giovedì 9 dicembre 2021

UÀ: QUASI UN SUONO ONOMATOPEICO

 Ogni nuovo concerto o evento televisivo di Claudio Baglioni ultimamente ha un'atmosfera autobiografica e dal mood non si discosta nemmeno questo nuovo Uà, 


show del sabato sera su Canale 5 che va a cercare di contrastare Milly Carlucci e i suoi ballerini. 
Parte infatti con 51 Montesacro in cui Claudio canta di lui bambino, per poi andaaareeeee... lontaaaanoooo... 
Fra ospiti e canzoni reinterpretate, praticamente quello che ha fatto durante la conduzione dei suoi due Festival Di Sanremo, dove era stato accusato di dare fin troppo spazio ai suoi pezzi al punto da far apparire le canzoni in gara come un materiale di contorno (in effetti era palesemente così). 
Le critiche comunque sono arrivate anche per la prima puntata dello show considerato noioso e si è fatta già ironia sul titolo che pareva uno sbadiglio e invece era la contrazione (molto contratta) di UOMO DI VARIE ETÀ,
canzone dal titolo che gioca con gli anni di carriera di Claudio, che ha cominciato a fare i provino ancora minorenne accompagnato dalla mamma a Milano, e il suo fare spettacolo, appunto di varietà, ma francamente bruttina con quel suo Tattattàtattattà. 
Ma siccome io con le canzoni di Claudio ci son cresciuto, con le sue cassette che giravano spesso nella mia autoradio (anche a scopo ruffiano, lo ammetto), mi sento un po' di parte e per me non può essere un disastro totale come tanti hanno detto. 
Poi sarà stata anche la presenza di Renato Zero in questa prima puntata, ma ho trovato alcune similitudini con quel programma di molti anni fa, Tutti Gli Zeri Del Mondo, dove Renato era il mattatore e si raccontava al pubblico a modo suo; programma flop anche quello ma che a me tutto sommato non era dispiaciuto. 
Per concludere, non lo boccio del tutto, però, in effetti... 
Diciamo che vale la regola dei 90 minuti, cioè che dopo un'ora e mezza di spettacolo, è stato provato e dimostrato che l'attenzione dello spettatore cala (e a volte anche la palpebra) perciò a quel punto nello show dovrebbe accadere qualcosa di veramente clamoroso per ridestare tutti e che ti porta verso un finale trionfale. 
Cosa che invece non accade, perché tutto procede abbastanza piatto, lineare con Claudio che canta e racconta cose per 2 ore e 45 al netto degli spot, per cui al lordo si va sulle durate monster (ma anche su Rai1 non scherzano eh...) che proprio fisicamente non si reggono. 
Ma ormai la gara televisiva mi pare che sia su chi ce l'ha più lungo... il programma dico, a discapito della qualità, per farci stare dentro più spot possibili. 
E... No, non l'ho visto in diretta, ma su Tim Vision a piccole dosi e quando mi pareva a me, perché mica son così scemo eh... 
E forse, chissà? 
Magari è stato proprio quel "piccole dosi" che mi ha permesso di reggerlo. 

2 commenti:

  1. Troppo troppo lunghi tanti programmi televisivi. Forse è proprio come dici tu, più è lungo e più si può mettere spot dentro, anche se comunque quelli li si può mettere anche prima e dopo. Un po' come i libri amazon unlimited: penso che mmolti scrittori li facciano lunghi all'inverosimile perché guadagnano un tot a pagina letta e allora giù tomi dal numero di pagine che manco un dizionario.
    Comunque mi ricordo che avevo visto il festival con Baglioni ed è vero che ci metteva canzoni sue, ma per il resto appariva poco, mi pare. In pratica conducevano la brava Raffaele e Favino, almeno per quel che mi ricordo. Poi è anche vero che Sanremo lo guardo un po' a spizzichi e bocconi altrimenti credo che sarebbe insostenibile

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    1. Si, è vero che le presentazioni le lasciava fare agli altri, però lui in pratica si è fatto tutto un concerto suo, spezzettato nelle 5 serate

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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