venerdì 25 ottobre 2024

TRA SUPERTRAMP E RENATO ZERO, CHI SI METTE IN MEZZO?

 Questa settimana, tra Paul McCartney e musical, c'è stata tanta musica nei post, così come ce n'è anche oggi, perché proprio oggi compie 50 anni il terzo album dei Supertramp dal titolo Crime Of The Century.


Il duo compositivo Hodgson-Davies in quel periodo stava andando a gonfie vele verso quello che in pochi anni sarà il loro più grande successo commerciale e molto più pop, ovvero Breakfast In America che distava da questo ancora due dischi di mezzo. 
Qui invece l'atmosfera è ancora pregna di quel progressive portato in Italia dai vari Genesis, Yes, E.L.P. eccetera, e genere, nel caso particolare dei Genesis, che stentava a decollare in patria coperto com'era dal fenomeno punk. 
Ci vorrà l'apprezzamento dei nostri compatrioti per far capire agli inglesi che anche questa è musica, anche se non la ascolti necessariamente in un pub dove ne esci sverso di birra. 
Chicca del disco che si apre con SCHOOL, che ho postato lassù in alto, è la canzone DREAMER

che il nostro amico Renato Zero, nel suo Zerofobia, aveva fatto diventare SGUALDRINA cantandola con quella sua voce roca grossa che usava all'epoca, in netto contrasto con il makeup e i costumi sfavillanti, ed esattamente al contrario dell'originale che si fregiava invece del famoso falsetto spinto di Roger Hodgson.

Due versioni molto differenti nel testo, ma musicalmente identiche, che a me piacciono entrambe e, anzi, devo confessare di aver conosciuto per prima la cover fatta da Renatino perché di Zerofobia avevo la cassetta che girava di brutto nel mio Philips K7. 
Si, perché era lo stesso album di Mi Vendo e Il Cielo...
E nello stesso anno di Renato, anche Mia Martini non ti fa pure lei una cover dei Supertramp?

Dal loro album del 1977 Even In The Quietest Moment che conteneva infatti il singolo GIVE A LITTLE BIT, la nostra indimenticabile cantante, come lato B di Per Amarti, canzone che porta il testo di Bruno Lauzi e la musica di Maurizio Fabrizio, pubblica la sua versione in italiano di quello stesso singolo della band inglese che diventa, grazie ad Ivano Fossati, SE FINISSE QUI.

E scusa se è poco... 

2 commenti:

  1. All'epoca tanti sorcini, compresa la mia ex, neanche immaginavano che Sgualdrina non fosse farina del sacco di Renatino, anche se gli accrediti apparivano regolarmente in copertina.. ma figurati se le panteganine si prendevano la briga di controllare.. certi incredibili e leggendari gruppi dell'epoca, hanno sfamata decine di generazioni inconsapevoli.. ;)

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    1. Le cover italiane sarebbero un'infinità, alcune discutibili, altre ben fatte come queste due.
      E a volte è capitato anche il contrario tipo con Mick Ronson, glorioso chitarrista di Bowie, che ha rifatto in inglese Baglioni e Battisti.

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Tengo sempre pronto il blaster.

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