Nei giorni scorsi sulle testate web si è parlato di Amici Miei,
il capolavoro di Mario Monicelli, come se fossero caduti i suoi 50 anni riportando che fosse uscito il 15 agosto del 1975, ma per molti quella data non tornava poiché, come anche per sottoscritto, la mente andava a collocare il film in un periodo ben più freddo, perfettamente in tema con le immagini che vedevano incapottati i protagonisti.
E infatti nelle sale normali noi lo vedemmo nell'ottobre del 1975, mentre quella ferragostiana era stata un'anteprima dedicata alle sole arene estive che in realtà non erano moltissime.
Anzi, per dirla tutta, la pellicola era stata ancora prima presentata il luglio precedente al Festival Di Taormina, dove qualcuno, viste certe scene, dialoghi e situazioni dal gusto un po' piccante, pensò di mettere al film un divieto ai minori di 14 anni.
Cosa che a Monicelli diede fastidio, ma tutto sommato forse portò un po' di pubblicità in più per quella legge che il proibito è sempre più stuzzicante.
E cosa di cui il film in realtà non aveva alcun bisogno perché ormai a mezzo secolo di distanza (senza divieti adesso) si è decretato che questo rimane uno dei capolavori del cinema italiano, e pellicola che nasce da un soggetto di Pietro Germi, il quale avrebbe anche dovuto dirigere il film, ma le sue condizioni di salute non lo permettevano, così passò la mano a Mario e infatti, se leggete i titoli di testa che passano mentre Philippe Noiret termina la sua nottata di lavoro alle sei del mattino in un'apertura per il momento triste con la voce narrante e doppiante di Renzo Montagnani, si legge "un film di Pietro Germi" e subito dopo "regia di Mario Monicelli" giusto per dare a Cesare (o a Pietro) quel che è di Cesare.
Le zingarate, le supercazzole, gli schiaffi ai finestrini del treno (amplificati come nei film di Spencer & Hill), l'Italia di un tempo, tutto ciò fa di Amici Miei un capolavoro che, a distanza di anni, lo segui ancora anticipando le battute di Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Philippe Noiret, Gastone Moschin e Duilio Del Prete (sostituito nei sequel da Renzo Montagnani) come se fossi alla proiezione del Rocky Horror Picture Show.
Non parliamo invece dell'orrendo prequel firmato da Neri Parenti, che è meglio...
Non parliamo invece dell'orrendo prequel firmato da Neri Parenti, che è meglio...
Una curiosità sul ruolo del conte Mascetti che stava a pennello addosso a Tognazzi, ma in realtà in un primo momento era stato proposto a Marcello Mastroianni che lo rifiutò come fece anche Raimondo Vianello, non per tale personaggio però.
Insomma un film che è stato un vero colpo di genio e per spiegare cos'è il genio ho riportato nel titolo del post le parole del Perozzi che parla in voice over del Necchi e prese da Amici Miei nella micidiale scena del bimbo sul vasino.
Si, questo è il genio!
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.