Compie vent'anni Il Castello Errante Di Howl, sesto film di Hayao Miyazaki che in Giappone usciva appunto il 20 novembre del 2004
e presentato in anteprima sottotitolato alla Mostra Del Cinema di Venezia, mentre nelle sale normali in Italia arriverà a settembre dell'anno successivo, quando sempre alla Mostra Del Cinema di Venezia a Miyazaki verrà assegnato il Leone D'Oro alla Carriera e con il doppiaggio curato da quel ben noto GUALTIERO CANNARSI che con il suo adattamento tanti danni aveva fatto alla serie di Evangelion quando è stata pubblicata su Netflix, ma che però stavolta, nell'ambito di questa storia, quel linguaggio un po' aulico ci stava dentro molto meglio.
Da allora il regista giapponese noto anche come il creatore della Heidi animata, quella delle caprette che le fanno ciao, ha lavorato ancora a diversi film fino a sembrare avere di recente tirato i classici remi in barca, ma a sorpresa quest'anno è arrivato Il Ragazzo E L'Airone del quale presto parlerò, uh se ne parlerò.
Nel "Castello" invece si racconta della giovane Sophie che, dopo aver involontariamente fatto salire la scimmia della gelosia ad una strega, da quest'ultima viene trasformata in una rugosa vecchietta e, per riavere il suo aspetto, Sophie dovrà affrontare un lungo viaggio durante il quale farà la conoscenza anche del mago che aveva già incontrato per caso e che abita quel famoso castello errante realizzato con la CGI in mezzo ad animazioni tradizionali.
Film delizioso che, nonostante le apparenze, riesce ad appassionare anche un pubblico di non-bambini, sopratutto per la bellezza delle immagini che sono da sempre un tratto distintivo del regista. Immagini che sono la traduzione del libro pubblicato da Diana Wynne Jones nel 1986, o meglio l'interpretazione poiché il "Castello" nel libro era raffigurato come una alta torre scura
mentre nel film è più tondeggiante, ma sempre pieno di tubi e camini, e immagini che è stato possibile rivedere rimasterizzate anche in questo caso di nuovo al cinema tra la fine dello scorso settembre e i primi di ottobre in occasione dell'anniversario.
Nota particolare per l'edizione americana che aveva come doppiatori Christian Bale, Billy Crystal, Blythe Danner, Emily Mortimer, Jean Simmons e Lauren Bacall,
si, proprio quella Lauren di Humphrey Bogart con una delle sue ultime performances, mentre per noi se ne sono occupati gli ottimi doppiatori che troviamo spesso a lavorare nell'ombra, come quella manifestazione che si chiama appunto Voci Nell'Ombra dedicata al mondo del doppiaggio e che tempo fa mi aveva dato modo di conoscere personalmente alcune delle voci a cui sono più legato a... orecchio.
Si, il titolo è quello del bellissimo film con l'allora adolescente Matthew Broderick che usciva nelle sale italiane proprio a novembre del 1983.
Pellicola della MGM diretta da John Badham, cioè colui che si era già fatto un buon nome dirigendo La Febbre Del Sabato Sera e, sempre da Wargames, si porterà dietro Ally Sheedy (della quale chi non si era preso una cotta?) per fare innamorare di lei appunto pure un robot bellico nel divertente Corto Circuito del 1986, del quale consiglio caldamente di evitare lo scialbo seguito.
Seguito che nel 2008 c'è stato anche per Wargames, ma di cui ero completamente all'oscuro, con Wargames 2 - Il Codice Della Paura,
ma con personaggi e cast completamente diversi, però sempre marchiato MGM.
Film invece il Wargames originale che mostrava quanto potesse essere facile il rischio di una terza guerra mondiale e che mi è già capitato di nominare almeno altre due volte nei miei post, e che magari rivedendolo oggi, con quella tecnologia desueta che ci mostrava,
potrebbe sembrare invecchiato male, ma la realtà forse lo sta superando in quel frangente dove, al posto del ragazzino che crede di giocare ad un videogame bellico, c'è il ben più maturo, e fino a gennaio ancora ufficialmente presidente degli Stati Uniti, Joe Biden che, sarà demenza senile, non lo so,
ha dato il via libera all'utilizzo di armi americane per bombardare la Russia, se fosse necessario.
Al che, il figlio di Donald Trump si è un attimo risentito e gli ha detto "oooo stai buonino!" perché in questo modo pare che il Joe stia cercando di mettere i bastoni fra le ruote al "rosso" che, a quanto dice, vorrebbe invece prodigarsi per far tornare la pace nel mondo come dicevano le parodie delle aspiranti miss Italia fatte da Katia e Valeria sul palco di Zelig.
A dire il vero il Donald non lo vedo molto bene in costumino nero e numero sul petto, ma il pensiero sarebbe lo stesso.
Complotto o qualcuno guerrafondaio dello staff che si sta approfittando del povero Biden ormai chiaramente non più nel massimo delle sue funzioni cerebrali facendogli credere di essere al tavolo del Risiko?
Fatto sta che stavolta il mondo intero ha tremato a quella notizia non da poco e forse sarà necessario richiamare l'ormai esperto John Badham a dirigere almeno il finale di questo film che non è un film.
In occasione del suo trentesimo anniversario, anche Pulp Fiction torna al cinema da stasera per tre giorni.
Usciva infatti il 14 ottobre negli Stati Uniti e dopo due sole settimane anche qui in Italia.
Violenza qui ne abbiamo a iosa e infatti il film ebbe il divieto ai minori di 18 anni, però riesci anche a sghignazzare e rimane il fatto che è uno dei film più belli a cui tengo e lo rivedrei anche altre mille volte perché ogni scena è diventata iconica.
Magari non al punto di tornare al cinema però, anzi ormai questo ritorno di pellicole del passato sembra un segno negativo per il nuovo cinema.
Cioè, perlomeno le riedizioni come questa e quelle viste nelle settimane scorse, mantengono il film originale migliorato nell'immagine e nel suono, ma purtroppo arrivano anche sempre più spesso sequel inutili (qualcuno ha detto Star Wars?), remake veramente pessimi come quello di ROLLERBALL o Ghostbusters al femminile (e qualcuno sta pensando di rifare pure IL PIANETA PROIBITO... sacrilegio!)...
Insomma per caso mancano nuove idee?
Spero che questo non diventi un problema, sennò ci toccherà chiamare qualcuno per risolverlo...
Netflix è avantissimo dato che già sul suo menù appaiono i primi film a tema natalizio, e il primo che mi è capitato di vedere è Appuntamento A Natale,
commedia come quei mini aeroplani, cioè ultraleggera, con Christina Milian (cantante americana e nessuna parentela con Tomas) che per tutto il tempo fa le faccette e i Pentatonix che se non sapete chi sono... Vabbè avete presente i Manhattan Transfer mixati con i nostri Neri Per Caso? Ecco spiegati in breve questi sono i Pentatonix che ogni natale fanno uscire un loro disco a tema con relativo tour nei teatri.
Ed è proprio questo il fulcro della trama del film(etto) con Cristina che cerca disperatamente un biglietto per il concerto dei Pentatonix perché in tale occasione dovrebbe incontrare un uomo affascinante con il quale aveva avuto un dialogo in aeroporto con una certa empatia.
Ma il destino cambierà leggermente le carte in tavola, anche se in maniera molto prevedibile.
Durante l'odissea della ragazza per trovare il biglietto, i Pentatonix in persona (sei persone, per la precisione, cioè loro cinque con la manager) seguiranno le sue vicende grazie ai post che il concierge che la sta aiutando mette sui social.
Vale la pena di essere visto?
Ma si dai, tanto passa e va senza fare troppo danno, e comunque a Natale (che arriverà tra poco più di un mese) siamo tutti più buoni, no?
Oggi ho in mano due dischi: Moon Music dei Coldplay e Welcome To The Paradise di Purple Disco Machine dalle copertine che, per certi versi, si assomigliano pure.
Bene, se parliamo dei Coldplay si parla di musica colta?
Forse all'inizio si, ma adesso, nel 2024, ascoltando il loro album si sente che è decisamente orientato verso il pop e le varie ospitate nelle canzoni non fanno che confermare tale sensazione.
Non è certo un brutto disco, ma, se si escludono un paio di momenti che spiccano, tipo WE PRAY, a volte si ha come l'impressione che certe canzoni siano delle b-side messe lì per riempire.
Edizione normale quella che ho ascoltato io con dieci pezzi, mentre online ne è uscita una con altri dieci brani dal vivo in più, che se uno è davvero fan dei Coldplay, fanno sempre piacere.
Mi sono invece trovato meglio con Purple Disco Machine, dj e producer tedesco che ha abusato (nel senso buono eh) di Sophie & The Giants per creare delle hit radiofoniche abbomba e infatti qui c'è il singolo PARADISE (casualmente lo stesso titolo di un vecchio brano dei Coldplay), la loro più recente collaborazione, insieme a tutta una serie di canzoni che mi hanno aperto ricordi atavici da Alan Parsons Project a Giorgio Moroder, da Harold Faltermeyer (quello di Axel F) a Patrick Cowley, musicista e anche produttore di Sylvester, con un po' di Cerrone e Daft Punk spruzzati sopra un un cocktail da bere tutto d'un sorso guardando la copertina paradisiaca (Porpora) che ci ricorda un'estate appena passata.
DIE MASCHINE (con lungo finale recitato dall'attore e musicista Friedrich Liechtenstein) chiude il disco in tedesco facendo persino pensare un po' anche ai Kraftwerk giusto per la parola Maschine che diventa così dura ripetuta ossessivamente, rispetto a come suona più morbida Machine in inglese.
Se devo scegliere fra i due, per me stavolta vince la Macchina Disco Porpora anche se sarà musica meno colta.
La prende un po' larga Sydney Sibilia per raccontare la storia degli 883.
Parte infatti dall'800 spiazzandoti un po' perché non lo facevi così vecchio Max Pezzali e nemmeno di origini teutoniche, ma presto capiremo il vero motivo di quel salto nel passato.
E ora, a fronte di ciò, non venitemi a dire che il mio post è troppo lungo, eh...😜.
In Hanno Ucciso L'Uomo Ragno, la serie su Sky, fisicamente tutti gli attori non assomigliano pe'nniente agli originali (il finto Repetto somiglia molto più a Stewart Copeland dei Police, per dire...), però è la recitazione che li rende identici, come succedeva con Danny Boyle e i SUOI Sex Pistols, e infatti Elia Nuzzolo è bravissimo a rifare il modo di esprimersi di Max che, se avete sentito alcune sue interviste, sembra sempre fra il vago e l'imbarazzato; nelle frasi del copione ci avrei solo aggiunto qualche "tendenzialmente" e "fondamentalmente" che sono due parole molto usate da Pezzali in quelle occasioni
(e qui viene da cantare "gli anni in motorino sempre in due").
Sex Pistols che poi c'entrano attivamente nella formazione musicale di Pezzali che ascoltava tutta new wave lontana dal pop facile e Nuzzolo lo sottolinea nella serie con tutto un set di magliette a tema.
Mauro Repetto, che qui ha il volto di Oscar Matteo Giuggioli visto già in diverse fiction come BUONGIORNO MAMMA!, invece amava il pop tamarro da discoteca e risulta essere il più fuori di testa fra i due, anzi, è quello che più di Max ha dato il "La" per l'inizio dell'avventura musicale in duo.
Quello che poi li porterà alla separazione, evento che rimane fuori dalla serie, è perfettamente in linea con il carattere del Mauro che vediamo in video.
Cisco, il carissimo amico di Max nominato in diversi brani, invece non l'ho mai visto nella sua versione originale, ma nella serie è proprio come me lo immaginavo dalle canzoni degli 883 ed è interpretato dal comico Davide Calgaro lanciato da Zelig.
Insomma un cast che funziona perfettamente anche se non c'è di mezzo un novello Leonardo DiCaprio (che un paio di giorni fa ha festeggiato il mezzo secolo), anzi, forse funziona proprio perché gli attori hanno quel tanto di anonimo che basta per non cadere invece nel problema che ho già esposto sull'attore americano, cioè che nei suoi film ci vedo sempre lui e non il personaggio che interpreta.
Ma è sicuramente un problema solo mio, lo so perché DiCaprio non credo sia mai stato interpellato per questa serie tv.
Stop alle divagazioni però perché, come accadeva in Mercoledì, la serie spinoff degli Addams, dove Tim Burton dirigeva solo i primi quattro episodi, anche qui Sydney, che finora non ha mai sbagliato un film (come Dustin Hoffman per Luca Carboni), dirige solo i primi due che, in effetti, così come si conclude il secondo, cioè con il Festivalbar, potrebbero benissimo essere un suo film fatto e finito.
Alice Filippi e Francesco Ebbasta si occupano invece di raccontare tutto quello che c'è stato nel mezzo ovvero i sei episodi successivi che, proprio come succedeva nella serie di Boyle, riescono ad prenderti anche se non sei fan di quel genere musicale.
So infatti che certi all'inizio hanno snobbato la serie dicendo "ma chissenefrega degli 883 che facevano musica finta tutta campionata" (vero, ma solo per il primo LP e, in parte, il secondo), salvo poi ricredersi quando si sono trovati davanti un vero e proprio film (appunto quei primi due episodi) che ti racconta una bella storia come Sibilia sa sempre fare, e dal quale non riesci a staccarti.
Ed è comunque tanta, ma tanta roba da raccontare.
Così tanta che anche Mauro Repetto sta raccontando la sua versione in teatro fra monologhi e canzoni in uno show dal titolo Alla Ricerca Dell'Uomo Ragno.
Perché anche la sua è stata un'avventura da raccontare, sicuramente anche più pazza di quella di Max, mollando tutto quando il duo era al top e partendo per l'America con l'intenzione di fare cinema, ma soprattutto per cercare di conoscere la modella Brandi per la quale aveva perso la testa.
Voci maligne invece dicono che tale separazione sia stata indotta e supportata dal manager Cecchetto (che nella serie infatti ne esce come uno che pensa solo ai soldi) al quale, dopo due album, interessava tenere solo il personaggio cantante Max per affiancargli le sue due nuove scoperte, cioè due nuove coriste, le sorelle, Paola e Chiara.
Mauro infatti contemporaneamente al terzo disco di Pezzali cioè La Donna, Il Sogno E Il Grande Incubo che manteneva il nome 883 e conteneva alcune canzoni firmate anche da Repetto che cantava anche in una canzone già registrata prima di mollare, se ne usciva da solista con un suo singolo orribile dal titolo BACIAMI QUI con relativo album allegato (che andò malissimo) dal titolo Zucchero Filato Nero.
Repetto poi tornerà in Italia dopo poco tempo con le classiche pive nel sacco per rifarsi una vita e una famiglia negli uffici di Disneyland Paris, finché per tutta questa serie di congiunzioni astrali gli 883 tornano adesso contemporaneamente su più fronti.
Anche perché la serie ha come base il libro autobiografico di Max Pezzali I Cowboy Non Mollano Mai - La Mia Storia e anche Max 90, quindi è giusto sentire anche l'altra metà degli 883 che su Sky sono raccontati in quello che sta diventando il prodotto televisivo più visto di questi ultimi tempi.
Questo forse anche perché fino a poco tempo fa stavamo a celebrare gli anni 80 in tutte le salse, ma adesso giustamente tocca al revival dei 90, vedi anche IL RITORNO, non a caso, degli Oasis che tornano si ad esibirsi insieme, ma per tutto il resto del tempo staranno a debita distanza con due management separati.
A proposito, a scanso di malintesi e scazzottate, i due verranno pagati solo dopo aver portato a termine ogni concerto, data per data.
Sicuramente i migliori rappresentanti di quegli anni 90 per l'Italia sono proprio quei due ragazzi di Pavia che sono partiti da zero e ce l'hanno fatta a raggiungere il successo come confermano anche gli ascolti della serie su Sky.
Il finale rimane aperto perché infatti si parla già della seconda stagione che non mancherò assolutamente di vedere perché, come ho già scritto, c'è ancora tanto da raccontare, e dove forse ci sarà anche il momento dell'addio di Mauro a Max.
Annalisa colpisce ancora e vince il premio come Best Italian Act al Mtv Europe Music Awards dove ha trionfato, manco a dirlo, la solita Taylor Swift,
e questo dimostra che la cantante ligure è sempre in continua ascesa checché ne dica Morgan riguardo alle sue canzoni che LUI GIUDICA di livello infimo.
Io apprezzo moltissimo l'ex Bluvertigo per la sua cultura musicale, ma un po' meno per certe sue uscite che sono tante, per fortuna spesse volte sagaci, ma su questo punto in particolare non sono per niente d'accordo con lui perché il disco di Annalisa l'ho ascoltato per intero ed è un gran lavoro come ne avevo già parlato PROPRIO QUI.
Anzi, caro Morgan,
e fallo te un disco bello come quello di Annalisa se sei capace.
Detto ciò, poco tempo fa mi ero anche gustato su Infinity il concerto che Canale 5 aveva trasmesso il 5 settembre, ma che era stato registrato a maggio all'Arena Di Verona.
Concerto pieno di ospiti con i quali la cantante ha duettato sottolineando ogni volta (forse anche troppe volte) che ci teneva proprio tanto a cantare con lei/lui, da Elisa a Giorgia, da Tananai ad Ernia ad Irama.
Grande show con un'apertura che a qualcuno che ha vissuto gli anni 80 avrà per forza ricordato il Glass Spider Tour di David Bowie dove il compianto artista scendeva giù dall'alto del palco appeso a dei cavi. Annalisa ha fatto la STESSA APERTURA, ma... uhmmm... non so voi, ma io ho sentito puzza di stuntwoman a causa di quegli occhiali a fascia che coprivano mezzo volto della cantante mentre era appesa lassù.
Ma anche se fosse così non sarebbe un male perché comunque anche gli stuntmen/women fanno parte dello spettacolo e anche BILLIE EILISH ha usato un trucchetto del genere al Coachella, per non parlare poi di Michael Jackson.
Insomma a quanto pare abbiamo un'altra nostra star che diventa internazionale come lo sono stati i Maneskin... ricordi i Maneskin? Si dai, quelli che conquistavano il mondo a suon di tette scoperte e stage diving.
Ecco, stavolta siamo in reggicalze, ok, ma c'è anche davvero tanto merito, tant'è che c'è anche la sua parodia al Gialappa's Show.