lunedì 23 dicembre 2024

WE ARE THE WORLD - LA NOTTE CHE HA CAMBIATO IL POP: DELLA SERIE CHI C'È C'È

 Giorno storico per la musica oggi perché, secondo IL FILM visibile su Netflix,


fu proprio il 23 dicembre del 1984 il giorno in cui a Harry Belafonte, all'epoca attivista per i diritti civili dopo essere stato cantante e attore, balenó in mente l'idea che poi diventerà il famoso U.S.A. For Africa. Harry parlò per la prima volta di quest'idea con Lionel Richie in un primo incontro prendendo spunto dal Do They Know It's Christmas dei BAND AID, i loro colleghi europei messi insieme da Bob Geldof. 
Idea concretizzatasi poi il 28 gennaio del 1985 quando l'ex voce dei Commodores, dopo aver presentato gli American Music Awards, vincendo anche una manciata dei premi, passerà la notte in uno studio di registrazione insieme a tanti altri che avevano partecipato a quello show che era un'occasione unica per averli tutti insieme. Lionel, per scrivere la canzone, aveva inizialmente pensato di contattare, ma senza risultato perché non rispondeva al telefono, Stevie Wonder che poi comunque parteciperà volentieri lo stesso al progetto. C'erano Michael Jackson, Tina Turner, Bruce Springsteen (pare l'inizio di una barzelletta...) e tanti altri intervenuti per registrare WE ARE THE WORLD insieme ad ancora tantissimi altri artisti invitati per l'occasione senza compenso alcuno.

In totale erano 45 fra coloro che hanno cantato da solisti oppure nel coro di gruppo perché dare proprio a tutti una frase della canzone era impossibile.. Della vicenda nel film vengono raccontati diversi aneddoti, come i disturbi che si sentivano mentre Cyndi Lauper cantava, attribuiti all'inizio ad un microfono difettoso, ma poi si scoprirà che la causa era tutta la chincaglieria che la cantante si portava addosso.

Altro caso è quello di Sheila E, batterista di Prince e anche cantante che sperava di avere una parte solista e invece rimase nel coro collettivo, per cui poi le è venuto il sospetto di essere stata invitata solo per portarsi appresso anche Prince, che infatti telefonó per dire che avrebbe partecipato facendo un assolo di chitarra, ma metteva la condizione di restare in un'altra stanza isolato. 
E pensare che si parlava sempre e solo delle fobie di Michael Jackson che non amava stare in mezzo alla folla, ma il piccoletto di Minneapolis a quanto pare oltre al genio creativo di manie ne aveva anche di più, forse. 
Tant'è che quella notte Prince non si fece vedere per niente come anche Madonna, altra grande assente che però non fu invitata perché allora non era considerata "abbastanza famosa", ma col senno di poi tutti capirono che fu uno sbaglio. 
Nel film vediamo anche Bob Dylan in totale imbarazzo nel cantare la sua parte ed Al Jarreau piuttosto ubriaco (prima della registrazione avevano brindato e il cantante aveva fatto qualche bis, tris e anche di più...) che fatica per mettere bene insieme la sua parte. 
Tutto il carrozzone era stato diretto con non poca fatica da QUINCY JONES (sempre sia lodato) fino alle 8 di mattina del successivo 29 gennaio 1985, quando la registrazione poteva finalmente considerarsi conclusa. 
Il resto rimane nella storia della musica... 

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