Un disco con un grosso errore grammaticale può diventare un mito, un manifesto, anzi magari è proprio la canzone che ti fa pensare ai Rolling Stones.
Si tratta naturalmente di (I CAN'T GET NO) SATISFACTION, dove l'errore sta nel fatto che in una frase così si dovrebbe dire "any" satisfaction, sennò così com'è scritto si ha una doppia negazione che, come i prof. insegnano, porta ad un'affermazione.
Ma siamo nella musica ovvero la moderna poesia e certe licenze capitano anche adesso come nel singolo di Alfa con (di nuovo) un titolo errato, cioè A ME MI PIACE,
canzone che sfrutta un campione di Me Gustas Tu di Manu Chao e anche la sua partecipazione, e che, come canta il ragazzo genovese, detto così rende l'idea in maniera molto più efficace.
canzone che sfrutta un campione di Me Gustas Tu di Manu Chao e anche la sua partecipazione, e che, come canta il ragazzo genovese, detto così rende l'idea in maniera molto più efficace.
Ma torniamo invece alla band di Jagger & Richards (poiché sono loro gli autori di tutte le loro canzoni escluse le numerose cover) che il 4 giugno del 1965 vedeva pubblicato proprio quel singolo, però stranamente solo negli U.S.A., poiché la Decca (quella che si era fatta scappare i Beatles) stava già preparando un loro EP e l'uscita della canzone sul mercato avrebbe provocato un contrasto nella promozione.
Così per il Regno Unito tale uscita fu rimandata al 20 agosto.
Si racconta che dopo la pubblicazione e la conseguente scalata delle classifiche ci fu un enorme incremento della vendita del FuzzTone Gibson,
cioè l'effetto che Richards aveva usato sulla chitarra per creare quel particolare suono che, nella sua testa, doveva imitare delle trombe, e anzi le avrebbe volute sovraincise.
cioè l'effetto che Richards aveva usato sulla chitarra per creare quel particolare suono che, nella sua testa, doveva imitare delle trombe, e anzi le avrebbe volute sovraincise.
Andando ancora più dentro la canzone, come accadde per YESTERDAY scritta da Paul McCartney più o meno nello stesso periodo, anche Keith avrebbe sognato il riff mentre dormiva, così l'ha registrato in fretta su un nastro dopodiché si è riaddormentato e sullo stesso nastro sono rimasti 40 minuti del suo russare che magari potremmo ascoltare in qualche raccolta postuma della band dove ci cacciano dentro tutto quello rimasto nei cassetti tipo la Anthology dei (di nuovo loro) Beatles.
Fatto sta che quella canzone, che conta moltissime cover, è diventata la sigla finale dei concerti dei Rolling Stones che se non la fanno non li lasciano uscire vivi.
L'unica cosa da chiedersi adesso è se davvero in tutti questi anni qualche piccola soddisfazione non se la saranno tolta?
Io direi proprio che se la son tolta eccome...
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.