domenica 2 ottobre 2022

ARMAGEDDON DIVENTA REALTÀ (CON UN PIZZICO DI STAR WARS) MENTRE SE NE VA IL WRESTLER CHE HA SCONFITTO L'UOMO TIGRE

 È nato prima l'uovo o la gallina? Oppure la vita è sogno o il sogno è vita? Cioè insomma, la realtà si ispira al cinema oppure è il cinema che anni fa si è ispirato ad alcuni studi sugli asteroidi? Attendiamo una risposta da Alberto Angela e Gigi Marzullo, caso mai leggessero questo blog (siii, credici), ma nel frattempo posso dire che di recente è stato fatto davvero un esperimento nello spazio per vedere se sia possibile deviare la traiettoria di un eventuale asteroide minaccioso per il nostro pianeta, e non è un'ipotesi così balzana se pensate che la scomparsa dei dinosauri pare sia stata dovuta proprio ad un tale evento dal quale si sono salvati solo gli organismi più piccoli.


La prova fatta era molto semplice da descrivere, nel senso che una sonda doveva schiantarsi ad alta velocità contro un asteroide scelto a caso per deviarne il percorso colpendolo come negli autoscontri del Luna Park, ed il tutto è stato ripreso da due telecamere, perciò nessun bisogno di mandare degli "uomini veri"


che fanno la classica camminata tutti in fila per andare in missione nello spazio lasciandoci secco anche il Bruce Willis di turno che saluta la figlia per l'ultima volta nella famosa scena finale strappalacrime. 
Niente di tutto ciò, nemmeno le esplosioni tanto care a Michael Bay (che tanto nello spazio i KABOOM!!! non si sentono mica). 
La missione era in pratica simile a quando le boccette del biliardo si cozzano e seguita da remoto, da cui pare che sia stata un successo, ma la cosa simpatica sono gli acronimi creati (anche un po' forzati suppongo) per dare dei nomi stranamente familiari ai macchinari impiegati: la sonda lanciata contro l'asteroide si chiama D.A.R.T. e le due telecamere sono L.U.K.E. e L.E.I.A.

Piccolo il mondo eh? O meglio...la galassia, che così non pare più molto lontana lontana come tanto tempo fa... 
E, sempre per quanto riguarda il sottile confine fra realtà e fantasia, si è spento a 79 anni Antonio Inoki, il mitico wrestler giapponese che prese il suo nome d'arte all'italiana dal pugile Antonino Rocca e che già da anni stava combattendo contro una serie di patologie ben più subdole dei suoi avversari sul ring, fra cui dei gravi danni alla colonna vertebrale che lo costringevano sulla sedia a rotelle. 
Da tempo era entrato in politica, ma la sua fama è dovuta più che altro alle sfide fatte contro i grandi campioni come Mohammed Alì, perché Inoki faceva parte, si, del mondo del wrestling dove c'è tanta finzione scenica, ma era anche un lottatore vero.

Talmente vero da superare i confini della realtà e finire pure nei manga e anime de L'Uomo Tigre battendo il protagonista.
Addio Antonio. 

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