giovedì 9 febbraio 2023

RAPINIAMO IL DUCE: POTEVA ANDARE MEGLIO (E NON PARLO DELLA RAPINA)

 Il post di oggi, anche se parla di cinema, potrebbe essere un'appendice del Festival di Sanremo, poiché il monologo di Roberto Benigni, l'altro ieri in apertura dello show in cui aveva parlato di costituzione e libertà di pensiero, cose che ai tempi di Mussolini non c'erano, mi aveva ricordato di aver visto un paio di mesi fa questo film dove l'idea era buona e il cast pure in Rapiniamo Il Duce, ma forse c'era stato qualche malinteso a livello di promozione,


per cui, sapendo che c'era Maccio Capatonda nel cast, ero convinto fosse una cosa fatta a modo suo, e invece si tratta di un film molto drammatico dove Maccio alleggerisce giusto qualche momento tipo quando arriva alla guida del camioncino che pare l'incipit di NO TIME TO DIE con la scena dell'Aston Martin girata a Matera.

Il film però è bacato da una fintosità continua che lo fa sembrare più una fiction dalle grandi pretese piuttosto che una pellicola come è stata FREAKS OUT (non esente da difetti pure quella, lo ammetto) o Bastardi Senza Gloria alle quali sembra attingere.

E no, Tarantino non è capitato qui così per caso, anzi c'è perché gli intermezzi animati sembrano pure quelli prendere ispirazione da Kill Bill, e infatti sono una trovata carina. 
Come nel film di Mainetti qui c'è Pietro Castellitto, ma stavolta non è biondo platino, anzi in un paio di scene è l'esatto ritratto del padre 40 anni fa.

Non avrà forse lo stesso carisma del genitore, ma il suo lo fa come anche Matilda DeAngelis che alterna il cinema con la musica e della quale c'è in arrivo il 15 febbraio su Netflix La Legge Di Lidia Poet, una nuova serie in sei episodi che pare carina, o perlomeno lei lo è tantissimo in quei costumi vintage. 

E parliamo anche della colonna sonora perché la musica nel film è forse la cosa più azzeccata seppure anacronistica poiché sono tutti brani degli anni 60, più i CCCP, cioè tutti successivi alla caduta del Duce, però nel contesto ci stanno e pure ti salvano anche le scene. 
Musica che si ricollega appunto al Festival di Sanremo poiché ieri sera, oltre ad aver visto riuniti anche gli Articolo 31 con una canzone bella, ma che pare una ballad degli 883 tipo La Dura Legge Del Gol o Nessun Rimpianto, Giorgia con una canzone francamente brutta,

Paola e Chiara mistresses in abiti e corsetti metallici e Levante invece paurosamente imbruttita/androgina,

Massimo Ranieri, ospite nel miniconcerto con Albano e Morandi, ha cantato i suoi successi tra cui Se Bruciasse La Città che apre proprio il film, una canzone con un arrangiamento epico in stile Morricone (Ennio aveva composto altri brani del primo LP del cantante, ma un zampata a mio parere, l'aveva messa anche qui). 
Purtroppo le canzoni non bastano però a fare di questo un film ben riuscito. 

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