una consuetudine annuale.
La Banda Osiris aveva anche realizzato L'INNO UFFICIALE:
Purtroppo però non sono solo le luci a spegnersi in questi giorni come abbiamo già visto su questo blog ancora ieri e l'altro ieri con alcuni addii, e la stessa cosa si ripete oggi nella musica perché ieri ad 80 anni ci ha lasciati Alberto Radius, un chitarrista che abbiamo sempre ascoltato nelle canzoni di Lucio Battisti

e poi in quel trio chiamato Formula Tre, quelli del "salame dai capelli verderame", frase da EPPUR MI SON SCORDATO DI TE il cui testo era stato scritto da Mogol che in quel periodo irrorava le sue vigne appunto col verderame e ciò, dice il Giulio (Rapetti), gli aveva causato tale lapsus daltonico facendogli confondere il verde col rosso.

Nel trio cantava il batterista Tony Cicco, che era anche il bello che piaceva alle ragazzine, ma Radius da solista in seguito tirerà fuori la sua voce ruvida che personalmente ricordo con NEL GHETTO, in realtà nata come lato B di Pensami, la ballad tratta dall'album Carta Straccia,
ma scelta dalle radio libere di allora (era il 1977 e le majors non dettavano ancora legge come adesso) come pezzo da mandare in onda per il tiro disco-rock che aveva. 
Lo troveremo a collaborare poi con parecchi musicisti ed io lo ricordo, perché c'ero fra il pubblico, in particolare sul palco al fianco di Franco Battiato

nel tour de L'Arca Di Noè l'Alberto, perché già aveva suonato nei dischi precedenti del Maestro, lui con quella sua capigliatura da Napo Orso Capo.

Addio Alberto. 

sabato 20 novembre 2021

QUELLA VOLTA CHE LA BANDA DI DAVID BOWIE SI È MESSA AD ASCOLTARE BATTISTI E BAGLIONI

 C'era un tempo, gli anni 70, in cui la musica italiana viveva di cover di pezzi british, americani e d'oltralpe poiché la distribuzione della musica internazionale non era così diffusa come adesso grazie anche al web; in alcuni rari casi è successo però anche il contrario, tipo i BONEY M. che nel primo disco ti rifanno nel loro stile disco Nessuno Mai di Marcella, cosa successa ancora prima con Nel Blu Dipinto Di Blu e Quando Quando Quando, ma che poi capiterà di nuovo negli anni 80 con Tozzi, Raf e Laura Branigan.


Oggi qui si parla ancora degli anni 70 e degli Spiders From Mars una band che accompagnava quel pazzerellone di David Bowie ai tempi di Ziggy Stardust e il cui chitarrista era Mick Ronson, ed è proprio di ieri la notizia della morte a 72 anni di un altro Mick, Mick Rock,

il fotografo che ha immortalato proprio David e un sacco di altre star di quel periodo, dai Queen a Lou Reed, passando poi alla corte di Madonna fino a Lady Gaga.
Beh, ma torniamo alla musica, in quanto accade che durante un tour italiano, Mick Ronson a Roma venga affascinato da quello che passava la radio e decida proprio di acquistare qualcosa come ricordo. 
La scelta, forse guidata anche dal fatto che stavano pure loro sotto la RCA, cade su un disco di Claudio Baglioni e uno di Lucio Battisti, cioè due tizi che forse avete sentito nominare e che andavano per la maggiore in quel periodo. 
Fatto sta che poco tempo dopo Ronson sfornerà i suoi primi due album solisti, con altri (pochi in verità) ancora consecutivi prima di perire nel 1993 per un cancro al fegato, e quei due primi dischi conterranno le sue versioni in inglese di Io Me Ne Andrei di Baglioni che diventerà THE EMPTY BED
mantenendo anche una certa attinenza al significato del testo originale, e Io Vorrei, Non Vorrei, Ma Se Vuoi dove invece si parlerà di spacciatori e prostitute sotto il titolo di MUSIC IS LETHAL
e il cui testo si racconta che sarebbe stato ideato dalla compagna di Mick, ma firmato da Bowie per una questione legale. 
Non male, una volta tanto, per la musica italiana eh? 
Vabbè... Più avanti sarebbero arrivati Venditti e Zucchero a plagiare senza vergogna alcuna Neil Sedaka, i Commodores e Joe Cocker, ma questa è un'altra storia... 

sabato 30 ottobre 2021

ALLUCINAZIONI E PAURE DAL PASSATO: ENZO CARELLA - MALAMORE

 Oggi musica: ok che sotto Halloween ci starebbe Thriller, e infatti l'anno scorso avevo già dedicato proprio UN POST alle migliori canzoni a tema horror (non colonne sonore perché lì ci sarà da aprire prima o poi un altro post dedicato), ma oggi, così per motivi miei perché sta canzone mi gira in testa, preferisco proporre un qualcosa di decisamente retrò con il primo disco di Enzo Carella (non più tra noi da quasi 5 anni) e prima collaborazione con quel Pasquale Panella che un decennio più avanti scriverà per Lucio Battisti i famosi e discussi testi incomprensibili in quei dischi dalle copertine essenziali. Qui in MALAMORE

lo stile di Panella è già quello, ma senza alcun effetto straniante perché in questo caso Pasquale non arriva come successore di Mogol (fu un cambio di testi traumatico all'epoca per i tutti i battistiani, ma era sempre meglio del tentativo maldestro fatto dalla moglie di Lucio in E Già), per cui la strada era ancora tutta da battere e soprattutto il suo stile visionario da far conoscere. 
Aggiungendo alle parole criptiche di Panella una musica elettronica fatta con gli strumenti dell'epoca (moog analogici), mista ad una chitarra e altri strumenti veri, il risultato è gelido, ipnotico ed inquietante (magari non così spaventoso o brividoso da Halloween però ci può stare), anche se il parlare di aghi nella gola e nella pelle fa sospettare un uso di sostanze particolari per cui non la ascoltavi mai in presenza dei genitori, questa canzone ti si insinua dentro piano piano che non la puoi mollare lì; perlomeno a me in quegli anni faceva quell'effetto. 
Meno bene per la VERSIONE DEL 1979,
riproposta nel secondo album di Enzo dove va perduto tutto l'intro con la parte elettronica che cresceva piano piano suono dopo suono e di conseguenza una parte dell'effetto ipnotico. 

giovedì 19 agosto 2021

PROMISING YOUNG WOMAN - UNA DONNA PROMETTENTE (E CHE MANTIENE CIÒ CHE PROMETTE NONOSTANTE GLI INTOPPI)

 Vedere Clancy Brown, storico e cattivissimo antagonista di Christopher Lambert in Highlander (quello bello) nei panni dell'anziano papà di Cassie (Carey Mulligan), fa uno strano effetto, ma sono gli anni che passano per tutti e comunque in realtà non è questa la cosa più importante del film.

Sono arrivato molto in ritardo a vederlo, è vero, ma non è colpa mia se qualcuno aveva fatto doppiare l'attrice transgender Laverne Cox da ROBERTO PEDICINI

voce italiana di Kevin Spacey e Ralph Fiennes, pensando che andasse bene come succedeva in Orange Is The New Black dove aveva invece la voce di Andrea Lavagnino, cioè il doppiatore del Professore de La Casa Di Carta, ma qui una volta finito il lavoro si sono accorti che rasentava il ridicolo per cui si è reso necessario aspettare ancora quasi due mesi per rifare il doppiaggio con Monica Ward che riesce invece ad avere dei toni profondi senza però diventare una macchietta, anche se, a dirla tutta, la vera voce di Laverne è un pochino diversa, del tipo che qualcuno potrebbe anche aver avuto l'idea di farla doppiare a Vladimir Luxuria, ma forse è anche meglio di no, che mica è un cartone della Disney dove ci piazzi il vip di turno. 
Discorso totalmente diverso per l'azzeccatissima voce italiana di Carey, ovvero Domitilla D'Amico per la quale non avrei mai abbastanza parole per definire quanto sia brava ad entrare nei personaggi su cui lavora.
Eh lo so, lo so... Sul doppiaggio italiano, cioè su come troppe volte si lavora adesso, cioè a cazzo di cane, ormai son più dolori che gioie, ma "prendila così.... non possiamo farne un dramma... conoscevi già... i problemi miei di donna..."
Beh dai un Battisti non ci sta mai male... Pure con una transgender per amico... 
In ritardo quindi dicevo, ma ne sono davvero soddisfatto e non vorrei mettere spoiler nel caso qualcuno non l'avesse ancora visto poiché io stesso ne sono rimasto davvero sorpreso e non mi va di rovinare (appunto) tale sorpresa. 
Film dalla parte delle donne in un'epoca bizzarra in cui il "metoo" sembra già diventato un modo ruffiano di acchiappare consensi o notorietà, ma non è il caso di questo film che invece ribalta molto le parti perché Cassie è fondamentalmente una stronza, anche se tutto quello che fa lo fa per vendicare un'amica. 
Stronza con gli uomini che adesca nei locali fingendosi ubriaca (lì per lì pareva un film tipo NURSE di Aarniokoski, ma per fortuna non è così), e stronza anche con i suoi genitori che chiaramente soffrono per le sue lunghe assenze notturne, e gli occhioni e le espressioni tristi di Clancy rendono bene l'idea del padre preoccupato.
Ma una stronza che se sei uno che delle donne se ne approfitta e le usa come oggetto per divertirsi, e per caso ti capita di incontrarla, allora vedrai che cambi sicuramente punto di vista. 
E mi chiedo, dopo averlo visto, come mai non abbia preso l'Oscar (ricevuto solo per la sceneggiatura e tutta una serie di sole nominations) che invece è andato a NOMADLAND che, per carità, non è un brutto film e non voglio polemizzare, ma solo dire che a volte bisognerebbe avere il coraggio anche di premiare chi, come la regista Emerald Fennell, il coraggio lo ha messo a piene mani (e anche la faccia perché appare anche lei) in una pellicola a dir poco devastante. 
Perché così è. 
Ma forse Carey Mulligan nel film non appariva abbastanza imbruttita da meritare la statuetta, anzi, era bellissima in ogni scena,




un vero ANGEL OF THE MORNING, come la canzone di Juice Newton sulla quale arriva il finale (devastante proprio) del film.
E giuro che anche a riascoltarla adesso mi vengono i brividi ripensando al contesto in cui l'avevo sentita. 
Potenza evocativa della musica così bistrattata dai nostri governanti... 
Ma questo è un altro discorso e lo lascio fare a SALMO

domenica 6 dicembre 2020

IL MOSE VS. LUCIO DALLA



A quanto pare il discusso Mose è riuscito a mettere a sua volta in discussione le parole di Lucio Dalla in COME È PROFONDO IL MARE

che dice "Il pensiero come l'oceano 
Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare", perché invece pare proprio che il fenomeno dell' acqua alta a Venezia sia stato arginato (è il caso di dire) da questa barriera meccanica, su cui anch'io avevo dei dubbi, in questi giorni di piogge intense in cui di solito l'acqua arriva sopra alle ginocchia. Ok, il mare adesso lo abbiamo recintato, ma per fortuna il pensiero rimane ancora libero, come il canto dell'altro famoso Lucio, ovvero Battisti... Si, sto divagando, ma comunque è stata un'occasione buona per riascoltare una stupenda canzone di Dalla che non guasta mai.

HOLIDAY CRUSH: IL REALITY CHE (NON) CI MANCAVA

 Eh si, anche Prime Video ogni tanto finisce a proporre dei reality show autoprodotti tipo quelli dove dei big dovrebbero fuggire oppure si ...