lunedì 21 febbraio 2022

MATRIX RESURRECTIONS: I DON'T REMEMBER

 Titolo di una canzone di Peter Gabriel che pare fatto apposta per introdurre il quarto episodio della saga di Matrix dove Trinity (Carrie Ann Moss) è sposata, ha due figli ed è convinta di chiamarsi Tiffany senza ricordo alcuno di quanto era accaduto molto tempo prima.

E poi beh... dato che non è il mondo di Matrix se non c'è gente che cammina sui muri e spara facendo giravolte, qui di ste cose Lana Wachowsky, rimasta la titolare della saga, ce ne ha messe quante ne vogliamo, anche in quell'inizio che sembra uguale a quello del 1999, ma poi ti accorgi che la Trinity che vediamo non è quella che ci ricordiamo e infatti le cose vanno diversamente durante la fuga dagli agenti, come è cambiato anche Morpheus

e pure l'agente Smith. 
Anche Neo (Keanu Reeves) in realtà è cambiato perché si sente strano ed ha delle visioni, e per questo è in cura da un'analista che è interpretato da Neil Patrick Harris (momento d'oro per lui, eh?) e gli prescrive delle pillole blu che abbiamo già visto da qualche parte, anzi Neo, che ora ricorda solo il suo nome cioè Thomas Anderson,

è diventato ugguale ugguale a John Wick, tanto che a momenti pare un crossover dei due film perché in entrambi si spara e si mena e nel TERZO EPISODIO si fanno pure cose impossibili sulle Yamaha Mt09 (qui invece lo sponsor è la Ducati).

Curioso, ma non troppo, che nei dialoghi poi si parli della Warner Bros. che è decisa a fare un quarto capitolo anche senza gli originali se è necessario, perché in fondo è andata quasi così, anche se nel film si parla di videogames e non di opere cinematografiche. 
Tutto il film è poi un continuo flashback con spezzoni delle scene originali dove vediamo ancora Laurence Fishburne e Hugo Weaving nei loro ruoli, e tornano le pillole che ti permettono di fare la scelta più importante della tua vita, ascoltando pure White Rabbit dei Jefferson Airplane, che quando si parla di sostanze particolari saltano sempre fuori. 
Riappare anche il Merovingio che però stavolta è incazzato nero con Neo, probabilmente anche perché adesso quel buongustaio non ha più la Bellucci al suo fianco, la quale invece appare solo un mezzo secondo in un flashback in video, e ci sono un po' di personaggi nuovi tipo Sati interpretata da Priyanka Chopra che pare ispirata ad Elettra Lamborghini.


Due ore e mezza che filano via, per fortuna stavolta, senza tanti discorsi astrusi che tanto non gliene fregava niente a nessuno, lasciando invece lo spazio all'azione che, ok, è eccessiva come sempre, ma nel contesto in cui ci troviamo, cioè una simulazione elettronica, ci sta perfettamente. 
Menzione particolare per Christina Ricci, la quale appare per un minuto, durante il quale non ho ascoltato le sue parole perché guardavo solo lei domandandomi chi diavolo fosse che mi pareva di conoscerla, e stop. 
In conclusione, ci voleva o no questo quarto capitolo? 
Beh, anche se il finale fa puntare quasi sulla commedia a causa di Harris, il film, come nel caso del nuovo Ghostbusters, è decisamente meglio dei due precedenti pur non superando il capostipite che resta quella pellicola che, a cavallo fra i 90 e il 2000, ha segnato una moda e un modo di fare cinema, esattamente come era accaduto con Star Wars, BLADE RUNNER e Mad Max . 
Unica cosa idiota è la scena post credits che probabilmente ora te la fanno mettere per contratto, ma della quale ne facevo volentieri a meno. 
Ah, all'inizio ho citato Peter Gabriel, perciò ecco qui la CANZONE a cui mi riferivo:

Spero che qualcuno la conosca perché mi rendo conto che, purtroppo, Peter non è così popolare come Mahmood... 


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Tengo sempre pronto il blaster.

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