venerdì 7 luglio 2023

UN FAREWELL TOUR DAVVERO LUUUNGO PER ELTON JOHN

 Ormai è ufficiale che Elton John abbia deciso di dare l'addio alle scene, ma lo sta facendo con un tour che sembra non terminare praticamente mai dato che sono ormai tre anni abbondanti che gira gli stadi, e l'estate scorsa era passato anche da Milano proprio la sera che a Londra invece si festeggiava il GIUBILEO DELLA REGINA e per tale motivo non ha potuto esser presente alla grande festa.


In effetti adesso sarebbe stata definita la data finale del tour che dovrebbe essere quella di domani a Stoccolma, ma sappiamo che il nostro amico ha già passato una data molto importante perché ha tenuto l'ultimo concerto nel Regno Unito, con ospiti d'eccezione, lo scorso 25 giugno al festival di Glastonbury sul Pyramid Stage dove anche erano passati i Rolling Stones ancora quando c'era CHARLIE, con la differenza che loro invece di dare l'addio non ne hanno nessuna voglia. 
Certo il buon Reginald Kenneth Dwight ha una certa età ormai e ultimamente fra il bellissimo ROCKETMAN e le collaborazioni con Dua Lipa e BRITNEY SPEARS, nonché il suo spiritoso cameo in Kingsman Il Cerchio D'oro continua a far parlare di sé. 
Insomma, addio si, ma per ora non si ferma manco a riprendere il fiato per CANTARE.

Certo la voce non è più squillante come una volta, ma al pubblico piace perché è sempre quel personaggio sopra le righe che ha scritto la colonna sonora della tua vita e ti ci senti legato. 
E comunque ha già detto che anche dopo l'ultima data potrebbe essere che qualche sporadico live lo faccia ancora. Ma d'ora in poi con molta calma. 

giovedì 6 luglio 2023

ALE & FRANZ: ROSIKO SHOW (SEMPRE LA STESSA MINESTRA NO, DAI)

 Quando un'idea funziona, non è detto che reiterarla all'infinito porti sempre dei buoni risultati.


È quanto succede infatti con Rosiko Show, con Ale E Franz e alcuni ospiti che si prestano ad un gioco palesemente pilotato dove non conta vincere, ma piuttosto conta non perdere perché chi perde subirà una penitenza schifosa, e dove tutti ricevono dei suggerimenti da un personaggio esterno, come accadeva con Buona La Prima.

Solo che allora era una novità e non c'era il tema della competizione, ma solo una rappresentazione improvvisata su un palco davanti al pubblico. 
Si ridacchia, ma molto poco. 
Su Prime Video. 

mercoledì 5 luglio 2023

REBEL IN THE RYE: QUEL TITOLO CHE NON PIACE A NESSUNO

  Rebel In The Rye, tradotto in italiano sarebbe Ribelle Nella Segale, che forse non è esattamente un titolo che ti fa correre a guardare un film.


Film del 2017 che in realtà si chiama così perché è come un lungo backstage sulla gestazione de Il Giovane Holden di J.D. Salinger, libro che più o meno tutti abbiamo letto ai tempi di scuola e che racconta delle vicissitudini del giovane Holden Caulfield, ma il cui titolo originale sarebbe Catcher In The Rye, ovvero L'Acchiappatore Nella Segale, anche qui un titolo ben poco interessante a meno che tu non faccia qualche strana associazione mentale che ti porti a pensare a qualcosa tipo I Figli Del Grano di Stephen King. 
E invece siamo da tutt'altra parte perché il libro è un romanzo di formazione del giovane Holden (appunto) con tutti i suoi dubbi e domande su dove diavolo andranno le anatre del laghetto quando d'inverno questo ghiaccia, e scena che viene proposta anche nel film dove invece a farsi quella domanda è proprio lo scrittore. 
Ed è sempre lui che racconta la genesi del titolo del libro, titolo che deriva da un sogno che ha fatto lui, cioè Salinger che è interpretato da Nicholas Hoult di nuovo alle prese con uno scrittore dopo il biopic molto discusso su TOLKIEN
Qui le cose vanno un pochino meglio nel raccontare la vita di Salinger traumatizzato dal periodo trascorso al fronte durante lo sbarco in Normandia dove, da un giornale apprende che la sua fidanzata diciottenne Oona si è appena sposata con quell'anziano di Charlie Chaplin dopo che, prima di partire, si era sentito dire da lei "ti aspetterò". 
Cose che ti segnano più dei bombardamenti e dei cadaveri dei commilitoni.

Nicholas, come nel caso di Tolkien, non somiglia per niente a Salinger però fa del suo meglio per entrare nella parte, diventando però a volte molto simile a Tom Cruise in certe espressioni del viso, e l'ho notato in particolare nella scena in cui litiga con il suo insegnante nella caffetteria.


E se avete presente Salinger, di Tom Cruise non aveva proprio nulla, semmai in lui ci vedo più qualcosa di Nicolas Cage che, avesse avuto solo un po' di anni di meno, sarebbe stato perfetto con il suo modo di recitare schizzato. 
Se il film funziona si deve dire grazie anche agli ottimi comprimari come Kevin Spacey, l'insegnante di cui parlavo sopra, prima che venisse travolto da tutti quei problemi che sappiamo e dai quali è stato di recente scagionato, Victor Garber nel ruolo del padre di J.D. e Sarah Paulson, futura Mildred Ratched in quella SERIE TV, qui nella parte di un'editrice che crede in lui. 
Non è forse un film memorabile anzi pare più un prodotto per la tv, e difatti in Italia è arrivato solo nel 2019 in home video, ma perlomeno scorre bene e magari non vi stupirete quando un vostro amico vi parlerà dei pescibanana... 

martedì 4 luglio 2023

BLACK MIRROR 6: L'HAI VOLUTO TU

 Black Mirror torna su Netflix con la sesta stagione che francamente si è fatta attendere un bel po', e stavolta parte concentrandosi sulle piattaforme streaming inventando una fantomatica Streamberry con tanto di "tudum" e logo identici a quelli di Netflix.


Il primo episodio Joan È Terribile è, a dispetto del titolo, invece divertentissimo con Salma Hayek da wow che fa se stessa (perlomeno pare, e ci sono anche Michael Cera e Kate Blanchett, ma...), ed ha come l'intenzione di farci la morale suggerendo di frenare un po' quando per la fretta accettiamo le condizioni delle pagine web senza stare tanto a leggere cosa diavolo c'è scritto in caratteri piccoli e l'unica cosa che cerchiamo è dove cliccare. 


Se lo avete già visto quel primo episodio potete capire al volo la GIF di Pintus qui sopra, sennò tranquilli che, quando lo vedrete, vi tornerà in mente, accetto scommesse. 
Il secondo episodio Loch Henry è invece letteralmente terrificante e viene come collegato al primo perché lo si vedeva presentato sul menu di Streamberry mentre Joan sceglieva cosa guardare. 
Il gusto della citazione non manca e dico solo che l'entrata del protagonista nel pub pare la scena pari pari di quando Han Solo incontra nuovamente Lando Calrissian dopo tanto tempo in L'Impero Colpisce Ancora.


E poi si cita direttamente Netflix e lo stesso Black Mirror delle stagioni passate con un Junipero buttato lì nella mischia. 
Se poi non avete mai visto Bergerac, che in Italia era trasmesso come L'Asso Nella Manica, magari potreste pensare che sia una serie fittizia inventata per l'episodio, e invece esiste davvero con John Nettles come protagonista.

Nel terzo, lunghissimo episodio, quasi un film, come anche l'ultimo che ha addirittura i titoli di testa vintage, ci ritroviamo Jesse Pinkman, ovvero Aaron Paul che ora fa l'astronauta, e, per via della lunga durata della missione nell'ordine di anni, ha la possibilità di stare insieme alla sua famiglia sulla terra, come anche il suo collega, grazie a dei replicanti perfetti con i quali si collegano dallo spazio, ma a qualcuno sta cosa "contro natura" non va giù. 
Episodio che fa venire il magone pure a me, pensa te, ma che in realtà non decolla mai, nemmeno sul finale agghiacciante. 
E via così lungo altri due episodi dove si punta il dito anche sui paparazzi e il prezzo della celebrità (e John Landis), e su una fine del mondo imminente da scongiurare con l'aiuto di un demone (e i BONEY M!) ed un'altra autocitazione all'episodio White Bear di molto tempo fa.

Qui si, magari rispetto agli inizi, il Black Mirror in questione (cioè uno schermo di un dispositivo spento cioè nero) potrebbe sembrare meno presente del solito, e invece ad una più attenta analisi quello specchio nero, quel display c'è eccome perché, in effetti, potrebbe essere la tua stessa tv quel Black Mirror. 
Fatto sta che parecchie persone hanno decretato che, a parte il primo episodio top, questo non è più il Black Mirror che conoscevano (il che è vero se ricordate il Primo Ministro con la scrofa) lanciandosi in polemiche a tutto andare (il secondo pare più sullo stile di American Horror Stories, solo che è British), che tanto oramai lo sappiamo che come fare una serie lo decide il pubblico e un supercomputer che, grazie ad un algoritmo, prende nota dei gusti delle persone che navigano su internet, si, proprio come in quel primo episodio che abbiamo appena visto... 
Ma allora a sto punto capisci che la trovata geniale c'è perché, in pratica, ti è stato appena messo davanti un catalogo di trame diversissime fra loro e tu, spettatore, discutendone sui forum, sui social e sui blog stai dando inconsapevolmente una votazione al prodotto. 
Così ci pensi bene e ti ricordi di quella volta che hai parlato proprio di come gli sceneggiatori si inventano le trame per Netflix, oppure del found footage o di androidi.

E nel frattempo, mentre guardi perplesso lo schermo nero della tua tv appena spenta, l'algoritmo ha già preso appunti per la settima stagione...
Tudum! 

lunedì 3 luglio 2023

AIR - LA STORIA DEL GRANDE SALTO (OVVERO COME LA NIKE HA "FATTO LE SCARPE" ALL' ADIDAS)

 Da piccolo i miei genitori ci han provato in tutti i modi a farmi fare sport in maniera seria, prima col calcio dove ad ogni tiro la palla andava dove voleva lei, poi col basket dove dovevi palleggiare e tenere d'occhio gli avversari così mi portavano sempre via la palla (ma sui tiri liberi andavo abbastanza bene), poi col canottaggio che non era male però dopo un po' uff pure quello.


Ora finalmente ho trovato un buon rapporto col fare lunghi tratti a piedi (con musica in cuffia) oppure in bicicletta come JOVANOTTI (beh... un po' meno di lui), per cui di un film dove si parla di basket non dovrebbe fregarmene più di tanto.

Ma Air ti mostra il basket in campo solo attraverso schermi tv e per pochissimi istanti poiché tutta la vicenda verte invece su Sonny Vaccaro (Matt Damon) che si sbatte da matti per convincere Michael Jordan (che non vedi mai in volto) a diventare testimonial della Nike con una scarpa che porta il suo nome

nonostante lo sportivo avesse dichiarato che quella marca proprio non gli andava a genio e di avere invece una spiccata preferenza per le Adidas. 
Dai e dai, anche con l'intervento della madre di Michael (Viola Davis)

l'affare andrà finalmente in porto, ma con una condizione dettata dalla signora Jordan, cosa mai avvenuta prima nelle sponsorizzazioni, creando un precedente, e non sto spoilerando nulla perché le Air Jordan esistono e magari le avete pure acquistate e consumate.

Ben Affleck recita e dirige mettendo nel film tutta una serie di canzoni che ogni volta che partivano mi hanno fatto fare ooh (si, come i bambini di Povia) essendo prese tutte dall'AOR che girava sulle radio in quel periodo, partendo da Money For Nothing dei Dire Straits sui TITOLI DI TESTA con immagini velocissime di tutto quello che era il 1984 (anno di grazia in cui è ambientata la vicenda), dai Band Aid a Supercar, da Axel Foley ai Ghostbusters.

Quindi non un film sportivo, ma di business e tutto dialogato a raffica che ti passa in un attimo, anche perché il tono è divertente poiché rimane sempre molto leggero e in più la durata rimane sotto le due ore. 
Un prodotto Amazon Studios, quindi su Prime Video.

domenica 2 luglio 2023

IL GATTOPARDO: A QUEI TEMPI NON SI DISCUTEVA ANCORA SE ERA MEGLIO IL LIBRO O IL FILM

 Ci sono dei film vintage che, non te lo aspetteresti mai, ma fanno parte di me ed uno di questi è Il Gattopardo, pellicola che quest'anno compie ben 60 anni essendo del 1963 (precisamente usciva il 28 di marzo), diretto da Luchino Visconti, tratto dall'omonimo romanzo di G. Tomasi di Lampedusa che mi era stato dato da leggere come compito delle vacanze quando andavo alle medie (ecco spiegato il mio legame), ed è considerato, a ragione, uno dei capolavori del cinema italiano ed internazionale.

Il film, che ho poi recuperato in tempi più recenti e di cui è in arrivo un remake di Netflix ad episodi (mah...) con Kim Rossi Stuart, racconta la storia del principe Don Fabrizio Corbera di Salina, un nobile siciliano che vive durante il periodo del Risorgimento italiano, quando il Regno delle Due Sicilie viene soppresso e l'Italia viene unificata.


Don Fabrizio è inizialmente scettico nei confronti dei cambiamenti politici e sociali che stanno avvenendo, ma capisce che è necessario adattarsi ai nuovi tempi e accettare il cambiamento, e da qui arriva la frase famosa del film, cioè "se vogliamo che tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi", ovvero è la fine di un'epoca e la fine della nobiltà siciliana, che viene soppiantata da una nuova classe borghese.

La pellicola ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1963 e, come spesso accade, la scelta del cast fu molto controversa poiché Visconti voleva inizialmente l'attore francese Jean Marais (FANTOMAS) per il ruolo del principe Salina, ma la produzione insisteva per avere un attore italiano, e infatti alla fine fu scelto... Burt Lancaster, cioè il terzo che gode fra i due litiganti e che di siciliano non ha nulla, ma il doppiaggio di Corrado Gaipa (che voce mitica) farà il resto.

Anche la scelta di Alain Delon per il ruolo di Tancredi creò polemiche, poiché l'attore, per quanto fosse palesemente bello, non aveva ancora dimostrato le sue capacità recitative e tale situazione a me ricorda come era visto Al Pacino sul set de Il Padrino, vicenda raccontata in THE OFFER.

È un film girato interamente in Sicilia, tra Palermo e Catania anche con parecchie difficoltà logistiche per la produzione, molto costoso per l'epoca, con un budget di 500 milioni di lire e, fra le scene da ricordare, c'è sicuramente quella della festa al palazzo del principe Salina con la splendida Claudia Cardinale, e scena in cui, per realizzarla, Visconti impiegò 150 comparse, 50 ballerini e 20 musicisti, mentre è famoso il cameo (poco più di una comparsata) dell'allora poco conosciuto Mario Girotti che più avanti diventerà Terence Hill.

In chiusura voglio ricordare anche la scomparsa di Alan Arkin a 89 anni, che iniziava la sua carriera cinematografica poco prima dell'uscita di questo film interpretando nel 1968 pure un Ispettore Closeau apocrifo ne L'Infallibile Ispettore Closeau? (a volte scritto senza il punto interrogativo), cioè senza la regia di Blake Edwards e le musiche di Henry Mancini, dopo che Peter Sellers lo aveva già impersonato nel 1963.

Alan dopo molti ruoli comici aveva pure dimostrato di avere anche talento drammatico in pellicole di tutt'altro genere, tornando poi alla ribalta dopo tanto tempo in Edward Mani Di Forbice. 
Personalmente lo ricordo anche in Io E Marley, Little Miss Sunshine, AGENTE SMART CASINO TOTALE e L'INCREDIBILE BURT WONDERSTONE.

Goodbye Alan. 
 

sabato 1 luglio 2023

LE CANZONI SEGRETE DI PAUL MCCARTNEY

 In questo periodo in cui si parla del "nuovo" DISCO dei Beatles a cui sta pensando Paul McCartney, lo stesso musicista ha parecchia roba da solista rimasta lì, mai pubblicata, come quell'album che nel 1987 sarebbe dovuto uscire con il titolo RETURN TO PEPPERLAND che ti rimanda ai tempi del Sottomarino Giallo, dei Biechi Blu, e di tutto quel mondo animato del famoso FILM del 1968.

In realtà di quel materiale che avrebbe composto l'album, realizzato con Phil Ramone, si salva veramente molto poco tipo la title track qui sopra che è la classica marcetta vintage alla Paul e la prima versione di THIS ONE,

canzone che, risuonata, più avanti farà parte come singolo di Flaming Pie, ovvero tutta un'altra storia dal punto di vista della qualità. 
Inoltre quel materiale si presenta estremamente disomogeneo probabilmente perché registrato in moltissime sessioni e con musicisti sempre diversi e forse anche per questo risultato è rimasto un disco mai pubblicato. 
Basta ascoltare quelle altre robe veramente inutili che contiene la tracklist come LOVE MIX 

e se ne può avere un idea chiara; oppure ancora più chiara ascoltando la pseudo caraibica ATLANTIC OCEAN.

Ma in fondo è una cosa normale per un musicista registrare materiale in quantità superiore a quella che richiede un album completo, poiché alla fine si va a scegliere solo quello che è venuto meglio dato che, nel mucchio, qualcosa di buono ci sarà di sicuro. 
Purtroppo però, e lo abbiamo già visto in diversi casi, dopo la scomparsa dell'artista, saltano fuori dai famosi cassetti quei dischi mai pubblicati che invece di rendere omaggio sono quasi un insulto alla persona. 
Perciò per questo motivo auguro lunga vita a Paul. 

8 SETTEMBRE 1955: NASCE IL DUCK WALK

 Si,  è vero, Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd e tutti gli altri che occupano un posto nel mio cuore avranno sì definito i canoni del roc...