Ecco la chicca cinematografica che avevo anticipato ieri, ed è L'Aldilà- E Tu Vivrai Nel Terrore di Lucio Fulci dato che da un paio di anni ne è stata realizzata un'edizione speciale in Blu-ray con colonna sonora allegata in vinile rosso sangue e booklet fotografico, e che adesso viene riproposta nuovamente in vendita, ma solo online.
Magari l'idea di partenza del film può ricordare Shining per l'albergo costruito dove era meglio non farlo, ok, ed è ancora più dichiaratamente ispirato a Inferno di Dario Argento, ma la pellicola vale lo stesso una visione.
Anche perché Fulci è stato citato diverse volte nel cinema anche da nomi come Tarantino e Raimi.
Attenzione però che il box è costosissimo, perciò solo per veri collezionisti.
Direi che con questo film sono ufficialmente concluse in bellezza le citazioni e i post a tema Halloween per quest'anno.
E pensare che una volta noi non sapevamo nemmeno cosa fosse sta festa horror...
Settimana piena di film questa, perciò anche due giorni di seguito dedicati alla musica ci stanno, e poi per domani c'è pronta una chicca cinematografica giusta per Halloween appena passato.
Oggi musica allora perché un anno esatto è passato dal disco di Halloween dei Duran Duran, quello intitolato, perfettamente a tema, Danse Macabre, e pochi giorni fa ne è arrivata una nuova versione Deluxe, voluta in particolare da Nick Rhodes, con copertina identica, ma virata in rosso, che contiene tre brani in più e sempre con dei titoli in tema macabro, tra cui una versione "dark phase" di New Moon On Monday, in pratica un remix qui chiamato solo NEW MOON, come uno dei film della saga di Twilight, dove ha suonato anche Andy Taylor.
Il secondo è un'ottima cover di EVIL WOMAN della Electric Light Orchestra, e dato che adoro quella band ho ascoltato questa versione con un po' di timore che me l'avessero ammazzata, ma per fortuna è andato tutto bene. Terzo brano è MASQUE OF THE PINK DEATH, citazione di un film di Roger Corman con Vincent Price dove però la morte era rossa, brano strumentale senza infamia e senza lode messo in apertura della nuova tracklist. Esiste anche la versione in vinile con ben tre dischi dentro e gadgets e ancora altri brani in più, ma, in questo caso, sono solo strumentali.
Bisogna precisare intanto che si tratta di un disco fatto apposta dichiaratamente per Halloween, questo dei Duran Duran, e infatti era stato pubblicato il 28 ottobre scorso oltre essere stato già precedentemente suonato interamente due anni fa Duran...te (hehe) la loro festa mascherata a Las Vegas dove si sono presentati così,
con quel mattacchione di Simon LeBon che ad un certo punto, quando eseguono la bondiana A View To A Kill, non ti cambia costume e viene fuori travestito da corpulenta Sposa Cadavere?
L'album me lo ero ascoltato per intero dopo quella poco entusiasmante anteprima del SINGOLO OMONIMO veramente brutto (l'ho detto e lo ripeto), seguito poi quasi subito da un altro estratto decisamente migliore cioè BLACK MOONLIGHT con la mano di Nile Rodgers, che potrebbe però essere benissimo anche un brano rimasto fuori da Seven And The Ragged Tiger, dove c'era anche The Reflex sempre con l'ex Chic che ne curò il remix per le discoteche, dato che alla chitarra, qui ritroviamo Andy Taylor.
Danse Macabre, che, pensa un po', è pure il titolo di un romanzo di Stephen King, ma anche un poema sinfonico dell'800 di Camille Saint Saens, tratta in tutte le canzoni tematiche nere e horror ed è pieno zeppo di cover, dai Rolling Stones a Siouxsie & The Banshees, da Cerrone ai Talking Heads, dagli Specials fino a Billie Eilish, nonché di ben quattro riletture di brani che arrivano dal passato dei Duran Duran, che in particolare sono tre canzoni estratte dai loro primi tre album, risuonate e riarrangiate (Secret Oktober era in realtà il lato B di Union Of The Snake), di cui Lonely In Your Nightmare viene persino mashuppata con Superfreak di Rick James.
Sempre proprietà loro, ma del 1993 cioè del nuovo corso con Warren Cuccurullo, invece è Love Voodoo che viene modificata nel titolo come LOVE VOUDOU.
E alla resa dei conti, se si esclude proprio la title track veramente pessima, non è nemmeno un brutto disco, ma pare piuttosto una rimpatriata di musicisti che si divertono a fare una jam suonando cose loro e di altri senza farsi troppi problemi, e mantenendo comunque il loro sound.
Mentre Halloween sta arrivando io mi sono messo già nel mood adatto guardando Ghostbusters - Minaccia Glaciale del quale avevo sentito parlare un po' male e invece forse non è proprio tutto da buttare.
Ma prima di parlare del film apro una doverosa parentesi perché, per una beffarda coincidenza, mentre IERI raccontavo che nelle sale torna Frankenstein Junior in 4K, è mancata a 79 anni l'attrice e ballerina Teri Garr, cioè l'indimenticabile Inga che sul carro guidato da Igor si stringeva al Dottor Frankenstein dicendo "lupo ulula..." innescando la FAMOSA GAG.
Teri, nel 1983 era stata anche candidata all'Oscar per Tootsie.
Le mando, quindi, un ultimo saluto da parte anche di tutti i cinefili e chiudo la parentesi per tornare al film che occupa il post di oggi.
Beh certo questo rispetto al capostipite non ha nemmeno il diritto di allacciare gli anfibi agli ACCHIAPPAFANTASMI ORIGINALI, però intanto durante tutto il film possiamo assistere ad un vero e proprio fanservice poiché vediamo in continuazione locations, situazioni e personaggi che ci ricordano quella pellicola.
C'è pure la biblioteca con la vecchia fantasmessa che rifà esattamente la stessa scena (non mi sono preso la briga di verificare, ma sospetto che potrebbe davvero essere la stessa sequenza presa dal primo film e inserita qui).
E in effetti, fin quando il deja vu impera va tutto bene.
Poi capita che la giovane nipote (odiosetta) di Spengler faccia quella cazzata "così de bbotto senza alcun senso" con quelle conseguenze che alla fine pensi che le cose sono due: o è idiota o l'ha fatto apposta solo perché c'era scritto sul copione per creare il guaio e un po' ti scade tutto.
A parte quello, il film funziona solo dalla metà in poi (per quello che dicevo che non è proprio tutto da buttare) cioè quando la squadra originale si riforma ovviamente quasi al completo,
mentre un po' tutta la prima parte (quella da buttare) fa sbuffare un po' diverse volte con tutti quegli spiegoni che, è vero, ce li metteva anche Ivan Reitman, ma in tutt'altro modo, e quello che c'è scritto sulla copertina del DVD, che si vede lassù in alto, è quanto mai mendace poiché l'avventura è poca e il divertimento, che con l'originale era al top, qui invece latita.
Forse per questo motivo Jason Reitman, il figlio, stavolta preferisce cedere la sedia della regia e rimanere alla produzione dedicando il film al suo papà.
Anche oggi abbiamo un film che torna nelle sale rimasterizzato, ma questo è in occasione dei suoi 50 anni (anche se qualcuno lo considera un prodotto anni 80 perché era già tornato nelle sale all'incirca ogni decina d'anni), e in questo caso è molto più coerente della storica PELLICOLA DI IERI con il periodo che ci porta verso Halloween poiché si tratta di Frankenstein Junior.
Un film questo di Mel Brooks (anzi... direi proprio "IL" film) con Gene Wilder, Marty Feldman, Peter Boyle & co. che, vuoi per la popolarità, vuoi per l'ambientazione transilvana, non mi stupirei se nella sala dove sarà proiettato si scatenasse, come per il Rocky Horror Picture Show, un'interazione con il pubblico che ripete all'unisono, senza paura di sembrare "A-B-norme", le ormai strafamose battute come "Si-può-fare!!!", "Lupu ululà, castello ululì" o "Rimetta-a posto-la-candela!", tutta farina del sacco di Mario Maldesi che aveva diretto un doppiaggio spettacolare grazie ad un adattamento che ben pochi ormai sanno fare ai giorni nostri.
Proprio su quel doppiaggio avevo dedicato un POST DETTAGLIATO, se volete darci un'occhiata.
E sempre sul doppiaggio c'è la chicca che Peter Boyle, la Creatura, nelle poche sonorità che emetteva, era doppiato da Massimo Foschi, cioè la futura voce italiana di Darth Vader.
Concludo con una bella foto a colori autografata dal cast (e che cast!), e quindi appuntamento in Transilv... ehm al cinema oggi e domani, quindi, e sarà pure gradito l'outfit a tema, con l'unica preoccupazione che al massimo "potrebbe piovere!“.
Rosario Dawson e Owen Wilson, in virtù del bel contratto firmato con la Disney, ce li possiamo vedere separatamente una in AHSOKA e l'altro in LOKI, oppure in combo insieme invece in questo remake de La Casa Dei Fantasmi che già 20 anni fa, nonostante la presenza di Eddie Murphy, non era andato granché bene al botteghino.
Forse per questo motivo la Disney aveva pensato di farne un remake affidando la regia a Guillermo Del Toro, ben sapendo quanto il regista ami questo genere di film, al punto però da arrivare spesso a calcare un po' troppo la mano sul lato horror.
Difatti non ci volle molto per far sì che Guillermo venisse licenziato proprio per le sue idee di far correre il film su binari non coerenti con l'idea di partenza.
Cioè la casa voleva un film commedia con spruzzate di horror come lo fu GHOSTBUSTERS e cavoli se c'è riuscita: dico solo che verso il finale certi fantasmi svolazzanti non sono meglio di quelli creati nel 1984 per il film di Ivan Reitman, e persino le scariche violacee che catturano quel certo morto vivente sono parenti strettissime dei flussi degli zaini protonici che devi sempre stare molto attento a non incrociare, perché se succede è male.
E poi vabbè che se parliamo di fantasmi non siamo certo con le luci a palla tipo "apri tutto Biascica!", ma diamine, una fotografia un pelino migliore forse avrebbe giovato alla visione di questo film che ho guardato proprio la sera di Halloween, giusto per avere l'atmosfera adatta.
Qui a fare il villain c'è Jared Leto quasi sempre coperto dalla CGI, e quello lo fa anche bene, ma perché ancora una volta mi devono doppiare il personaggio con l'effetto sulla voce da pentito della mafia?
Possibile che non ci sia più un tecnico italiano capace di tirare fuori un tono cavernoso senza dover rendere per forza tutto confuso?
Se ascoltate la voce di Jared con l'audio originale, quella viene effettata anche lì, ma con un risultato tutto diverso.
Sarà come per la faccenda dell'autotune nella musica, che ormai nessuno sa più cantare bene e con quella "macchinetta" gli correggono tutte le imperfezioni, ma se vai ad abusarne il risultato diventa irritante.
Boh, fatto sta che il confronto con il gemello del 2003 viene perso per tutti questi motivi e servono a poco le partecipazioni di Danny DeVito, Jamie Lee Curtis
(nel ruolo che 20 anni fa era stato di Jennifer Tilly) e Winona Ryder in un film che già dall'inizio fa fatica a prendere i giri e quando lo fa c'è sempre qualcosa che non va per il verso giusto.
Eppure coi fantasmi e stregonerie io mi ero fatto sane risate con la Disney e i suoi film vintaggi come Pomi D'Ottone E Manici Di Scopa (l'esercito di armature vuote era meraviglioso)
con Angela Lansbury strega principiante, e Il Fantasma Del Pirata Barbanera con uno strepitoso Peter Ustinov a dividere la scena con i soliti fedeli disneyani Dean Jones e Suzanne Pleshette.
Davvero non c'è più la Disney di una volta e non vorrei mai che qualcuno si facesse passare per la testa di andare a rifare anche due cose così, perfette come sono.
Ma vuoi che per Halloween Jason Blum non ti sforni qualcosa di adatto, magari citando uno di quei film di cui si sta facendo sempre un gran parlare, ovvero Ritorno Al Futuro (e mica solo quello)?
E difatti ecco arrivare dalla Blumhouse Television (in collaborazione con Amazon) Totally Killer, ovvero un horror slasher con una locandina piuttosto brutta, è vero, ma con l'aggiunta di viaggi nel tempo e dal risultato niente male ambientato proprio ad Halloween.
Qui la protagonista (Kiernan Shipka, ovvero la Sabrina Spellman della serie Netflix) fa come FLASH, cioè va indietro nel 1987 per cercare di evitare che sua madre venga assassinata dal serial killer d'ordinanza, e per cercare di spiegare come stanno le cose cita ai presenti proprio il film di Zemeckis che in quell'anno tutti, o quasi, avevano già visto, facendosi aiutare da una Doc al femminile nel presente, mentre nel passato conoscerà da vicino la madre della sua amica
che aveva già allora la passione dei viaggi nel tempo, e sarà questa che dovrà rimandare "indietro nel futuro" la nostra ragazza usando però quello che aveva a disposizione negli anni 80, esattamente come Doc Brown si arrangiava negli anni 50 per rimandare a casa Marty.
Da notare è la scelta degli attori che interpretano le parti dei protagonisti nella versione anni 80 che sono assolutamente perfetti rispetto alle loro controparti del presente.
Questo su Prime Video insieme ad altre chicche per Halloween, mentre al cinema e sulle altre piattaforme ci sono svariate scelte più o meno fortunate come i Me Contro Te - Vacanze In Transylvania e il ritorno di Beetlejuice in 4k, oppure Un Matrimonio Mostruoso (il sequel di QUELL'ALTRO), e quindi...
È arrivato Halloween e su Disney+ è partita già da metà ottobre la seconda stagione della SERIE ANTOLOGICA spinoff di American Horror Story che, diventando al plurale nel titolo (Stories), mostra episodi autoconclusivi rispetto alla serie madre. Rimangono comunque i temi di omicidi, fantasmi, horror, con anche un po' di tecnologia alla Black Mirror come nel secondo episodio, Aura.
Il primo invece, Dollhouse, si rifà in parte ad un vecchio episodio di Criminal Minds dal titolo Il Gioco Continua, dove un'infermiera rapiva delle ragazze e le paralizzava con un farmaco, vestendole poi come bambole di porcellana per "giocarci".
Qui invece le bambole sono altrettante ragazze rapite da un pazzerellone che cerca la madre perfetta per il proprio figliolo, e, dopo averle rinchiuse appunto un una casa di bambole, sottoporrà le prigioniere a diverse prove che dovranno superare sempre impersonando la bambola che hanno perlomeno avuto modo di scegliere, pena la morte ad ogni giro per l'ultima classificata.
Non male, ma fra film e serie tv siamo un po' tanto in overdose da prodotti horror che ormai per stupirci ci vuole ben altro... Forse Cronenberg?
Tempo fa avevo fatto un POST IRONICO su quanta gente trovi impalata per la strada con il volto chino sullo smartphone, individui che se ne stanno lì freezati ostruendo marciapiedi, scale, sottopassaggi e altri luoghi di transito immobili come gli zombie di The Walking Dead che ho visto sta andando ancora avanti con (suppongo) l'ultima stagione, ma io ormai l'ho mollata da tempo.
Certo se fanno così avranno cose importantissime da fare su quegli smartphone, tipo (chessó?) tenere un blog di cinema, musica e tv, per esempio 😜, e di recente sono venuto a sapere che per tali persone è stato coniato un nuovo termine cioè Smombies che è una crasi fra smartphone e zombies.
Adesso non so quanto sia una notizia vera quell'altra secondo la quale in alcuni paesi sarebbero stati persino creati dei cartelli (tipo quello della foto) che indicano la circolazione di tali persone assorte nella lettura dei messaggi con rischio per loro e per chi transita nella loro traiettoria, magari con una certa fretta.
Fenomeno che si nota anche sulle striscie pedonali purtroppo con un rischio enorme per tutti.
Il termine è simile a Mombies, quello (non so di quanto precedente) che invece identificava le mamme che, per dedicarsi ai figli, perdono ogni altro interesse nella loro vita, anche la cura della propria persona.
Ed entrambi i casi sono decisamente negativi.
Ma non solo questi due casi; la negatività vale anche per lo essere zombi davanti a una tv e farsi rimbambire da quello che ti propongono in un mondo dove ormai ti puoi fare la tua serata nel modo che ti pare scegliendo quello che vuoi vedere.
O perlomeno avendo l'illusione di poterlo fare grazie ad una serie di piattaforme dalle quali attingere migliaia di contenuti che però, nel mucchio, tante volte sono così imbarazzanti che alla fine ti metti a guardare Stasera Tutto È Possibile o Ballando Con Le Stelle...
No... Il Grande Fratello Vip, quello proprio no, per favore!!!
Il sabato musicale sotto Halloween lo dedico ad una manciatina di colonne sonore horror,
ma prima è doveroso dare l'ultimo saluto a Jerry Lee Lewis, leggenda del Rock'n'Roll, seppure fosse un rocker atipico perché il suo strumento invece della chitarra era il pianoforte, quello che incendiava in quel gran film del 1989 con Dennis Quaid e Winona Ryder (ma era successo davvero) che era GREAT BALLS OF FIREcome il titolo della canzone sua più famosa.
Jerry, che ebbe il suo grande successo negli anni 50 grazie anche ai suoi atteggiamenti anticonformisti sul palco e nella vita (sposò in segreto sua cugina ancora tredicenne quando ancora era sposato con la sua prima moglie), è mancato ieri, dopo che una fake news era circolata all'inizio della settimana, ed aveva 87 anni.
Ed ora torniamo a quanto scritto sopra cioè alcune soundtrack a tema Halloween rimaste nella storia e mai più eguagliate nel mondo del cinema, e anche, per certi versi, interlacciate fra di loro, come la celeberrima PROFONDO ROSSOdei Goblin di Claudio Simonetti con la collaborazione di Giorgio Gaslini, i quali torneranno ancora per il successivo film di Dario Argento, cioè SUSPIRIA,il cui brano omonimo, come il precedente, devono tanto l'ispirazione (non sto parlando di plagio, assolutamente, sia chiaro, ma di mood ossessivo) a quello che invece è stato un caso del tutto diverso, cioè a TUBULAR BELLS del 1973,disco capolavoro di Mike Oldfield, uscito poco prima che William Friedkin decidesse di usarlo nello stesso anno come colonna sonora de L'Esorcista, per cui l'intenzione primaria del musicista inglese non era esattamente quella di incutere paura.
Ma tant'è che invece tale tema musicale ormai viene regolarmente associato a bambine indemoniate che vomitano roba verde e levitano insieme a tutto il letto urlando cose sconce con voce gutturale.
La popolarità è comunque anche questa e a Mike la scelta di Friedkin ha giovato senza alcun dubbio.
Ma anche ai Goblin eh... che tuttora sono in giro con una formazione rinnovata dove degli originali è rimasto solo Claudio, a suonare proprio QUEI PEZZI LÌ.E comunque goodbye Jerry Lee, grazie ancora per aver incendiato il Rock'n'Roll.
Un film questo che, nel mucchio, per Halloween ci può stare, ma che si tira anche addosso come una calamita tutto il peggio che può arrivare dalla critica, per la regia, la sceneggiatura, la recitazione e quant'altro sia possibile aggiungere.
Certo, Paz De La Huerta è un po' "cagna maledetta" ed il regista Aarnokowsky, esattamente come il René Ferretti (anche oggi qui, ma lo sapete già che Boris ritorna, eh) specializzato in serie tv, di più non riesce a spremere da lei, anche perché lui stesso non sa dirigere meglio un film che vorrebbe essere un thriller, giocato pure sugli effetti 3D (esiste anche la versione 2D per tutti i gusti),
ma che aldilà di un po' di splatter con sangue che schizza, mischiato ad erotismo alla Tinto Brass, non riesce a metterti quella tensione che richiederebbe un prodotto del genere.
Anzi la nostra infermiera assassina diventa spesso una parodia di sé stessa con le espressioni che le dà Paz, più che altro smorfie, e più intenta a mostrare le forme che a rendere credibile quello che sta facendo in scena.
Si, espressioni tipo questa:
Fa anche un po' specie che sia stata proprio lei una delle prime ad accusare Harvey Weinstein per molestie sessuali nella famosa vicenda dello scandalo.
Certo è che quando la locandina ed il relativo materiale promozionale (foto abilmente photoshoppate e non) sono così accurate da averci speso probabilmente un capitale per veicolare un certo tipo di messaggio, andando poi a finire in economia sul resto della produzione, forse a sto punto c'è proprio qualcosa che non va.
E poi non mi venire a dire che non pensavi che il film fosse così.
Per carità, mi sta benissimo che una serie tv ti faccia vedere i protagonisti identici alla controparte cartacea da cui è tratta, anche se in effetti non lo reputo così necessario quel gioco del Tale E Quale Show, se poi il voler restare fedele al fumetto ti fa realizzare un prodotto statico che prende davvero poco.
Si, perché se le tavole di un fumetto vivono di vita propria perché è la tua immaginazione che gli dà la scintilla della vita come se tu fossi un novello Frankenstein,
le immagini di una serie tv devono poter funzionare già da sole, cosa che invece pare non accadere in questa serie, Paper Girls, che dalle premesse pareva interessante grazie al tema dei viaggi nel tempo e gli incontri delle ragazzine con le loro versioni adulte per fronteggiare un grave pericolo, un po' come in THE ADAM PROJECT.
Il soggetto infatti è buono e il fumetto è lodato da tutti quelli che lo hanno letto, ma ho l'impressione che la regia non funzioni per niente, ma parlo da non regista, perciò son solo sensazioni mie.
Gli effetti speciali poi sono fatti parecchio in economia e questo non aiuta certo.
E hai voglia a dire che questa è la risposta tutta al femminile a STRANGER THINGS...
Ne abbiamo ancora di strada da fare per arrivare a raggiungere, fra pregi e difetti, la serie dei Duffer Bros. (che quella per Halloween ci sta benissimo e infatti una nota marca di dolciumi la sta sfruttando fuori tempo massimo), ma pedalando sulle biciclette delle ragazzine sarà lunga...
Fra le tante nuove uscite nei cinema, ora finalmente mettiamo anche le cose in chiaro se sia nato prima l'uovo o la gallina, perché nelle sale (non tutte magari, comprendo) è tornato restaurato in 4k quel Battle Royale del 2000 che tanto fece scalpore alla sua uscita, ma che funzionò anche come forte ispirazione per la saga di HUNGER GAMES, seppure con le dovute differenze che i due prodotti presentano.
Poi in tempi più recenti abbiamo visto altre rivisitazioni dello stesso tema sia con ALICE IN BORDERLAND, sempre con ragazzi protagonisti, che con SQUID GAME, dove qui invece i "giocatori" erano molto più adulti.
In Battle Royale il succo della faccenda viene presentato nel film da un video con un'adorabile giapponesina che oltre a spiegarti le regole del "gioco" ti avverte di non manomettere il collare che indossi sennò esplode,
e da Takeshi Kitano (quello del famoso Castle) come professore, e sarebbe che una scolaresca di teenager, con motivazioni disciplinari abbastanza discutibili, viene spedita su un'isola per farsi fuori in un gioco del tutti contro tutti dove "ne resterà uno solo" come diceva quell'altro film famoso, ma quello bello, non la vaccata del SECONDO EPISODIO.
Ora si potrebbe dire che la violenza che nel frattempo è passata sui nostri schermi grandi e piccini può averci anche assuefatti e un film di 22 anni fa potrebbe risentirne con tutto quel sangue finto che si vede a iosa.
In realtà non è così, ma certo, nonostante la rimasterizzazione, non lo puoi prendere per un film del 2022 perché nel frattempo sono state usate soluzioni visive da mille registi (alcuni anche scrausi, ok) che hanno marcato il cinema in maniera indelebile fra luci al neon, ralenti, CGI, e quant'altro.
Qui invece si usa ancora la vecchia scuola dove makeup, stuntmen ed effetti speciali in scena la fanno da protagonisti e spesso con risultati ben più realistici.
Più volte paragonato ad Arancia Meccanica, secondo me invece è distante anni luce dal capolavoro di Stanley Kubrick dove la violenza era soprattutto psicologica, mentre qui è fisica nel modo più assoluto.
Comunque il modo migliore per capire cos'è Battle Royale è provarlo e poi saprete dirmi, tanto per Halloween ci può stare che di morti ammazzati qui ne abbiamo a iosa.
Anche se fra poco arriveranno gli spot dei panettoni, a dispetto del titolo non è un film natalizio questo. Tutt'altro. È un B-movie bruttarello che faceva parte dei palinsesti delle tv private minori tipo Odeon Tv, girato con quattro soldi e con nessun nome di spicco, che tuttavia, a tratti, ma solo a tratti, è anche discreto.
La cometa in questione non è quella di Natale, ma un corpo celeste che dove passa distrugge gli esseri viventi disidratandoli all'istante e quel che ne resta è solo una polvere rossiccia.
Alcuni vengono colpiti solo parzialmente dall'influsso diventando una specie di zombie affamati, che i morti viventi fanno sempre tanto Halloween, mentre i pochi che si salvano è grazie al fatto che si trovavano riparati da strutture di metallo tipo un capannone.
Da qui parte una storia di sopravvivenza che non è il massimo dell'originalità però riesce ad intrattenere con un po'di horror e soprattutto con il mood anni 80 fra neon e musica synth/AOR che pervade la breve pellicola, per cui, dato che ogni film che esce adesso sembra citare sempre quella decade, per assurdo non pare nemmeno poi tanto vecchio.
Tra le tante pecche inevitabili di un film girato così in economia, detiene un piccolo primato mostrando dei poliziotti zombie che un po'anticipano il personaggio del cattivissimo T-1000
interpretato da Robert Patrick in Terminator 2 Il Giorno Del Giudizio che arriverà diversi anni dopo, non zombie, ma cattivissimo si, qui in questo film però gli effetti sono senza diavolerie in morphing, ma solo con mascheroni horror.
Disponibile integralmente su YOUTUBE:Bruttino si, ma che ci può stare in questo periodo, tanto... horror per horror...
Oppure, se si cerca qualcosa di più, ma ormai senza troppe sorprese, c'è sempre fresco fresco di uscita HALLOWEEN KILLS,con ancora una volta Jamie Lee Curtis alle prese con il ruolo che l'ha consacrata madre di tutte le scream queens a venire e dove... no... a dispetto del titolo non c'è una scena con Michael Myers che ti dice che lui non messaggia...
Halloween e Stephen King vanno a braccetto, e la notizia di una serie tv tratta da Jerusalem's Lot, racconto del "Re" tratto da A Volte Ritornano, in uscita in due tranches proprio in questo periodo su Tim Vision, non poteva che solleticare tutti gli appassionati di horror.
Ma qualcosa però non torna...
A parte il titolo che non poteva essere quello del racconto per una questione di diritti, lo scritto di Stephen era basato sulle lettere inviate dal protagonista (alcune inviate anche dal suo servitore), ed era anche abbastanza breve, per cui come può uscirne una serie di dieci episodi di un'ora ciascuno?
E qui arriva la genialata degli sceneggiatori: basta allungare il brodo in maniera da ottenere la copertura da serie tv standard per essere trasmessa su una piattaforma streaming.
Infatti è quanto succede fra personaggi modificati e inventati, situazioni che sembrano più che altro dei filler, ed il premio Oscar Adrien Brody che tiene per tutto il tempo quell'espressione preoccupata e sofferta, e che forse gli è venuta anche facile pensando al risultato finale di quello che stava recitando in una cosa di cui è anche produttore esecutivo.
La cosa strana è che pare che una volta tanto King abbia dato un parere favorevole al prodotto televisivo, al contrario di tanti altri lavori (migliori) tratti dalle sue opere...
Oggi ci tocca un grande e doppio addio nel mondo del doppiaggio:
prima di tutto l'addio va alla caratteristica voce italiana di Cher, Glenn Close, e Anjelica Houston, cioè Ludovica Modugno che ci lascia a 72 anni.
Era sua anche la voce di Rizzo (Stockard Channing) in Grease e di Victoria Principal in Dallas ed è stata naturalmente anche attrice in molti film dagli anni 70 fino ad oggi,
si, persino con Checco Zalone in Cado Dalle Nubi e Quo Vado?.
L'altra voce del doppiaggio che ci lascia è quella di Wladimiro Grana,
73 anni, il cui importantissimo compito, che cade a pennello in questo periodo di Halloween, è stato quello di far parlare in italiano Freddy Krueger (praticamente il fondatore morale della New Line Cinema) nel primo film della saga di Nightmare, dove diceva forse dieci battute (pure brevi) in tutta la pellicola, e poi nei capitoli successivi sarebbero subentrati altri doppiatori fra cui il compianto (anche lui, si) Sergio Di Stefano, voce storica anche di Dr. House, e persino Massimo Corvo (Vin Diesel), ma Wladimiro ha contribuito senza dubbio pure lui nel suo piccolo a creare il mito, o perlomeno a gettarne le basi.