Lo devo dire subito: sentire parlare Mastandrea nei panni dell'ispettore Ginko mi ha fatto sorridere perché la sua voce fa pensare subito all'Armadillo della serie di ZEROCALCARE, e non credo proprio di essere l'unico ad avere avuto tale impressione, al punto che ti aspetti prima o poi una frase in romanesco, invece no, inflessioni dialettali per fortuna non se ne sentono (quasi).
Valerio si trattiene bene, per cui su questo ci si può anche passare sopra, cosa che invece mi riesce difficile con Luca Marinelli che è perfetto sotto la maschera (riletta in stile fetish bdsm) del Re del Terrore con inquadrati solo i suoi occhi di ghiaccio, ma poi al naturale leccato con la brillantina alla Rodolfo Valentino mi perde tutto il carisma, anzi succede già quando viene ripreso di profilo per la verità con sta "pinna" che si ritrova;
cioè mi fa un po' l'effetto Adam Driver in Star Wars con il suo nasone, ecco... cioè temibile sotto la maschera di Ky Lo Ren, ma a viso scoperto... Ehm...
Di Miriam Leone bionda nei panni di Eva Kant invece posso solo che parlarne bene; boh sarò di parte, ma è così, seppure anche la sua recitazione sia appena appena sopra alla media da soap opera che presenta in generale questo film.
Qualcuno guardandolo potrà pure dire che non sono credibili tutte le scritte in italiano che si leggono sui palazzi e sui cartelli, come Polizia Di Clerville, e sulle insegne delle banche come sui documenti, è vero, ma nei fumetti delle sorelle Giussani era esattamente così, perciò almeno da questo punto di vista nel loro film, rinviato più volte a causa della pandemia, i Manetti Bros. sono stati fedelissimi, al contrario delle riletture di certi Batman dove Gotham City, per eccesso di realismo diventava una metropoli americana come le altre.
Alla fine dei conti però, pare strano dirlo, ma pareva più azzeccato il primo film su
DIABOLIK che aveva diretto Mario Bava, con John Phillip Law preso da
BARBARELLA e gli ambienti che parevano ideati da Ken Adam, e con tutte le sue licenze pop che possono far discutere senza dubbio, perché anche si distaccava davvero troppo dal fumetto, però intanto era un film che viveva il suo tempo (si, come una canzone dei Litfiba) e non lo doveva ricreare con una finzione scenica, anche se quella dei Manetti è davvero molto ben realizzata nei dettagli tipo degli abiti, delle auto d'epoca e degli arredamenti: per dire, l'arrivo di Claudia Gerini alla Banca Centrale di Ghenf pare esattamente un film degli anni 60, e infatti da quel punto di vista è un piacere per gli occhi come la fotografia sempre perfetta.
Invece quei dubbi, di cui sopra, su Marinelli io li avevo espressi già dal primo giorno in cui è trapelata la notizia del suo ruolo, ma mi dicevano tutti che Luca è bravo, che è adatto, che Lo Zingaro di Lo Chiamavano Jeeg Robot spaccava, ecc, ecc...
Si nel film di Mainetti ok, si mangiava la scena, ma io mi ricordavo ancora il suo DeAndré televisivo che m'ha fatto rabbrividire perché Fabrizio con l'accento romano nun se poteva sentì, mortacci sua, ma perlomeno pe' Diabbolik... pardon, Diabolik, anche lui cerca di perdere quasi del tutto tale particolarità regionale tranne in un paio di momenti tipo il primo dialogo a viso scoperto con Eva che mme pareva de vedè Francesco Totti co' Ilary Blasi.
Cioè, fratelli Manetti, mi ricreate minuziosamente il fumetto nei minimi particolari, tanto che certe scene ricalcano le tavole originali, e questa è una nota di merito, ma poi mi cadete proprio sul protagonista?
C'è qualcosa di non molto chiaro sotto, un mistero così torbido che solo il vero Diabb... eddaje... Diabolik potrebbe venirne a capo ed uscirne vincitore, mentre qui nel film invece ci troviamo solo davanti ad una specie di cosplayer che mme sta a recità pure male.
Quindi cose buone ce ne sono, ma anche tante altre che potevano essere realizzate meglio (un regista che conosco direbbe che sono state fatte "a cazzo di cane"), tant'è che di ste cose se ne sono accorti anche i fratelli Manetti e nei due sequel già annunciati il ruolo di Diabb... ariecchece... Diabolik sarà affidato a Giacomo Gianniotti,
attore italo canadese che arriva da Grey's Anatomy, e che così "a naso" pare avere una fisicità completamente diversa da Marinelli.
Eccallà, bastava pensacce prima, no?