martedì 4 aprile 2023

BABYLON: TANTO PER COMINCIARE BISOGNA METTERSI COMODI

 Dopo una lunga visione finalmente posso dire la mia, non proprio con due parole, su Babylon di Damien Chazelle, e per prima cosa posso affermare che è una vera e propria montagna russa di emozioni, perlomeno questo è l'effetto che ha fatto a me, anche se già sapevo che a parecchi non è piaciuto e non solo per la lunghezza monster delle 3 ore.


Tre ore durante le quali vedi continue carrellate verso ottoni in primo piano e Margot Robbie un filino sopra le righe (come nei suoi migliori momenti d'altronde) al punto che Brad Pitt quasi sparisce.

Babylon, gigantesco già dall'intro poiché i titoli di testa non arrivano prima di mezz'ora, è elefantiaco come il pachiderma portato alla festa, momento che pare una citazione di Hollywood Party con Peter Sellers, orgiastico come sempre la stessa festa che riporta alla mente Kubrick e Baz Luhrmann insieme in una joint venture impossibile dove la parola "joint" non pare nemmeno tanto messa a caso; ingegnoso come Diego Silva

nella parte del tuttofare che tenta di farsi strada nella Hollywood degli anni 20 quando si sta passando dal cinema muto al sonoro e alcuni attori ne risentono in maniera particolare. 
Ovviamente, le cose non vanno esattamente come previsto, e il protagonista si trova coinvolto in una serie di eventi sempre più complicati e bizzarri come per esempio la lunga e allucinante scena con Tobey Maguire. 
In primo luogo, bisogna ammettere che Chazelle ha fatto un lavoro eccezionale nella creazione di un'ambientazione che cattura l'essenza degli anni '20. 
L'atmosfera è così autentica che mi aspettavo di vedere F. Scott Fitzgerald seduto al bancone del bar a bere un Mint Julep.

E poi Damien fra suono e immagini ti rintrona con quella prima parte che spinge sull'acceleratore senza ritegno e poi frena nell'ultima ora per condurti al finale che in verità un po' ti aspetti visto come stanno andando le cose per i protagonisti. 
Premetto che già MAGNOLIA di Anderson, nonostante anche quello fosse di 3 ore, me lo ero goduto con grande piacere tutto in una botta, perciò non è stato un problema per me guardare Babylon, seppure stavolta spezzato in due tempi. 
Perché è un film che parla di cinema e io adoro questo tema, quindi ne avrei digerito anche di più, specialmente grazie alla Nellie LaRoy di Margot Robbie che fa di tutto per diventare una star. 

La cosa più divertente di Babylon, tuttavia, è la sua miscela unica di toni dato che il film passa da momenti di pura commedia a scene di dramma intenso in un battito di ciglia. 
A volte sembra di guardare un film di Woody Allen, altre volte sembra di essere in un film di Martin Scorsese, ma nonostante la varietà di toni, il film riesce a mantenere una coerenza narrativa che lo rende sorprendentemente appagante. 
E poi c'è musica che martella ossessiva (e dove c'è musica non può mancare Flea dei RHCP) e la senti in ogni momento, ma specie durante le feste,

jazzata, ma tribale al tempo stesso che rende l'idea di un'atmosfera selvaggia e anche violenta in quel mondo che agli occhi dello spettatore appare solo patinato, elegante, scintillante, mentre dietro è sporco, sudicio esattamente come vivono in realtà i protagonisti, e in tale contesto è emblematica la scena di Margot Robbie elegantissima che sbrocca di brutto alla festa dove tutti si facevano un po' troppo i fatti suoi.

Cosa ricorderò in futuro di Babylon? Adesso non so dire di preciso, ma di sicuro cacca, vomito, Margot e BOOM BOOM BOOM!!! 

6 commenti:

  1. Moooolto comodi ;-) Anche se Chazelle deve aver pestato i calli a qualcuno ad Hollywood, è passato da prediletto a maledetto in un attimo. Cheers!

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  2. E' il film che mi ha riconciliato con Chazelle. Ce ne fossero di pellicole come questa!!

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Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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