Il 7 AGOSTO, nel lontano 1971, è diventato anche il titolo di una canzone contenuta in Amore E Non Amore, album di Lucio Battisti noto anche per quella copertina che mostra lui in una mise hippie e con nudo di donna, ma messa laggiù sullo sfondo dato che non stiamo parlando di un disco di Gil Ventura o Fausto Papetti.
Non essendoci un testo da cantare, il titolo wertmulleriano completo del brano, come quelli di altri tre pezzi interamente strumentali del disco, era stato inventato da Mogol basandosi sulle sensazioni che gli dava la musica, ed era "7 agosto di pomeriggio. Fra le lamiere roventi di un cimitero di automobili solo io, silenzioso eppure straordinariamente vivo".
Con l'intenzione di portare significati ambientalisti, tale titolo racconta che, nella stagione in cui la natura si risveglia, il protagonista si trova invece in mezzo ad un panorama arido e morto, quello di uno sfasciacarrozze. Il silenzio e la calura enfatizzano la sensazione di un ambiente privo di vita ed ostile ad essa, in cui l'unica eccezione è il protagonista; il solo fatto che sia vivo deve apparire straordinario.
E, dato che sta tornando il caldo afoso, come dicono le previsioni, oggi questo brano pare quanto mai adeguato come colonna sonora. Lucio, come si può sentire, sperimentava già nel 1971 (non c'era bisogno di aspettare gli album con Panella) come confermerà anche tre anni dopo in Anima Latina, altro suo disco dove i suoni contano più delle parole, ed aveva anche diretto personalmente l'orchestra di 25 elementi che esegue il finale del brano.
Noo... Queste non erano solo canzonette.
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.