sabato 5 luglio 2025

I PINK FLOYD E RITA PAVONE (DUETTO? ANCHE NO)

 Ultimamente si è parlato in giro, grazie a dei sondaggi che i giornalisti fanno quando non sanno come riempire un buco di notizie, di quali siano la più bella e la più brutta canzone dei Pink Floyd e alla fine ne è uscito che entrambe stanno su Meddle, il disco del periodo post Barrett che, su un intero lato, ospita la suite ECHOES.


Ecco, questa pare essere la canzone migliore dei Pink Floyd eseguita anche nel Live At Pompeii e pure in quel tour del 1989, mentre la palma della peggiore va a SEAMUS che in pratica è un semplice divertissement con loro a cazzeggiare sugli strumenti e il cane del titolo che guaisce come se stesse "cantando" insieme a loro.

Pare anzi che il brano fosse stato concepito come un semplice riempitivo così da allungare il minutaggio, eppure è finito anche quello nel film Live At Pompeii, seppure in una versione diversa e con un cane diverso a "cantare", una femmina di nome Nobs, e spezzone registrato in Francia. 
Lo stesso album contiene anche ST. TROPEZ, una canzone molto leggera, una marcetta tipo Mellow Yellow di Donovan (hai presente?), e brano che ha dato origine ad un divertente equivoco per il quale si dice che Rita Pavone sarebbe rimasta per anni convinta che i Pink Floyd avessero citato il suo nome in una frase del testo che secondo lei direbbe "making a date for Rita Pavone" ovvero "chiedendo un appuntamento a Rita Pavone", cosa alimentata anche dal fatto che durante un' esibizione della nostra cantante intorno al 1970 proprio in quella località, uno del suo staff le disse, ma non ce ne fu la conferma, che forse tra il pubblico c'erano anche i membri della band inglese.

Si aggiunga anche che Arcana Editrice aveva in quel periodo pubblicato un libro con le traduzioni (alla carlona) delle canzoni dei Pink Floyd mettendo quella versione dove si citerebbe la nostra cantante, ma se fosse davvero così la pronuncia sarebbe stata probabilmente Pavouni e non Pavfoun. 

Così Rita poi farà due più due e coglierà la palla al balzo raccontando a destra e a manca sta storia farlocca, ma buona per farsi pubblicità che tanto all'epoca, più di cinquant'anni fa, era molto difficile, se non impossibile verificare personalmente anche perché i testi nel disco non c'erano. 
Mentre ora tutti sanno che le parole vere un po' strascicate da Waters nella canzone sono "making a date for later by phone" cioè "chiedendo un appuntamento per dopo al telefono" e, mi spiace per Rita, ma tale appuntamento non la riguardava, anche perché quando un giornalista chiese a Roger se conoscesse la nostra cantante, il bassista rispose "Who the hell is Rita?".

Vabbè quella volta è andata così, ma magari chissà se prima o poi si conosceranno davvero... magari a St. Tropez ballando il Twist di Peppino Di Capri. 

3 commenti:

  1. Ahahha
    Non sapevo nulla di questa vicenda. Ma era assai poco probabile che i Pink Floyd citassero Rita Pavone. Ok Mina, Domenico Modugno, Claudio Villa.
    Ma la Pavone chi la conosce fuori dall'Italia?
    Proprio nei giorni scorsi ha presentato il suo ultimo libro nella mia Fasano.
    E non ci sono andata, eh? 😅

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    Risposte
    1. Ma povera Rita... Ci sarà rimasta male che non ci sei andata 😜

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    2. Penso che sarà sopravvissuta, dai. 🤣🤣

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

I PINK FLOYD E RITA PAVONE (DUETTO? ANCHE NO)

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