sabato 13 aprile 2024

ATTO SECONDO PER BEYONCÉ, E ALTRE NUOVE USCITE DISCOGRAFICHE

  Ecco... suppongo in tutta modestia che Beyoncé probabilmente abbia letto (si, credici) la mia CRITICA NEGATIVA sul suo precedente Renaissance, ed ha ora ha prontamente recuperato sfornando Cowboy Carter, ovvero un disco completamente diverso,


seppure lei lo consideri come un secondo capitolo di una trilogia della sua rinascita sottolineato dai "II" disseminati nei vari titoli delle canzoni come AMERICAN REQUIEM che diventa AmerIIcan,

o la cover dei Beatles BLACKBIRD rinominata BlackbIIrd, il che, specie se ami i 4 di Liverpool, suscita un po' di fastidio quando lo si legge, ma dato che Paul McCartney (autore del brano anche se per convenzione era firmato anche da Lennon) si è complimentato con la cantante per la sua versione direi che è tutto a posto e perlomeno all'ascolto stavolta le canzoni sono una vera delizia per le orecchie.

Beyoncé infatti stavolta si è affidata al country, anzi al country-soul, che magari in Italia non è molto popolare, mentre in America va tuttora di brutto, e per farlo ha chiamato anche una manciata di ospiti, ma sono pochi i veri duetti fra i quali quelli con Miley Cyrus e Post Malone, mentre i super veterani Willie Nelson, Linda Martell e Dolly Parton, come se fossero dei dj di una radio texana, introducono semplicemente delle canzoni di cui una è la famosa Jolene della country-lady per eccellenza che tra le altre cose aveva dichiarato da tempo che le sarebbe piaciuto molto se anche Beyoncé ne avesse fatto una COVER.

Ed eccola accontentata la Dolly con anche una personalizzazione/aggiornamento del testo per mano della cantante. 
C'è qualcosa che a tratti va un po' fuori tema, se proprio vogliamo cercare un filo conduttore e un pelo nell'uovo, ma perlomeno stavolta c'è tanta melodia e passione, cosa che secondo me mancava totalmente nel disco precedente tutto tecnica e basta. 
Anche la copertina che ho postato lassù in alto, riprende quella di Renaissance, ma con un po' più di vestiti addosso, anche qui una chioma alla Lady Godiva, ma platinata, ed un chiaro riferimento nei colori alla cultura a stelle e strisce come sottolineato anche dal singolo (il terzo estratto) attualmente in rotazione radiofonica TEXAS HOLD 'EM.

Adesso sono curioso di scoprire come sarà il terzo capitolo e su quali territori si muoverà in futuro Beyoncé. 
Altra star con all'attivo un nuovo album fresco fresco dal titolo Eternal Sunshine è Ariana Grande, molto più giovane di Beyoncé, ma con le idee chiare su come fare un disco pieno di sussurri sexy tipo Mariah Carey e un paio di pezzi dance di cui uno già uscito mesi fa che pare una vera e propria citazione/cover/omaggio di Vogue di Madonna e sto parlando di YES, AND?

Non si tratta certo di plagio perché sarebbe troppo sporca la cosa e poi Madonna e Ariana sono molto amiche intime. 
Bello il disco, ben confezionato, ma se devo scegliere fra le due stavolta vince Beyoncé. 
E vince anche su Il Volo che nel loro nuovo Ad Astra cercano di darsi un'immagine più pop (era nata da questa dichiarazione quella famosa lite in diretta radiofonica che minacciava lo scioglimento) chiamando come ospite in SATURNO E VENERE persino Irama che canta a modo suo tutto stretto nella mascella (anzi forse più del solito)

mentre i tre tenoretti in netto contrasto come per fargli vedere come si canta e percularlo, spalancano le ugole senza ritegno alcuno con grande tecnica, ma ancora con poca simpatia. 
Eh... c'è da lavorarci su come ha fatto Marco Mengoni che da artista sussiegoso e distaccato adesso è diventato un mattacchione che non ti dico.
Tuttavia fra le altre canzoni contenute nel disco ho apprezzato molto OPERA.

C'è anche roba molto cattiva fra le nuove uscite ed uno che mi ha davvero colpito, anche se non è proprio per niente il mio genere, è Kid Yugi con un disco dal titolo esplicativo perché si chiama I Nomi Del Diavolo ed è un concept album pieno zeppo di featuring tutto giocato su Satana e omonimi tipo il brano che apre il lavoro che si chiama L'ANTICRISTO.

Da prendere con le pinze perché explicit nel linguaggio come avvisato sulla copertina, e anche molto trap-rap-hip hop, tanto che di primo acchito viene d'istinto evitarlo, ma ad un secondo ascolto, analizzando meglio i testi, e cercando di superare il modo arrogante di parlare del rapper tarantino, appunto da rapper, lo trovi persino geniale, perlomeno nel suo genere. 
Non andrei di sicuro ad un suo concerto, ma è meno peggio di tanta roba. 



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