martedì 10 agosto 2021

RITORNO AL CRIMINE: SE UNA VOLTA TI VA BENE, NON È DETTO CHE LA CIAMBELLA RIESCA SEMPRE COL BUCO

 Finora Massimiliano Bruno mi aveva sempre divertito con i suoi film (si anche Boris Il Film), ma stavolta, forse perché ha deciso di fare un sequel, qualcosa scricchiola.


Ritorno al Crimine è infatti il seguito pari pari di NON CI RESTA CHE IL CRIMINE, dove là si citava il famoso film con Benigni e Troisi, mentre qui è palese il riferimento a Doc Brown e Marty McFly, con i nostri amici che vanno nel passato per modificare gli eventi e cercare di evitare la morte di un amico. E il film parte esattamente dove si fermava il precedente, cioè nello stesso modo in cui iniziava anche il secondo episodio della saga di Zemeckis, solo che gli americani, invece che nel passato, andavano nel futuro dove esistevano quei mitici skateboard volanti della Mattel che in realtà non sono mai arrivati. 
Andavano nel futuro anche se in realtà non ce ne sarebbe stato alcun bisogno perché le ripercussioni, i paradossi ci sono solo se cambi il passato, ma di questa incongruenza di sceneggiatura ne avevo già parlato QUI e, anzi, avevo anche già perdonato Robert nel santo nome dello spettacolo, mentre per assurdo è ben più plausibile la motivazione che viene data qui con Giallini, Gassmann e Tognazzi dove ci si ritrova persino con le stesse scene della famosa rapina del primo film

mascherati da Kiss e da ROCKETS, scene che si intersecano con il ritorno del trio in quel 1982 dove già c'erano stati, esattamente come si vedeva in Ritorno Al Futuro Parte II. 
Camei di Achille Lauro, Bruno Conti e Antonio Cabrini, e una Loretta Goggi particolarmente coatta che interpreta la Sabrina del primo film (che allora era Ilenia Pastorelli) ovviamente invecchiata. 
Qualche risata la si fa, ma davvero poche rispetto alle aspettative e alle possibilità che un'idea del genere poteva offrire. Anche la recitazione non si può dire perfetta, e salvo solo Buccirosso e la Goggi. 
Il che è davvero un po' pochino... 

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