mercoledì 29 ottobre 2025

OCCHIO ALLA PENNA!

 Occhio di creatura horror già che siamo in vista di Halloween?


Macché... si tratta semplicemente della punta di una penna a sfera che oggi mi offre lo spunto per scrivere il post. 
Ok che qui nella blogosfera non usiamo la classica penna per scrivere poiché ci troviamo in una pagina web dove tutto è digitale e forse più asettico, ma al tempo stesso oggi non posso esimermi dal ricordare che esattamente 80 anni fa, nel 1945 veniva messa in vendita nei negozi la prima penna a sfera. 
Il che, detto oggi nel 2025, non fa sicuramente scalpore dato che quotidianamente usiamo tale strumento quasi senza accorgercene, per segnare un appunto sul calendario appeso in cucina, per scrivere un biglietto di auguri da allegare ad un regalino, per risolvere i cruciverba de La Settimana Enigmistica, quella originale che vanta più tentativi dì imitazione,

ma anche le imitazioni vanno bene che mica è vietato, e tanti altri utilizzi. 
Quel tipo di penna venne inventato da Lazlo Birò (da qui il suo nome dì Penna Biro), giornalista stressato dal continuo sporcarsi di inchiostro usando le stilografiche, stilose come dice il loro nome, ma poco pratiche specie se scrivi in condizioni scomode. 
Lazlo ne depositò il brevetto nel 1938 finché poi la penna venne messa in vendita in versione definitiva 80 anni fa. 
Penne a sfera da esportare che, insieme a calze di nylon per ingraziarsi le rappresentanti del gentil sesso, facevano parte del bagaglio di uno dei personaggi del viaggio verso Cracovia nel film Un Sacco Bello,

l'esordio di Carlo Verdone, dove l'auto del protagonista, una Fiat Dino, era iperaccessoriata in stile James Bond, ma con finì molto differenti da quelli della spia britannica. 
Anche la musica conta una canzone intitolata proprio PENNA A SFERA e l'aveva inserita Antonello Venditti nel suo album Lilly, quello la cui title-track raccontava dì una ragazza tossicodipendente ripetendo ossessivamente il suo nome.

La canzone di cui parlavo prima invece era stata dedicata con fare ironico ad un giornalista dì CIAO 2001 che aveva intitolato un articolo Compagni e Champagne, nel quale criticava lo stile dì vita tendente al lusso di certi cantautori cosiddetti impegnati citando proprio Antonello.
Che non l'avesse presa bene il cantautore di Roma Capoccia è risaputo

e comunque nella canzone si era ancora trattenuto. 
Bisogna dire che in seguito poi l'impegno politico di Venditti verrà molto mitigato in favore di canzoni molto romantiche, a volte pure furbette, ma di grande successo commerciale e cantate da tutto il pubblico in coro durante i concerti. 
In un certo senso forse quel giornalista ci aveva visto lungo... 

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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