mercoledì 11 dicembre 2019

RONIN


Sulla blogosfera si sta parlando tanto di The Irishman di Scorsese, ma con i miei tempi da bradipo non lo vedrò molto presto. 
Inoltre serve una condizione psicofisica perfetta per reggere la durata mica da poco.
Ma il nome di Robert DeNiro protagonista mi ritorna in mente come una canzone di Battisti per uno dei migliori film di inseguimenti in auto e sparatorie, che secondo me è questo del 1998 firmato da John Frankenheimer, regista che ha spesso lavorato su storie ad alto tasso di criminalità con risultati sempre eccellenti.
Qui abbiamo il valore aggiunto di un DeNiro ancora in stato di grazia e non ancora costretto a prendere copioni così così giusto per pagare le bollette, o perché ha perduto il buon fiuto di una volta.
Dico solo che le auto che sfrecciano a palla veramente nelle anguste strade francesi mettono già così un' ansia mica da poco, con cazzutissimi stuntmen veri come ai tempi di Remi Julienne ( no, non questo Remì 

con scimmietta allegata, ma il top degli stuntmen automobilistici che avete visto sicuramente in mille film senza sapere che era lui), alla faccia di Hobbs & Shaw & Toretto che fanno sì un sacco e mezzo di cose, ma in CGI, anche se con ottimi risultati, sì (non come le assurde minchiate motociclistiche di Tom Cruise 

viste in MI2 grazie a John Woo su cui si dovrebbe aprire un post dedicato), ma la scena dal vero ha sempre qualcosa in più proprio perché è "vera".
Piccola nota per chi ha evitato questo titolo pensando fosse la solita storia di samurai/ninja ai giorni nostri con spade capaci di tagliare in due un tank come farebbe Goemon Ishikawa III... 

niente di tutto questo.
I Ronin erano sì degli antichi samurai rimasti senza padrone, ma in questo caso il nome viene riferito a dei mercenari senza ingaggio, cioè la squadra con Sean Bean, Jean Reno, Stellan Skarsgård e Natascha McElhone, che DeNiro mette insieme per fare letteralmente fuoco e fiamme contro il cattivissimo Jonathan Pryce, il simpatico vecchietto co-protagonista del recente Don Chisciotte di Terry Gilliam di cui ho parlato QUI e che già si era trovato faccia a faccia con DeNiro in Brazil.
Chissà cosa avrebbe fatto quel fracassone di Michael Bay se su questo soggetto avesse mai potuto metterci le mani... per capirci e per fortuna.
Ma tanto Michael si sfoga con 6 Underground e lo spot dell'Alfa...

7 commenti:

  1. In certi momenti sembra di esserci sopra a quelle auto😱

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  2. Ricordo che mi gasò non poco all'epoca, vendutomi proprio per gli inseguimenti in auto che -si diceva- erano roba mai vista.
    Pure il macguffin funzionava.
    Lo rividi qualche anno dopo ma mi annoiò, chissà perché.

    Moz-

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    Risposte
    1. Qualche momento più statico c'è, ma ti riporto il dialogo dal film che spiega che anche stare senza far nulla è pur sempre fare qualcosa:
      Gregor (Stellan Skarsgård) e Sam (Robert De Niro)
      "Vorrei fare qualcosa!"
      "Stiamo facendo qualcosa, stiamo aspettando...!"

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  3. Non lo rivedo da anni ma all'epoca non mi era dispiaciuto. E sì, De Niro lì era ancora il grande attore di un tempo.

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  4. Very good ������

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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