martedì 17 marzo 2020

QUANDO L' INFORMAZIONE DIVENTA REALITY SHOW O ANCHE PEGGIO


Oggi sarò un po' polemico, ma non tanto... il giusto... quanto basta... come sale e pepe.
L'informazione sui, giornali, ma parecchio e anche di più quella in tv, soffre di quel male oscuro che è quella necessità, quella corsa affannosa per dire le cose prima degli altri andandosi, a volte, anche a fidare delle fake news le quali vengono, per fortuna, prontamente sbugiardate nella maggior parte dei casi.
Anche con il caso del Coronavirus si sono autoproclamati esperti del settore migliaia di "tuttologi" che hanno cominciato a dispensare i più assurdi consigli su come combattere l'infezione (cosa che non troverete mai, giuro, su queste righe poiché non ne ho la competenza).
E se la cosa fosse ristretta alla cerchia dei social network basterebbe un po' di buon senso per capire se una notizia è ufficiale o se totalmente fasulla.
Quando invece sono i giornali e i notiziari tv a dare certe informazioni ti aspetti un po' più di autorevolezza, per cui mi chiedo se sia giusto seminare il panico, e far scattare la relativa corsa ad accaparrarsi mascherine e disinfettanti lasciando senza chi ne avrebbe realmente bisogno (e veramente bastardidentro quelli che rivendono tali articoli a prezzi esorbitanti) oppure provocare quelle famose fughe di massa dalle zone rosse... ; mi chiedo se serva davvero poi calcare così la mano sulla quantità di vittime sempre crescente, come fossero bollettini di guerra, con gli inviati in pianta stabile fuori dagli ospedali a vedere quante ambulanze arrivano, con le interviste alla gente per la strada, con i negozianti che chiudono le attività, perché mi sembra che tutto questo contribuisca a rendere apocalittica la situazione invece di cercare di portare un minimo di messaggio positivo.
A questo proposito lo psicologo Raffaele Morelli, che di stupidaggini ne dice parecchie anche lui, ha per una volta realizzato un video piuttosto esplicativo su come reagisce l'organismo, e in particolare il cervello umano, alle situazioni che gli si presentano davanti.

Non è certamente la persona più simpatica del mondo, ma qualcosa di giusto secondo me in queste sue parole ci sta.
Ma si sa anche che la notizia che fa scalpore è sempre quella drammatica, mentre quella lieta rimane in secondo piano.
Beh non mi vengano a dire questi tipi di giornalisti che un po' non ci stanno marciando sopra pur di accaparrarsi clic per le testate online, pur di essere i primi a diffondere le notizie, rischiando di trasformare la tv di informazione in un unico grande show in stile Barbara D'Urso (professionista lei nel marciarci sopra alle disgrazie) e arrivano a pubblicare sui giornali foto come QUESTA.
Non succede, per fortuna, a tutti gli editori, ma a quelli con meno scrupoli che approfittano subdolamente dell' occasione sicuramente già drammatica di suo, senza quindi la necessità di terrorizzare ulteriormente chi cerca invece delle semplici notizie e rispetta già le normali regole di sicurezza, ecco dedico a tali personaggi "tutti matti" un verso di Lucio Dalla:

"Oh ...! Su quale giornale scrivi?
Noi non siamo ancora morti
Se possiamo guardarci in faccia
Vuole dir che siamo vivi."
(da Siamo Dei)

L'ho sempre detto che Lucio era avantissimo...

4 commenti:

  1. E'un post inappuntabile , condivido tutto quello che hai scritto.
    Confido nell'intelligenza delle persone per non cadere in trappole causate da inutili allarmismi.
    Ciao

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    1. Grazie di essere d'accordo. Certamente le precauzioni vanno prese, questo non dobbiamo dimenticarlo. È la cosa più importante insieme a non perdere l'ottimismo.

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  2. Sì, come ho avuto modo di dire ormai una settimana fa, questi bollettini mi ricordano il compiaciuto counter di vittime che la giornalista annuncia nei primi minuti del film Dal tramonto all'alba.
    Se pensiamo che persino la Gazzetta dello Sport ha infilato la parola coronavirus per parlare di un 21nne morto di leucemia, ci fa capire come stiamo messi.
    Posso dire però una cosa? Forse stavolta è meglio, che la gente si spaventi un poco...

    Moz-

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    1. Un po'di paura direi che l'abbiamo tutti. Che non è un influenza comune è ormai chiaro. Anch'io prendo quindi tutte le precauzioni. Però continuo ad essere come sono... cioè una canaglia strapezzente e cafone come il mio alter-ego di StarWars (spero simpatica canaglia eh...) e finché posso cerco il lato positivo.
      Vivere più lentamente è già un punto a favore, con meno inquinamento, coi famigliari, insomma un po'un ritorno al passato come si viveva 50 anni fa.

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