E alla fine, dopo aver visto cose che noi umani non possiamo immaginarci, Roy Batty ci ha lasciati per davvero. A 75 anni il suo interprete Rutger Hauer si è spento dopo una malattia, e, per uno strano scherzo del destino, proprio nello stesso anno in cui muore il suo personaggio nel film. Certo non è stata la sua unica interpretazione cinematografica quella in Blade Runner. Lo ricordiamo naturalmente anche in Ladyhawke di Donner e ne La Leggenda Del Santo Bevitore di Olmi, ma quello del replicante che voleva semplicemente vivere una vita come gli esseri umani veri è diventato il vero simbolo del film di Scott, una spanna più sopra di Harrison Ford se andiamo a vedere, grazie anche alla famosa frase finale che ormai viene ricordata al pari dell'incipit della Divina Commedia dantesca (esagero, si, ma nemmeno troppo) e che Rutger personalmente modificò rispetto a quella prevista dal copione rendendola molto più d'effetto. Al punto che si narra di un applauso sul set dopo che lui la recitò in scena sotto la pioggia. Frase che finiva con "Time to die". R.I.P.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
BLACKOUT - LE VERITÀ NASCOSTE (E ALLA FINE NEMMENO RIVELATE DEL TUTTO)
Ecco tornato Blackout con la seconda stagione terminata appena in tempo la settimana scorsa, che in questa non ce n'è più per nessuno c...

-
Da qualche tempo YouTube, che forse mi conosce perché cerco spesso gruppi che propongono cover di brani suonati bene e probabilmente mi ha ...
-
Un po' tutte le città più importanti sono state citate nelle canzoni e in particolare la città di New York ha avuto due testimonial d...
-
Serie tv vintage e british questa George & Mildred, che è lo spinoff di Un Uomo In Casa, altra serie da non confondere con il remake am...
-
È vero, c'è stata tanta musica nei post questa settimana, a volte legata al cinema e a volte non direttamente, ma tant'è... Si vede...
-
Su Prime Video c'è l'ennesimo programma dove i vip si mettono in gioco e stavolta si chiama Red Carpet - Vip Al Tappeto. Nonostante...
-
Oggi sarò un po' meno trash poiché cadono in questo giorno i vent'anni della scomparsa di Arthur Miller, drammaturgo statunitense c...
-
Christian Baciotti, ma in arte solo Baciotti, è un musicista francese dalle sopracciglia importanti e dai caratteristici stivali alla pes...
-
I Boney M sono un altro gruppo vocale che mi piaceva un sacco, ma proprio tantissimo verso la fine degli anni 70, gruppo del genere "d...
-
Ecco tornato Blackout con la seconda stagione terminata appena in tempo la settimana scorsa, che in questa non ce n'è più per nessuno c...
-
Ecco una serie tv della BBC nata con intenti particolari, "Slim John", in cui oltre al racconto fantascientifico con androidi alie...
Quanta tristezza ç_ç
RispondiEliminaMa ci fa piacere ricordarlo così. Certo sarò stato banale nel ricordarlo come Roy Batty, però per me è lui il vero buono del film, anche se qualche cattiva azione la fa, ma è tutto ricondotto al suo desidero di vivere una vita normale, quindi di sopravvivere al killer che gli dà la caccia, cioè Deckard. Per come è strutturato il film però si empatizza con Harrison Ford (vuoi anche perche per noi è quella canaglia di Han Solo). Solo in un secondo momento, a mente fredda ti rendi conto di come siano ribaltati i ruoli.
RispondiEliminaE se anche Rick Deckard fosse vittima di un "programma"? 😉
RispondiEliminaComunque io ricorderei il buon Rutger anche per Detective Stone, Sotto massima sorveglianza (che voglio rivedere da una vita ma non riesco a ritovarlo da nessuna parte!!!): lo so, sono due flopponi e di serie infima, ma mi piacevano tanto!!
So della loro esistenza, ma mai visti. Comunque Deckard dovrebbe essere un replicante "sbloccato" secondo molte ipotesi
RispondiEliminaAhaha se ti capita guardali!
EliminaSi, riguardo a Deckard infatti la mia era una "provocazione" che avevo letto in giro 😉
Per il resto, io sto con Daryl Hann....coi replicanti!!
Di quei film tamarri ne ricordo uno con Dolph Lundgren: ARMA NON CONVENZIONALE. Ricordo che mi era piaciuto
EliminaSiii ahaha col ciucciacervelli con gli occhi bianchi!!
Elimina