martedì 14 marzo 2023

WHITNEY - UNA VOCE DIVENTATA LEGGENDA (MA IL VERO TITOLO ERA UN ALTRO)

 L'anno scorso si parlava già della lavorazione di questo film su Whitney Houston


ed era stato anticipato ancora un paio d'anni prima da un disco inedito, cioè una cover di HIGHER LOVE di Steve Winwood, canzone del 1986 che nella sua versione originale veniva utilizzata dai venditori di impianti stereo per farti assaporare la bellezza dei suoni che uscivano mettendo su questo CD che, in effetti, con quell'intro carico di tutte quelle percussioni distribuite sui due canali suonava benissimo (provatela in cuffia e capirete cosa intendo).
Fatto sta che la cantante aveva registrato una sua versione solo come demo e come tale era rimasta lì chiusa in un cassetto per anni finché il dj producer Kygo (che non è un modello di city car Toyota) non ha pensato di farne un DISCO VERO dove lui suona il piano.
Canzone che ti vien da dire "alla faccia della demo" per quanto è cantata bella carica, e la si sente durante i titoli di coda di questo film che racconta la vita di Whitney partendo dall'adolescenza in cui la vediamo ricevere gli insegnamenti sul canto dalla madre Cissy, e con Naomi Ackie che la interpreta in maniera molto somigliante anche se, nei miei ricordi lei era un filino più esile, ma, non avendo mai avuto il piacere di incontrarla da vicino, forse è solo una mia impressione, quindi se vogliamo possiamo fare il gioco delle differenze.



Naomi ha anche cantato davvero tutte le canzoni, nel film, però sono solo un paio i momenti in cui si sente la sua voce e sono quelli in cui Whitney appare ancora insicura, mentre in tutte le altre scene dei concerti è stata sovrapposta la traccia presa dalle registrazioni originali (come in BOHEMIAN RHAPSODY) con l'attrice che ha comunque cantato per mostrare lo sforzo che serviva nell'esecuzione per rendere vera l'interpretazione. 
E l'effetto finale è così perfetto al punto che ci puoi anche credere a quel cinema ti mostra anche le cose che non sapevi e in questo caso viene fuori anche una bisessualità giovanile che mi era del tutto oscura dato che la Houston la collegavo solo al turbolento matrimonio con l'ex New Edition, ovvero l'ex bimbo prodigio Bobby Brown. 
Le canzoni che si ascoltano sono davvero parecchie e a conti fatti parrebbe un musical dato che almeno il 50% del film è cantato. 
Ma non lo è un musical, anzi è piuttosto un duro e spietato resoconto di quello che è stata la carriera della cantante più brava degli ultimi tempi, la quale purtroppo ha fatto male i conti con le sue capacità ed ha ritenuto che la cocaina (e altro) migliorasse la sua resa sul palco, portandola invece ad una fine prematura (spoiler! 😜). 
A tal proposto c'è un VIDEO che circola da parecchio tempo su YouTube in cui la si vede prendersi una lunga pausa durante l'esecuzione di I Will Always Love You prima della grande apertura finale.

Cosa succeda in quel frangente non è ben chiaro, cioè probabilmente beve, ma le ipotesi sono state molte altre e non troppo carine. 
Il film invece carino lo è anche se davvero molto lungo con Stanley Tucci nella parte del produttore Clive Davis che ha scoperto e seguito sempre la Houston dandole, fin dove possible, persino consigli paterni che invece non arrivavano dal vero genitore troppo impegnato a scialaquare gli ingenti guadagni della figlia. 
Nota dolente (in un film musicale è quantomai un termine bizzarro) che a noi ci tocchi il solito titolo italiano modificato che cambia l'intenzione di quello originale il quale, prendendo spunto da un suo grande successo, spiegava chiaro il bisogno che aveva dentro Whitney di esibirsi anche rischiando grosso, come infatti è accaduto.

Lei in fondo cercava soltanto qualcuno con cui metaforicamente ballare (e per cui cantare). 

1 commento:

  1. E certo che ricordo quei registratori doppi. Quelli portatili e quelli più fighi hi-fi da rack e anche più costosi in effetti.
    Bella musica che ha marcato un ottimo periodo della mia vita.

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