Finalmente, anche se con molto ritardo, mi sono visto questo nuovo corollario di imprese impossibili realizzate da Tom Cruise che, pur lasciando in sospeso la conclusione della vicenda, chiude comunque un film dalla durata notevole (2 ore e 45) dove però non ti accorgi per niente del tempo che passa, se non per una partenza un pochino alla moviola.
Ma tutto quello che succede dopo per fortuna arriva a raffica mettendo a ferro e fuoco Roma perché cacchio se c'è passato TORETTO deve passarci anche Ethan Hunt (e in più ti ci aggiunge pure Venezia) con tanto di giretto su un'auto sportierata, come JOHN WICK insegna, e su una 500 vintage gialla come quella di Lupin III, che se ne avete guidata una sapete quanto sia divertente con la sua trazione posteriore.
Ma non fateci le scalinate della città eterna perché S.P.Q.R., ovvero Sono Permalosi Questi Romani (cit. Asterix).
E per togliersi dai guai che gli arrivano addosso uno dietro l'altro facendogli saltare i piani pur ben congegnati (tipo come quelli di Hannibal dell'A-Team che invece erano sempre "ben riusciti") grazie a tecnologie avanzate e i soliti collaboratori fidati, corre corre corre il Tom che manco Forrest Gump, a piedi, si,
ma anche in moto nella scena clou che, vista nel film, ha un certo effetto con l'aggiunta in post-produzione della sporgenza rocciosa a forma di rampa, mentre il backstage mostra una ben più liscia e sicura rampa artificiale costruita appositamente per il grande salto (ma non metto in dubbio che ci vuole lo stesso del fegato perché comunque fallo te se hai il coraggio).
Come nell'ultimo episodio di Indiana Jones poi se la menano un po' troppo menandosi (appunto) sul tetto del treno (ma si vede che ci teneva anche a rifare quello Tom) ed ora basta solo avere la pazienza di aspettare per un'altra mirabolante avventura che arriverà a dare una conclusione ad un film che in realtà poteva anche chiamarsi benissimo La Chiave, se Tinto Brass non ci avesse pensato già qualche annetto fa, e comunque non c'è Stefania Sandrelli eh.
C'è invece Pom Klementieff incazzatissima, il che fa strano dopo averla conosciuta come MANTIS, e che ad un certo punto ti fa il remake della scena finale di Blade Runner, quando Roy Batty salva, dopo averlo quasi ammazzato poco prima, Rick Deckard penzolante appeso ad una putrella sul baratro.
Niente colombe bianche e monologo che passerà alla storia però...
ma anche in moto nella scena clou che, vista nel film, ha un certo effetto con l'aggiunta in post-produzione della sporgenza rocciosa a forma di rampa, mentre il backstage mostra una ben più liscia e sicura rampa artificiale costruita appositamente per il grande salto (ma non metto in dubbio che ci vuole lo stesso del fegato perché comunque fallo te se hai il coraggio).
Come nell'ultimo episodio di Indiana Jones poi se la menano un po' troppo menandosi (appunto) sul tetto del treno (ma si vede che ci teneva anche a rifare quello Tom) ed ora basta solo avere la pazienza di aspettare per un'altra mirabolante avventura che arriverà a dare una conclusione ad un film che in realtà poteva anche chiamarsi benissimo La Chiave, se Tinto Brass non ci avesse pensato già qualche annetto fa, e comunque non c'è Stefania Sandrelli eh.
C'è invece Pom Klementieff incazzatissima, il che fa strano dopo averla conosciuta come MANTIS, e che ad un certo punto ti fa il remake della scena finale di Blade Runner, quando Roy Batty salva, dopo averlo quasi ammazzato poco prima, Rick Deckard penzolante appeso ad una putrella sul baratro.
Quella si che sarebbe davvero una Mission Impossible.
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.