Salto nel tempo oggi per quanto riguarda la musica preferita dal sottoscritto. Canzoni o album interi che mi hanno accompagnato per un po' alla radio o registrati sul vecchio Philips K7, finché non ho finalmente acquistato anch'io il mio primo impianto stereo dove far girare i padelloni in vinile. Per esempio quanto ho adorato questo pezzo degli EXILE
nelle notti buie e tempestose di fine anni 70 in cui passava su RADIO LUXEMBOURG, che arrivava in maniera pionieristica in onde medie dal Regno Unito, con i suoi suoni di synth che si mischiavano alle chitarre. Ho continuato ad amarlo quando il singolo è arrivato finalmente anche in Italia sulle nostre radio locali e nazionali, perché all'epoca i dischi d'importazione ci arrivavano qualche mese più tardi. L'ho amato tanto quanto ho odiato poi la versione italiana dei LATTE MIELE(ed ora sono sicuro che qualcuno si incazza) considerandola trash, per il testo francamente orrendo anche se racconta fondamentalmente la stessa storia di quello originale (ma le parole sono importanti! Diceva Nanni), e un po' anche per il gruppo che, nonostante la presenza di Alfio Vitanza che sostituirà alla batteria Gianni Belleno in futuro nei New Trolls, sembrava una formazione di livello amatoriale (il classico gruppetto da balera che fa le cover dei successi del momento) nonostante incidessero per il colosso RCA, dove "abitavano anche Cocciante, Zero, De Gregori, Dalla, Conte, Baglioni (che proprio in questi giorni festeggia i 70 anni), eccetera... Musicalmente bisogna comunque ammettere che il disco, seppure i suoni siano solo un pelino meno grintosi di quelli degli Exile, suona bene anche nella versione italiana (basta non stare attento alle parole che dicono, anche se mi ritorna Nanni a gridare che "le parole sono importanti!!!"), forse perché nella loro vita precedente i Latte E Miele (quando avevano ancora la E nel nome) avevano esplorato il mondo del progressive sulla scia dei vari Genesis, Yes, King Crimson (quindi per fare quelle cose devi saper suonare per forza e parecchio bene), per poi provare a puntare nel 1978, proprio come faranno i loro punti di riferimento negli anni 80, sul pop molto più leggero con questa cover dai risultati molto discutibili. Tutti questi ricordi in retrospettiva (mia) per scoprire solo anni e anni dopo grazie a Youtube che anche gli Exile avevano già la loro bella quota di trash, con quel loro cantante, uno solo dei due, per la precisione, quello dalla bella voce profonda e calda che fa la prima strofa, ma con delle movenze talmente ambigue ed eccessive al punto da essere terribilmente ridicolo. È proprio vero che a volte una voce dovrebbe restare una voce e basta per quello che ti sa far provare. La canzone tuttavia mi piace tuttora e non cambio idea. Fedele alla linea... più o meno come il titolo di un famoso disco che non era dei Latte Miele; ma conosco gente che gli Exile non sa nemmeno che esistano e invece adora la versione dei Latte Miele pensando anche che sia un pezzo originale del gruppo genovese. De gustibus...
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Tengo sempre pronto il blaster.