Già vi avviso: mettetevi comodi perché questo post oggi sarà piuttosto lungo poiché il 24 maggio, cioè ieri, verrà ricordato negli anni a venire come il giorno in cui la leonessa del rock Tina Turner ci ha lasciati ad 83 anni dopo una malattia e una grandiosa carriera musicale, in parte anche cinematografica.
Le sue interpretazioni di Aunty Entity in Mad Max Oltre La Sfera Del Tuono, ma soprattutto (per me) la Acid Queen in TOMMY sono infatti ormai marchiate a fuoco nella storia.
I duetti che hanno costellato la sua discografia erano ogni volta una gradita sorpresa e uno spettacolo con lei che regolarmente si mangiava la scena.
Rod Stewart, Mick Jagger, Robert Palmer, Bryan Adams, Eros Ramazzotti e, naturalmente, l'ex marito Ike di cui ha tenuto il cognome (lei era Anna Mae Bullock all'anagrafe) e pure il ricordo di qualche sganassone di troppo, sono fra i nomi che hanno diviso il microfono con lei.
Lei che era tornata alla grande negli anni 80 grazie ad un album stupendo che era Private Dancer
(con la TITLE TRACK firmata da Mark Knopfler) a dare del filo da torcere ai rappresentanti della new wave patinata contrastandoli con una grinta e una criniera (finta) da leonessa, appunto, ed un fisico sempre ostentato con orgoglio nonostante non fosse già più una ragazzina.
(con la TITLE TRACK firmata da Mark Knopfler) a dare del filo da torcere ai rappresentanti della new wave patinata contrastandoli con una grinta e una criniera (finta) da leonessa, appunto, ed un fisico sempre ostentato con orgoglio nonostante non fosse già più una ragazzina.
Per Tina ho modificato al volo il post oggi aprendolo con lei, perché lei, interpretata al cinema in un biopic da Angela Bassett nel 1993 dal titolo Tina - What's Love Got To Do With It, quando ancora non ne arrivavano così tanti di biopic, nella nostra memoria sarà sempre e simply THE BEST.
Ma torniamo adesso a parlare della giornata di oggi, il 25 maggio che 50 anni fa vedeva la pubblicazione di un disco destinato a cambiare per sempre la concezione di colonna sonora per un film horror, cioè Tubular Bells, album di debutto di Mike Oldfield e disco di cui avevo parlato già sotto Halloween in UN POST tutto sulla musica dei film horror e dove, appunto, spiegavo che il musicista aveva composto tale suite, divisa sui due lati del vinile, di cui vi posto IL PRIMO, senza pensare ad un ipotetico film da musicare.
La scelta di William Friedkin, il regista, di usare una parte del disco per la colonna sonora de L'Esorcista, fu una cosa non pianificata, ma si può dire che fu anche una di quelle congiunzioni astrali che accadono una volta ogni millennio, legando per sempre il nome di Oldfield a tale pellicola e spianando la strada a millemila altri compositori (Giorgio Gaslini, i Goblin) che prenderanno ispirazione da quel disco.
Ma torniamo adesso a parlare della giornata di oggi, il 25 maggio che 50 anni fa vedeva la pubblicazione di un disco destinato a cambiare per sempre la concezione di colonna sonora per un film horror, cioè Tubular Bells, album di debutto di Mike Oldfield e disco di cui avevo parlato già sotto Halloween in UN POST tutto sulla musica dei film horror e dove, appunto, spiegavo che il musicista aveva composto tale suite, divisa sui due lati del vinile, di cui vi posto IL PRIMO, senza pensare ad un ipotetico film da musicare.
La scelta di William Friedkin, il regista, di usare una parte del disco per la colonna sonora de L'Esorcista, fu una cosa non pianificata, ma si può dire che fu anche una di quelle congiunzioni astrali che accadono una volta ogni millennio, legando per sempre il nome di Oldfield a tale pellicola e spianando la strada a millemila altri compositori (Giorgio Gaslini, i Goblin) che prenderanno ispirazione da quel disco.
Ok, ho ripetuto un po' di quanto avevo già scritto all'epoca, ma si tratta di un punto fondamentale quando si parla di un disco così speciale.
Speciale perché Mike Oldfield l'ha registrato quasi tutto da solo andando in anticipo di sette anni contro le idee del prof Shorofsky
di Saranno Famosi che considerava masturbazione tale modo di fare musica.
di Saranno Famosi che considerava masturbazione tale modo di fare musica.
Scherzi a parte, Mike ha ottenuto il risultato sovrapponendo le tracce di tutti gli strumenti che erano più di una ventina (cosa mai fatta fino ad allora), lavorandoci sopra diversi mesi, e tale suo primo disco è da considerare speciale anche perché è stato il primo album pubblicato dalla Virgin Records di Richard Branson che probabilmente sentiva che qualcosa di grosso stava bollendo in pentola, tanto che mise di tasca sua 3000 sterline per aiutare Mike a realizzarlo.
Inutile dire che quella cifra iniziale Richard l'ha tranquillamente ammortizzata nel corso degli anni dato che poi, dopo aver avuto il coraggio di mettere sotto contratto i SEX PISTOLS, negli anni 80 anche parecchia della new wave che furoreggiava usciva sotto il marchio Virgin (Human League, Culture Club, Simple Minds, e molto altro).
Forse comunque questo disco aveva nel suo destino di essere considerato come un film poiché nel 1992, dopo un turbolento passaggio dalla Virgin alla Warner, Mike Oldfield realizza un vero e proprio sequel del primo Tubular Bells chiamandolo Tubular Bells II, con pure un terzo capitolo che arriva nel 1998, dove in entrambi non suonerà più tutto da solo, mentre nel 2003 ha ritoccato il primo capitolo con una nuova registrazione digitale che segue l'originale, alla quale sono state aggiunte piccole parti, ma, in realtà, questo può essere considerato anche come un escamotage per permettere alla Warner di avere in catalogo anche il capostipite; tale manovra viene messa spesso a contratto quando un'artista cambia casa discografica e pubblica un greatest hits con le sue canzoni, ma risuonate e ricantate, magari anche non troppo diverse dalle versioni originali (in alcuni casi simulando pure un finto live, giuro), in modo che la nuova etichetta ne possa rivendicare i diritti (sono furbi i discografici).
Forse comunque questo disco aveva nel suo destino di essere considerato come un film poiché nel 1992, dopo un turbolento passaggio dalla Virgin alla Warner, Mike Oldfield realizza un vero e proprio sequel del primo Tubular Bells chiamandolo Tubular Bells II, con pure un terzo capitolo che arriva nel 1998, dove in entrambi non suonerà più tutto da solo, mentre nel 2003 ha ritoccato il primo capitolo con una nuova registrazione digitale che segue l'originale, alla quale sono state aggiunte piccole parti, ma, in realtà, questo può essere considerato anche come un escamotage per permettere alla Warner di avere in catalogo anche il capostipite; tale manovra viene messa spesso a contratto quando un'artista cambia casa discografica e pubblica un greatest hits con le sue canzoni, ma risuonate e ricantate, magari anche non troppo diverse dalle versioni originali (in alcuni casi simulando pure un finto live, giuro), in modo che la nuova etichetta ne possa rivendicare i diritti (sono furbi i discografici).
Sempre il 25 maggio, ma nel 1983, usciva invece nelle sale americane Il Ritorno Dello Jedi, il terzo capitolo conclusivo della trilogia fondamentale di Guerre Stellari, perché da noi all'epoca si chiamava così, però in Italia dovremo aspettare il 21 ottobre per vederlo.
Film che compie i suoi bei 40 anni, e capitolo dove fanno la comparsa gli Ewoks mentre finalmente Han Solo viene liberato dalla carbonite in cui era finito ibernato tre anni prima (vatti a fidare dei vecchi amici) con quel blooper che in questo film fa sparire la legatura che il contrabbandiere, mio alter-ego, doveva avere ancora sopra ai gomiti oltre a quella dei polsi che gli era stata invece tolta poco prima di essere calato giù.
Inoltre Leia, diventata nel frattempo schiava di Jabba The Hutt, si presenta con quel famoso outfit che poco lascia all'immaginazione (Carrie non era esattamente felice di doverlo indossare) e che è diventato un classico per le cosplayers più disinibite.
Gustosa, e anche nostalgica rivedendo quelli che purtroppo se ne sono andati, questa foto che vi regalo con la cumpa al completo fuori dal set tipo pronti per una serata in pizzeria (divertitevi a riconoscerli uno per uno).
Di tale film potrei scrivere di tutto, ma sarebbero cose che già stanno sul web da decenni ormai, mentre invece posso aggiungere un ricordo molto personale di quando, nell'estate dello stesso anno, eravamo quattro galli in vacanza in Spagna e in una discoteca locale proiettavano senza tanti problemi una copia piratata del film di cui vedevamo solo le immagini durante il set del dj che mixava pezzi come Sweet Dreams Degli Eurythmics, Go Deh Yaka di Monyaka, Paris Latino dei Bandolero e via così.
Inoltre Leia, diventata nel frattempo schiava di Jabba The Hutt, si presenta con quel famoso outfit che poco lascia all'immaginazione (Carrie non era esattamente felice di doverlo indossare) e che è diventato un classico per le cosplayers più disinibite.
Gustosa, e anche nostalgica rivedendo quelli che purtroppo se ne sono andati, questa foto che vi regalo con la cumpa al completo fuori dal set tipo pronti per una serata in pizzeria (divertitevi a riconoscerli uno per uno).
Di tale film potrei scrivere di tutto, ma sarebbero cose che già stanno sul web da decenni ormai, mentre invece posso aggiungere un ricordo molto personale di quando, nell'estate dello stesso anno, eravamo quattro galli in vacanza in Spagna e in una discoteca locale proiettavano senza tanti problemi una copia piratata del film di cui vedevamo solo le immagini durante il set del dj che mixava pezzi come Sweet Dreams Degli Eurythmics, Go Deh Yaka di Monyaka, Paris Latino dei Bandolero e via così.
E poi tutti sversi per le strade di Lloret De Mar fino all'alba senza che nessuno si facesse male mai...
Quella si che era fantascienza!
E naturalmente concludo ancora con goodbye Tina.
Due giorni belli intensi sì, lei la ricordo bene in Mad Max 3, Tubular è storia e film fantastico ;)
RispondiEliminaCi mancherà Tina
EliminaNoo, quella è la cumpa di Guerre Stellari riunita fuori dal set.
RispondiEliminaComunque in effetti lì in mezzo c'è anche il mio ispiratore dell'alter-ego della blogosfera, il contrabbadiere canaglia, strapezzente e cafone, cioè Han Solo.