Non so se ultimamente ci sono già state certe congiunzioni astrali che di solito portano bene, ma ne avremmo decisamente bisogno poiché invece ci stanno arrivando solo disgrazie, in questo caso nel mondo della musica.
A distanza di soli tre mesi dalla dipartita del suo compagno d'avventura CHRISTIAN LEBARTZ, è infatti mancato un'altro dei ROCKETS originali dell'epoca d'argento con i quali sono cresciuto, ovvero Alain Maratrat che da tempo stava lottando contro un tumore.,
Alain, che aveva 69 anni e in concerto imbracciava una chitarra fatta su misura a forma di stella, ERA PASSATO anche su queste pagine web all'uscita di un suo lavoro solista dalle sonorità a metà strada tra Pink Floyd e Mark Knopfler che ripropongo oggi per ricordarlo e il cui titolo era MY SOUVENIRS
(e giuro che a riascoltarla adesso in questo istante mi si sta muovendo un po' di commozione).
quella del disco con la foto di copertina virata sul verde e curiosamente ribaltata per cui sembrano tutti mancini (Fabrice arriverà dal secondo album On The Road Again) e che fece nascere anche una falsa diceria dato che la chitarra di Bernard Torelli (quarto da sinistra) sembrava fosse fatta a forma di svastica, ma era solo un effetto ottico delle ombre; Bernard lascerà la band nel 1976 per non essere troppo legato alle esigenze di immagine e stile dei Rockets, ma appare lo stesso anche nella foto di copertina
del successivo On The Road Again perchè tale immagine (sempre ribaltata e stavolta virata sul rosso) arriva dalla stessa sessione fotografica.
come per esempio nella cover funky di APACHE (pezzo in origine degli Shadows), si faceva sentire, pezzi che non mancavano nella discografia della band, come, ancora per esempio, anche questa IN THE GALAXY in versione live.
Quei live dove è vero che molto di quello che si sentiva era preregistrato (ricordiamo un concerto di Taranto mandato in onda dalla Rai, purtroppo non integralmente), ma gli assoli sulla sei corde, quelli no, perché Alain, con quel viso spigoloso che lo faceva già apparire alieno anche senza makeup, era uno che sapeva davvero suonare e ci teneva a mostrarlo sul palco.